gufetta76
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venerdì 27 ottobre 2017
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finalmente!
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Sono nata nel 1976 quando ho letto e visto It avevo 13 anni, l'età dei ragazzini del film. Sono passati 27 dall'uscita dell'altro e come dice il film, It ritorna ogni 27 anni. Non vedevo l'ora di vederlo! Senza dubbio fotografia ed effetti speciali curatossimi, i piccoli attori eccezionali e si evidenzia bene come fa il romanzo, il rapporto conflittuale assente con gli adulti (molto tipico in quegli anni) oppure distorto. Peccato per il clown molto mostro, spaventoso e poco umano. Il taglio che ivece Jim Curry diede nella miniserie era straordinariamente umano realistico ( era per quello che faceva tanta paura)! Avrei voluto ci fosse ancora lui! Il film sarebbe stato perfetto!
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alicenataly
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lunedì 6 novembre 2017
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avvincente! un capolavoro.
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Ho rivisto con piacere questo remake di " It" provando la stessa suspense con cui guarderei qualcosa di nuovo. Gli attori hanno interpretato molto bene i personaggi. Il clown è sensazionale. La maschera è ben fatta ed incarna con un perfetto sorriso il personaggio di it nelle sue movenze, nella parte più diabolica di questa straodinaria creatura uscita dalla penna di S.K. Coloro che mettono in evidenzia il romanzo guardando dall'alto questo film dovrebbero comprendere che una trasposizione cinematografica dovrebbe lasciar spazio all'interpretazione. Ogni capolavoro va interpretato e come una cassa di risonanza, il film ha aumentato l'intensità della storia scritta sulla carta dandone colore, visione, intendimento.
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Ho rivisto con piacere questo remake di " It" provando la stessa suspense con cui guarderei qualcosa di nuovo. Gli attori hanno interpretato molto bene i personaggi. Il clown è sensazionale. La maschera è ben fatta ed incarna con un perfetto sorriso il personaggio di it nelle sue movenze, nella parte più diabolica di questa straodinaria creatura uscita dalla penna di S.K. Coloro che mettono in evidenzia il romanzo guardando dall'alto questo film dovrebbero comprendere che una trasposizione cinematografica dovrebbe lasciar spazio all'interpretazione. Ogni capolavoro va interpretato e come una cassa di risonanza, il film ha aumentato l'intensità della storia scritta sulla carta dandone colore, visione, intendimento. Secondo me, uno degli aspetti più accattivanti di questo film è la serietà e l'ironia con cui sono state trattate le scene. E' ovvio che l'ironia non è materia per tutti. E' chiaro che per molti storicere il naso è consuetudine. Per me invece premiare un film degno di nota è un dovere, specialmente in un momento di crisi per il cinema come questo. La maggior parte dei film hanno l'obbiettivo di colpire l'attenzione del pubblico soltanto con i tessuti apocalittici, violenti e scenografici. I film di contenuto sono invece una palla pazzasca. Purtroppo, devo ammettere che non c'è più una via di mezzo tra queste due realtà. Dunque, affermo che questo film è stato un vero capolavoro. Mi ha fatto sorridere, mi ha spaventato terribilmente, mi ha colpito, mi ha commosso e mi ha fatto divertire. Do un 10 e lode a It. Non vedo l'ora di vedere la seconda parte.
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annalisarco
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giovedì 19 ottobre 2017
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pennywise is back
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Sono passati 27 anni dalla messa in onda la miniserie firmata da Tommy Lee Wallace del 1990.
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Sono passati 27 anni dalla messa in onda la miniserie firmata da Tommy Lee Wallace del 1990. Ricordo perfettamente quelle serate in cui, per la prima volta, vidi la storia della città di Derry, divise in due serate del preserale. Due serate dedicate a lui, Pennywise, il pagliaccio creato dalla mente del maestro dell'horror Stephen King e perfettamente interpretato da Tim Curry. Avevo poco più di 4 anni, perché venne trasmessa in Italia nel 1994, e non potevo certo capire il messaggio importante che c'era dietro quel film, ero troppo piccola e troppo spaventata da quel clown. È stato il trauma di tutti i bambini degli anni '90, perché hanno vissuto - in piccolo - le stesse frustrazioni dei protagonisti della storia. Niente pagliacci assassini, fortunatamente, ma il non essere capiti e creduti dagli adulti, c'era eccome. Bill, Ben, Richie, Stan, Bev, Mike ed Eddie sono i sette fortunati, i bambini che riescono a sopravvivere ad It. Nessun adulto gli credeva, nessuno li aiutava, e il pagliaccio demoniaco colpiva proprio i più piccoli. Questo è ciò che ha fatto di Pennywise l'incubo della mia generazione, quel mostro che attaccava proprio noi bambini e che non veniva nemmeno visto dai genitori. Eppure, ogni volta che quella miniserie veniva mandata in onda, noi eravamo lì. E a 27 anni di distanza ho visto con piacere la sala cinematografica piena di ragazzi della mia età. La generazione Pennywise potremmo chiamarci, quelli che si sono lasciati traumatizzare dal clown, ma che allo stesso tempo lo hanno amato tanto da essere lì a quasi 30 anni di distanza. It del romanzo è buffo, ironico, a volte sboccato, estremamente simile a quello della miniserie, descritto come Roland McDonald's, e di fatti Tim Curry era vestito e truccato così. Il nuovo It, interpretato da Bill Skarsgård, si discosta da questo personaggio, prende una sembianza più inquietante e più adatta agli anni della sua ambientazione. Il primo lavoro accurato della nuova (anzi prima) trasposizione cinematografica è stato appunto il cambio di date. Il romanzo si svolge alla fine degli anni '50, la miniserie negli anni '60, mentre il film del 2017 diretto da Andres Muschietti alla fine degli anni '80. Scelta intelligente, considerando il fatto che il Pennywise di Curry oggi non avrebbe spaventato nessuno, e che il pubblico cinematografico è ben diverso da quello televisivo. Trenta anni fa era facile per un bambino sfuggire al controllo dei genitori e vedere di nascosto It in televisione, in un misto di paura ed emozione. Oggi, un genitore non porterebbe mai il figlio piccolo al cinema a vedere una cosa del genere, anche perché il film è vietato ai minori di 14 anni. Dunque Pennywise si è dovuto adeguare al suo pubblico, mettendo da parte il suo aspetto inizialmente quasi rassicurante e la sua verve buffa e spesso divertente. È rimasto il mostro, il clown che in pochi punti del film cerca di far sorridere, ma non ci riesce. C'è da dire che il nuovo pagliaccio non fa nemmeno così paura, e questo è un bene perché si torna al concetto iniziale poco prima accennato: il messaggio. Stephen King nelle sue 1300 e poco più pagine ha voluto raccontare più storie. Non quella del pagliaccio, ma quella dell'individuo, dell'amicizia e dell'intera comunità, associato a comportamenti egoistici, violenti e di omertá. A mio parere, l'appellativo maestro dell'horror viene interpretato in modo riduttivo da chi si aspetta qualcosa di cruento. King è il re dell'horror, ma per il semplice fatto che lui sa raccontare l'orrore del mondo nelle sue parti più meschine e buie in un modo crudo e indelebile. Sono cresciuta, ho letto il suo romanzo, e adesso so cosa stava cercando di dirci e so perché in tutto quel male che veniva mostrato nella miniserie, io continuavo a guardare. È l'amicizia, è il sapere che insieme si può sconfiggere qualsiasi cosa, il messaggio che agire e non voltare le spalle è l'unica cosa giusta da fare. Pennywise è il mostro creato dall'intera comunità di Derry, una città che sa e che tace, che lascia l'orrore succedersi giorno dopo giorno. Una città che giudica, che ha pregiudizi, che lascia passare la violenza, che ti spinge a chiederti se sei tu ad essere sbagliato, che ti fa male. Una società, quella descritta da King 30 anni fa, non molto diversa da quella di oggi. Tutto questo ha preso forma, è diventato il nostro incubo, vivo e capace di uccidere. È Pennywise, il pagliaccio mutaforma che si nutre di questo orrore. Ognuno di qei ragazzi ha un mostro alle spalle: che sia il padre violento di Bev, o i pregiudizi nei confronti di Mike per il suo colore di pelle o di Ben per la sua corporatura, o ancora il problema attualissimo del bullismo. Qualunque cosa sia, Derry glielo farà pesare. Questi fantasmi non saranno facili da scacciare, soprattutto nel momento in cui prendono una forma reale. Eppure, insieme, i ragazzi riescono in qualcosa che nessun altro è riuscito a fare: affrontare i loro demoni, rispondere alle ingiustizie, non voltare le spalle. L'insegnamento è grande, soprattutto dato da un gruppo di bambini che si auto definiscono "perdenti". Eppure perdenti sono quei cittdini ignoranti e codardi che imboccano quel mostro, e con cui abbiamo a che fare ogni giorno nella nostra vita. Un'estate per trovarsi, per rafforzare i loro legami, per capire di non essere soli. Se gli adulti sembrano causare solo guai e girarsi di fronte ai problemi, i bambini non lo fanno. Questo film mi ha stupito, non pensavo potesse essere tanto fedele al messaggio originale dell'autore. Mi aspettavo un horror come tanti, invece non lo è. L'ambientazione, le musiche, il trucco, tutti riporta agli anni '80 in modo impeccabile. Le scene fondamentali sono state rispettate, rendendo molto felici noi fans esigenti. Per le nuove generazioni, è un messaggio che deve essere lanciato. Inoltre, è un ritorno ad un passato senza tecnologia, senza il costante uso del cellulare, dove la bicicletta Silver di Bill è più utile di qualsiasi apparecchio tecnologico. I pomeriggi insieme, anche senza far nulla di particolare, le chiacchierate, le passeggiate alla ricerca di qualcosa di nuovo: un pezzo di anni 80-90 raccontato alla perfezione. Altra scelta piú che azzeccata consiste nel dividere la storia in due parti. Il primo capitolo, quello in sala adesso, racconta il coraggio dei 7 ragazzi, fino alla presunta scinfitta del pagliaccio. Il secondo capitolo, parlerà del suo ritorno 27 anni dopo, e di come la squadra deve tornare insieme per avere una chance di battere nuovamente Pennywise. Assolutamente positivo il giudizio sul nuovo It che, si spera, appassionerà anche i nuovi spettatori.
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(di mokujohn)
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lochiamavanojeegmarzullo
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giovedì 19 ottobre 2017
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pensavo fosse it invece era un calesse
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Un grandissimo peccato: una trama così piena di significato viene offuscata da doppiaggi rivedibili (alcune voci dei bambini erano veramente poco credibili per il contesto del film) e dall'impostazione che ne consegue. Somiglia ad un mosaico di tante scene che pretendono di creare un'atmosfera horror, ma che finiscono nel rendere il tutto artificioso e forzato. La modernizzazione dei bulli è sembrata più il tipico grido contro il bullismo dei film per teenager, piuttosto che la narrazione psicologica che da "It" ci si può aspettare. Le paure diventano semplici scatti di un clown in diverse forme (nemmeno approfondite), tra effetti tecnicamente buoni, ma che non producono mai la "perenne" situazione d'ansia che ci si aspetta da un film di questo calibro.
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Un grandissimo peccato: una trama così piena di significato viene offuscata da doppiaggi rivedibili (alcune voci dei bambini erano veramente poco credibili per il contesto del film) e dall'impostazione che ne consegue. Somiglia ad un mosaico di tante scene che pretendono di creare un'atmosfera horror, ma che finiscono nel rendere il tutto artificioso e forzato. La modernizzazione dei bulli è sembrata più il tipico grido contro il bullismo dei film per teenager, piuttosto che la narrazione psicologica che da "It" ci si può aspettare. Le paure diventano semplici scatti di un clown in diverse forme (nemmeno approfondite), tra effetti tecnicamente buoni, ma che non producono mai la "perenne" situazione d'ansia che ci si aspetta da un film di questo calibro. Inoltre, la tipica scena post lite dei ragazzi ricorda molto quei momenti fini a se stessi delle serie tv, dove attraverso la musica di sottofondo si lascia spazio ad una pausa meditativa di personaggi e pubblico. In questo caso, l'assenza di omogeneità rendeva praticamente inutile questo momento triste-musicale-riflessivo. Insomma, ne risulta un ibrido tra splatter ed il "sempliciotto" americano, che superficialmente tocca i veri temi di IT, senza mai darne risalto, ponendoli solo come un insieme di scene di lotta, fuga e urla.
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midnight
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domenica 22 ottobre 2017
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finalmente il vero it
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Inutile perdersi in inutili preamboli: IT E' IL FILM DELL'ANNO! Attesissimo da amanti del genere e non solo finalmente è uscito nelle sale. A metterci le mani, dopo ben 27 anni (non a caso!) dall'uscita della mini serie tv ispirata al romanzo di Stephen King, arriva Andrés Muschietti (regista de La Madre, che ha diviso la critica e a noi a fatto scompisciare dalle risate) che miracolosamente riesce in questa non facile impresa regalandoci un film fresco e divertente!
Quindi sì, a me è piaciuto e non poco! Mi è piaciuta la fotografia, la colonna sonora, la prova degli attori, il ritmo incalzante e i momenti di pathos. Sono soddisfatta dalla prova del nuovo giovane Pennywise e dagli effetti speciali, che se inizialmente mi avevano fatto un po' storcere il naso, alla fine si sono rivelati funzionali e ben riusciti nel loro complesso.
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Inutile perdersi in inutili preamboli: IT E' IL FILM DELL'ANNO! Attesissimo da amanti del genere e non solo finalmente è uscito nelle sale. A metterci le mani, dopo ben 27 anni (non a caso!) dall'uscita della mini serie tv ispirata al romanzo di Stephen King, arriva Andrés Muschietti (regista de La Madre, che ha diviso la critica e a noi a fatto scompisciare dalle risate) che miracolosamente riesce in questa non facile impresa regalandoci un film fresco e divertente!
Quindi sì, a me è piaciuto e non poco! Mi è piaciuta la fotografia, la colonna sonora, la prova degli attori, il ritmo incalzante e i momenti di pathos. Sono soddisfatta dalla prova del nuovo giovane Pennywise e dagli effetti speciali, che se inizialmente mi avevano fatto un po' storcere il naso, alla fine si sono rivelati funzionali e ben riusciti nel loro complesso. E' un film dove si salta sulla sedia e si ride una scena si e una no, cosa che fa restare attento lo spettatore che si sente sbattuto tra momenti di tensione e momenti di spensieratezza. Belle le atmosfere in pieno stile anni 80 che ci hanno subito riportato alla mente Stranger Things e non soltanto per uno dei protagonisti! Il paragone con la mini serie del 1990 è inevitabile ma per non c'è molto da dire: tolto il clown (egregiamente interpretato dal mitico Tim Curry), si salvava poco e nulla, anche se sappiamo bene che per l'epoca fu un vero cult. Il paragone con il libro è più semplice e lo stesso King si è complimentato con il regista che finalmente è riuscito a cogliere la vera essenza del romanzo e portarla sullo schermo. Ma vi starete chiedendo: fa paura o no?? La risposa è ni nel senso che a me non ha spaventato ma capisco di essere oramai troppo poco impressionabile da film del genere però va detto che per chi non è abituato a vedere film horror o è "di spavento facile" i momenti di tensione e le scene creepy certamente non mancano e per fare sobbalzare anche me ce ne vuole eh perciò andate sicuri!
*Attenzione SPOILER* Tra le sequenze più belle, oltre a quella nella casa (un vero Luna Park di gagliarderie), quella del geyser di sangue dal lavandino (molto Nightmare) e quella dentro il pozzo dove Pennywise da il meglio di sé prima con un rocambolesco balletto, poi aprendosi come un fiore mostrandoci il tunnel dorato diretto per l'Isola di LOST (sogno!) e trasformandosi in qualsiasi cosa gli venga in mente ed infine la sua "fuga" con sgretolata letterale nel buio (WOW!). Fine Spoiler*
Insomma vale la pena vederlo al cinema? Per me Sì perciò correte! Inutile dire che già non vedo l'ora di vedere il seguito e già da ora terrò gambe e braccia incrociate sperando sia all'altezza di questo. Vai Muschietti siamo tutti con te!!!
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(di colette84)
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elpiezo
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sabato 21 ottobre 2017
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eccellente!!!
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Mentre alcune misteriose sparizioni sconvolgono la città di Derry, un gruppo di imberbi adolescenti combatte contro il male assoluto, impersonificato da un crudele clown che vive nei bassifondi cittadini.
Primo atto della monumentale omonima opera di Stephen King, già portata sul grande schermo attraverso una discussa miniserie televisiva datata 1990.
Non solo horror ma vero e proprio romanzo di crescita e formazione, It si sviluppa attraverso tematiche contemporanee incentrate prevalentemente sul problematico periodo adolescenziale.
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Mentre alcune misteriose sparizioni sconvolgono la città di Derry, un gruppo di imberbi adolescenti combatte contro il male assoluto, impersonificato da un crudele clown che vive nei bassifondi cittadini.
Primo atto della monumentale omonima opera di Stephen King, già portata sul grande schermo attraverso una discussa miniserie televisiva datata 1990.
Non solo horror ma vero e proprio romanzo di crescita e formazione, It si sviluppa attraverso tematiche contemporanee incentrate prevalentemente sul problematico periodo adolescenziale. Pennywise rappresenta il maligno; subdolo, letale, improvviso, sconvolge l'inconscio e si alimenta delle paure dei giovani protagonisti. Horror scorrevole ed equilibrato, alterna suspense ed ironia, inquieta e disorienta senza mai eccedere. Magnifica trasposizione degna del re del brivido alimenta il desiderio di un immediato secondo atto. It è tornato... ed è una piacevole sorpresa.
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taxidriver
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venerdì 20 ottobre 2017
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il pagliaccio cattivo è sempre lo stesso
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Avevo visto la miniserie It del 1990 quando ero poco più di un ragazzino, e tanti della mia età come me ne rimasero spaventati. It è stato uno dei mostri della mia adolescenza, al pari di Nightmare. Anche per questo ho deciso di guardare questo remake, ma purtroppo sono rimasto deluso... Sarà che non ho più 12 anni, ma il nuovo It è solo un comune film horror come tanti. Sicuramente ben realizzato, a cominciare dalla regia, dalla fotografia e dalle scenografie, con una discreta sceneggiatura e degli effetti speciali incisivi. Tuttavia il film manca di originalità e mordente, e non riesce a sviluppare un'idea innovativa e diversa dal suo storico predecessore: a conti fatti, questo è il suo maggior limite.
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Avevo visto la miniserie It del 1990 quando ero poco più di un ragazzino, e tanti della mia età come me ne rimasero spaventati. It è stato uno dei mostri della mia adolescenza, al pari di Nightmare. Anche per questo ho deciso di guardare questo remake, ma purtroppo sono rimasto deluso... Sarà che non ho più 12 anni, ma il nuovo It è solo un comune film horror come tanti. Sicuramente ben realizzato, a cominciare dalla regia, dalla fotografia e dalle scenografie, con una discreta sceneggiatura e degli effetti speciali incisivi. Tuttavia il film manca di originalità e mordente, e non riesce a sviluppare un'idea innovativa e diversa dal suo storico predecessore: a conti fatti, questo è il suo maggior limite. Certamente lanciarsi in un rifacimento di un classico dell'horror qual è It è stata un'impresa coraggiosa, ma era lecito aspettarsi qualcosa in più.
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