Titolo originale | The Impressionists |
Anno | 2015 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Phil Grabsky |
Uscita | martedì 26 maggio 2015 |
Distribuzione | Nexo Digital |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,98 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 aprile 2015
Un accesso esclusivo alla mostra kolossal dal Museo Du Luxemburg e Musée d'Orsay di Parigi, National Gallery di Londra e Philadelphia Museum Of Art.
CONSIGLIATO SÌ
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In occasione della mostra itinerante Inventing Impressionism, transitata nei principali musei del mondo, alcuni studiosi illustri ricostruiscono la difficile affermazione dei pittori impressionisti, contestualizzandola in base alla tendenza dell'epoca.
In fondo a un documentario su una mostra d'arte cosa è lecito chiedere se non la massima fedeltà possibile nel raffigurare le opere d'arte e un'introduzione - possibilmente non tediosa - a una maggiore comprensione delle stesse?
Gli Impressionisti si concentra esattamente su queste semplici coordinate, privilegiando il racconto delle fortune, o meglio delle sfortune, di Manet, Renoir e soci rispetto a un'analisi delle singole opere. Il vero protagonista del documentario è Paul Durand-Ruel, mercante d'arte monarchico e bigotto che crede, unico nella sua epoca, nel potenziale commerciale di artisti dai più ritenuti imbrattatele. Al punto tale da proporre le loro opere negli Stati Uniti anziché insistere in Francia, dando il via all'affermazione su larga scala, per lo più postuma ad eccezione del longevo Monet, del movimento artistico.
L'approccio di Phil Grabsky, ormai specializzato nel documentario biografico, spesso legato a mostre d'arte, aderisce totalmente alla forma classica. Parallelamente alla spiegazione degli esperti - il direttore di Sotheby's e i curatori di diversi musei - intenti a fornire il contorno teorico, la macchina da presa alterna dettagli sulle singole pennellate a sguardi curiosi sugli accostamenti tra quadri, come la serie di tele sul ballo di Renoir o quella sull'Argenteuil di Monet. L'obiettivo principale, ossia portare al cinema i vividi colori degli Impressionisti sfruttando una tecnologia che finalmente consenta una riproduzione fedele della tela originaria, è raggiunto, a tutto vantaggio di chi cerca nel film di Grabsky un surrogato dell'esperienza di visione (sul campo) di opere imprescindibili.