carmy919
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martedì 26 aprile 2016
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film emozionante
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Cast ad alti livelli tra i quali spiccano i protagonisti Stefania Rocca nei panni di Caterina e Moisè Curia nei panni di Ciccio, figlio di Caterina.
Il film racconta come una famiglia di un ragazzo con disabilità mentali affronta la situazione all'interno del nucleo familiare e in relazione col mondo esterno.
Nel film spicca "l'amore" dI una madre verso il figlio e di come ella lotti contri tutti e non si arrenda per amore del figlio.
Complimenti al regista per aver voluto collocare la storia in un paesino della sicilia, realtà dove purtroppo spesso e volentieri si fa fatica più che in altri luoghi e ci si trova a dover fare i conti con i pregiudizi della gente.
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Cast ad alti livelli tra i quali spiccano i protagonisti Stefania Rocca nei panni di Caterina e Moisè Curia nei panni di Ciccio, figlio di Caterina.
Il film racconta come una famiglia di un ragazzo con disabilità mentali affronta la situazione all'interno del nucleo familiare e in relazione col mondo esterno.
Nel film spicca "l'amore" dI una madre verso il figlio e di come ella lotti contri tutti e non si arrenda per amore del figlio.
Complimenti al regista per aver voluto collocare la storia in un paesino della sicilia, realtà dove purtroppo spesso e volentieri si fa fatica più che in altri luoghi e ci si trova a dover fare i conti con i pregiudizi della gente.
E' un film emozionante e fa capire quali sono i veri valori della vita e a dimostrazione di questo bisogna sottolineare il lungo applauso e la commozione generale al termine della proiezione al quale ho partecipato venerdì sera.
Non posso non consigliare la visione del film perchè davvero è un film fatto molto bene e curato in ogni dettaglio.
Inizialmente devo ammettere che fossi un po' dubbiosa per quanto riguardava la trama del film perchè temevo che si cadesse nei soliti luoghi comuni e che non si riuscisse a raccontare a pieno la storia ma alla fine della proiezione sono stata felicissima di essermi sbagliata e contentissima anche di essere li a vedere il film ed essermi emozionata.
A fine film qualche lacrima è stata inevitabile visto il livello altissimo di interpretazione di ogni singolo attore e l'altissimo livello della storia.
In conclusione penso, che il successo di un film come questo sia dovuto anche al fatto che un film di questo genere mancava da tanto tempo nella storia del cinema italiano.
Sarò ripetitiva ma davvero COMPLIMENTI! Film da vedere più di una volta e non escludo di tornare al cinema a rivederlo.
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emiliocamp
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lunedì 25 aprile 2016
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una semplice sorpresa
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Capita a volte di andare al cinema senza uno scopo, questa volta lo è stato per me e così ho ricevuto questa sorpresa.
Probabilmente un film che non sarei andato a vedere di mia spontanea volontà, ma in questo momento per chi vuole capire la consapevolezza del cinema italiano, che sta di nuovo dicendo qualcosa e lo dice in molte forme, da molte generazioni contemporaneamente. E' il caso di vederlo. Un film dalla Sicilia con attori strepitosi, basta per ricevere il compenso da spettatore di un film che non parla solo della condizione di una famiglia con un figlio problematico, parla a tutti. Perchè siamo tutti coinvolti nella sana follia. Qui si descrive quando la follia diventa predominante, quando un ragazzo ha il coraggio di andare in fondo alla sua condizione speciale, che poi è così per tutti.
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Capita a volte di andare al cinema senza uno scopo, questa volta lo è stato per me e così ho ricevuto questa sorpresa.
Probabilmente un film che non sarei andato a vedere di mia spontanea volontà, ma in questo momento per chi vuole capire la consapevolezza del cinema italiano, che sta di nuovo dicendo qualcosa e lo dice in molte forme, da molte generazioni contemporaneamente. E' il caso di vederlo. Un film dalla Sicilia con attori strepitosi, basta per ricevere il compenso da spettatore di un film che non parla solo della condizione di una famiglia con un figlio problematico, parla a tutti. Perchè siamo tutti coinvolti nella sana follia. Qui si descrive quando la follia diventa predominante, quando un ragazzo ha il coraggio di andare in fondo alla sua condizione speciale, che poi è così per tutti. Perchè tutti abbiamo una madre, in questo caso è Stefania Rocca che è La Madre. L'icona della maternità in questo momento del cinema italiano. Una madre buona, sempre dalla tua parte, sempre forte, troppo purtroppo, e l'eccesso di amore può dare troppo coraggio e il troppo danneggia. Ma la misura è la parola giusta per descrivere il lavoro di questi attori che non debordano mai, che restano al servizio di una storia piena, struggentemente bella. Non sempre capita di vedere al cinema film che non sono invenzioni, trovate, di stile e narrazioni, qui è la semplicità del linguaggio che lascia la bocca e il cuore pieno di soddisfazione. Un bravo giovane attore Moise Curia, è nella dimensione del film senza mai strafare delineando un carattere sempre sopra le righe. Insomma questo film parla della sana e santa follia che tutti dovremmo avere il coraggio di perseguire e di far accettare agli altri, se tanti lo vedranno , potrebbero esserci più artisti e persone libere in giro, quando ne incontrate una Abbracciatelo per me.
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emma b.
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lunedì 25 aprile 2016
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l'importanza di un bel cast
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Non è facile portare sullo schermo una storia vera come quella raccontata dalla sapiente mano di Sindoni in questo film. Le difficoltà che si affrontano quando la disabilità di un figlio entra in una famiglia sono immense e dolorose, e richiedono amore, cura, attenzione. E amore, cura e attenzione hanno generosamente speso gli attori che si sono presi, con umiltà e professionalità, la responsabilità di raccontare una realtà così dura. Stefania Rocca su tutti, dona generosamente al ruolo di Caterina (la madre di Francesco) un'umanità caparbia e disperata che ricorda le meravigliose "donne del popolo" raccontate dal cinema neorealista. Negli occhi la fierezza e la forza di una lupa che difende i suoi cuccioli, e la fragilità di una madre che sa che il suo amore può tanto ma non tutto.
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Non è facile portare sullo schermo una storia vera come quella raccontata dalla sapiente mano di Sindoni in questo film. Le difficoltà che si affrontano quando la disabilità di un figlio entra in una famiglia sono immense e dolorose, e richiedono amore, cura, attenzione. E amore, cura e attenzione hanno generosamente speso gli attori che si sono presi, con umiltà e professionalità, la responsabilità di raccontare una realtà così dura. Stefania Rocca su tutti, dona generosamente al ruolo di Caterina (la madre di Francesco) un'umanità caparbia e disperata che ricorda le meravigliose "donne del popolo" raccontate dal cinema neorealista. Negli occhi la fierezza e la forza di una lupa che difende i suoi cuccioli, e la fragilità di una madre che sa che il suo amore può tanto ma non tutto. Moisè Curia è il giovane Francesco, in una prova d'attore che poteva essere piena di insidie, superata a pieni voti. Senza paura di essere "troppo", il giovane Moisè "è" Francesco e basta, con misura, talento e molto cuore. Una menzione speciale va a Giulia Bertini, alla sua prima esperienza cinematografica nel ruolo di Tania (l'altra figlia, unico punto fermo, stabile della famiglia nonostante la giovane età) la sua interpretazione è vera, sensibile, e senza manierismi o sbavature ma allo stesso tempo incisiva e coinvolgente.
Vincenzo Amato regala al ruolo del padre uno straniamento malinconico e quasi inconsapevole che lo rende alla fine vittima di sé stesso. Paolo Sassanelli, è intenso e tenero nel ruolo del capitano dei Carabinieri, (forse) innamorato da sempre di Caterina, è tutto quello che suo marito non è. Pino Caruso, un bel ritorno.
Un ottimo cast per un film senz'altro da vedere. Per avvicinarsi anche solo un po' a una realtà ancora poco raccontata dal nostro cinema.
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robi fontana
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martedì 26 aprile 2016
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come affrontare nella famiglia il disagio mentale?
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Il film, di grande impatto emotivo, tratta il difficile tema della quotidianità familiare in presenza di un componente affetto da disagio mentale. Con sapienza vengono descritti i differenti comportamenti dei membri della famiglia e come questi conducano all'incomunicabilità e alla disgregazione. Il disagio mentale, più ancora di quello fisico, crea una distanza incolmabile con il mondo che circostante con il quale, col passare del tempo, diventa impossibile rapportarsi. Il ruolo della madre, la cui consapevolezza della malattia non porta all'accettazione di un modus vivendi differente per Ciccio, è commovente nella sua cecità che non trova sollievo neanche nella fede. E proprio sul sentirsi indispensabile ed insostituibile che si delinea il travagliato percorso di questa donna che fino all'ultimo rifiuta di accettare che il figlio debba necessariamente vivere una vita diversa da quella sognata per lui.
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Il film, di grande impatto emotivo, tratta il difficile tema della quotidianità familiare in presenza di un componente affetto da disagio mentale. Con sapienza vengono descritti i differenti comportamenti dei membri della famiglia e come questi conducano all'incomunicabilità e alla disgregazione. Il disagio mentale, più ancora di quello fisico, crea una distanza incolmabile con il mondo che circostante con il quale, col passare del tempo, diventa impossibile rapportarsi. Il ruolo della madre, la cui consapevolezza della malattia non porta all'accettazione di un modus vivendi differente per Ciccio, è commovente nella sua cecità che non trova sollievo neanche nella fede. E proprio sul sentirsi indispensabile ed insostituibile che si delinea il travagliato percorso di questa donna che fino all'ultimo rifiuta di accettare che il figlio debba necessariamente vivere una vita diversa da quella sognata per lui. Un film che fa riflettere, che fa battere il cuore come se fossimo noi stessi a dover decidere cosa fare: un momento solidali e un momento rabbiosi verso questa donna il cui tanto amore obnubila la capacità di decidere.
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iltrequartista
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lunedì 26 giugno 2017
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ciccio tamburo
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Tutto sommato un buon film anche se leggendo tutte le altre recensioni mi aspettavo un capolavoro assoluto.
Sinceramente oltre la recitazione della Rocca,davvero lodevole ,non mi sembra che il resto del cast si esprima ai medesimi livelli.
Anche la sceneggiatura non sempre riesce a farsi seguire volentieri,fra le alternanze dei ricoveri,di cure troppo palesemente errate e paesani con il quoziente intellettivo di un cactus.
Fuori contesto,talvolta, anche il rapporto con il padre.
Tuttavia l'estremo amore della madre rivaluta la pellicola,perché oggettivamente ci fa riflettere su quanta sofferenza possa colpire un intero nucleo familiare.
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Tutto sommato un buon film anche se leggendo tutte le altre recensioni mi aspettavo un capolavoro assoluto.
Sinceramente oltre la recitazione della Rocca,davvero lodevole ,non mi sembra che il resto del cast si esprima ai medesimi livelli.
Anche la sceneggiatura non sempre riesce a farsi seguire volentieri,fra le alternanze dei ricoveri,di cure troppo palesemente errate e paesani con il quoziente intellettivo di un cactus.
Fuori contesto,talvolta, anche il rapporto con il padre.
Tuttavia l'estremo amore della madre rivaluta la pellicola,perché oggettivamente ci fa riflettere su quanta sofferenza possa colpire un intero nucleo familiare.
La gestione quotidiana del disagio mentale è indubbiamente una delle prove più difficili da superare,per chiunque.
Dunque non si può non volere bene al Ciccio Tamburo di turno e non si può sperare per lui un futuro perlomeno sereno,magari con un piccolo aiuto o un semplice sorriso da parte di tutti noi.
Credo che il messaggio del film sia questo e merita grande rispetto,sull'opera cinematografica in quanto tale proprio non riesco ad assegnare più di tre stelle.
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emiliocamp
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lunedì 25 aprile 2016
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la semplicità della sana follia
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Capita a volte di andare al cinema senza uno scopo, questa volta lo è stato per me e così ho ricevuto questa sorpresa.
Probabilmente un film che non sarei andato a vedere di mia spontanea volontà, ma in questo momento per chi vuole capire la consapevolezza del cinema italiano, che sta di nuovo dicendo qualcosa e lo dice in molte forme, da molte generazioni contemporaneamente. E' il caso di vederlo. Un film dalla Sicilia con attori strepitosi, basta per ricevere il compenso da spettatore di un film che non parla solo della condizione di una famiglia con un figlio problematico, parla a tutti. Perchè siamo tutti coinvolti nella sana follia. Qui si descrive quando la follia diventa predominante, quando un ragazzo ha il coraggio di andare in fondo alla sua condizione speciale, che poi è così per tutti.
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Capita a volte di andare al cinema senza uno scopo, questa volta lo è stato per me e così ho ricevuto questa sorpresa.
Probabilmente un film che non sarei andato a vedere di mia spontanea volontà, ma in questo momento per chi vuole capire la consapevolezza del cinema italiano, che sta di nuovo dicendo qualcosa e lo dice in molte forme, da molte generazioni contemporaneamente. E' il caso di vederlo. Un film dalla Sicilia con attori strepitosi, basta per ricevere il compenso da spettatore di un film che non parla solo della condizione di una famiglia con un figlio problematico, parla a tutti. Perchè siamo tutti coinvolti nella sana follia. Qui si descrive quando la follia diventa predominante, quando un ragazzo ha il coraggio di andare in fondo alla sua condizione speciale, che poi è così per tutti. Perchè tutti abbiamo una madre, in questo caso è Stefania Rocca che è La Madre. L'icona della maternità in questo momento del cinema italiano. Una madre buona, sempre dalla tua parte, sempre forte, troppo purtroppo, e l'eccesso di amore può dare troppo coraggio e il troppo danneggia. Ma la misura è la parola giusta per descrivere il lavoro di questi attori che non debordano mai, che restano al servizio di una storia piena, struggentemente bella. Non sempre capita di vedere al cinema film che non sono invenzioni, trovate, di stile e narrazioni, qui è la semplicità del linguaggio che lascia la bocca e il cuore pieno di soddisfazione.
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ross64
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lunedì 23 gennaio 2017
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un film che tutti dovrebbero vedere!
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Ci vuole coraggio.... coraggio per affrontare certe tematiche, coraggio ad interpretarle riuscendo ad inviare messaggi di solidarietà e non di vittimismo o in alcun modo pietosi per situazioni di disagio; vidi questo film tempo fa per la prima volta in una piccola sala cinematografica promosso da un'associazione locale, ne seguì un incontro/dibattito con il regista e l'attore protagonista..ma fu solo l'inizio perchè poi grazie a Sky che lo ha proposto ho potuto, rivedendolo, coglierne l'essenza.
Per me interpretato benissimo, mai lento, anzi nella prima parte la storia è condita d'ironia, con gentilezza....quasi a prendere per mano lo spettatore e condurlo via via in quel tunnel della disabiltà un percorso tortuoso tra caratteri e modi diversi come approccio al tema.
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Ci vuole coraggio.... coraggio per affrontare certe tematiche, coraggio ad interpretarle riuscendo ad inviare messaggi di solidarietà e non di vittimismo o in alcun modo pietosi per situazioni di disagio; vidi questo film tempo fa per la prima volta in una piccola sala cinematografica promosso da un'associazione locale, ne seguì un incontro/dibattito con il regista e l'attore protagonista..ma fu solo l'inizio perchè poi grazie a Sky che lo ha proposto ho potuto, rivedendolo, coglierne l'essenza.
Per me interpretato benissimo, mai lento, anzi nella prima parte la storia è condita d'ironia, con gentilezza....quasi a prendere per mano lo spettatore e condurlo via via in quel tunnel della disabiltà un percorso tortuoso tra caratteri e modi diversi come approccio al tema. Consigliatissimo anche solo per "curiosità" e comunque...in fondo al tunnel...troverete la luce!!
Grazie a Vittorio Sindoni, grazie a Stefania Rocca a Giulia Bertini, a Vincenzo Amato e a tutti coloro che hanno saputo dar vita a questa storia
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