kimkiduk
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domenica 23 aprile 2017
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ho riso
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Commedia piacevolissima, con caratterizzazione dei personaggi interessante. Servillo, che non amo, bravo nella parte di un misogino, ebreo, avaro e persona priva di affettività. Carla Signoris, che non conosco, nella parte della moglie separata, molto piacevole. Ma soprattutto, come sempre quando c'è lui, colpisce Marinelli, qui ritornato ad un ruolo, anche se buffo e spesso comico, di scarto sociale di cui lui ormai è esperto, con il rischio di attaccarselo addosso, ricordando Non Essere Cattivo e Lo Chiamavano Jeeg Robot. Ho riso di gusto per alcune gag davvero esilaranti, mi sono divertito e per una commedia italiana già è un successo. Peccato il finale un pò misto ridicolo/potevamo farlo diverso, ma avere tutto è difficile si chiamerebbe capolavoro.
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Commedia piacevolissima, con caratterizzazione dei personaggi interessante. Servillo, che non amo, bravo nella parte di un misogino, ebreo, avaro e persona priva di affettività. Carla Signoris, che non conosco, nella parte della moglie separata, molto piacevole. Ma soprattutto, come sempre quando c'è lui, colpisce Marinelli, qui ritornato ad un ruolo, anche se buffo e spesso comico, di scarto sociale di cui lui ormai è esperto, con il rischio di attaccarselo addosso, ricordando Non Essere Cattivo e Lo Chiamavano Jeeg Robot. Ho riso di gusto per alcune gag davvero esilaranti, mi sono divertito e per una commedia italiana già è un successo. Peccato il finale un pò misto ridicolo/potevamo farlo diverso, ma avere tutto è difficile si chiamerebbe capolavoro. Chi non l'ha visto è film da vedere.
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patpat
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giovedì 20 aprile 2017
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strepitoso e terapeutico
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Inizia in sordina ma è un turbine in crescendo di battute e attori meravigliosi: Servillo guida un cast che tiene il suo passo anche nei ruoli secondari e anche gli attori solitamente più drammatici qui fanno ridere, con intelligenza e un inedito senso dello humor. Esilarante Servillo, incantevole la Signoris, sorprendente la Echegui, un fuoriclasse Marinelli, ma davvero azzeccati tutti: da Giacomino (di Aldo Giovanni e Giacomo) a Carlo De Ruggieri, Paolo Graziosi (che sembra un vero rabbino!) al calciatore pugliese di Beranek.
Un film fatto di storie, diretto con armonia, che resterà nella storia del cinema italiano: rivoluzionario nel suo genere, terapeutico nella risata.
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flaw54
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sabato 15 aprile 2017
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niente di nuovo
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Prodotto da passatempo con un inedito, ironico, spaesato e disincantato Toni Servillo che si ricicla in una parte comica, riuscendo anche a non cadere nel ridicolo. Film che rientra negli schemi classici della commedia all'italiana, ma che nella sua leggerezza e superficialità può anche essere visto con una certa simpatia soprattutto grazie alla vivacità della protagonista femminile e ad una Carla Signoris brava e bene in parte nel suo ruolo di spalla.
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ralphscott
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venerdì 28 aprile 2017
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commedia non convenzionale
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Tre stelle/4. Godevole commedia fuori dall'ordinario. Attori in stato di grazia e occasione per vedere un Servillo insolito,che sembra anche ringiovanito.
Molto brava la Signoris e Marinelli...il solito incredibile camaleonte. Ci sono ritmo,situazioni isilaranti,assenza assoluta di battute di dubbio gusto e di volgarità. Si esce dalla sala con ottimismo e buon umore.
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lordben
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lunedì 1 maggio 2017
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la strana coppia
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Un commedia spumeggiante alla Howard Hawks, battute più o meno belle infilate una dietro l'altra. Una sceneggiatura molto interessante, quindi, ma bravissimi soprattutto Servillo e la Echegui. Proprio il personaggio della personal trainer spagnola mi è piaciuto molto, per la sua allegria e tenerezza che contagiano l'annoiato analista. Quest'ultimo riscopre un corpo non più giovane ma ancora vitale e si lancia in un susseguirsi di avventure incredibili che ne rivelano un lato da uomo d'azione.
Trovo affinità con il ritmo accelerato di "Donne sull'orlo di una corsi di nervi" di Almodòvar e anche con il surrealismo di certo cinema di Silvio Soldini.
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Un commedia spumeggiante alla Howard Hawks, battute più o meno belle infilate una dietro l'altra. Una sceneggiatura molto interessante, quindi, ma bravissimi soprattutto Servillo e la Echegui. Proprio il personaggio della personal trainer spagnola mi è piaciuto molto, per la sua allegria e tenerezza che contagiano l'annoiato analista. Quest'ultimo riscopre un corpo non più giovane ma ancora vitale e si lancia in un susseguirsi di avventure incredibili che ne rivelano un lato da uomo d'azione.
Trovo affinità con il ritmo accelerato di "Donne sull'orlo di una corsi di nervi" di Almodòvar e anche con il surrealismo di certo cinema di Silvio Soldini.
Consiglio il film a chi cerca una storia coinvolgente e movimentata unita a molto, sano intrattenimento. Vedere, vedere, vedere!
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arturo11
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venerdì 5 maggio 2017
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toni laughs
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Comicità di gusto woodyalleniano, attori impeccabili per personaggi stravaganti, e storia che sorprende. Quando è a un passo dal scegliere la strada più semplice, ecco che nel giro di una battuta e una risata il film, con intelligenza e una punta di follia, rilancia e va a parare dove meno ti aspetti. Per chi apprezza la commedia pura, di genere, questo si chiama colpo di scena.
Il film di Amato e Servillo è davvero originale nel facile panorama della recente commedia italica.
Consigliabile dunque a chi ama uscire dalla sala con il cuore leggero. Perché il copione riesce a rendere godibile il coté intellettuale in cui si muovono i personaggi.
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Comicità di gusto woodyalleniano, attori impeccabili per personaggi stravaganti, e storia che sorprende. Quando è a un passo dal scegliere la strada più semplice, ecco che nel giro di una battuta e una risata il film, con intelligenza e una punta di follia, rilancia e va a parare dove meno ti aspetti. Per chi apprezza la commedia pura, di genere, questo si chiama colpo di scena.
Il film di Amato e Servillo è davvero originale nel facile panorama della recente commedia italica.
Consigliabile dunque a chi ama uscire dalla sala con il cuore leggero. Perché il copione riesce a rendere godibile il coté intellettuale in cui si muovono i personaggi.
Imperdibile per chi non si aspetta dalla commedia solo sciatteria e cliché, per chi non si spaventa di personaggi complessi.
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flyanto
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giovedì 20 aprile 2017
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un medico travolto da un ciclone di donna
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Toni Servillo torna nelle sale cinematografiche con il film "Lasciati Andare" in un ruolo per lui insolito e comico e, cioè, quello di uno psicanalista molto pigro, disincantato e ben distante dal resto del mondo e dalla varia umanità che affolla il suo lettino di medico ed inoltre separato in casa dalla propria moglie (Carla Signoris) che però lo accudisce ancora nelle questioni domestiche quotidiane. Poichè n giorno egli decide di dover dimagrire e rimettersi un pò informa, assume una personal trainer parecchio particolare e sconclusionata, madre di una bimba di colore.
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Toni Servillo torna nelle sale cinematografiche con il film "Lasciati Andare" in un ruolo per lui insolito e comico e, cioè, quello di uno psicanalista molto pigro, disincantato e ben distante dal resto del mondo e dalla varia umanità che affolla il suo lettino di medico ed inoltre separato in casa dalla propria moglie (Carla Signoris) che però lo accudisce ancora nelle questioni domestiche quotidiane. Poichè n giorno egli decide di dover dimagrire e rimettersi un pò informa, assume una personal trainer parecchio particolare e sconclusionata, madre di una bimba di colore. Con lei il protagonista cerca di eseguire un allenamento fisico serio ma riesce a fatica a seguirlo e soprattutto nel frattempo viene coinvolto dalla stessa ragazza in una serie di avventure assurde e talvolta persino pericolose che lo porteranno, suo malgrado, a reagire alla sua naturale e congenita apatia.
Una commedia assai leggera e nel suo complesso, per ciò che riguarda la trama, molto superficiale e soprattutto poco realistica. D'accordo che il film è stato concepito come puro e semplice divertissement ma in questo caso esso risulta talmente assurdo ed affatto credibile e pertanto piuttosto inconsistente. Peccato perchè la bravura di tutti gli attori, da Servillo, alla Signoris a Luca Marinelli (sempre molto versatile nelle sue performances e qui, per la precisione, nel ruolo di un ladruncolo ingenuo) sino alla stessa Véronica Echegui nella parte della stralunata personal trainers costituisce l'unico elemento valido della pellicola pur rendendoli però un poco sprecati.
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tamalex
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mercoledì 26 aprile 2017
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ti fa star bene!
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Una commedia perfetta in cui si fondono con armonia reminiscenze dei mostri sacri del passato sia nostrano che internazionale, spaziando da Woody Allen a Manfredi, da Gassman ai fratelli Cohen. Servillo è favoloso anche in queste vesti "comiche", anzi, è stupefacente come Francesco Amato gli abbia cucito addosso un ruolo così apparentemente distante da ciò che l'attore ci aveva abituato ad apprezzare. Anche la scelta della co-protagonista azzeccatissima. Veronica Echegui, che mi aveva particolarmente intrigato nel thriller-noir di Sky Atlantique, si dimostra una spalla eccezionale, ironica, brillante, a tratti travolgente, ma anche capace di brevi tratti drammatici. Completano il quadro del cast attori del calibro di Luca Marinelli (che si conferma strepitoso), Carla Signoris e Pietro Sermonti.
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Una commedia perfetta in cui si fondono con armonia reminiscenze dei mostri sacri del passato sia nostrano che internazionale, spaziando da Woody Allen a Manfredi, da Gassman ai fratelli Cohen. Servillo è favoloso anche in queste vesti "comiche", anzi, è stupefacente come Francesco Amato gli abbia cucito addosso un ruolo così apparentemente distante da ciò che l'attore ci aveva abituato ad apprezzare. Anche la scelta della co-protagonista azzeccatissima. Veronica Echegui, che mi aveva particolarmente intrigato nel thriller-noir di Sky Atlantique, si dimostra una spalla eccezionale, ironica, brillante, a tratti travolgente, ma anche capace di brevi tratti drammatici. Completano il quadro del cast attori del calibro di Luca Marinelli (che si conferma strepitoso), Carla Signoris e Pietro Sermonti. L'intreccio scorre liscio, circa 100 gradevolissimi minuti in cui ho sempre avuto il sorriso sulle labbra anche se a volte un po' amaro. Di solito non guardo commedie italiane ma se Toni Servillo facesse un cinepanettone penso che guarderei anche quello. Jep Gambardella chi? Da sabato per me c'è solo un Elia Venezia, perlomeno fino al prossimo lungometraggio. Da vedere!
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uppercut
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lunedì 17 aprile 2017
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l'arte di lasciarsi andare
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Il modello narrativo (e non solo) è quello di Scialla! L'incontro/scontro/abbraccio tra un intellettuale agé e una presenza giovanile ignorante, lacunosa, inaffidabile ma carica di un'energia vitale positivamente contagiosa. Il modello ha il brevetto di Francesco Bruni, il migliore scenggiatore italiano, evidentemente alle prese con archetipi a lui famigliari messi in scena con un'intelligenza e una sensibilità veramente uniche nella commedia cinematografica nazionale.
La storia sembra scritta e vestita sui volti e i corpi dei due interpreti protagonisti come un abito da indossare in completa scioltezza, lasciandosi propriamente andare. Ed è bello assistere a uno spettacolo comico finalmente preciso, senza fastidiose sporcature, con le battute che arrivano coi tempi giusti: davvero un eccellente lavoro! Qualcosa si guasta nella seconda parte con un cambio di marcia nel ritmo che finisce per travolgere la stessa tenuta della macchina filmica.
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Il modello narrativo (e non solo) è quello di Scialla! L'incontro/scontro/abbraccio tra un intellettuale agé e una presenza giovanile ignorante, lacunosa, inaffidabile ma carica di un'energia vitale positivamente contagiosa. Il modello ha il brevetto di Francesco Bruni, il migliore scenggiatore italiano, evidentemente alle prese con archetipi a lui famigliari messi in scena con un'intelligenza e una sensibilità veramente uniche nella commedia cinematografica nazionale.
La storia sembra scritta e vestita sui volti e i corpi dei due interpreti protagonisti come un abito da indossare in completa scioltezza, lasciandosi propriamente andare. Ed è bello assistere a uno spettacolo comico finalmente preciso, senza fastidiose sporcature, con le battute che arrivano coi tempi giusti: davvero un eccellente lavoro! Qualcosa si guasta nella seconda parte con un cambio di marcia nel ritmo che finisce per travolgere la stessa tenuta della macchina filmica. Francesco Amato, bravissimo nel gestire le situazioni da camera, sembra in seria difficoltà quando ha da rincorrere inseguimenti per strada o anche solo la banale caduta di un peso sulla testa del malcapitato... La macchina a spalla, più che lasciarsi, andare, si lascia travolgere e la comparsa del personaggio interpretato da Luca Marinelli ha in questo una responsabilità non da poco. La cifra, da commedia elegante, diventa quella del fumetto e il contagio negativo della recitazione alla Jeeg Robot si fa purtroppo sentire. L'impressione è che l'arte di lasciarsi andare superi la sua sottile soglia d'equilibrio e finisca un poco nello sbraco romano che potrà far sentire anche a proprio agio la critica di casa ma priva un poco il film della sua ammirevole qualità internazionale. In ogni caso, applausi, grati e sinceri, per tutti.
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giusical�
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venerdì 21 aprile 2017
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un film banale
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Ahi ahi, decisamente una prova non riuscita, nonostante Servillo sia un interprete di tutto rispetto, la Signoris di norma convincente, Marinelli ce lo ricordiamo con nostalgia come lo Zingaro, nemico giurato dell'antieroe capitolino Enzo Ceccotti ovvero"Jeeg Robot".
Ma questa pellicola è onestamente imbarazzante: storia improbabile che fa acqua da tutte le parti. Lo psicanalista ebreo dai tratti somatici decisamente freudiani, Elia Venezia, annoiato, imbolsito, asociale, arido, tirchio fino al midollo, depresso, conduce la sua triste esistenza porta a porta con una ex moglie - Carla Signoris - che incredibilmente lo accudisce ancora come un bambino, gli fa il bucato e gli getta la spazzatura.
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Ahi ahi, decisamente una prova non riuscita, nonostante Servillo sia un interprete di tutto rispetto, la Signoris di norma convincente, Marinelli ce lo ricordiamo con nostalgia come lo Zingaro, nemico giurato dell'antieroe capitolino Enzo Ceccotti ovvero"Jeeg Robot".
Ma questa pellicola è onestamente imbarazzante: storia improbabile che fa acqua da tutte le parti. Lo psicanalista ebreo dai tratti somatici decisamente freudiani, Elia Venezia, annoiato, imbolsito, asociale, arido, tirchio fino al midollo, depresso, conduce la sua triste esistenza porta a porta con una ex moglie - Carla Signoris - che incredibilmente lo accudisce ancora come un bambino, gli fa il bucato e gli getta la spazzatura. Ogni tanto vanno a teatro insieme e qualche volta scroccano il pasto all'unico figlio che, proprietario di un ristorante, presumibilmente kosher, non si fa scrupolo di fargli notare con affetto quanto sia egoista e arido. Per ragioni di salute è costretto a recarsi in una palestra in cui fa la conoscenza di una personal trainer spagnola, spumeggiante quanto sconclusionata, che gli offre i suoi servizi professionali.
Da qui prendono il via una serie di situazioni inverosimili, sceme, esagerate che strappano allo spettatore sparute tiepide risatine e nulla di più. Il finale è ovviamente un happy end ma fin troppo melenso e raffazzonato. Si arriva ai titoli di coda quasi seccati, rimpiangendo l'On Demand di Sky lasciato a casa.
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