nanni
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lunedì 8 maggio 2017
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insospettabili sospetti
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La chiave di volta di "Insospettabili sospetti", film impegnato e leggero, profondo e spiritoso allo stesso tempo è tutta qui: "Prendersi cura dei più deboli è un dovere sociale". Così se la multinazionale scappa con la cassa della previdenza e la banca si accanisce su correntisti insolventi, passare direttamente alla cassa con il mitra in mano non solo è necessario ma diventa persino giusto. Così trameranno i nostri anziani pensionati nell'attualizzatissimo remake di "Vivere alla grande". L'acume, l'intensità e la soavità dei dialoghi sono la vera cifra stilistica dei tanti vari sottotesti (amicizia, vecchiaia, solidarietà, futuro, felicità, etc.
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La chiave di volta di "Insospettabili sospetti", film impegnato e leggero, profondo e spiritoso allo stesso tempo è tutta qui: "Prendersi cura dei più deboli è un dovere sociale". Così se la multinazionale scappa con la cassa della previdenza e la banca si accanisce su correntisti insolventi, passare direttamente alla cassa con il mitra in mano non solo è necessario ma diventa persino giusto. Così trameranno i nostri anziani pensionati nell'attualizzatissimo remake di "Vivere alla grande". L'acume, l'intensità e la soavità dei dialoghi sono la vera cifra stilistica dei tanti vari sottotesti (amicizia, vecchiaia, solidarietà, futuro, felicità, etc. etc.) con i quali il regista Zach Braff irrobustisce questa imperdibile commedia tragicomica. Cast galattico. Tre stelle e mezzo. Un peccato perderlo. Ciao nanni
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tmpsvita
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giovedì 11 maggio 2017
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tre leggende e un filmetto
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Sono andato a vederlo al cinema solo per poter vedere tre leggende (Michael Caine, Morgan Freeman e Alan Arkin) riunite in un solo film.
Ma, come mi aspettavo, è un enorme spreco: con degli attori come loro si poteva far un grande bel film e invece si sono accontentati di fare un remake banale, scontato e superficiale per famiglie e che potesse sicuramente andare bene al box Office.
È vero, qualche risata la riesce a strappare, non lo nego ma solamente grazie all'incredibile bravura dei protagonisti, non di certo per la qualità delle gag ( abbastanza bassa).
La storia è davvero irrealistica e scontata, ma in generale il film non sarebbe poi così male, è uno dei tipici film che si dimenticano subito e di solito approverei un film del genere, se non fosse che con un cast del genere, le possibilità non sfruttate sono enormi e perciò non riesco proprio a promuovere né questo filmetto né la produzione di altri simili in futuro.
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Sono andato a vederlo al cinema solo per poter vedere tre leggende (Michael Caine, Morgan Freeman e Alan Arkin) riunite in un solo film.
Ma, come mi aspettavo, è un enorme spreco: con degli attori come loro si poteva far un grande bel film e invece si sono accontentati di fare un remake banale, scontato e superficiale per famiglie e che potesse sicuramente andare bene al box Office.
È vero, qualche risata la riesce a strappare, non lo nego ma solamente grazie all'incredibile bravura dei protagonisti, non di certo per la qualità delle gag ( abbastanza bassa).
La storia è davvero irrealistica e scontata, ma in generale il film non sarebbe poi così male, è uno dei tipici film che si dimenticano subito e di solito approverei un film del genere, se non fosse che con un cast del genere, le possibilità non sfruttate sono enormi e perciò non riesco proprio a promuovere né questo filmetto né la produzione di altri simili in futuro. Anche perché ce ne sono tantissimi di film così e farne ancora non ha assolutamente senso.
Se proprio non avete altro da guardare, allora guardatelo ma non aspettatevi un capolavoro.
VOTO: 5,5/10.
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flyanto
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giovedì 11 maggio 2017
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tre vecchietti all'opera
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Cosa possono fare tre persone anziane con problemi economici a cui la banca ha sottratto persino il proprio fondo pensione al fine di finanziare una compagnia di assicurazioni? Ovviamente rapinare la banca stessa ed è quello che prontamente mettono in atto i tre protagonisti di "Insospettabili Sospetti". Prendendo spunto da una rapina a cui uno di loro è stato costretto ad assistere una mattina in banca, essi ideano un ingegnoso piano in modo tale da crearsi anche degli alibi convincenti. Il piano riesce, sebbene la Polizia nutra qualche sospetto sui tre arzilli vecchietti, ma tutto, dopo numerose avventure, finisce al meglio.
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Cosa possono fare tre persone anziane con problemi economici a cui la banca ha sottratto persino il proprio fondo pensione al fine di finanziare una compagnia di assicurazioni? Ovviamente rapinare la banca stessa ed è quello che prontamente mettono in atto i tre protagonisti di "Insospettabili Sospetti". Prendendo spunto da una rapina a cui uno di loro è stato costretto ad assistere una mattina in banca, essi ideano un ingegnoso piano in modo tale da crearsi anche degli alibi convincenti. Il piano riesce, sebbene la Polizia nutra qualche sospetto sui tre arzilli vecchietti, ma tutto, dopo numerose avventure, finisce al meglio.
L'attore/regista Zach Braff dirige "Insospettabili Sospetti" costruendo il remake del precedente "Vivere alla Grande" e, per quanto sia una "seconda copia" in realtà il film risulta molto ben riuscito ed in qualche modo originale rispetto al primo. Partendo dalle problematiche contemporanee e calando la storia ai giorni nostri, la pellicola presenta una vicenda assai divertente, sebbene esagerata ed irreale, abilmente costruita e molto avvincente ed, inoltre, essa è anche sorretta da una sceneggiatura brillante ed intelligentemente ironica (quasi richiama alla lontana certi dialoghi dei films di Woody Allen) e da un cast eccezionale (Michael Caine, Morgan Freeman ed Allan Arkin nella parte dei tre simpatici vecchietti) che ne innalza notevolmente il valore. Probabilmente, interpretato da altri attori di diversa portata, "Insospettabili Sospetti" non avrebbe ottenuto la stesa riuscita e sicuramente sarebbe rimasto relegato tra le opere "rifacimento" di grossi botteghini precedenti. Fortunatamente è andata diversamente e senza alcun minimo dubbio il film è altamente consigliabile.
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eugenio
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venerdì 12 maggio 2017
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tre arzilli ottantantenni in banca
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Mettere insieme tre giganti del cinema come Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin non è cosa da poco.
Se poi consideriamo che la pellicola in oggetto si rifà a un remake di un film diretto da Martin Brest e interpretato da George Burns, Art Carney eLee Strasberg, Vivere alla grande, allora la sensazione di un già visto contestualizzato alla figura del famoso terzetto poteva far rabbrividire nel solito tentativo di dar vita a un deja-vu commerciale.
Eppure, per una volta, questa sensazione lascia spazio al divertimento. Sì perché la pellicola di Zach Braff, Insospettabili sospetti, si manifesta come una commedia godibile, intelligente che sa cogliere con ironia il mondo d’oggi, piegato da una crisi che non conosce fine e che colpisce tutti indiscriminatamente lavoratori e pensionati.
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Mettere insieme tre giganti del cinema come Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin non è cosa da poco.
Se poi consideriamo che la pellicola in oggetto si rifà a un remake di un film diretto da Martin Brest e interpretato da George Burns, Art Carney eLee Strasberg, Vivere alla grande, allora la sensazione di un già visto contestualizzato alla figura del famoso terzetto poteva far rabbrividire nel solito tentativo di dar vita a un deja-vu commerciale.
Eppure, per una volta, questa sensazione lascia spazio al divertimento. Sì perché la pellicola di Zach Braff, Insospettabili sospetti, si manifesta come una commedia godibile, intelligente che sa cogliere con ironia il mondo d’oggi, piegato da una crisi che non conosce fine e che colpisce tutti indiscriminatamente lavoratori e pensionati.
Sì perché Joe, Willie e Albert lo sono. Sono ottantenni tutt’altro che ladri che come i sociologi ben direbbero sono stati spinti dalla società sulla cattiva strada. Non cercano una rapina come nella pellicola originale al fine di rivendicare il loro desiderio di giovinezza perduto ma per dare un futuro ai loro figli e soprattutto ai nipoti oltre che, più prosaicamente, a cercare di sopravvivere con quella pensione, frutto del lavoro di una vita, che onestamente gli spetta.
Peccato che di onesto al mondo sia rimasto ben poco.
La banca retta da funzionari tutt’altro che benevoli e competenti, non si fa scrupolo di sfruttare i fondi pensione dei correntizi per coprire un'assicurazione aziendale, col risultato che i fondi pensione spariscono e con essi anche le speranze.
Privati da quel sostentamento e sul lastrico, i tre baldi vecchietti meditano vendetta. Contro il potere precostituito di un ente che sembra inattacabile e che in pochi giorni li ha privati di un futuro e di un passato, di una vita vanificata in un istante.
Ma Joe, Willie ed Albert non vogliono arricchirsi: gli basta solo avere indietro lo stipendio di un anno, il resto se avanza “si può dare in beneficenza”.
Ingenui ottantenni? Mica tanto.
Basculando tra una velata denuncia sociale secondo i dettami di Ken Loach (il riferimento più evidente è il recente Io Daniel Blake), Insospettabili sospetti, sfrutta il contesto della crisi come fondamento su cui costruire l’edificio a due piani con tanto di terrazza fatto di dramma (la condizione di essere oggi “anziano”, la malattia e la solitudine) azione (la rapina con le maschere di famosi attori hollywoodinai degli anni ’30 come Frank Sinatra) e momenti di irrilevante quotidianeità del terzetto, forse questa la parte meglio riuscita (la “terrazza”).
Tante le gag e le scene divertenti come quella del furto in supermercato di chili di lonza nascosti dentro i pantaloni (Freeman è spettacolare), la fuga con una sedia a rotelle a batterie inseguiti da una poliziotta “in carne” (che vanamente tentano di dissuadere gettandole della farina addosso) la pianificazione precisa del colpo con un “amico” poco raccomandabile, assiduo esperto di “banche” in senso lato (ben doppiato da Eugenio Marinelli) e il depistaggio astuto del detective dell’FBI (interpretato da Matt Dillon).
Tutto bello -per amor di Dio- ma con una leggerezza di troppo che finisce per limitare l’ottimo exploit iniziale alla volta di una commedia ironicamente ben diretta e intepretata dai tre attori affiatati e convincenti nel loro sentirsi “anziani” con orgoglio.
E poi, vogliamo dire, finalmente!
Finalmente un film che al contrario dei protagonisti di tante commedie della terza età, non si sofferma su incontinenza, piaceri sessuali (se non una liason con tanto di happy ending) prive di una scurrilità di fondo di tanto cinema americano.
Mezza stella in più per questo. Pollice alto per un’oretta e mezza spensierata da trascorrere con la famiglia al cinema.
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alberto
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mercoledì 10 maggio 2017
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remake banale
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Il soggetto del gruppetto di anziani tranquillo che decide di rapinare una banca per colmare le ingiustizie economiche è già scontato, se a questo si aggiunge una sceneggiatura priva di almeno una gag che funzioni, allora il risultato non può che essere insufficiente, anche con tre attoroni del calibro di Morgan Freeman, il giocherellone lontano dalla propria famiglia, Michael Caine, il più saggio e da cui è partita l'idea, dato che ha assistito dal vivo ad una rapina (in una scena iniziale che ricorda quella de "Il Cavaliere Oscuro", in cui lui interpretava Alfred) e Alan Arkin, brontolone e solo all'apparenza un duro.
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Il soggetto del gruppetto di anziani tranquillo che decide di rapinare una banca per colmare le ingiustizie economiche è già scontato, se a questo si aggiunge una sceneggiatura priva di almeno una gag che funzioni, allora il risultato non può che essere insufficiente, anche con tre attoroni del calibro di Morgan Freeman, il giocherellone lontano dalla propria famiglia, Michael Caine, il più saggio e da cui è partita l'idea, dato che ha assistito dal vivo ad una rapina (in una scena iniziale che ricorda quella de "Il Cavaliere Oscuro", in cui lui interpretava Alfred) e Alan Arkin, brontolone e solo all'apparenza un duro. Sono tutti un pò delusi dalla vita, ma, stimando il tempo che gli rimane, dimostrano di avere ancora speranza nel tentativo di darle un senso e di combattere la vecchiaia, o magari vogliono sentirsi semplicemente vivi e pimpanti. Quando penso a questo tema mi viene subito in mente "Fantozzi in paradiso", quando Filini e il ragioner Ugo hanno intenzione di derubare la megaditta per vendicarsi di "chi gli ha succhiato il sangue", e in quel caso i due facevano morir dal ridere solo dicendo "mi vien da vomitare" e guardando al cinema una rapina andata piuttosto male. Qui invece sembra tutto didascalico e forzato: l'allenamento da ladruncolo al supermercato, la prevedibilmente lenta rapina e il racconto degli alibi. In tutte queste sequenze le risate si contano sulle dita di una mano: degne di nota sono solo la breve fuga dal negozio di alimentari, la pessima mira alla "Pulp Fiction" del direttore della banca e lo stralunato ( e rimbambito) personaggio di Christopher Lloyd, l'ex Doc di "Ritorno al Futuro". Inoltre la pellicola è anche un remake di "Vivere alla grande" di Martin Brest, che ha la stessa trama. La regia di Zach Braff e la sceneggiatura di Theodore Melfi dunque non aggiungono niente, anzi rendono il film scontato e danno subito allo spettatore la sensazione del già visto, quando invece poteva diventare una bella riflessione sulla terza età, sui rimpianti di una vita e sui tanti sogni non avveratisi (Freeman si limita solo a dire che i desideri espressi soffiando sulle candeline ogni anno non sono mai stati esauditi), e poteva regalare qualche scena che fosse all'altezza dei grandi nomi presenti nel cast artistico, che purtroppo non riescono a salvare il film, seppur la loro recitazione sia sempre ottima. E' un filmetto leggero e spensierato che non lascia niente a chi lo guarda, ma almeno riesce a far passare una tranquilla ora e mezza. Per me rimane comunque una delusione totale.
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st7no
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lunedì 8 gennaio 2018
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insomma..
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questo e' uno di quei film dove spoiler o no, non cambia nulla, tanto e' banale e scontato. Banale e scontato, ma divertente e piacevole! insomma che ne sono di perdite di tempo targate Cinema dove i trailer ci spaccano l' anima come le telefonate che si ricevono per cambiare i mobili, la linea fissa ecc ecc ecc.... per poi rivelarsi delle autentiche e apocalittiche perdite di tempo ma per INSOSPETTABILI SOSPETTI non e' questo il caso. Veloce, divertente, simpatico, insomma, seppur si poteva pensare, visto il cast, a qualcosa di davvero "immenso", la particolarita' buona di questa pellicola secondo me, e' stata proprio la scelta, di fare qualcosa di cosi leggero che potesse coinvolgere un po tutti, e secondo me la scelta, seppur sottotono, e' stata geniale.
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questo e' uno di quei film dove spoiler o no, non cambia nulla, tanto e' banale e scontato. Banale e scontato, ma divertente e piacevole! insomma che ne sono di perdite di tempo targate Cinema dove i trailer ci spaccano l' anima come le telefonate che si ricevono per cambiare i mobili, la linea fissa ecc ecc ecc.... per poi rivelarsi delle autentiche e apocalittiche perdite di tempo ma per INSOSPETTABILI SOSPETTI non e' questo il caso. Veloce, divertente, simpatico, insomma, seppur si poteva pensare, visto il cast, a qualcosa di davvero "immenso", la particolarita' buona di questa pellicola secondo me, e' stata proprio la scelta, di fare qualcosa di cosi leggero che potesse coinvolgere un po tutti, e secondo me la scelta, seppur sottotono, e' stata geniale. DA VEDERE A PRESCINDERE
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andreagiostra
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venerdì 12 maggio 2017
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è più criminale fondare una banca che rapinarla!
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“Avanti con stile”, sarebbe questa la traduzione letterale del titolo originale del bel film di Zach Braff. Ma che c’azzecca con “Insospettabili sospetti”? Boh?
Comunque sia, il film del 2017 è un remake dello stesso titolo del 1979, “Going in Style” di Martin Brest, sceneggiato oggi dal bravo Theodore Melfi che riesce a rendere la narrazione contemporanea e assolutamente attuale; ma al contempo con un finale completamente diverso dall’originale, il cui titolo in italiano venne allora “trasportato” in “Vivere alla grande”, che per i tempi nei quali venne prodotto peccò di fatalismo e di giustizialismo divino, più che terreno!
L’assunto di base della sceneggiatura di Melfi prende spunto dalle veritiere e lapalissiane parole del celebre drammaturgo austro-tedesco Bertolt Brecht (1898-1956): «È più criminale fondare una banca che rapinarla!».
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“Avanti con stile”, sarebbe questa la traduzione letterale del titolo originale del bel film di Zach Braff. Ma che c’azzecca con “Insospettabili sospetti”? Boh?
Comunque sia, il film del 2017 è un remake dello stesso titolo del 1979, “Going in Style” di Martin Brest, sceneggiato oggi dal bravo Theodore Melfi che riesce a rendere la narrazione contemporanea e assolutamente attuale; ma al contempo con un finale completamente diverso dall’originale, il cui titolo in italiano venne allora “trasportato” in “Vivere alla grande”, che per i tempi nei quali venne prodotto peccò di fatalismo e di giustizialismo divino, più che terreno!
L’assunto di base della sceneggiatura di Melfi prende spunto dalle veritiere e lapalissiane parole del celebre drammaturgo austro-tedesco Bertolt Brecht (1898-1956): «È più criminale fondare una banca che rapinarla!». Così come è criminale fondare una multinazionale che non paga le pensioni e l’assistenza a quegli uomini e quelle donne che per tutta la loro vita hanno donato il loro tempo e le loro energie solo per far arricchire i padroni. Ma questo non appartiene alla cultura previdenziale italica, dove il sistema pensionistico e sanitario sono totalmente pubblici; e i pensionati, così come gli indigenti, non rischiano di morire per mancanza di assistenza sanitaria, ovvero, di ritrovarsi poveri e senza assegno pensionistico dopo quarant’anni di duro lavoro per la propria azienda privata.
Morgan Freeman, Michael Caine e Alan Arkin, i tre amici per la pelle protagonisti della storia nei panni di Willie, Joe e Al, sono i tre pensionati vittime del sistema speculativo e di cinico brigantaggio di banche e multinazionali statunitensi che li conduco ad un passo dal rimanere senza un tetto sotto cui dormire e senza neanche il danaro per mangiare. È a quel punto che Willie, dopo essere stato tra le vittime incolumi di una rapina in banca, riesce a convincere i propri amici a riprendersi con destrezza e maestria criminale quel futuro di serenità e tranquillità economica che la loro banca e il loro ex datore di lavoro stavano in tutti i modi cercando di defraudare ingiustamente riducendoli prossimi all’indigenza.
Il cast si arricchisce dell’ottima interpretazione di Matt Dillon, Joey King, Ann-Margret, Christopher Lloyd, Maria Dizzia, Peter Serafinowicz, John Ortiz, Kenan Thompson eJosh Pais. Anche questo è un motivo in più per andare a vedere nelle sale cinematografiche italiane questa bella e interessante commedia americana. La morale del film? Quella è a cura dello spettatore, anche perché eccessivamente ovvia e realista, e non ha alcun bisogno di mediazioni.
ANDREA GIOSTRA.
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cardclau
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martedì 9 maggio 2017
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finalmente una favola vera
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Da sempre l'essere umano, per affrontare la dura vita e per mantenere accesa la fiaccola della speranza, si è servito del mondo fantastico delle favole. La costruzione delle vere favole è rigorosa, senza ambivalenze: l'eroe, che parte fortemente svantaggiato, in un ambiente forrtemente ostile, prendendo a quattro mani tutto il suo coraggio, affronta situazioni impossibili, e, con l'aiuto anche ma non solo della magia, riesce. Il film Insospettabili Sospetti è una vera favola vera, moderna, fra le mille e una favole recenti, spesso ì insulse, melense, solo sentimentali. Gli eroi non solo i soliti giovani, a cui la vita si apre, ma tre teneri e profondi vecchi amici che desiderano passere gli ultimi anni di vita dignitosamente, con senso, circondati dagli affetti.
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Da sempre l'essere umano, per affrontare la dura vita e per mantenere accesa la fiaccola della speranza, si è servito del mondo fantastico delle favole. La costruzione delle vere favole è rigorosa, senza ambivalenze: l'eroe, che parte fortemente svantaggiato, in un ambiente forrtemente ostile, prendendo a quattro mani tutto il suo coraggio, affronta situazioni impossibili, e, con l'aiuto anche ma non solo della magia, riesce. Il film Insospettabili Sospetti è una vera favola vera, moderna, fra le mille e una favole recenti, spesso ì insulse, melense, solo sentimentali. Gli eroi non solo i soliti giovani, a cui la vita si apre, ma tre teneri e profondi vecchi amici che desiderano passere gli ultimi anni di vita dignitosamente, con senso, circondati dagli affetti. Il mondos terribilemente ostile è quello della grande fifnanza, a cui le banche appartengono, interessata a null'altro che al patrimonio. Quando la qualità della vita dei vecchi viene messa seriamente in pericolo, decidono di rapinare la banca persecutoria, per prendersi solo quello che gli è stato legalmente rubato. E la magia? La magia sta nella bambina che riconosce uno dei rapinatori per l'effige della nipotina sull'orologio, ma sente la pietà, prova compassione per quel vecchio incpace di fare del male, e infine lo protegge facendo finta di non riconoscerlo, alla barba di quel mondo legale e civile degli adulti sulle cui regole anche noi non possiamo non dubitare. Tuttti bravi, il regista, lo sceneggiatore, gli attori.
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