L’interpretazione della Huppert, nella parte di una insegnante vittima di una studentesca arrogante ed indisciplinata, potrebbe valere da sola la visione di questo film di Bozon, per il resto quasi inguardabile. Il giovane preside, vanesio e carrierista, il marito casalingo, mite ed amorevole, il ragazzo disabile delle banlieue, aspirante scienziato, lo stagista, debole ed insicuro, sono gli altri personaggi, altrettanto riusciti, sebbene tratteggiati in modo macchiettistico, di questa commedia surreale, che, ad un certo punto, vira nell’horror fantascientifico, senza riuscire mai a coinvolgere minimamente lo spettatore nella storia. Quello di Bozon sembra un tentativo poco riuscito di tradurre in linguaggio filmico una sceneggiatura complessa, che, forse, aspirava a comunicare metaforicamente, prendendo in prestito il personaggio di Stevenson, qualcosa di importante, che è, tuttavia, rimasto sulla carta, del tutto inespresso nella messa in scena cinematografica.
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L’interpretazione della Huppert, nella parte di una insegnante vittima di una studentesca arrogante ed indisciplinata, potrebbe valere da sola la visione di questo film di Bozon, per il resto quasi inguardabile. Il giovane preside, vanesio e carrierista, il marito casalingo, mite ed amorevole, il ragazzo disabile delle banlieue, aspirante scienziato, lo stagista, debole ed insicuro, sono gli altri personaggi, altrettanto riusciti, sebbene tratteggiati in modo macchiettistico, di questa commedia surreale, che, ad un certo punto, vira nell’horror fantascientifico, senza riuscire mai a coinvolgere minimamente lo spettatore nella storia. Quello di Bozon sembra un tentativo poco riuscito di tradurre in linguaggio filmico una sceneggiatura complessa, che, forse, aspirava a comunicare metaforicamente, prendendo in prestito il personaggio di Stevenson, qualcosa di importante, che è, tuttavia, rimasto sulla carta, del tutto inespresso nella messa in scena cinematografica. Il risultato è un’opera senza senso e per lo più tediosa, illuminata da brevi bagliori, dovuti non alla fantastica trasformazione dell’insegnante in una donna di fuoco, simile ad un supereroe della Marvel, ma alla straordinaria performance attoriale della Huppert.
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