Sulla mia pelle |
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Un film di Alessio Cremonini.
Con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Italia 2018.
- Lucky Red
uscita mercoledì 12 settembre 2018.
MYMONETRO
Sulla mia pelle
valutazione media:
3,37
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un film necessario che fa rifletteredi enzo70Feedback: 45310 | altri commenti e recensioni di enzo70 |
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mercoledì 19 settembre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La storia di Cucchi viene trattata dai media come una questione giudiziari; si consegnino i colpevoli alla giustizia e che questa faccia il suo corso. La sorella Ilaria chiede giustizia, una parte dell’Italia vuole i colpevoli in galera, si buttino le chiavi; dall’altra parte, capitanati dall’indomito Giovanardi, Cucchi era un tossico, se l’era cercata. Con quali occhiali si entra a vedere questo film, è una domanda sbagliata. Perché la storia di Cucchi, anche se romanzata nel film, è quella di un uomo qualunque, di un ragazzo, che si scontra con lo Stato. Non è quello di Hegel, non c’è idea, ma solo regole, quelle dei maiali della fattoria degli animali, fatte di arbitrio, di procedure rigide ma flessibili; dipende da che lato stai. La storia di Cucchi non è la storia di Cucchi, ma è quella dei malati terminali condannati a morire in carcere, delle tante celle zero sparse per i penitenziari italiani, dei diritti negati ai detenuti; non è una causa; ma è l’effetto di una cultura diffusa che prescinde dalle responsabilità collettiva e trascina tutto in colpe individuali; la cultura dei processi di piazza, dei cappi al collo, delle manette sventolate in Parlamento; la cultura per cui i vertici di un Governo possono dire che non si possono aspettare i tempi della giustizia per il disastro di Genova; ma non parlano delle migliaia di cittadini cui viene negata giustizia in carcere, detenuti in attesa di giudizio, famiglie devastate; e nessuna opportunità di recupero. La storia di Stefano è una storia che si deve raccontare e, anzi fa bene Ilaria, a urlarla; è una vergona collettiva, ogni italiano è responsabile di quell’omicidio e di ogni diniego di giustizia ai detenuti, uomini, fino a prova contraria. La sala era semivuota ma le poche persone presenti sono uscite sgomente al termine della proiezione; quello sgomento facciamolo nostro, tutti i giorni, perché è tutto vero, succede sempre, è successo mentre leggete queste brevi righe.
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