fausta rosa
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venerdì 18 settembre 2015
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bisogno di immortalità
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Se Tarsem Sing, regista di Self-Less, film uscito nelle sale cinematografiche il 10 settembre 2015, ci ha abituati a rappresentazioni che esulano dalla realtà , travalicandola con visioni appariscenti e improbabili, in questo caso e' chiaro l'impegno di mantenere i piedi per terra, tentando di dare una motivazione filosofico-sociologica ad una trama che, comunque, non riesce ad evitare cadute nel fantascientifico e nel visionario. Le grandi menti meritano di sopravvivere ad un corpo malato e destinato alla morte, per cui Damian Hale decide di sottoporsi ad una terapia, lo schedding, che gli permette di trasmigrare, con la sua coscienza, in un corpo giovane e prestante, che crede creato in laboratorio.
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Se Tarsem Sing, regista di Self-Less, film uscito nelle sale cinematografiche il 10 settembre 2015, ci ha abituati a rappresentazioni che esulano dalla realtà , travalicandola con visioni appariscenti e improbabili, in questo caso e' chiaro l'impegno di mantenere i piedi per terra, tentando di dare una motivazione filosofico-sociologica ad una trama che, comunque, non riesce ad evitare cadute nel fantascientifico e nel visionario. Le grandi menti meritano di sopravvivere ad un corpo malato e destinato alla morte, per cui Damian Hale decide di sottoporsi ad una terapia, lo schedding, che gli permette di trasmigrare, con la sua coscienza, in un corpo giovane e prestante, che crede creato in laboratorio. La realtà filmica e' un'altra : il corpo nuovo e' di un soggetto reale la cui identità si sovrappone e, a volte si impone, alla realtà mentale del nuovo Damian. Dal thriller al fantascientifico dal drammatico all'avventuroso, con puntate nel sentimentale, il film tocca generi diversi in un'alternanza di toni, di luoghi, di scenari, di situazioni che rendono a volte difficoltoso per lo spettatore seguirne gli sviluppi. Nonostante i suoi limiti proprio nell'eccesso delle variazionie e nella mediocrità di alcune recitazione, Self-Less ha un merito:mettere al centro l'uomo e la sua umanità , sebbene la psicologia dei personaggi sia appena abbozzata. È un film che riesce ad intrattenere per buona parte della proiezione, ma a non essere del tutto convincente, lasciando allo spettatore vuoti e interrogativi.
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[+] fantascienza (s)vestita di quesiti bioetici
(di antonio montefalcone)
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sev7en
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venerdì 9 ottobre 2015
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l'immortalita' e' solo sul grande schermo...
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Un miliardario con un cancro allo stadio terminale decide di provare una cura sperimentale in grado di garantirgli la vita eterna ma le leggi della natura sono ben lungi dal piegarsi all’umana scienza...
Il regista di origini indiane Tarsem Singh ha sempre avuto idee originali ed interessanti da proporre in sala nonche’ l’opportunita’ di lavorare con le maggiori stelle del firmamento holliwoodiano. Il suo ultimo lavoro, Self/Less, conferma luci ed ombre delle sue produzioni perche’ se l’incipit narrativo e la tematica trattata sono allettanti, lo svolgimento ed il finale franano con l’irruenza di una demolizione programmata verso l’ovvieta’ e la scontattezza, lasciando lo spettatore sotto le macerie.
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Un miliardario con un cancro allo stadio terminale decide di provare una cura sperimentale in grado di garantirgli la vita eterna ma le leggi della natura sono ben lungi dal piegarsi all’umana scienza...
Il regista di origini indiane Tarsem Singh ha sempre avuto idee originali ed interessanti da proporre in sala nonche’ l’opportunita’ di lavorare con le maggiori stelle del firmamento holliwoodiano. Il suo ultimo lavoro, Self/Less, conferma luci ed ombre delle sue produzioni perche’ se l’incipit narrativo e la tematica trattata sono allettanti, lo svolgimento ed il finale franano con l’irruenza di una demolizione programmata verso l’ovvieta’ e la scontattezza, lasciando lo spettatore sotto le macerie.
Non si tratta certamente di un film da ignorare perche’ a quanto affrescato finora, c’e’ da aggiungere la buona prova attoriale del cast con un combattivo Ryan Reynolds ed un cinissimo Ben Kingsley, ricco tra i piu’ ricchi ma nudo dinanzi alla natura umana che inesorabilmente lo sta conducendo verso la morte.
Il ritmo e’ elevato e l’azione sostenuta, non ci si annoia…, ma lo scorrere dei minuti sembra gestito da un sapiente copia-incolla di clip, scene e momenti quasi a se’ stanti, e non come un unico filo narrativo: un gomitolo dipanato a partire dalla curiosita’ e titubanza per quella cura miracolante verso le paure ed i flashback post-“reincarnazione”: un monito verso la superbia dell’uomo che in questo film, tuttavia, viene soltato abbozzato. C’e’ indubbiamente un messaggio didascalisco in questo lungometraggio fanta-scientifico ma e’ annacquato da un montaggio frenetico forse per colmare la pochezza dei dialoghi nonche’ l’incapacita’ del regista di creare momenti topici, in grado di sostenersi senza che qualcosa esploda o che qualcuno le prenda.
Comparto visivo di spessore con una fotografia adeguata e accompagnamento mai invadente per un film consigliato, ma che testimonia come la regia abbia ancora un lungo percorso da intraprendere…
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carloalberto
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lunedì 4 ottobre 2021
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la leggerezza di tarsem
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Nonostante il plot sappia di già visto, Tarsem Singh, il regista di The Cell, altro fantascientifico con tema analogo, riesce a intrattenere senza annoiare per quasi due ore, anche grazie alla performance attoriale di Kingsley e di Reynolds che di danno il cambio a metà pellicola nel ruolo di protagonista. La staffetta funziona, nel senso che dona dinamicità al prodotto, alternando al genere drammatico dell’inizio, con il vecchio miliardario in fin di vita che cerca l’immortalità dell’anima su questa terra, all’action thriller, con sequenze adrenaliniche di inseguimenti rocamboleschi in macchina, sparatorie e scazzottate, con il giovane reduce di guerra che a poco a poco si riprende la propria vita e la propria famiglia.
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Nonostante il plot sappia di già visto, Tarsem Singh, il regista di The Cell, altro fantascientifico con tema analogo, riesce a intrattenere senza annoiare per quasi due ore, anche grazie alla performance attoriale di Kingsley e di Reynolds che di danno il cambio a metà pellicola nel ruolo di protagonista. La staffetta funziona, nel senso che dona dinamicità al prodotto, alternando al genere drammatico dell’inizio, con il vecchio miliardario in fin di vita che cerca l’immortalità dell’anima su questa terra, all’action thriller, con sequenze adrenaliniche di inseguimenti rocamboleschi in macchina, sparatorie e scazzottate, con il giovane reduce di guerra che a poco a poco si riprende la propria vita e la propria famiglia. I dialoghi, spesso scialbi e fuori contesto, non sono il punto di forza di questo film che si basa tutto sull’azione, prendendo le mosse da un fantasioso trapianto di ricordi da un cervello all’altro, paragonabile ad un moderno impossessamento demoniaco, ottenuto grazie a una futuristica quanto improbabile tecnologia e ad un massiccio uso di farmaci che sopprimono la vecchia personalità a favore di un’altra, proveniente dal mondo dei morti. La compravendita di corpi e di anime rinvia a temi forti della società contemporanea che avrebbero meritato un diverso approccio, ma Tarsem Singh preferisce la leggerezza.
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fight_club
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lunedì 21 settembre 2015
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la morte non dimentica nulla
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un ricchissimo finanziere giunto ormai alla fine dei suoi giorni tenta di ingannare la morte grazie a un innovativo metodo che lo renderà ancora giovane e vigoroso, ma scoprirà a sue spese che la memoria non risiede solo nella sua mente anche nel corpo dove si è insediato. Il cinema nel corso degli anni ci ha mostrato vari metodi sul come diventare immortali e ha seguito a sua volta il progresso scientifico, dal patto con il diavolo ed elisir di lunga vita siamo arrivati alla clonazione e, ultima novità, al trasformare la nostra mente in dati digitali da trasmettere in un involucro vivente all'altro come oggi si fa con i computer e relativi hard-disk. tutto ciò apre a meditazioni filosofiche su cosa sia la vita, su come la mente possa sopravvivere anche in altre situazioni, e, come accennato nel film, il cervello siano l'unico organo importante da preservare o se anche le nostre memorie e esperienze vivano in altre parti di noi.
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un ricchissimo finanziere giunto ormai alla fine dei suoi giorni tenta di ingannare la morte grazie a un innovativo metodo che lo renderà ancora giovane e vigoroso, ma scoprirà a sue spese che la memoria non risiede solo nella sua mente anche nel corpo dove si è insediato. Il cinema nel corso degli anni ci ha mostrato vari metodi sul come diventare immortali e ha seguito a sua volta il progresso scientifico, dal patto con il diavolo ed elisir di lunga vita siamo arrivati alla clonazione e, ultima novità, al trasformare la nostra mente in dati digitali da trasmettere in un involucro vivente all'altro come oggi si fa con i computer e relativi hard-disk. tutto ciò apre a meditazioni filosofiche su cosa sia la vita, su come la mente possa sopravvivere anche in altre situazioni, e, come accennato nel film, il cervello siano l'unico organo importante da preservare o se anche le nostre memorie e esperienze vivano in altre parti di noi. Tarsem Sing ci fa intravedere tutto questo solo in minima parte, e dopottutto siamo al cinema e il cinema come primo dovere deve intrattenere il pubblico, perciò il resto della sua opera scorre banalmente tra inseguimenti, ravvedimenti e tristi finali pieni di speranza già visti in altri film di fantascienza (The island, Transcendence, minority report). il cast è ben assortito e Ben Kingsley è sempre un piacere vederlo sul grande schermo. in conclusione un film che scorre bene nonostante tutto e si può vedere senza pretendere troppo. voto : 6+
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