sk89
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giovedì 8 febbraio 2018
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la sottile linea tra 'omaggio' e 'plagio'
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Per quanto il film possa "scusarsi" ammettendo durante i titoli iniziali di aver tratto spunto dal film tedesco 'Lui è Tornato' (Er ist wieder da) del 2015, che vede il ritorno del Führer Adolf Hitler nella Germania odierna, non si può scusare il fatto che il film, nel suo insieme, sia la completa scopiazzatura dell'originale.
Dal modo in cui Mussolini viene a conoscenza dei fatti accaduti negli ultimi 70 anni, alla sua missione di girare il paese per riconquistare la fiducia del popolo, al tragico 'incidente del cane', fino al nome della produttrice televisiva (Katia Bellini in questo, Katja Bellini nell'originale), tutto il film risulta essere nient'altro che la copia carbone dell'originale, e, a dirla tutta, neanche una copia riuscita bene.
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Per quanto il film possa "scusarsi" ammettendo durante i titoli iniziali di aver tratto spunto dal film tedesco 'Lui è Tornato' (Er ist wieder da) del 2015, che vede il ritorno del Führer Adolf Hitler nella Germania odierna, non si può scusare il fatto che il film, nel suo insieme, sia la completa scopiazzatura dell'originale.
Dal modo in cui Mussolini viene a conoscenza dei fatti accaduti negli ultimi 70 anni, alla sua missione di girare il paese per riconquistare la fiducia del popolo, al tragico 'incidente del cane', fino al nome della produttrice televisiva (Katia Bellini in questo, Katja Bellini nell'originale), tutto il film risulta essere nient'altro che la copia carbone dell'originale, e, a dirla tutta, neanche una copia riuscita bene.
Ma se anche volessimo sorvolare sulla poca originalità dello scrittore nel riadattare il film tedesco, ciò non toglie che il film, nel complesso, risulti alquanto scadente.
Salvando la performance di Massimo Popolizio, che riesce bene nell'intento di ricreare una buona caricatura del Duce, il resto del cast si può definire al più mediocre, da Giole Dix a Stefania Rocca e, soprattutto, Frank Matano, che per quanto possa avere un discreto successo come YouTuber, mostra (ancora) un sacco di pecche nel ruolo di attore.
Inoltre il film, venduto dai trailer come una commedia/satira sulla mentalità dell'italiano medio circa la situazione politico-economica-culturale odierna del Belpaese, non riesce bene né nell'una né nell'altra.
Voto Finale: 4/10. Consigliato solo se il prezzo del biglietto è ridotto e se avete già visto gli altri film presenti nelle sale (ma dato che in questo periodo vengono finalmente proiettati tutti i film che in America hanno ricevuto almeno una nomination agli Oscar, dubito non avrete una valida alternativa).
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flaw54
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lunedì 12 febbraio 2018
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non decolla
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Idea non originale, ma interessante che però non viene sfruttata al meglio. Il ritorno di Mussolini nell' Italia di oggi dà inizio ad una serie di gag che però rimangono fini a se stesse e mantengono un' eccessiva dose di superficialità. La presenza di Frank Matano toglie poi qualsiasi possibilità al film è mi viene da chiedere come possa essere considerato un attore. Neppure la parte migliore secondo me è cioè L' esplosione razionale dell' anziana signora colta da Alzheimer è sfruttata a dovere e rimane una parentesi all' interno di una farsa alla fine della quale Mussolini risulta persino simpatico. Un' opera non riuscita.
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parsifal
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venerdì 24 maggio 2019
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passato e presente
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Riproposizione di un film tedesco del 2015 " Lui è tornato" in cui si ipotizza il ritorno di A.Hitler, scritto e diretto da L. Miniero con la collaborazione di N.Guaglianone ,u inizia in maniera piuttosto originale; Benito Mussolini si materializza , in virtù di un probabile prodigio spazio-temporale, di fronte alla Porta Alchemica a Roma. Viene ripreso da un regista documentarista Canaletti (F.Matano) che stava portando a termine l'ennesimo tentativo di emergere , realizzando un documentario sull'integrazione degli immigrati in Italia. Si prospetta dunque l'equivoco fondamentale che sarà in cardine dell'intera vicenda; Il duce si presenta con la sua reale identità, ma tutti credono che sia un attore in cerca di affermazione personale e professionale.
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Riproposizione di un film tedesco del 2015 " Lui è tornato" in cui si ipotizza il ritorno di A.Hitler, scritto e diretto da L. Miniero con la collaborazione di N.Guaglianone ,u inizia in maniera piuttosto originale; Benito Mussolini si materializza , in virtù di un probabile prodigio spazio-temporale, di fronte alla Porta Alchemica a Roma. Viene ripreso da un regista documentarista Canaletti (F.Matano) che stava portando a termine l'ennesimo tentativo di emergere , realizzando un documentario sull'integrazione degli immigrati in Italia. Si prospetta dunque l'equivoco fondamentale che sarà in cardine dell'intera vicenda; Il duce si presenta con la sua reale identità, ma tutti credono che sia un attore in cerca di affermazione personale e professionale. E su questo equivoco si dipanerà la matassa della narrazione; Canaletti lo porterà con sè presso l'emittente in cui tenta di lavorare ( come precario) e lo presenta o meglio si presenta da sè ai dirigenti tra cui spicca Leonardi ( G.Dix) per ottusità e menefreghismo e la Bellini ( S.Rocca) invece per evidente strafottenza , arroganza ed arrivismo. IL monologo che il presunto attore fa di fronte all'intero comitato di redazione , convince anche i più restii ad accettarlo nel grande baraccone televisivo, con incarico ancora da definire. Canaletti quindi impone la sua idea, un documentario su Mussolini, girato in modo itinerante , nei vari anfratti della Penisola , acontatto con gli esponenti della società civili, i cittadini comuni per conoscere le loro opinioni su un eventuale ritorno al Potere, Il quadro che ne esce è a tinte eterogenee e grottesche, tanto da indurre il redivivoa ad affermare che " Questo è in Paese senza memoria" e " Eravate un Paese di ignoranti, torno dopo ottanta anni e vi trovo ignoranti allo stesso modo" . Trattandosi di una personalità dispotica ed accentratricie, Il Duce vuole sempre di più non si accontenta, mira in alto e sbaglia il colpo e la Bellini cadrà con lui.. Ecco quindi che entrano in campo le dinamiche televisive; l'ex dirigente va a lavorare per la concorrenza portando con sè il personaggio, volendolo sfruttare fino in fondo, cosa asssolutamente ricambiata dal redivivo dittatore. Tutto fila come previsto, lo spettacolo deve continuare , ma una donna che aveva vissuto il rastrellamento del Quartiere Ebraico il 16 ottobre 1943 , sputa tutto il suo veleno sul misero dittatore battuto dalla storia ed ancora preda del suo delirio di onnipotenza. Ma visto che questo è un paese senza memoria, il dittatore si può anche permettere di percorrere , in un ' auto d'epoca , Via dei Fori Imperiali destando le reazioni più disparate. Trama non originale, ma ben sviluppata con un eccellente M.Popolizio nel ruolo del protagonista.
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felicity
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lunedì 20 gennaio 2020
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una riflessione sul ruolo dei media
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La struttura classica è quella della commedia all’italiana, che mira a divertire attraverso un’incisiva critica dei costumi. Portavoce di tale critica è, per buona parte del film, Mussolini stesso: "Eravate un popolo di analfabeti, dopo 80 anni torno e vi ritrovo un popolo di analfabeti"; "L’Italiano non ha mai voluto pagare le tasse"; "Gli Italiani hanno cambiato 63 governi in 70 anni"; e oltre, denunciando l’abuso dei social media, la corruzione dilagante, la moda insulsa dei programmi di cucina.
"Sono tornato" propone una riflessione sul ruolo dei media, il loro uso e la loro percezione nella società contemporanea, con particolare riguardo alla coscienza degli Italiani, che il difetto di memoria storica e un crescente malessere sociale hanno condotto pericolosamente sull’orlo di una deriva neofascista.
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La struttura classica è quella della commedia all’italiana, che mira a divertire attraverso un’incisiva critica dei costumi. Portavoce di tale critica è, per buona parte del film, Mussolini stesso: "Eravate un popolo di analfabeti, dopo 80 anni torno e vi ritrovo un popolo di analfabeti"; "L’Italiano non ha mai voluto pagare le tasse"; "Gli Italiani hanno cambiato 63 governi in 70 anni"; e oltre, denunciando l’abuso dei social media, la corruzione dilagante, la moda insulsa dei programmi di cucina.
"Sono tornato" propone una riflessione sul ruolo dei media, il loro uso e la loro percezione nella società contemporanea, con particolare riguardo alla coscienza degli Italiani, che il difetto di memoria storica e un crescente malessere sociale hanno condotto pericolosamente sull’orlo di una deriva neofascista. Non a caso, nel finale campeggia un'inquietante (ma significativa) citazione del Duce: "Io non ho creato il fascismo, l’ho tratto dall’inconscio degli Italiani".
"Sono tornato" strappa comunque più di una risata e offre buoni spunti di riflessione, anche se la scelta di presentare gli attuali leader politici (Berlusconi, Grillo, Renzi, Salvini) come "teatranti"ed emuli del Duce premia la prospettiva qualunquista che intendeva scongiurare.
La risposta alla domanda iniziale è chiara: il fascismo, inteso come tendenza all’emarginazione del diverso e ricorso alla violenza sistematica, è un virus che può ripresentarsi in ogni momento e in varie forme. L'antidoto, suggerisce Miniero, è il pensiero critico, requisito virtuoso di ogni sana democrazia. In fondo, una delle scene iniziali ci avverte che (per fortuna) non esiste una seconda opportunità per Mussolini, però "esiste la possibilità di fare due volte lo stesso errore".
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wearenot
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domenica 11 dicembre 2022
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dov''è la patria!?
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Chissà davvero cosa accadrebbe se tornasse...cosa penserebbe e direbbe. Di certo alcune reazioni del film sono centrate e vere. Il Duce troverebbe un Italia senza identità, che ha perso la speranza, "...con la testa china a fissare lo schermo di un telefono, in uno stato di coma perenne, depressivo, .... senza sogni, in balia dei media sociali, che vi rendono soli, invidiosi e pieni di rancore".
Ad ogni modo il film non decolla e perde, rimanendo ancorato al film di David Wnendt, perdendo di originalità e di credibilità, tentando di incastrare il copione tedesco all'adattatura italiana.
Non sarebbe piaciuto a Montanelli, questo film che rimane acerbo che va facilmente a rifugiarsi nella comoda moralità, anziché districarsi nella costruzione politica.
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Chissà davvero cosa accadrebbe se tornasse...cosa penserebbe e direbbe. Di certo alcune reazioni del film sono centrate e vere. Il Duce troverebbe un Italia senza identità, che ha perso la speranza, "...con la testa china a fissare lo schermo di un telefono, in uno stato di coma perenne, depressivo, .... senza sogni, in balia dei media sociali, che vi rendono soli, invidiosi e pieni di rancore".
Ad ogni modo il film non decolla e perde, rimanendo ancorato al film di David Wnendt, perdendo di originalità e di credibilità, tentando di incastrare il copione tedesco all'adattatura italiana.
Non sarebbe piaciuto a Montanelli, questo film che rimane acerbo che va facilmente a rifugiarsi nella comoda moralità, anziché districarsi nella costruzione politica. Un vero peccato perché si é persa un'ottima occasione.
Il Fascismo ha dato e tolto all'Italia. Oggi come allora l'Europa delle grandi democrazie è un'azzuffaglia di incompetenti, incapaci di una qualsivoglia visione a lungo termine. Allora l'embargo del carbone e di altre materie prime al Bel Paese pose le basi per l'Asse Roma Berlino, cosi come oggi la mancanza di polso evita di guidare il continente verso scelte chiare e determinanti.
Queste grandi democrazie sono state abili a fare la voce grossa in Africa e in Asia creando disastri sociali, povertà e guerra ben peggiori, che hanno i loro effetti ancora oggi.
Mi chiedo con quale coraggio possano additare ancora all'Italia ed al suo passato.
Citando il film "Sono morto per assolvere l'intero popolo italiano che altrimenti sarebbe stato chiamato per assumersi le proprie responsabilità"
"La democrazia è un cadavere in putrefazione. Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi?" "Dov'è la Patria!?"
Una domanda, l'ultima che urla e fa male. Dov'è la Patria?
Dilaniata da attentati, da partiti politici che cercano di smembrarla, svenduta a multinazionali straniere nelle sue eccellenze, umiliata da corruzione e povertà, stuprata dalle prepotenze mafiose, accoltellata al cuore da preti pederasti.
Tutti la fanno franca.
Lo Stato è un vecchio impotente incapace di esercitare i suoi poteri. Incapace di usarli per il bene della nazione ma abile ad abusarne per dare a chi già ha.
Dove sono le grandi opere? Dov'è lo sviluppo? Dove sono i movimenti culturali? Dov'è l'amor proprio?
Non voglio dilungarmi oltyre ma questo è un film politico.
Avrebbe dovuto girare il coltello nella piaga e invece fa esattamente quello che viene descritto all'interno del film: fa ridere (non troppo) perchè il popolo ha bisogno di ridere quando la crisi si fa sentire...
E ridiamo!!!!!!! Tanto è meglio nascondere la testa sotto la sabbia!!! No? Ridiamo...ridiamo...
Io rivoglio la mia Patria!
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paolomiki
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lunedì 26 febbraio 2018
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missione fallita
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Si è cercato in tutti i modi di sensibilizzare l'elettorato ad un passo dalle sospirate elezioni dopo sette anni di regime che ci ha portato al tracollo morale e che ha fatto emigrare centinaia di migliaia di giovani verso altri stati più cazzuti o forse più normalmente a favore dei propri cittadini. Si è cercato inutilmente di insegnare agli appena diciottenni che votare a destra è come votare il demonio.Si è cercato inutilmente di mettere in guardia gli anziani contro un ritorno della destra in italia.Si è cercato di ridicolizzare un uomo che non è mai riuscito e forse non riuscirà mai a raccontarci del perchè di tanta sudditanza verso i tedeschi.
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Si è cercato in tutti i modi di sensibilizzare l'elettorato ad un passo dalle sospirate elezioni dopo sette anni di regime che ci ha portato al tracollo morale e che ha fatto emigrare centinaia di migliaia di giovani verso altri stati più cazzuti o forse più normalmente a favore dei propri cittadini. Si è cercato inutilmente di insegnare agli appena diciottenni che votare a destra è come votare il demonio.Si è cercato inutilmente di mettere in guardia gli anziani contro un ritorno della destra in italia.Si è cercato di ridicolizzare un uomo che non è mai riuscito e forse non riuscirà mai a raccontarci del perchè di tanta sudditanza verso i tedeschi.Ma si deve essere veramente stupidi a non capire che la sudditanza verso i tedeschi è ancora attuale e granitica e che non si chiama più hitler ma banca centrale europea.Insomma questo film ha semplicemente sottolineato forse inconsapevolmente la profonda e tetra solitudine del Duce anche dopo aver avuto la seconda possibilità di educare un popolo che sembra allo sbando.Secondo me,ha ottenuto l'effetto contrario.Una stella solo per la straordinaria interpretazione di Massimo Popolizio che da solo tiene in piedi una barca piena di falle!!
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craziebimboneticavaliersisto
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domenica 10 giugno 2018
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specchietto reflector per la storia.
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questo sembra un film incredibile, sul podio nel gradino più
basso però, non come action storici tipo primo cavaliere ecc, la
ballerina coperta da 4 veli a ornamento
e 4 lustri a brillantamento è la classica
controfigura per film del genere e provoca quel divertimento per
il solito fetecchionne col cocktail e 5 fettine infilzate sul
bordo del bicchiere e 6 freschi cubetti di ghiaccio, per il piedistallo delle
banalità, però quei malinconici ancora lì, a sorreggere quel
dittatore col crucco hitler, crazie, a dire quasi a quel
mussolini con le fettine negli occhi e quella
macchina coi bafettini riproporsi senza realtà di controparte ne vedere il
disastro nazi, vogliono vedere film del genere, il primo cavaliere.
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questo sembra un film incredibile, sul podio nel gradino più
basso però, non come action storici tipo primo cavaliere ecc, la
ballerina coperta da 4 veli a ornamento
e 4 lustri a brillantamento è la classica
controfigura per film del genere e provoca quel divertimento per
il solito fetecchionne col cocktail e 5 fettine infilzate sul
bordo del bicchiere e 6 freschi cubetti di ghiaccio, per il piedistallo delle
banalità, però quei malinconici ancora lì, a sorreggere quel
dittatore col crucco hitler, crazie, a dire quasi a quel
mussolini con le fettine negli occhi e quella
macchina coi bafettini riproporsi senza realtà di controparte ne vedere il
disastro nazi, vogliono vedere film del genere, il primo cavaliere...
e altre storie action sono meglio 8 mila volte e più di divertimento, però
lasciare perdere e no fare il film non è utile comunque
e i gusti son gusti, e tal cinema non senza bravura comunque di divertimento.
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rosita
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mercoledì 7 febbraio 2018
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benito mussolini in missione andata senza ritorno...o al contrario...
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Film che ritrae appieno l'Italia di oggi sotto il profilo politico e culturale. ..lo denota altamente la frase pronunciata dal "Duce" quando esce dal circolo neo-fascista. Una Patria senza idee e ideali...L'acclamazione del popolo al suo passaggio come avvenne nella sua epoca di vana gloria. Retorico nello sfottò contro chi ha preso il Governo in carico negli ultimi da Berlusconi a Mattarella ,Renzi ,Gentiloni. ..che "hanno cercato di imitarmi ,ma non ci sono riusciti" con quel sorriso sarcastico , che la dice lunga...! Un film che si prende gioco comunque tra battute ,scene ,alcune toccanti,come quelle della signora anziana "ebrea" , che va scemare poi con l'ironia sprezzante fatta dallo stesso B.
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Film che ritrae appieno l'Italia di oggi sotto il profilo politico e culturale. ..lo denota altamente la frase pronunciata dal "Duce" quando esce dal circolo neo-fascista. Una Patria senza idee e ideali...L'acclamazione del popolo al suo passaggio come avvenne nella sua epoca di vana gloria. Retorico nello sfottò contro chi ha preso il Governo in carico negli ultimi da Berlusconi a Mattarella ,Renzi ,Gentiloni. ..che "hanno cercato di imitarmi ,ma non ci sono riusciti" con quel sorriso sarcastico , che la dice lunga...! Un film che si prende gioco comunque tra battute ,scene ,alcune toccanti,come quelle della signora anziana "ebrea" , che va scemare poi con l'ironia sprezzante fatta dallo stesso B.M.al giovane ,dopo essere stati cacciati fuori casa ,sull'attività sessuale molto brillante, a suo dire,delle donne ebree. ..Satira un po' cruda ...forse atta ad una riflessione pre-elezioni? Chissà! Un Mussolini rimbalzato nell'Italia di oggi :sconcertato, ma non molto ! "Ho lasciato un popolo di ignoranti e ritrovo un popolo di ignoranti" Frase alquanto opinabile. ..Oggi la presa di coscienza del popolo è aumentata ,forse grazie all'istruzione, ad una maggiore presa di consapevolezza che la cultura è uno strumento che ci permette la non strumentalizzazione . ..e far valere i nostri diritti con più unicità, c'è ancora tanto da fare...da combattere per raggiungere un certo grado di autonomia e compattezza. ..Oggi più che mai bisogna lottare affinché quanto raggiunto non ci venga tolto. ..soprattutto il diritto all'istruzione! Film di riflessione con note comiche altalenanti
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ninoraffa
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mercoledì 14 febbraio 2018
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l'impotenza della memoria
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Certe idee per ora si aggirano disinvolte dalle nostre parti, e anche altrove. Nazionalismo e razzismo si vendono bene nei mercati elettorali e il cinema ne tiene conto. Dopo il ritorno di Hitler a Berlino, ecco Mussolini redivivo a Roma. In attesa di Stalin, e perché no?, di Salazar, Ceausescu e Franco. Se il botteghino risponde, il secolo delle idee assassine è un ricchissimo filone di malaugurate resurrezioni ancora tutto da sfruttare.
Una mattina il Duce piove letteralmente dal cielo su un campetto di calcio dell’Esquilino; indossa l’uniforme verde militare con gli stivali ancora legati dal cappio di Piazzale Loreto. I ragazzini che non lo riconoscono parlano un perfetto romanesco ma non sembrano di pura razza italica; dai volti che comincia a incontrare per le strade lo spaesato Benito teme di essere piombato ad Adis Abeba.
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Certe idee per ora si aggirano disinvolte dalle nostre parti, e anche altrove. Nazionalismo e razzismo si vendono bene nei mercati elettorali e il cinema ne tiene conto. Dopo il ritorno di Hitler a Berlino, ecco Mussolini redivivo a Roma. In attesa di Stalin, e perché no?, di Salazar, Ceausescu e Franco. Se il botteghino risponde, il secolo delle idee assassine è un ricchissimo filone di malaugurate resurrezioni ancora tutto da sfruttare.
Una mattina il Duce piove letteralmente dal cielo su un campetto di calcio dell’Esquilino; indossa l’uniforme verde militare con gli stivali ancora legati dal cappio di Piazzale Loreto. I ragazzini che non lo riconoscono parlano un perfetto romanesco ma non sembrano di pura razza italica; dai volti che comincia a incontrare per le strade lo spaesato Benito teme di essere piombato ad Adis Abeba.
Dopo un rapido corso di aggiornamento in edicola sugl’ultimi settant’anni che si è perso, conclude che i politici attuali, pur imitandolo, sono piuttosto scarsi; decide quindi di riconquistare l’ltalia, e mentre c’è, di rifare anche l’impero. Non passa inosservato: un aspirante regista mezzo sfigato nota il personaggio e riesce a lanciarlo in televisione, dove naturalmente riscuote grande successo.
L’imitatore che sfonda in tv e sul web dichiara di essere Mussolini, rispolverando atteggiamenti e slogan senza nascondersi. La propaganda l’ho inventata io, ribatte a chi vorrebbe insegnargli il mestiere. Nel mondo della post-verità e dei politici indistinguibili dalle loro parodie, diverte la caricatura di Mussolini o è desiderio di rivederlo vero? Crediamo veramente sia un attore, o è pretesto per l’inconfessabile voglia dell’originale?
“Sono Tornato” ricalca quasi alla lettera la pellicola tedesca “Lui è tornato” (2015), tratta dall’omonimo romanzo, in cui è Hitler a emergere miracolosamente dal terreno sopra il bunker della cancelleria, a due passi dalla Porta di Brandeburgo. Bravo, nella versione italiana, Massimo Popolizio nei panni del protagonista. Sceneggiatura e testi deboli: avremmo apprezzato un Mussolini più cattivo, più corrosivo della nostra malandata società, delle sue false sicurezze e ipocrisie; un Mussolini ancora meno politicamente corretto ed egualmente applaudito dal pubblico. Un più crudo contrasto tra le sue idee, forti e aberranti, e le nostre debolezze avrebbe senz’altro rafforzato il segnale d’allarme.
Tra i tanti spettatori, pochi riconoscono Mussolini per quello che è: la mostruosità che incarna e rappresenta; pochissimi comprendono l’annunzio sinistro del suo ritorno; molti approvano, qualcuno più furbo pensa di sfruttarlo per gli affari e la carriera. La versione originale focalizza meglio la figura di Katia Bellini, ambiziosa direttrice televisiva, priva di scrupoli nel cavalcare l’audience e affatto preoccupata dall’aver capito chi ha davanti. Si trova sempre una Leni Riefenstahl o un Albert Speer, esemplari del tradimento delle classi dirigenti, ingrediente fondamentale per questo tipo di tragedia.
La seconda marcia su Roma di Mussolini ha un’unica battuta d’arresto. L’uomo delle leggi razziali e delle migliaia di ebrei deportati ad Auschwitz, sin qui osannato, viene estromesso dalla televisione per aver sparato a un cagnolino. La nostra scala dei valori è questa: dilapidiamo la morale per proteggere i cagnolini, come consumiamo la grande invenzione della televisione per trasmettere programmi di cucina. Curioso che sia proprio il Duce a farcelo notare.
In ogni caso tutto si dimentica presto. Ormai la macchina degl’interessi mediatici si è messa in moto: grazie a Katia Bellini, che nel frattempo ha cambiato network, Lui tornerà presto in auge sugli schermi, fino a non sappiamo quali vette.
Il sonno della ragione crea i suoi mostri. I dittatori non piovono per caso: spesso siamo noi a guardare il Cielo in attesa. “Sono tornato” racconta una storia impossibile nei fatti e vera nel suo significato. Probabilmente già in atto.
La parte più inquietante del film è quella documentaristica, con gl’interventi di persone comuni fermate per strada o sul lavoro, indifferenti, o peggio concordi con Mussolini, magari dietro lo schermo d'insignificanti distinguo. Nell’ultima scena il Duce, con Katia a fianco, percorre le vie di Roma su un’auto d’epoca scoperta con l’autista in divisa. I passanti assistono allo strano revival: una donna fa le corna, un uomo alza il pugno chiuso, molti salutano allegri o scherzosi, troppi sollevano risoluti il braccio nel saluto fascista.
Il diavolo torna sempre a tentarci sul pinnacolo del tempio. La scena cruciale dell’originale tedesco si svolge su una terrazza che domina Berlino, dalle parti di Alexanderplatz. Fabien (il regista, Andrea nel film italiano), avendo finalmente capito, minaccia il dittatore con la pistola, accusandolo d’ingannare il popolo con la propaganda. Un tranquillissimo Hitler ha buon gioco a rispondergli: “Nel 1933 nessuno è stato ingannato da nessuna propaganda. Mi hanno scelto e avevo espresso le mie idee con molta chiarezza. La Germania mi ha eletto… E sa perché il popolo mi segue? Perché in fondo siete tutti come me: abbiamo gli stessi valori.”
Fabien gli spara facendolo precipitare nel vuoto. Un attimo dopo Hitler riappare vivo e vegeto alle sue spalle: “Non si può liberare di me. Sono una parte di lei… di tutti voi. Lo riconosca, non sono poi così male!”
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michelew.sorrentino
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lunedì 16 aprile 2018
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frettoloso
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Il Film si basa su una idea davvero originale, ma purtroppo sviluppata nel peggior modo possibile, il regista ha proprio toppato. L’arrivo di Mussolini è quasi decontestualizzato se non con qualchè battuta mediocre. Il film si sviluppa in maniera lenta e noiosa a parte qualche dialogo di Mussolini che riesce a carpire l’attenzione, tutto il resto è da rifare. Non ha un punto di vista non ha una morale storica, nulla di nulla. L’unico messaggio che passa è che la brutta copia di Maria De Filippi riesce a riabilitare Mussolini non per gli atti storici ma per aver ucciso un cane ,come se Underwood di house of cards fosse processato per aver ucciso il cane dei vicini. La conclusione se vogliamo essere buoni, considerando che il finale non c’è , è frettolosa e ridicola in poche parole il film andava concluso.
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Il Film si basa su una idea davvero originale, ma purtroppo sviluppata nel peggior modo possibile, il regista ha proprio toppato. L’arrivo di Mussolini è quasi decontestualizzato se non con qualchè battuta mediocre. Il film si sviluppa in maniera lenta e noiosa a parte qualche dialogo di Mussolini che riesce a carpire l’attenzione, tutto il resto è da rifare. Non ha un punto di vista non ha una morale storica, nulla di nulla. L’unico messaggio che passa è che la brutta copia di Maria De Filippi riesce a riabilitare Mussolini non per gli atti storici ma per aver ucciso un cane ,come se Underwood di house of cards fosse processato per aver ucciso il cane dei vicini. La conclusione se vogliamo essere buoni, considerando che il finale non c’è , è frettolosa e ridicola in poche parole il film andava concluso. Questo film boccia a mio avviso totalmente Frank Matano che sembra un ragazzino che gioca a fare L’adulto probabilmente più adatto agli scherzi su YouTube che al grande schermo . Spero che questa brutta esperienza lo metta in condizione di riflettere e gli consenta di capire di più quale sia la sua attitudine, più da freddura che da battute articolate. L’idea era sicuramente bella spero che qualcun altro possa riprendere il soggetto è farne un capolavoro dato che credo vivamente vi siano le possibilità ma bisogna riflettere di più quando si fa un film su una personalità come quella di Mussolini. Probabilmente il regista Paolo Sorrentino è l’unico a porte girare un film del genere.
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