marione
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domenica 24 luglio 2016
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modesto e noioso
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Laura Morante mi piace, è una brava attrice bella e simpatica. Come regista è un po' fiacca. Ho trovato "Ciliegine" carino e piacevole, ma questo "Assolo" è stato davvero deludente. Qualche scena carina e divertente strappa anche un sorriso, ma nell'insieme è mal costruito, affronta sciattamente e confusamente un tema impegnativo, irrita l'eccessiva presenza della voce narrante, i personaggi sono mal delineati e tutto l'insieme non funziona. Sprecati anche tanti bravi attori. Consiglio alla Morante di concentrarsi a fare l'attrice e lasciar perdere la regia, almeno di film così modesti e noiosi come "Assolo".
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Laura Morante mi piace, è una brava attrice bella e simpatica. Come regista è un po' fiacca. Ho trovato "Ciliegine" carino e piacevole, ma questo "Assolo" è stato davvero deludente. Qualche scena carina e divertente strappa anche un sorriso, ma nell'insieme è mal costruito, affronta sciattamente e confusamente un tema impegnativo, irrita l'eccessiva presenza della voce narrante, i personaggi sono mal delineati e tutto l'insieme non funziona. Sprecati anche tanti bravi attori. Consiglio alla Morante di concentrarsi a fare l'attrice e lasciar perdere la regia, almeno di film così modesti e noiosi come "Assolo".
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costafatica
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domenica 22 maggio 2016
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delicato, forse troppo.
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Delicato, tenero ... scorre via leggero e le laceranti tematiche della storia sembrano quasi perdere il dolore che nella vita reale le accompagna e talvolta distrugge l'esistenza. La protagonista dice di desiderare di vivere a Paperopoli e ci riesce ... il film spesso ha i colori del fumetto. Non superficiale comunque la narrazione, ma lascia molto al sentire degli spettatori, che potrebbero vedere dietro i toni e l'apparente tranquillità della storia, pulsion e tensioni estremamente dolorose. Nel complesso, un film da vedere.
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pier delmonte
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sabato 14 maggio 2016
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bruttarello un gran bel po'
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Non saprei, io dopo mezzora ho cominciato a pensare al gatto che forse deve mangiare, se avevo lavato i denti o se domani vado a far colazione in quel bar, quasi mai ho pensato alle donne che ho conosciuto nella vita, Laura Morante si e’ cucita addosso un personaggio che non puo’ assolutamente essere il suo, davvero inadeguata in questo film, sia come attrice che come regista.
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astromelia
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mercoledì 27 aprile 2016
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morante brava come sempre
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laura morante è un'attrice che mi è sempre piaciuta in tutti i suoi film,riesce a non strafare ma a raccontare il quotidiano e il vissuto delle donne,analizzando pregi e difetti e scavando a fondo nella psiche di esse,brava laura un'elogio
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no_data
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lunedì 25 aprile 2016
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il nuovo film della morante non esce dal mucchio..
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Ho visto da poco il nuovo film della Morante e... Mi ha stupito in un certo senso: la prima cosa che si coglie del film è la sua freschezza, nonostante la storia non sia l'apoteosi dell'originalità, si sente che il film è "originale", diciamo... Il problema è che non basta a farlo uscire dal mucchio dei soliti filmettini italiani: è mi fa strano questa cosa perché il film non è neanche diretto male! La regia di sente, la fotografia è molto buona, il cast è stato scelto con accuratezza e la storia è stata narrata benino: peccato che, beh, il cast è sprecato: Pannofino (il Renè Ferretti di Boris, nonché OTTIMO doppiatore), Marco Giallini (la nuova promessa della commedia italiana insieme ad Edoardo Leo), Carolina Crescentini (Corinna di Boris, la famosa "cagna maledetta!"), Angela Finocchiaro.
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Ho visto da poco il nuovo film della Morante e... Mi ha stupito in un certo senso: la prima cosa che si coglie del film è la sua freschezza, nonostante la storia non sia l'apoteosi dell'originalità, si sente che il film è "originale", diciamo... Il problema è che non basta a farlo uscire dal mucchio dei soliti filmettini italiani: è mi fa strano questa cosa perché il film non è neanche diretto male! La regia di sente, la fotografia è molto buona, il cast è stato scelto con accuratezza e la storia è stata narrata benino: peccato che, beh, il cast è sprecato: Pannofino (il Renè Ferretti di Boris, nonché OTTIMO doppiatore), Marco Giallini (la nuova promessa della commedia italiana insieme ad Edoardo Leo), Carolina Crescentini (Corinna di Boris, la famosa "cagna maledetta!"), Angela Finocchiaro... Sono delle semplici comparse, se tiriamo le somme, non servono a niente per la trama, la Morante ha voluto focalizzare l'attenzione sul suo personaggio... Che non è un male, per carità ma un'opera risulta completa solo se ti occupi di ogni singolo dettaglio, non solo di quelli che a te piacciono di più! Il focus profondamente femminista del film potrebbe infastidire ma stranamente risulta non solo gradevole ma immersivo; tecnicamente questo film non ha una trama vera e propria, il film ruota attorno al personaggio della Morante, i suoi amici, ex mariti, le sue vicende sentimentali, le sue visite dalla psichiatra... Diciamo che il film offre ben pochi spunti di riflessione, a distanza di settimane sicuramente il film mi scivolerà via dalla mente: non stiamo parlando di un brutto film, ripeto, e neanche di un filmettino che ti dimentichi dopo due secondi (tipo Immaturi, OMMIODDIO quel film!), stiamo parlando di un film un po' sfortunato, si piazza tra i filmettini mediocri e i film interessanti che fanno fatica ad uscire dal mucchio (tipo Gli ultimi saranno ultimi);
voto: 6+ (e non è 6,5 eh!), sicuramente non un film da vedere a tutti i costi, ecco.
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salmacis
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martedì 26 gennaio 2016
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noioso ed inutile
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Come si possa consigliare un film così è un mistero, e c'è pure a chi è piaciuto... tipico film italiano con attori scarsi, trama finto impegnata che vuole dare saggi di psicologia nascondendosi dietro dialoghi logorroici che non significano nulla, e con la solita Laura Morante che fa la solita recitazione di donna fragile e complessata... film lento e di una noia allucinante di cui non rimarrà nessuna memoria nella storia del cinema. Film prodotto,con soldi pubblici che è l'unico motivo per cui in Italia si fanno film così è si dà in mano la regia di un film ad una attrice senza nessuna competenza. Film invendibile all'estero ed inutile anche per il mercato italiano.
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Come si possa consigliare un film così è un mistero, e c'è pure a chi è piaciuto... tipico film italiano con attori scarsi, trama finto impegnata che vuole dare saggi di psicologia nascondendosi dietro dialoghi logorroici che non significano nulla, e con la solita Laura Morante che fa la solita recitazione di donna fragile e complessata... film lento e di una noia allucinante di cui non rimarrà nessuna memoria nella storia del cinema. Film prodotto,con soldi pubblici che è l'unico motivo per cui in Italia si fanno film così è si dà in mano la regia di un film ad una attrice senza nessuna competenza. Film invendibile all'estero ed inutile anche per il mercato italiano.
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liviofa
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lunedì 25 gennaio 2016
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passo falso della morante.................
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Ho letto il titolo di una recensione "Passo indietro della Morante" L'ho un po' modificato in "Passo falso" Io e la mia consorte gli abbiamo dato la palma di peggior film del 2016. Beh.. il 2016 è appena iniziato, l'anno è lungo, vediamo se resiste. E' molto difficile che pensiamo la stessa cosa, come spesso nella coppia, ma qui siamo al perfetto unisono. Siamo rimasti in sala sperando che ci fosse ad un certo punto una spiegazione, un recupero. No...... solo la regista sa che cosa voleva dire, noi non lo abbiamo capito. E allora era meglio uscire.
Abbiamo solo sbagliato ad acquistare il biglietto. Mea culpa..................anzi doppia colpa di tutti e due.
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francesca
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giovedì 21 gennaio 2016
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commedia al femminile per le 50enni
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Laura Morante interpreta Flavia, donna di mezza età che non è mai stata single e si trova ad esserlo con tutte le complicazioni che ne derivano : paura della vecchiaia, paura della solitudine e paura di scoprirsi. Tutti temi che possono interessare le donne, ma in particolare quelle più mature. Da 20enne posso dire che è un film carino, ma niente di più.
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parpignol
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mercoledì 20 gennaio 2016
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piacerà solo alle donne (e nemmeno a tutte)
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La bella e brava Laura Morante tira fuori un film dai tempi troppo teatrali e dall'indirizzo eccessivamente monotematico; sembra in effetti un monologo teatrale che potrebbe durare al massimo una quarantina di minuti. Un monologo che vorrebbe fare dell'ironia e dipingere il personaggio principale, interpretato dalla Morante, come una donna goffamente buffa (o buffamente goffa) ma, almeno secondo me, il bersaglio è stato ampiamente mancato. E' vero che in sala ho sentito molte donne, specie quelle della fascia d'età della Morante, ridere alle varie situazioni del film, ma è pur vero che a noi uomini al massimo è scappato qualche ghignetto sghembo, e nulla più.
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La bella e brava Laura Morante tira fuori un film dai tempi troppo teatrali e dall'indirizzo eccessivamente monotematico; sembra in effetti un monologo teatrale che potrebbe durare al massimo una quarantina di minuti. Un monologo che vorrebbe fare dell'ironia e dipingere il personaggio principale, interpretato dalla Morante, come una donna goffamente buffa (o buffamente goffa) ma, almeno secondo me, il bersaglio è stato ampiamente mancato. E' vero che in sala ho sentito molte donne, specie quelle della fascia d'età della Morante, ridere alle varie situazioni del film, ma è pur vero che a noi uomini al massimo è scappato qualche ghignetto sghembo, e nulla più. In effetti, incentrare un film intero sulle paturnie e i madornali fallimenti di una donna (di nome Flavia) di cui non ce ne può fregare di meno, è stato quantomeno velleitario: in primis perché Laura Morante, nonostante si sforzi di interpretare una donna con la faccia da cane bastonato, resta una donna troppo bella per vestire i panni di una che dovrebbe sentirsi inferiore e invidiare tutte le altre donne, le quali tra l'altro sono interpretate da attrici che, pur brave, sono oggettivamente più vecchie e malandate, e interpretano personaggi femminili balordi e grotteschi. A proposito di personaggi femminili, devo purtroppo rilevare, con la solita estrema amarezza in questi casi, che l'unica donna che avrebbe potuto avere un reale spessore emozionale-passionale nella trama è una bella e sconosciuta bionda che appare per nemmeno un minuto del film e che dovrebbe aver avuto addirittura una relazione sentimentale con Flavia! E' un personaggio che sembra messo lì per caso, non ha senso, e non viene approfondito quando forse sarebbe quello che più dovrebbe essere analizzato! Quasi che non si voglia turbare la sensibilità delle spettatrici. In effetti, per tutto il disvolgersi della trama, non mi è stato infrequente l'interrogativo che Flavia non dovesse rivolgere le proprie attenzioni sessuali alle altre donne, e se questo dubbio poteva essere contenuto dalla presenza di personaggi femminili ancora più grotteschi di lei (e quindi indesiderabili), così non è stato invece per il brevissimo cameo di quella sconosciuta ma sensualissima bionda! I personaggi maschili, d'altro canto, sono abbastanza penosi (ma interpretati comunque molto bene), pieni di vizi e privi di virtù: non se ne salva uno. Altro odioso personaggio (e vi assicuro che lo odierete visceralmente) è il cane Keira: inopportuno, fastidioso, inutile. Dovrebbe forse integrarsi con le situazioni comiche, ma il problema è che le situazioni comiche non ci sono! Il fatto che Flavia non riesca mai a conseguire la patente di guida (in realtà questo mi ricordava Spongebob) NON fa ridere; che l'istruttore di guida si prenda un pugno in faccia per colpa di Flavia NON fa ridere; che Flavia tenti di scoprire l'autoerotismo con un libro e mentre il cane la infastidisce NON fa ridere; che Flavia vada a comprare le sigarette per una brutta salumiera NON fa ridere. Tuttavia, nonostante ciò, qualche risatina muliebre in sala si è sentita, per cui alla fine dei conti non si può dire per certo che questo sia un film dimenticabile. Di sicuro c'è che molto di meglio poteva essere fatto, mettendoci quel po' di "cazzimma" in più, approfondendo i rapporti di Flavia con le donne e -perché no- optando per una bella e intensa relazione sentimentale della stessa con un'altra donna, di fronte alla mediocrità del parco uomini offerto, e, infine, l'eliminazione di tante scene inutili e leziose.
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angelo umana
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lunedì 18 gennaio 2016
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assolo con cagnetta
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Film interessante delle riflessioni di una donna alla sua mezza età. Due matrimoni chiusi alle spalle, ma sempre aperti in qualche modo perché le restano due figli e perché comunque conosce le nuove partner degli ex, che occasionalmente rivede. Le riflessioni sono della regista e protagonista Laura Morante, Flavia. Resta il sapore di un film tutto al femminile, gli uomini – mariti o amanti e altri – sono figure macchiettistiche e irrilevanti: femmina è la psicologa presso cui si siede (o distende), Piera degli Esposti, femmina è l’amica che la utilizza per consolarsi, Angela Finocchiaro. Gli uomini sono figure che hanno sempre emarginato il personaggio di Flavia (Amati, cazzo!), lei è qualcuno di cui si dà per scontata la presenza, per sua scarsa affettività e autostima o per timore del giudizio inibitorio o repressa sessualità (tutte espressioni della psicologa).
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Film interessante delle riflessioni di una donna alla sua mezza età. Due matrimoni chiusi alle spalle, ma sempre aperti in qualche modo perché le restano due figli e perché comunque conosce le nuove partner degli ex, che occasionalmente rivede. Le riflessioni sono della regista e protagonista Laura Morante, Flavia. Resta il sapore di un film tutto al femminile, gli uomini – mariti o amanti e altri – sono figure macchiettistiche e irrilevanti: femmina è la psicologa presso cui si siede (o distende), Piera degli Esposti, femmina è l’amica che la utilizza per consolarsi, Angela Finocchiaro. Gli uomini sono figure che hanno sempre emarginato il personaggio di Flavia (Amati, cazzo!), lei è qualcuno di cui si dà per scontata la presenza, per sua scarsa affettività e autostima o per timore del giudizio inibitorio o repressa sessualità (tutte espressioni della psicologa). Sembra votata a una vita di sopportazione, pronta a prendersi cura dei guai altrui, innamorata per dedizione, incapace di star sola e non sentirsi sola e, infine, vittima per mestiere.
Eppure questo personaggio, che s’impegna senza riuscirci a far pratica per l’esame di patente e rendersi più autonoma, che resta spesso seduta nel corso di tango perché gli uomini scarseggiano e quei pochi disponibili preferiscono donne meno remissive, questa Flavia spera sempre nell’arrivo di un nuovo principe azzurro, un altro a cui inevitabilmente dedicarsi o a cui dar piacere, Flavia come Estia, dea greca del focolare. Nella conclusione il film pare offrirglielo questo principe azzurro, un nuovo ammaliatore di donne capace però di rivolgersi ad esse in caso d’emergenza, ma sarebbe un altro disastro. Finalmente forse ha capito che non sarà un uomo la sua àncora, quanto piuttosto, e meglio, l’amore per la cagnetta dei suoi vicini, che aspetta appunto dedizione.
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