laurence316
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domenica 6 dicembre 2015
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divertente e visivamente straordinario
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Partendo da uno spunto quantomeno interessante (e in qualche misura originale), attraversando svariate traversie produttive, fra cambi di regia, sceneggiatura, ecc., la Pixar riesce comunque finalmente a distribuire nelle sale il suo secondo film di quest'anno (prima volta per lo studio): Il viaggio di Arlo, in italiano, mentre semplicemente "Il buon dinosauro" in originale. Quasi inevitabile risulta pertanto il confronto con Inside Out, uscito qualche mese fa, ed è tutto a sfavore di questo. Purtroppo, Il viaggio di Arlo si rivela essere fra i meno riusciti film della Pixar, principalmente a causa di una trama quasi del tutto assente o comunque poco sviluppata (nonostante alcune trovate funzionino e nonostante lo spunto iniziale offrisse infinite possibilità alternative).
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Partendo da uno spunto quantomeno interessante (e in qualche misura originale), attraversando svariate traversie produttive, fra cambi di regia, sceneggiatura, ecc., la Pixar riesce comunque finalmente a distribuire nelle sale il suo secondo film di quest'anno (prima volta per lo studio): Il viaggio di Arlo, in italiano, mentre semplicemente "Il buon dinosauro" in originale. Quasi inevitabile risulta pertanto il confronto con Inside Out, uscito qualche mese fa, ed è tutto a sfavore di questo. Purtroppo, Il viaggio di Arlo si rivela essere fra i meno riusciti film della Pixar, principalmente a causa di una trama quasi del tutto assente o comunque poco sviluppata (nonostante alcune trovate funzionino e nonostante lo spunto iniziale offrisse infinite possibilità alternative). E', in sostanza, un film letteralmente "per tutti", come invece non è Inside Out, abbastanza divertente ma mai veramente incisivo. Le atmosfere western sono simpatiche e sicuramente danno origine a diversi siparietti comici (e a fiumi di citazioni), ma quel che veramente eleva Il viaggio di Arlo dalla mediocrità è lo straordinario lavoro svolto dai responsabili della computer-graphic, qui utilizzata veramente al massimo delle proprie potenzialità. Nella ricostruzione degli ambienti naturali, dei paesaggi primordiali, infatti, gli animatori hanno superato loro stessi ancora una volta (come ad ogni nuovo film Pixar), sono riusciti a creare sfondi talmente iperrealistici e dettagliati da risultare quasi più veri del vero (e rivelando gli enormi passi avanti compiuti nella resa dell'acqua, del vento, della polvere) ma, al contrario, il design dei protagonisti in particolare ma anche della gran parte dei comprimari lascia un pò a desiderare, risulta fin troppo semplicistico e "cartoonesco" in netto contrasto con il realismo della ambientazioni, e fa comprendere quanto in questo l'occhio sia puntato sul merchandising. In ogni caso, Il viaggio di Arlo rimane un perfetto divertissement, adatto soprattutto ai più piccoli, simpatico e senza troppe pretese, sicuramente da vedere al cinema. Nulla di speciale il corto allegato al film, Sanjay's Super Team, scritto e diretto da Sanjay Patel.
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[+] concordo pienamente
(di dejan t.)
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nerone bianchi
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lunedì 30 novembre 2015
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semplicemente un bel film
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Ho trascorso un'ora e mezzo in serena attenzione, divertendomi ed emozionandomi, credo che, vista la stagione cinematografica di quest'anno, non sia da considerarsi cosa da poco.
E' certamente il solito prodotto ultra perfetto della Pixar ma questa volta credo che ci sia un valore aggiunto che risiede nella capacità di regalare emozioni a tutto campo, tanto ai piccoli come ai grandi. La vicenda del piccolo dinosauro e del cucciolo d'uomo (di Kiplinghiana memoria) è raccontata con un grande ritmo che non lascia spazio alla noia e riesce a tenere desta l'attenzione sin dalla prima inquadratura, quando si vedono i dinosauri-contadini arare il terreno con le loro stesse teste. Molto belli i disegni di tutti gli animali che arricchiscono la storia e i contesti naturali in cui questa viene scritta.
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Ho trascorso un'ora e mezzo in serena attenzione, divertendomi ed emozionandomi, credo che, vista la stagione cinematografica di quest'anno, non sia da considerarsi cosa da poco.
E' certamente il solito prodotto ultra perfetto della Pixar ma questa volta credo che ci sia un valore aggiunto che risiede nella capacità di regalare emozioni a tutto campo, tanto ai piccoli come ai grandi. La vicenda del piccolo dinosauro e del cucciolo d'uomo (di Kiplinghiana memoria) è raccontata con un grande ritmo che non lascia spazio alla noia e riesce a tenere desta l'attenzione sin dalla prima inquadratura, quando si vedono i dinosauri-contadini arare il terreno con le loro stesse teste. Molto belli i disegni di tutti gli animali che arricchiscono la storia e i contesti naturali in cui questa viene scritta. Semplicemente un bel film.
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[+] sentimenti, emozioni, pedagogia nl viaggio di arlo
(di antonio montefalcone)
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nike22
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lunedì 30 novembre 2015
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inside out la mente, il viaggio di arlo il corpo
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Indirizzato a un pubblico più giovane rispetto alla metafora psicanalitica partorita dal talento visionario di Pete Docter, l’ultima animazione 2d Pixar diretta dall’esordiente nel lungo Peter Sohn è una inebriante “if epic adventure” ambientata nella Preistoria. Utilizziamo l’inventato genere della “if epic adventure” perché la premessa è che nessun asteroide, milioni e milioni di anni fa, colpisca la terra. I dinosauri, quindi, non si estinguono, e uno di loro (un dolcissimo apatosauro di nome Arlo) farà amicizia con un piccolo uomo primitivo di nome Spot. E se i dinosauri e gli umani si fossero incontrati con i primi più evoluti e in grado di parlare anche piuttosto correttamente e noi ancora a strisciare per terra grugnendo? Se noi e loro avessimo calpestato il Pianeta Terra nello stesso istante? Parte a quel punto un’impresa, un viaggio del protagonista apatosauro ancora cucciolo dalle parti di Alla Ricerca di Nemo (2003) + Dragon Trainer (2010) con l’interessante novità che noi umani siamo delle bestie e loro dinosauri praticamente degli intellettuali.
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Indirizzato a un pubblico più giovane rispetto alla metafora psicanalitica partorita dal talento visionario di Pete Docter, l’ultima animazione 2d Pixar diretta dall’esordiente nel lungo Peter Sohn è una inebriante “if epic adventure” ambientata nella Preistoria. Utilizziamo l’inventato genere della “if epic adventure” perché la premessa è che nessun asteroide, milioni e milioni di anni fa, colpisca la terra. I dinosauri, quindi, non si estinguono, e uno di loro (un dolcissimo apatosauro di nome Arlo) farà amicizia con un piccolo uomo primitivo di nome Spot. E se i dinosauri e gli umani si fossero incontrati con i primi più evoluti e in grado di parlare anche piuttosto correttamente e noi ancora a strisciare per terra grugnendo? Se noi e loro avessimo calpestato il Pianeta Terra nello stesso istante? Parte a quel punto un’impresa, un viaggio del protagonista apatosauro ancora cucciolo dalle parti di Alla Ricerca di Nemo (2003) + Dragon Trainer (2010) con l’interessante novità che noi umani siamo delle bestie e loro dinosauri praticamente degli intellettuali.
Parliamo dei personaggi: Arlo è gracile e dalle ginocchia sempre arrossate (che belli i dettagli sul suo dolore fisico iniziale) mentre Spot è ringhioso e sempre fieramente gattoni (non è ancora pronto ad alzarsi sulle due gambe).
Parliamo dell’ambientazione: un Pianeta Terra incontaminato dove la Natura è bellissima e spaventosa insieme e dove si possono trovare gli apatosauri mentre fanno placidamente il mestiere di contadini a differenza delle mansioni più dinamiche, diciamo, svolte da pterodattili e t-rex.
Percepiamo il grande segreto dell’ultima impresa Pixar: il ritmo cinematografico
Bello vedere, come in Alla Ricerca della Valle Incantata (1988) di Don Bluth, questi animaloni giganteschi e sempre affascinanti dominare il loro habitat nell’anno in cui li abbiamo ancora visti alla prese con la cattività eugenetica del notevole Jurassic World.
In questo mondo dove l’acqua cambia colore a seconda del movimento delle nubi in cielo (che sottigliezza fotografica) e dove sembra di vedere un western (ci sono anche dei singolari “cowboy”) per come vengono usati i campi lunghi nel silenzio della reazione di un personaggio di fronte a un curioso avvistamento all’orizzonte, percepiamo il grande segreto dell’ultima impresa Pixar: il ritmo cinematografico.
Il design di Arlo sarà forse poco raffinato per alcuni e troppo banale nel concept del muso ma per quanto riguarda le ambientazioni e regia… wow… sembra di assistere a un’epic movie firmato Steven Spielberg.
Morale della favola: azioni più che riflessioni (è un cartoon più emotivo e meno concettuale rispetto ad Inside Out), recupero di un’idea di cinema tradizionalmente spettacolare (che bello che sia in 2d) e fisicità di Arlo, Spot & Co (tanti animali presenti sullo schermo) al centro dei momenti più riusciti del film (il corpo di Arlo e le sue posture sono una continua sorpresa per lo spettatore).
Bel ritorno per la Pixar all’idea del cartoon con gli animali che parlano. Il film è ricco di cuore, azione e un dolcissimo senso dell’umorismo.
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dejan t.
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martedì 8 dicembre 2015
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ben realizzato, poco originale
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Carino, simpatico, a tratti commovente. Queste sono le principali qualità del nuovo film della Pixar (che per la prima volta propone nello stesso anno e nel giro di pochi mesi due sue pellicole) incentrato sul curioso personaggio di Arlo, un simpatico dinosauro, e del suo compagno di avventura Spot.
Il film d'animazione realizzato dagli stessi creatori dell'ottimo "Inside Out" riprende alcuni temi già visti proprio nel precedente film della Pixar: il ruolo della famiglia, l'importanza dell'amicizia, la crescita personale in seguito ad imprevisti e difficoltà. Proprio attraverso gli occhi (e la mente) di Arlo lo spettatore è reso partecipe di un'avventura in un mondo diverso da come ci si può immaginare: l'asteroide destinato a causare l'estinzione dei dinosauri (65 milioni di anni fa) non giunge alla collisione con la Terra, lasciando in vita le specie presenti.
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Carino, simpatico, a tratti commovente. Queste sono le principali qualità del nuovo film della Pixar (che per la prima volta propone nello stesso anno e nel giro di pochi mesi due sue pellicole) incentrato sul curioso personaggio di Arlo, un simpatico dinosauro, e del suo compagno di avventura Spot.
Il film d'animazione realizzato dagli stessi creatori dell'ottimo "Inside Out" riprende alcuni temi già visti proprio nel precedente film della Pixar: il ruolo della famiglia, l'importanza dell'amicizia, la crescita personale in seguito ad imprevisti e difficoltà. Proprio attraverso gli occhi (e la mente) di Arlo lo spettatore è reso partecipe di un'avventura in un mondo diverso da come ci si può immaginare: l'asteroide destinato a causare l'estinzione dei dinosauri (65 milioni di anni fa) non giunge alla collisione con la Terra, lasciando in vita le specie presenti.
A questa idea iniziale, originale e curiosa, non segue, però, lo sviluppo di una trama interessante: sembra di assistere ad un copione già visto, in cui il protagonista, dopo essersi smarrito in seguito ad un imprevisto, inizia ad intraprendere il viaggio di ritorno verso casa. La narrazione è piatta, pochi i colpi di scena.
Se il contenuto è criticabile, la forma è da lodare: gli effetti grafici e le ambientazioni sono spettacolari, il livello di dettaglio sorprendente. Osservando alcune scene che rappresentano un paesaggio o un panorama, è veramente difficile distinguere se si tratta di realtà o creazione computerizzata; lo stesso discorso va fatto per la realizzazione degli effetti dell'acqua (da sempre una spina nel fianco per i film in computer grafica) e del vento sui fili d'erba, semplicemente sbalorditivi. Si è ormai giunti ad un prodotto finale di elevatissima qualità compositiva.
Di fronte a queste ambientazioni stona un po' la figura fin troppo stilizzata e semplificata del dinosauro Arlo, che comunque è stata studiata dalla Pixar per un pubblico principalmente di bambini. In ogni caso, alcune scene presentano degli elementi e dei messaggi che solo i "grandi" possono cogliere. Non male la colonna sonora.
In conclusione, un film ben realizzato e adatto ad un pubblico giovane, seppur la trama poteva essere curata meglio... Insomma, dalla Pixar ci si aspetta qualcosa di più!
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flatout
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giovedì 3 dicembre 2015
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superare la linea d'ombra
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Un film di formazione. Un film che aiuta a crescere affrontando tematiche non poco banali ma comprensibili anche per un pubblico infantile. Ci troviamo davanti ad un opera che è davvero 'per tutti'. Le vicende che avvengono nel film hanno un impatto forte ed efficace, senza mai cadere nel banale o in situazioni timide o velate per qualsiasi tipo di spettatore.
Nel film, in una realtà alternativa, ci troviamo di fronte ad un mondo in cui i dinosauri hanno aquistato una capacità tecnologica da pre-rivoluzione industriale e gli esseri umani prendono il ruolo di 'animale'.E' una visione interessante quella che ci viene proposta. Gli uomini vengono presentati come dei parassiti affetti da cleptomania, che oggettivamente è quello che noi siamo per il nostro pianeta.
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Un film di formazione. Un film che aiuta a crescere affrontando tematiche non poco banali ma comprensibili anche per un pubblico infantile. Ci troviamo davanti ad un opera che è davvero 'per tutti'. Le vicende che avvengono nel film hanno un impatto forte ed efficace, senza mai cadere nel banale o in situazioni timide o velate per qualsiasi tipo di spettatore.
Nel film, in una realtà alternativa, ci troviamo di fronte ad un mondo in cui i dinosauri hanno aquistato una capacità tecnologica da pre-rivoluzione industriale e gli esseri umani prendono il ruolo di 'animale'.E' una visione interessante quella che ci viene proposta. Gli uomini vengono presentati come dei parassiti affetti da cleptomania, che oggettivamente è quello che noi siamo per il nostro pianeta. Nei primi minuti, della nostra specie (rappresentata da un piccolo bambino selvaggio) vemgono presi in considerazione solo gli aspetti maggiormente negativi. Dei dinosauri possiamo dire invece che è il popolo civilizzato: una bella famiglia, una fattoria, del lavoro e un buon tenore di vita.
Sono questi i toni in cui ci viene presentato questo mondo. Ma la tematica principale del film è il viaggio. Il passaggio dall'infanzia all'età adulta, attraverso personaggi molto particolari e significativi.I momenti di riflessione sono accompagnati da situazioni tranquille e/o divertenti, formando un perfetto equilibrio. Appassionando e facendo viaggiare chiunque si trovi in sala.
La pixar sforna un'altro ottimo prodotto e si riconferma mattatore del genere d'animazione su scala mondiale. Non è il miglior film della casa ma una piccola nicchia nella storia del genere se la trova senza sforzo. Inutile dire che le immagini sono enormemente evocative. E la pellicola non si fa prendere troppo dal buonismo e nulla è particolarmente edulcorato. Consigliato.
(Il voto doveva essere 3 stellette e mezzo)
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[+] errore di battitura. 'situazioni non banali'
(di flatout)
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willywillywilly
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lunedì 29 febbraio 2016
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piccolo gioiello "incompreso"
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Sarò sincero, mi sono avvicinato alla visione di questo film con una certa leggerezza, in quanto non mi aspettavo granchè. forse perchè obnubilato dall'astro di "Inside Out", non se ne era parlato molto al tempo della sua uscita o forse perchè credevo che mi sarei trovato di fronte un cartone divertente e leggero alla stessa stregua dei "Croods".
Mi sono sbagliato di grosso. Fin dall'inizio ti accorgi che c'è un qualcosa di intangibile che ti spinge a pensare che sarà un fil "diverso" dal solito, non mi sono infatti staccato da mio figlio che lo guardava perchè sospettavo che sarebbe stato più "forte" del previsto. Ed i fatti mi hanno dato ragione.
Certo la trama non si discosta molto dai consueti clichè visti in capolavori come "Alla Ricerca di Nemo" o il "Re Leone", e cioè si affronta il tema della perdita traumatica di uno dei genitori e successivamente il viaggio verso una nuova maturità che rende più forti e consapevoli.
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Sarò sincero, mi sono avvicinato alla visione di questo film con una certa leggerezza, in quanto non mi aspettavo granchè. forse perchè obnubilato dall'astro di "Inside Out", non se ne era parlato molto al tempo della sua uscita o forse perchè credevo che mi sarei trovato di fronte un cartone divertente e leggero alla stessa stregua dei "Croods".
Mi sono sbagliato di grosso. Fin dall'inizio ti accorgi che c'è un qualcosa di intangibile che ti spinge a pensare che sarà un fil "diverso" dal solito, non mi sono infatti staccato da mio figlio che lo guardava perchè sospettavo che sarebbe stato più "forte" del previsto. Ed i fatti mi hanno dato ragione.
Certo la trama non si discosta molto dai consueti clichè visti in capolavori come "Alla Ricerca di Nemo" o il "Re Leone", e cioè si affronta il tema della perdita traumatica di uno dei genitori e successivamente il viaggio verso una nuova maturità che rende più forti e consapevoli.
Ma in questo caso il tutto viene servito in maniera più struggente e traumatico. il mondo della preistoria è realmente pauroso ed irto di pericoli: a tratti il film lascia attoniti per alcuni momenti crudi che non fanno per niente sorridere, anzi suscitano un senso di smarrimento e di pericolo incombente.
In questo mondo avverso Arlo, il cucciolo di Brontosauro nato claudicante e mingherlino, non sa proprio stare: non c'è la fa a crescere, a reggersi sulle proprie gracili zampe. E' preso di mira dai fratelli più robusti, persino dalle gallinelle che dovrebbe condurre nell'ovile. Vive nella paura, anche se è orgoglioso ed è protetto dal padre premuroso che con dolcezza cerca in tutti i modi di aiutarlo a superare i propri fantasmi.
Ovviamente senza gran successo e fino allo strappo violento della morte. Già il momento della perdita del papà avviene in un istante, sordo e muto al tempo stesso. Tutto si ferma in quell'istante, compresa la vita di Arlo che inizierà un nuovo viaggio tutto da solo...del tutto impreparato all'inizio, che lo porterà ad affrontare reali pericoli mortali, pterodattili folli e carnivori, natura avversa, privazione dal cibo e dall'acqua.
Questo viaggio non fa per niente ridere, è toccante per come si svolge: fanno realmente commuovere le ferite che Arlo si provoca cercando di scalare una montagna, o l'estremo tentativo di salvare il suo piccolo amico umano.
Già, il secondo piccolo protagonista del film è proprio il cucciolo d'uomo, che per caso si imbatte in Arlo e lo sostiene e lo aiuta nel suo cammino verso casa. A mio parere si tratta di uno dei più struggenti legami visti in un cartone per "bambini" che va certamente loro spiegato. E' un legame solido, istintivo, di sopravvivenza, che accomuna i due. Entrambi sono "orfani" e "soli" in un mondo avverso.
Camminano insieme e consolidano il loro rapporto fino al momento, estremamente toccante, della naturale separazione.
Ne ho visti tanti di film animati, ma non ricordo un momento di così rara intensità emotiva.
Per tali ragioni penso che "Il viaggio di Arlo" sia un piccolo gioello di narrazione, che a causa delle sue dinamiche a tratti "violente" e certamente "forti", non verrà apprezzato e decorato come i blockbuster della Disney. Ma a chi saprà andare oltre la superficie regalerà emozioni indimenticabili.
Un consiglio finale: non lasciate che gli under 10 lo guardino da soli: alcune scene sorprendono anche gli adulti.
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fabrizio friuli
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giovedì 16 novembre 2023
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una preistoria diversa
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Il noto asteroide che precipita sul suolo del Pianeta nel mezzo della Preistoria, non ha permesso l' estinzione di massa dei dinosauri che, hanno avuto le facoltà necessarie per evolversi come gli esseri umani, ma loro sono rimasti delle creature primitive ed è proprio un umano primitivo ad insediarsi nella vita di Arlo, un apatosauro estremamente pauroso che conduceva una vita tranquilla ed anche laboriosa insieme alla sua famiglia, formata dalla madre , dai suoi fratelli e dal padre che, fin dall' inizio, ha sempre creduto in lui ed è consapevole che Arlo diventerà coraggioso e forte come lui e infatti, nel corso di una lunga e pericolosa avventura, Arlo cambierà e verrà accompagnato da un piccolo uomo delle caverne che lui stesso chiamerà Spot.
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Il noto asteroide che precipita sul suolo del Pianeta nel mezzo della Preistoria, non ha permesso l' estinzione di massa dei dinosauri che, hanno avuto le facoltà necessarie per evolversi come gli esseri umani, ma loro sono rimasti delle creature primitive ed è proprio un umano primitivo ad insediarsi nella vita di Arlo, un apatosauro estremamente pauroso che conduceva una vita tranquilla ed anche laboriosa insieme alla sua famiglia, formata dalla madre , dai suoi fratelli e dal padre che, fin dall' inizio, ha sempre creduto in lui ed è consapevole che Arlo diventerà coraggioso e forte come lui e infatti, nel corso di una lunga e pericolosa avventura, Arlo cambierà e verrà accompagnato da un piccolo uomo delle caverne che lui stesso chiamerà Spot.
Purtroppo l' animazione di questa pellicola animata non è una delle migliori, specie se paragonata alle animazioni di altri lungometraggi di successo della Pixar come Coco e Inside Out, magari alcuni personaggi non hanno garantito alla storia chissà quale livello di originalità, però, la storia del film non è affatto brutta: i dinosauri si sono evoluti radicalmente al posto degli esseri umani e sembra proprio che siano divenuti loro le " specie superiori " e rappresentano le comunità degli Stati Uniti d'America : Gli Apatosauri sono i contadini, i Tirannosauri sono i mandriani del West ( dato che appaiono tre Tirannosauri che gestivano una mandria di bisonti preistorici ) i Velociraptor sono dei fuorilegge noti come ladri di bestiame e gli Pterosauri sono dei loschi criminali giudati e comandati da Tonitrus, una specie di dinosauro volante che adora cibarsi delle creature disperse a causa delle tempeste, l' antagonista principale di questo film ha le caratteristiche di uno psicopatico perverso che mette in soggezione il pauroso protagonista dopo averlo visto divorare senza pietà una piccola volpe che lui stesso aveva liberato su richiesta di Tonitrus e dei suoi compari. Fortunatamente, il giovane Apatosauro viene aiutato dalla famiglia di Tirannosauri formata Da Ramsey, Nash e il padre Butch , un tirannosauro all' inizio burbero e diffidente nei confronti di Arlo, tuttavia, dopo che Arlo e Spot li hanno aiutati a sconfiggere i velociraptor fuorilegge, Butch farà comprendere ad Arlo che la paura fa parte della natura, ma può sconfiggerla solo grazie alla sicurezza che lui stesso ha dimostrato. I due figli Nash e Ramsay purtroppo sono il tipico duo formato dal personaggio femminile forte e il personaggio maschile poco sveglio , infatti Ramsay , la figlia maggiore di Butch ha un carattere forte e combattivo ( ma dimostra anche un carattere dolce, dato che si affeziona subito a Spot ) invece Nash, il figlio minore, non sembra essere molto sveglio, ma non è certo meno tenace di sua sorella. Durante l' avventura, Arlo cerca di tenere Spot lontano da una famiglia di cavernicoli, essendosi affezionato al cucciolo d' uomo delle caverne, ma dopo aver sconfitto la banda del folle Tonitrus, Arlo decide di lasciarlo andare, dopo aver incontrato un' altra famiglia di uomini primitivi, per giunta, Arlo non è più pauroso come prima, essendo cambiato grazie alla loro avventura e in seguito, Arlo rivede sua madre e i suoi fratelli e finalmente, anche Arlo può incidere la sua orma su una sagoma rocciosa , come hanno fatto i membri della sua famiglia, compreso il padre deceduto.
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