zarar
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domenica 13 dicembre 2015
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an almost perfect film
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Un bel fim, assolutamente da vedere. La vicenda, ispirata dal libro insieme intimista e ironico di una cooperante spagnola, Paula Farias, ruota intorno a quattro cooperanti di una associazione internazionale e ad un interprete locale in un teatro di guerra imprecisato nei Balcani (Bosnia?). Un giorno x li vede di fronte ad un problema dei tanti che sono chiamati ad affrontare a beneficio della popolazione civile, la bonifica di un pozzo in cui è stato gettato un cadavere per renderlo inutilizzabile. Un compito non troppo arduo, ma che si trasforma, nel mondo capovolto di una feroce guerra civile, in una missione impossibile: trovare la corda necessaria è un’impresa epica, per cui sei costretto a vagare inutilmente da un villaggio all’altro; l’ostilità dei locali è dietro ogni angolo e può bloccarti senza alcuna ragione; anche il semplice spostarsi significa misurarsi con la morte per le mine seminate ovunque; una demenziale burocrazia della forza di intervento internazionale è ‘il fuoco amico’ finale che ti paralizza definitivamente.
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Un bel fim, assolutamente da vedere. La vicenda, ispirata dal libro insieme intimista e ironico di una cooperante spagnola, Paula Farias, ruota intorno a quattro cooperanti di una associazione internazionale e ad un interprete locale in un teatro di guerra imprecisato nei Balcani (Bosnia?). Un giorno x li vede di fronte ad un problema dei tanti che sono chiamati ad affrontare a beneficio della popolazione civile, la bonifica di un pozzo in cui è stato gettato un cadavere per renderlo inutilizzabile. Un compito non troppo arduo, ma che si trasforma, nel mondo capovolto di una feroce guerra civile, in una missione impossibile: trovare la corda necessaria è un’impresa epica, per cui sei costretto a vagare inutilmente da un villaggio all’altro; l’ostilità dei locali è dietro ogni angolo e può bloccarti senza alcuna ragione; anche il semplice spostarsi significa misurarsi con la morte per le mine seminate ovunque; una demenziale burocrazia della forza di intervento internazionale è ‘il fuoco amico’ finale che ti paralizza definitivamente. Alla fine di un sarcasticamente definito “perfect day”, i cinque esasperati devono buttare alle ortiche la corda (di impiccati) che potrebbe servire allo scopo e vengono dirottati dalla base su un altro piacevole incarico (stasare le latrine di un campo profughi) mentre – ciliegina sulla torta - una pioggia violenta comincia a cadere. Ebbene, alle loro spalle, in un fiat, la pioggia colmerà il pozzo e lo libererà dall’ingombrante cadavere. La regia è eccellente nel governare immagini, tempi e ritmi del racconto: dalla carrellata iniziale nel pozzo buio che ti proietta sin dall’inizio in un tunnel senza uscita, al labirinto di strade viste dall’alto che portano i protagonisti da una rovina all’altra, da un rifiuto all’altro, ai claustrofobici primi piani degli stessi protagonisti chiusi nel loro fortino/pullmino, ai tempi e azioni e eventi che balzano davanti agli occhi tutti casuali, tutti inaspettati, lo spettatore si sente insieme agli attori costretto, smarrito e vertiginosamente trascinato verso il basso, in quella che è la guerra per il regista: crudele, senza senso, senza eroi e senza illusioni, a volte tristemente comica nella sua assurdità. Grava soprattutto sulle teste dei più deboli, vecchi, donne, bambini che – ci mostra il regista con grande sobrietà - semplicemente provano a continuare a vivere. Alcuni si aggrappano a una bandiera (la vedetta in mezzo al nulla); solo un bambino – nella sua ancora intatta innocenza - può attaccarsi a un brandello di speranza (vana). Più ‘fuori posto’ di tutti – ironicamente - i protagonisti cooperanti, che sono venuti a fare del ‘bene’, come se ci fosse spazio per il bene, per l’umanità, la generosità nella crudeltà cinica delle guerre. E’ quello che efficacemente ci trasmettono gli attori protagonisti (bravi soprattutto Del Toro e Robbins) ed una sceneggiatura astuta nel suo minimalismo: la buona volontà, sia essa ingenua o ormai del tutto disincantata, dei cooperanti è destinata a cozzare inesorabilmente con la realtà, ad essere beffata dal caso; e dunque non resta che rifugiarsi nella ‘normalità’ dell’anormale, nell’attaccamento testardo e senza grandi aspettative al singolo compito, nel gioco degli escamotages, persino nel dialogo banale, nel riscatto della propria umanità in quella che Ungaretti, anch’egli reduce da una guerra sanguinosa, chiamò ‘allegria di naufragi’
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enzo70
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lunedì 21 dicembre 2015
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film perfetto
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La guerra nei Balcani volge al termine, ma la popolazione locale ha la necessità di risolvere problemi che in tempi di guerra sono enormi. In una zona della Bosnia ci sono tre pozzi d’acqua, due sono minati e nel terzo qualcuno ha buttato un cadavere che lo rende inservibile. Una missione umanitaria ha un compito apparentemente semplice, tirare fuori il corpo e bonificare il pozzo. Ma la corda si rompe, ed inizia una storia diretta benissimo da Fernando Leon de Aranoa in cui va evidenziata le straordinarie interpretazioni di Benicio del Toro e Tim Robbins. Lo sguardo sempre irridente di Mambru e l’ironia di B, da buon teatro la parodia della corda quando entrano in una città abbandonata, rafforzano il messaggio del film, omaggio agli anti eroi che senza falsi pacifismi aiutano le popolazioni devastate dalla guerra.
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La guerra nei Balcani volge al termine, ma la popolazione locale ha la necessità di risolvere problemi che in tempi di guerra sono enormi. In una zona della Bosnia ci sono tre pozzi d’acqua, due sono minati e nel terzo qualcuno ha buttato un cadavere che lo rende inservibile. Una missione umanitaria ha un compito apparentemente semplice, tirare fuori il corpo e bonificare il pozzo. Ma la corda si rompe, ed inizia una storia diretta benissimo da Fernando Leon de Aranoa in cui va evidenziata le straordinarie interpretazioni di Benicio del Toro e Tim Robbins. Lo sguardo sempre irridente di Mambru e l’ironia di B, da buon teatro la parodia della corda quando entrano in una città abbandonata, rafforzano il messaggio del film, omaggio agli anti eroi che senza falsi pacifismi aiutano le popolazioni devastate dalla guerra. Il finale è una pillola di grandissimo cinema. Perfect day, perfect film, ma senza parodie.
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maurizio meres
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lunedì 14 dicembre 2015
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un giorno qualunque
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Un giorno qualunque di una guerra mai presa in considerazione,dove tutti si giravano senza guardare avanti,nessuno voleva rimanere in quella regione chiamata Balcani ma nessuno andava via,le nazioni unite si limitavano al compitino del giorno,cadendo poi nelle varie contraddizioni burocratiche mascherando molto abilmente l'indifferenza dell'occidente,la popolazione alla mercé di tutto e di tutti senza capire chi era veramente il nemico,il conflitto etnico con la rabbia dei lunghi anni precedetti,tenuti uniti soltanto perché la forma dittatoriale camuffata in un socialismo fatto non di uguaglianza ma di potere assoluto nella più spregevole mancanza di rispetto della dignità altrui,con una strategia di paura e controllo politico ramificato nella popolazione.
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Un giorno qualunque di una guerra mai presa in considerazione,dove tutti si giravano senza guardare avanti,nessuno voleva rimanere in quella regione chiamata Balcani ma nessuno andava via,le nazioni unite si limitavano al compitino del giorno,cadendo poi nelle varie contraddizioni burocratiche mascherando molto abilmente l'indifferenza dell'occidente,la popolazione alla mercé di tutto e di tutti senza capire chi era veramente il nemico,il conflitto etnico con la rabbia dei lunghi anni precedetti,tenuti uniti soltanto perché la forma dittatoriale camuffata in un socialismo fatto non di uguaglianza ma di potere assoluto nella più spregevole mancanza di rispetto della dignità altrui,con una strategia di paura e controllo politico ramificato nella popolazione.
Come contorno gli aiuti umanitari portati da volontari che il più delle volte erano persone deluse dalla vita,con problemi anche esistenziali ma dando un grande aiuto sia pratico che psicologico alle popolazioni duramente provate.
Questo è il film in versione tragicomica in un momento della guerra ormai finita ma con tanto lavoro umanitario per far tornare alla normalità la popolazione ,ottimamente diretto ambientazioni realisticamente perfette,giusti cambi scena,atmosfere di desolazione,di crudeltà e voglia di vivere perfettamente riuscite.
Veramente eccezionali Benicio Del Toro e Tim Robbins la loro interpretazione è stata qualcosa di unico recitando nei tempi giusti,sembrava che dialogassero con gli sguardi,far recitare insieme due grandi attori del loro calibro senza mai sovrapponendoli è stata la grande bravura del regista Spagnolo,attraverso la loro grande professionalità.
Ottimo film da vedere
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bernardino mattioli
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lunedì 4 gennaio 2016
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la corda è la miglior amica dell'uomo
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Che serva per uccidere o per salvare, la corda rimane comunque la miglior amica dell'uomo.
In questi 106 minuti di apparente serenità,dove la guerra non scalfisce la parte più docile e umana di questi personaggi, la corda rimane la metafora che lega queste vite diverse e reali, a loro modo estreme.
Dal bambino con o senza palone, alla contadina che si fida delle sue vacche per eludere le mine. I personaggi "secondari" si prendono una rivincita sui volti noti e ci si aiuta a vicenda, a volte senza neanche saperlo. Tutti, per motivi e conseguenze diverse, hanno la stessa importanza, ed è questo punto che ci ridona un respiro ampio.
Avvolti da epoche infinite di tensione, Perfect Day ci ricorda la somma dei gesti che ci identifica, il valore della comprensione, e che ogni periodo ha il suo dramma,che non è più o meno grave di altri.
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Che serva per uccidere o per salvare, la corda rimane comunque la miglior amica dell'uomo.
In questi 106 minuti di apparente serenità,dove la guerra non scalfisce la parte più docile e umana di questi personaggi, la corda rimane la metafora che lega queste vite diverse e reali, a loro modo estreme.
Dal bambino con o senza palone, alla contadina che si fida delle sue vacche per eludere le mine. I personaggi "secondari" si prendono una rivincita sui volti noti e ci si aiuta a vicenda, a volte senza neanche saperlo. Tutti, per motivi e conseguenze diverse, hanno la stessa importanza, ed è questo punto che ci ridona un respiro ampio.
Avvolti da epoche infinite di tensione, Perfect Day ci ricorda la somma dei gesti che ci identifica, il valore della comprensione, e che ogni periodo ha il suo dramma,che non è più o meno grave di altri.
Chi tenta la sofferenza, di solito, ne diventa dipendente, e deve farla svettare per esistere, in una competizione satanica senza futuro morale.
Ma non in questo film almeno, una piacevole "ballata" in un terreno non proprio favorevole, uno spirito che fa emergere le qualità personali non abbinate ad azioni eroiche di pellicole impossibili. Un film educato e divertente, in un contesto che avrebbe potuto evidenziare il contarrio. Un ottimo esempio di vita dove i ruoli primordiali, padre-madre-figlio, vengono compensati dalla giusta attenzione e fraternità.
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nanni
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giovedì 17 dicembre 2015
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perfect day
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Un gruppo internazionale di operatori umanitari lavora in uno dei tanti teatri di guerra sparsi per il pianeta.
Dovranno bonificare un pozzo estraendone per tempo il cadavere di un uomo.
L'operazione, di per se, semplice si rivela, invece, da subito molto complicata perchè, udite udite, i nostri organizzatissimi e finanziatissimi benefattori non hanno un pezzo di corda adatta alla situazione.
Se le circostanze non fossero tragiche, mentre sembra di assistere alla riedizione del "maggiolino tutto matto alla guerra", ci sarebbe da ridere.
Infatti si ride e molto perchè la ricerca della corda si trasforma, via via e per lunghi tratti, tra mine da evitare e questioni di pallone tra adolescenti,in una tragicomica, esilarante caccia al tesoro e tra tante belle ragazze da villagio vacanze, una imperdibile occasione per rimorchiare.
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Un gruppo internazionale di operatori umanitari lavora in uno dei tanti teatri di guerra sparsi per il pianeta.
Dovranno bonificare un pozzo estraendone per tempo il cadavere di un uomo.
L'operazione, di per se, semplice si rivela, invece, da subito molto complicata perchè, udite udite, i nostri organizzatissimi e finanziatissimi benefattori non hanno un pezzo di corda adatta alla situazione.
Se le circostanze non fossero tragiche, mentre sembra di assistere alla riedizione del "maggiolino tutto matto alla guerra", ci sarebbe da ridere.
Infatti si ride e molto perchè la ricerca della corda si trasforma, via via e per lunghi tratti, tra mine da evitare e questioni di pallone tra adolescenti,in una tragicomica, esilarante caccia al tesoro e tra tante belle ragazze da villagio vacanze, una imperdibile occasione per rimorchiare.
Il buon film di Leon de Aranoa prende di petto e senza complimenti quello che troppo spesso è "l'allegro" ed inutilmente mangiasoldi mondo delle onlus.
Dunque, una denuncia, senza mezzi termini, che ha il merito di fare o rifare un pò di chiarezza intorno a quel turismo filantropico tanto di moda tra incopetenti, inqualificati, improvvisati benefattori in cerca di emozioni forti che nel nostro immaginario troppo spesso, invece, supponiamo impegnati a risolvere eroicamente chissà quale complicate questioni umanitarie.
Benicio Del Toro e Tim Robbins (più che perfetti....come sempre e non avevamo dubbi)da soli fanno il film che è comunque utile e da vedere.
Ciao Nanni
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biso 93
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martedì 24 maggio 2016
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bello e anticonvenzionale
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A perfect day e' un film del 2014 diretto da De Aranoa che narra le vicende di alcuni operatori umanitari intenti a spurgare un pozzo, in cui e' stato gettato un grosso cadavere. Il film si basa sull'interazione di questi 4/5 personaggi che si ritrovano a dover risolvere un problema, il quale si rivela piu' difficile di quanto non si possa pensare, il tutto sullo sfondo dei balcani, territorio in cui ormai la guerra sta per finire. Il film e' divertente e si basa molto sulla sceneggiatura che a mio avviso e' eccezzionale. Una corda, un oggetto cosi semplice, e' l'oggetto che scatena gli eventi di questo film indipendente che ha il grande pregio di raccontare la guerra con ironia e sarcasmo, mostrandone tutte le sfumature, sociali ed ambientati.
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A perfect day e' un film del 2014 diretto da De Aranoa che narra le vicende di alcuni operatori umanitari intenti a spurgare un pozzo, in cui e' stato gettato un grosso cadavere. Il film si basa sull'interazione di questi 4/5 personaggi che si ritrovano a dover risolvere un problema, il quale si rivela piu' difficile di quanto non si possa pensare, il tutto sullo sfondo dei balcani, territorio in cui ormai la guerra sta per finire. Il film e' divertente e si basa molto sulla sceneggiatura che a mio avviso e' eccezzionale. Una corda, un oggetto cosi semplice, e' l'oggetto che scatena gli eventi di questo film indipendente che ha il grande pregio di raccontare la guerra con ironia e sarcasmo, mostrandone tutte le sfumature, sociali ed ambientati. Il film presenta un cast interessante e ben amalgamato, in cui spicca un Benicio Del Toro in gran forma, perfettamente nel personaggio. Consigliato!!
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minnie
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domenica 27 dicembre 2015
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"qui pure i bambini nascono ridendo"
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Finalmente un film che parla di un conflitto così vicino a noi, geograficamente, e anche nel tempo, ma su cui è stata stesa un'imbarazzata cortina di silenzio. Da qualche parte laggiù in Bosnia, in un territorio brullo e impervio, sta finendo una guerra e tre operatori di pace, raggiunti da una russa che deve controllare il loro operato, si trovano a dover affrontare i mille problemi che una guerra comporta, anche se sta volgendo al termine. Eccezionale l'impianto teatrale del film, con molte battute fulminanti, come quella sul senso di umorismo di una popolazione che pure non ha esitato a massacrarsi casa per casa, e la recitazione di Del Toro e Robbins soprattutto, fatta di sguardi e di ammiccamenti preziosi.
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Finalmente un film che parla di un conflitto così vicino a noi, geograficamente, e anche nel tempo, ma su cui è stata stesa un'imbarazzata cortina di silenzio. Da qualche parte laggiù in Bosnia, in un territorio brullo e impervio, sta finendo una guerra e tre operatori di pace, raggiunti da una russa che deve controllare il loro operato, si trovano a dover affrontare i mille problemi che una guerra comporta, anche se sta volgendo al termine. Eccezionale l'impianto teatrale del film, con molte battute fulminanti, come quella sul senso di umorismo di una popolazione che pure non ha esitato a massacrarsi casa per casa, e la recitazione di Del Toro e Robbins soprattutto, fatta di sguardi e di ammiccamenti preziosi. Mélanie Thierry fa la parte della cooperante alle prime armi, ed è quella a cui il veterano Mambru (Benicio Del Toro in gran forma) vorrebbe risparmiare le scene più crude, salvo poi che la ragazza si lascia scappare un commento troppo cinico al cadavere nel pozzo, spunto della vicenda. Alla fine il personaggio più riuscito è proprio Mambru, venuto dal lontano Costarica, che capisce i ragazzi, anche quelli resi crudeli dal conflitto e pronti a usare la pistola per difendere un pallone rubato e che riesce a consolare Nicolas, ignaro della sorte dei suoi genitori, impiccati dai vicini di casa di una religione diversa, facendosi promettere che, se partirà, lo farà insieme al nonno. Nicolas è il piccolo testimone, appena 9 anni, delle atrocità passate e quello che comunque ha capito tutto, anche che il pozzo è stato avvelenato apposta per poter vendere l'acqua a caro prezzo. Insistita la presenza delle mucche in scena, sia come povere vittime sulla strada dei cooperanti (e che paesaggio davvero arduo in cui vivere e pensare che ci hanno fatto pure una guerra assurda come tutte le guerre) sia come eccezionali fiutatrici di mine,, per cui basta seguire il loro percorso per evitarle. E alla fine, nonostante la burocrazia dei caschi blu, e le difficoltà che gli uomini si fanno, sarà ancora la Natura a portare la soluzione più ovvia, con la pioggia, che rimanda a un altro film sulle stesse vicende, "Prima della pioggia", ,in un finale che lascia ben sperare sulla vittoria del bene sul male. Un film davvero necessario.
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filippo catani
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martedì 22 dicembre 2015
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una commedia amara
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Balcani 1995. Un gruppo di soccorritori umanitari vorrebbe rimuovere il corpo di una persona che giace in fondo a un pozzo. Il primo tentativo va a vuoto e così il gruppetto è costretto a cercare una corda nuova. L'impresa si rivelerà più ardua del previsto.
Davvero bella e interessante quest'opera che racconta in modo diverso l'orrore della guerra in Jugoslavia e se vogliamo ne sottolinea l'assurdità sia di quella che di ogni altra guerra. Si parte da una situazione volutamente paradossale quale può essere cercare un certo quantitativo di corda. Da questo si sviluppano una serie di ora terribili ora comiche situazioni che mettono a nudo la tragedia.
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Balcani 1995. Un gruppo di soccorritori umanitari vorrebbe rimuovere il corpo di una persona che giace in fondo a un pozzo. Il primo tentativo va a vuoto e così il gruppetto è costretto a cercare una corda nuova. L'impresa si rivelerà più ardua del previsto.
Davvero bella e interessante quest'opera che racconta in modo diverso l'orrore della guerra in Jugoslavia e se vogliamo ne sottolinea l'assurdità sia di quella che di ogni altra guerra. Si parte da una situazione volutamente paradossale quale può essere cercare un certo quantitativo di corda. Da questo si sviluppano una serie di ora terribili ora comiche situazioni che mettono a nudo la tragedia. Dall'orgoglio patriottico alle esecuzioni sommarie fino a chi fa affari vendendo acqua a peso d'oro. In questo contesto si muovono due veterani come Del Toro e Robbins perfettamente a loro agio in questo ruolo. Il primo trasandato e con una vita sentimentale sgangherata e il secondo invece completamente sgangherato. Insomma un modo diverso ed originale di raccontare il conflitto nei Balcani.
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lbavassano
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venerdì 21 ottobre 2016
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a perfect day - a perfect film
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Non si lasci ingannare lo spettatore distratto dal tono apparentemente leggero del film di Fernando Leòn de Aranoa. Non c'é nulla di leggero in realtà, ma la capacità di narrare l'orrore della guerra dal punto di vista delle piccole cose, della quotidianità degli esseri umani, della sua assurdità. Non attenuandolo, l'orrore, certamente non negandolo, semmai esacerbandolo nella sua mancanza di senso. Tanto più forte risulta la rappresentazione della vita di chi con tale orrore si confronta, credendo nella propria missione, cercando di sopravvivere, di far fronte ai problemi quotidiani di cui la guerra dissemina la vita.
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Non si lasci ingannare lo spettatore distratto dal tono apparentemente leggero del film di Fernando Leòn de Aranoa. Non c'é nulla di leggero in realtà, ma la capacità di narrare l'orrore della guerra dal punto di vista delle piccole cose, della quotidianità degli esseri umani, della sua assurdità. Non attenuandolo, l'orrore, certamente non negandolo, semmai esacerbandolo nella sua mancanza di senso. Tanto più forte risulta la rappresentazione della vita di chi con tale orrore si confronta, credendo nella propria missione, cercando di sopravvivere, di far fronte ai problemi quotidiani di cui la guerra dissemina la vita. Cercando di mantenere intatto un senso di dignità. Si ride, a tratti, anche spesso, ma non si scollega mai il cervello, ma la bocca resta amara. Ottimo il cast, al pari della sceneggiatura, della fotografia e della colonna sonora. (Rivisto grazie alla rassegna del venerdì di Sala Pastrone - Vertigo, ed il riveder non nuoce, tutt'altro).
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kimkiduk
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domenica 27 dicembre 2015
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grande de aranoa
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Prima di andarlo a vedere mi sono visto quello che potevo vedere del regista cioè ho trovato solo "i Lunedì Al Sole" e l'ho trovato bellissimo. Allora sono partito alla ricerca di Perfect Day e ne sono rimasto completamente esaudito nel piacere e nell'aspettativa. La mia perplessità riguardava la difficoltà che un regista mi piacesse tantissimo due volte consecutivamente, che essendo il suo primo film in lingua inglese potesse essere diverso e che trattandosi di un argomento "fritto e rifritto" la guerra balcanica potesse essere un fiasco. Invece udite udite è quasi un capolavoro. Non pecca in niente .... regia ottima; sceneggiatura eccezionale in quanto la storia regge sempre senza fronzoli e senza piagnistei con una serie di risate veramente di pancia e con battute ironiche e non banali; attori meravigliosi soprattutto Robbins miracolato e un Del Toro che oltre che "bello" bravissimo.
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Prima di andarlo a vedere mi sono visto quello che potevo vedere del regista cioè ho trovato solo "i Lunedì Al Sole" e l'ho trovato bellissimo. Allora sono partito alla ricerca di Perfect Day e ne sono rimasto completamente esaudito nel piacere e nell'aspettativa. La mia perplessità riguardava la difficoltà che un regista mi piacesse tantissimo due volte consecutivamente, che essendo il suo primo film in lingua inglese potesse essere diverso e che trattandosi di un argomento "fritto e rifritto" la guerra balcanica potesse essere un fiasco. Invece udite udite è quasi un capolavoro. Non pecca in niente .... regia ottima; sceneggiatura eccezionale in quanto la storia regge sempre senza fronzoli e senza piagnistei con una serie di risate veramente di pancia e con battute ironiche e non banali; attori meravigliosi soprattutto Robbins miracolato e un Del Toro che oltre che "bello" bravissimo. Se poi ci mettiamo che l'argomento guerra in Jugoslavia viene trattato da un lato quasi nuovo e con la giusta dose di serietà mista a ironia e sarcasmo direi che il dolce è fatto ed è venuto buonissimo. Complimenti ad un regista quindi che seguirò (già scritto in rosso il nome) e che speriamo gli USA non cambino come sembra stiano facendo per Inarritu. P.S. - Ho avuto chiaramente difficoltà per vederlo .... la distribuzione come al solito mette in 500 sale Cenerentolo e in 2 Perfect Day. Un peccato e uno sbaglio culturale informativo.
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