michelecamero
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lunedì 2 aprile 2018
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finalmente una bella commedia "all'italiana"
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Una buona commedia italiana, sulla scia di quella “Nobile Commedia all’italiana” assente oramai dagli anni ’70 che rompe (si spera definitivamente) qualsiasi rapportazione con tutti quei bruttissimi prodotti spacciatisi per commedie nostrane i quali hanno ammorbato le sensibilità di un paio di generazioni cresciute (complice la TV commerciale, ma non solo) nell’idea che per far ridere bisognava essere volgari. Forse c’è qualcosa di nuovo nel cinema italiano, nuovi soggettisti e sceneggiatori che, figli del loro tempo, lo raccontano seguendo però l’insegnamento dei grandi maestri che ci facevano ridere o sorridere delle nostre debolezze, delle nostre manie, anche delle nostre cialtronerie molte delle quali, dobbiamo confessarlo, sono congenite al DNA italico.
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Una buona commedia italiana, sulla scia di quella “Nobile Commedia all’italiana” assente oramai dagli anni ’70 che rompe (si spera definitivamente) qualsiasi rapportazione con tutti quei bruttissimi prodotti spacciatisi per commedie nostrane i quali hanno ammorbato le sensibilità di un paio di generazioni cresciute (complice la TV commerciale, ma non solo) nell’idea che per far ridere bisognava essere volgari. Forse c’è qualcosa di nuovo nel cinema italiano, nuovi soggettisti e sceneggiatori che, figli del loro tempo, lo raccontano seguendo però l’insegnamento dei grandi maestri che ci facevano ridere o sorridere delle nostre debolezze, delle nostre manie, anche delle nostre cialtronerie molte delle quali, dobbiamo confessarlo, sono congenite al DNA italico. E, bisogna riconoscerlo, nelle opere meglio riuscite ci facevano anche vergognare, non dovendo mai dimenticare che nella vita, vergognarsi di tanto in tanto, è salutare, fa bene all’anima. Qui la trama prende a bersaglio le religioni in generale, la fragilità dell’uomo che da quando è diventato “Homo erectus” pare non sia riuscito a fare a meno di affidarsi al credo di un Dio, rimuovendo il pensiero che bisogna credere innanzitutto negli uomini, in se stessi e negli altri, nell’empatia tra i propri simili, nella solidarietà, nella reciprocità. Attorno a questo spunto, manifesto pur se non dichiarato, gira la trama che, naturalmente attacca (e lo fa in fondo con morbidezza, visto che viviamo tempi difficili anche per parlare male delle religioni ) paradossali situazioni sostanziali quali l’esenzione dalle tasse per i luoghi di culto e dunque delle attività commerciali (a volte floride) che vi si possono svolgere, il business dell’otto per mille ecc. Di qui l’idea: perché lavorare per pagare le tasse se basta inventarsi una religione? Ed ecco bello e pronto lo “Ionismo”! I fedeli arriveranno. Basta aspettare: in questa società di solitudine, verranno spinti dalla inconfessata necessità di stare insieme! Un limite del film? Forse avrebbe potuto essere più irriverente ma, l’ho detto prima: viviamo tempi non facili. Accontentiamoci.
michelecamero
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(di beppe65)
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flyanto
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giovedì 5 aprile 2018
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cosa non si fa per risanare le entrate economiche
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"Io C'è" è un film sulle nuove correnti di pensiero o religioni che in questi anni proliferano creando migliaia di entusiasti proselitii. Il protagonista della suddetta pellicola, grazie ad un'eredità paterna ha trasformato la grande e lussuosa dimora familiare in un fiorente dal punto di vista economico "bed & breakfast". Ma quando il vicino convento di suore, più a buon prezzo per ciò che concerne l'ospitalità, diventa il concorrente più spietato per l'uomo, il quale piano piano si vede notevolmente scemare gli introiti, questi allora trova un 'escamotage' fondando una sorta di corrente di pensiero religioso, lo Ionismo, e riuscendo così a trasformare il palazzo in un luogo di culto e, pertanto, esente dalle tasse.
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"Io C'è" è un film sulle nuove correnti di pensiero o religioni che in questi anni proliferano creando migliaia di entusiasti proselitii. Il protagonista della suddetta pellicola, grazie ad un'eredità paterna ha trasformato la grande e lussuosa dimora familiare in un fiorente dal punto di vista economico "bed & breakfast". Ma quando il vicino convento di suore, più a buon prezzo per ciò che concerne l'ospitalità, diventa il concorrente più spietato per l'uomo, il quale piano piano si vede notevolmente scemare gli introiti, questi allora trova un 'escamotage' fondando una sorta di corrente di pensiero religioso, lo Ionismo, e riuscendo così a trasformare il palazzo in un luogo di culto e, pertanto, esente dalle tasse. Lo Ionismo, che esalta la potenza del singolo individuo e della sua propria volontà, incontra molti consensi positivi e, di conseguenza, molti seguaci che nel corso del tempo contribuiscono a risanare le precarie entrate economiche del protagonista.....
Una commedia piuttosto banale in quanto il tema delle nuove sette o correnti di pensiero è già stato ampiamente trattato in svariate maniere in altre pellicole precedenti ed in questa specifica occasione esso è stato affrontato in modo superficiale, sbrigativo e poco realistico. Al di là della verisimiglianza quello, però, che indebolisce il film è la trama stessa che aapre quasi come 'tirata' e, pertanto, poco avvincente. Edoardo Leo, qui in veste solo di attore e sceneggiatore, si adatta al proprio ruolo, come, del resto, anche i bravi Margherita Buy e Giuseppe Battiston, ma in altre pellicole egli ha dato una migliore performance di sè perchè migliore era il contesto. Insomma, una commedia, purtroppo, parecchio deludente, quando in alcuni momenti non anche noiosa. Peccato!
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flavia
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sabato 7 aprile 2018
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esilarante commedia mista di sacro e profano
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Esilarante commedia mista di sacro e profano "Io c'è"; irriverente verso tutte le follie delle religioni come le loro regole, comandamenti e dettami... Tra risate a crepapelle, si individua comunque, lo stile di vita che viene suggerito dalle migliori filosofie dei nostri tempi, come il pensiero di Louise Hay e il suo lavoro allo specchio, come la libertà sessuale da Osho e la sua idea di ”Uomo Nuovo”: un uomo nuovo la cui esistenza si fonda sulla consapevolezza, l’affermazione della vita e della libertà. Consigliatissimo per 100 minuti di piacevole serata al cinema.
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alejazz
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venerdì 31 agosto 2018
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la creazione dello ionismo
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Edoardo Leo è sempre più attivo nel cinema italiano. Con “Io c’è” è incentrato sul tema delle religioni, le tante religioni, che ai nostri giorni sono presenti.
Il senso del film? Ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa e a suo modo. C’è chi crede in Gesù Cristo, chi in Allah, chi in Buddha…ecc ecc.
E perché non credere in sé stessi?
Con questo, a mio avviso, gioco di parole il film ci fa capire che la cosa importante da fare in ognuno di noi e seguire il proprio istinto.
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Edoardo Leo è sempre più attivo nel cinema italiano. Con “Io c’è” è incentrato sul tema delle religioni, le tante religioni, che ai nostri giorni sono presenti.
Il senso del film? Ognuno è libero di credere in qualsiasi cosa e a suo modo. C’è chi crede in Gesù Cristo, chi in Allah, chi in Buddha…ecc ecc.
E perché non credere in sé stessi?
Con questo, a mio avviso, gioco di parole il film ci fa capire che la cosa importante da fare in ognuno di noi e seguire il proprio istinto.
Infatti, con la finta religione dello “IO-nismo” i fedeli convertiti riescono finalmente a vincere le proprie paure e propri limiti; chi prima era un alcolista non beve più, oppure chi è paralitico si convince che è bene convivere con la disabilità e continuare a godersi la vita.
Per me il film ha una bella morale dietro e allo stesso tempo con l’ironia di Leo resta su toni leggeri.
Cosa mi è piaciuto:
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la bravura di Edoardo Leo
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la trama e la morale del film
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la complicità dei co-protagonisti ovvero Margherita Buy e Giuseppe Battiston
Cosa non mi è piaciuto:
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Passano gli anni e la Buy recita sempre e unicamente gli stessi ruoli ovvero la donna indecisa, fragile e poco determinata
Consigliata la visione per tutta la famiglia
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giuseppe tumolo
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venerdì 30 luglio 2021
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a volte la realtà supera qualsiasi nostra fantasia
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Una commedia che a rifletterci bene poi tanto commedia non lo è: nonostante il film fosse del 2018 mi è sembrato più uno spaccato dei giorni nostri all'epoca del COVID da lasciare come testimonianza della nostra "impreparazione" nell'affrontare la vita ed i problemi ad essa inerenti. Nel film si narra come creare una religione dal nulla, non per fini proprio religiosi, e s'inventano un dio che coincide con noi stessi, l’Io, proprio come molti oggi credono di essere medici di se stessi. Quello che mi fa più riflettere, e mi fa specie, è come la realtà superi ogni immaginazione possibile, e non è la prima volta che accade, la caduta delle torri gemelle ne è un altro esempio: un film del 2018 precursore dei giorni nostri con largo anticipo, sembra quasi realizzato dopo aver visto quanto accade oggi, come una parodia dei giorni nostri.
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Una commedia che a rifletterci bene poi tanto commedia non lo è: nonostante il film fosse del 2018 mi è sembrato più uno spaccato dei giorni nostri all'epoca del COVID da lasciare come testimonianza della nostra "impreparazione" nell'affrontare la vita ed i problemi ad essa inerenti. Nel film si narra come creare una religione dal nulla, non per fini proprio religiosi, e s'inventano un dio che coincide con noi stessi, l’Io, proprio come molti oggi credono di essere medici di se stessi. Quello che mi fa più riflettere, e mi fa specie, è come la realtà superi ogni immaginazione possibile, e non è la prima volta che accade, la caduta delle torri gemelle ne è un altro esempio: un film del 2018 precursore dei giorni nostri con largo anticipo, sembra quasi realizzato dopo aver visto quanto accade oggi, come una parodia dei giorni nostri. Chi l’avrebbe mai immaginato, vedendo il film nel 2018, che sarebbe potuto accadere veramente e su temi assai più importanti: la nostra salute.
Comunque un bel film, 100 minuti trascorsi piacevolmente lasciandoti anche più di qualche spunto di riflessione, a 360 gradi.
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paolorol
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giovedì 11 agosto 2022
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la via per l''inferno è piena di buone intenzioni
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù.
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù. Voilà, la tua religione è pronta !! Purtroppo le religioni, non solo oppio del popolo ma cancro del mondo continuano a prosperare ed a moltiplicarsi, fornendo una giustificazione all'odio fra i popoli ed alle guerre. In Italia, dove si vive sotto l'orrenda ombra del Cupolone, la religione più comoda al mondo permette in pratica ai fedeli di fare tutto quel che diavolo vogliono..mica male ragazzi, possiamo pure odiare e disprezzare i migranti... Purtroppo le buone intenzioni del regista si concretizzano in una commediola infarcita di battutine e battutacce politically uncorrect che parte abbastanza bene ma non riesce a mantenere il ritmo, diventa noiosa e degenera in una commediaccia che in qualche punto sfiora Lino Banfi. Leo è bravo, la Buy più pessima ed innaturale del solito, il povero Battiston ingabbiato in una parte troppo scontata. Insomma un'occasione in parte sprecata perchè il messaggio è serissimo.
Comunque il film è vedibile e qualche momento di ilarità lo regala.
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paolorol
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giovedì 11 agosto 2022
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occasione in parte sprecata
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù.
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Cinque stelle per le buone, anzi ottime, intenzioni del regista. Una voce tonante nel deserto contro la stupidità umana. Migliaia di religioni, miliardi di creduloni, tutti convinti (o quasi) di essere i soli ad avere imbroccato "quella bona". Convinzioni che hanno la loro radice nella stupidità e nell'ignoranza. Quanti fedeli conoscono il significato del lemma "religione" ?
Ben pochi, temo. Il termine è sinonimo di superstizione e deriva, ovviamente, dal latino religio, che significa collegamento. Significa stabilire un collegamento arbitrario ed irrazionale fra due fatti che nulla hanno a che fare fra di loro. Un gatto nero mi ha attraversato la strada e dieci minuti mi sono macchiato i pantaloni col sugo del ragù. Voilà, la tua religione è pronta !! Purtroppo le religioni, non solo oppio del popolo ma cancro del mondo continuano a prosperare ed a moltiplicarsi, fornendo una giustificazione all'odio fra i popoli ed alle guerre. In Italia, dove si vive sotto l'orrenda ombra del Cupolone, la religione più comoda al mondo permette in pratica ai fedeli di fare tutto quel che diavolo vogliono..mica male ragazzi, possiamo pure odiare e disprezzare i migranti... Purtroppo le buone intenzioni del regista si concretizzano in una commediola infarcita di battutine e battutacce politically uncorrect che parte abbastanza bene ma non riesce a mantenere il ritmo, diventa noiosa e degenera in una commediaccia che in qualche punto sfiora Lino Banfi. Leo è bravo, la Buy più pessima ed innaturale del solito, il povero Battiston ingabbiato in una parte troppo scontata. Insomma un'occasione in parte sprecata perchè il messaggio è serissimo.
Comunque il film è vedibile e qualche momento di ilarità lo regala.
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no_data
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lunedì 16 aprile 2018
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grande delusione
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Bravi attori, un regista promettente, un tema che poteva rivelarsi interessante... e invece alla fine resta solo una grande delusione per un film superficiale e confusionario, in cui i personaggi restano piatti dall'inizio alla fine (salvo qualche minima "evoluzione" molto prevedibile e mal esposta), si ride poco e solo nella prima mezz'ora e alla fine anche un eventuale messaggio risulta confuso e poco interessante. Imbarazzanti in particolare i personaggi dello scrittore fallito - noioso, ripetitivo e già visto mille volte - e dei "seguaci", ridotti a macchiette di contorno quando invece avrebbero dovuto essere un fulcro del film. Peccato, un'occasione persa malamente.
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rob8
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sabato 4 agosto 2018
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un’occasione persa
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Lo spunto di un’esplorazione del mondo dei culti alternativi alle religioni ufficiali, con tanto di disinvolta critica all’organizzazione clericale che si muove al riparo della cupola di San Pietro, avrebbe potuto portare lontano se solo si fosse voluto sostenere il discorso, pur in contesto di commedia, con quegli accenti graffianti e caustici che furono della migliore tradizione dei Risi e dei Monicelli.
Purtroppo, Aronadio non è nemmeno avvicinabile a tali modelli e il pur bravo Edoardo Leo non riesce a sostenere su di sé, come i mattatori di quella stagione facevano, un’impresa che perde quasi subito mordente e scivola presto nella ripetizione e nella noia.
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Lo spunto di un’esplorazione del mondo dei culti alternativi alle religioni ufficiali, con tanto di disinvolta critica all’organizzazione clericale che si muove al riparo della cupola di San Pietro, avrebbe potuto portare lontano se solo si fosse voluto sostenere il discorso, pur in contesto di commedia, con quegli accenti graffianti e caustici che furono della migliore tradizione dei Risi e dei Monicelli.
Purtroppo, Aronadio non è nemmeno avvicinabile a tali modelli e il pur bravo Edoardo Leo non riesce a sostenere su di sé, come i mattatori di quella stagione facevano, un’impresa che perde quasi subito mordente e scivola presto nella ripetizione e nella noia.
Un’altra occasione persa dal nuovo cinema italiano.
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