critichetti
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domenica 28 dicembre 2014
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non ce la faccio...troppi ricordi...
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Premetto che la recensione contiene degli spoiler per analizzare meglio alcune questioni.Detto questo:il voto sarebbe in realtà tre stelle e mezzo,ne ho tolto mezza perchè dal trio mi aspetto di più.E questo è il problema principale:Aldo,Giovanni e Giacomo ci hanno abituato a film ben migliori (basti pensare soprattutto ai primi tre),motivo per cui agli amanti del trio potrebbe non piacere,Da anni infatti sono molti quelli che sostegono che il tre comici siano ormai invecchiati e incapaci di far ridere come nei tempi d'oro,ma la questione principale è:il film è bello o brutto?Ora vedremo.La trama è niente male:per una serie di eventi,un riccone si trova fallito e deve suo malgrado accettare a poco a poco la sua nuova situazione di vita,anche se si tratta di dover vivere nella casa di un poveraccio venditore abusivo,seguito dal fedele maggiordomo,fino a quando i tre riusciranno a risollevarsi.
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Premetto che la recensione contiene degli spoiler per analizzare meglio alcune questioni.Detto questo:il voto sarebbe in realtà tre stelle e mezzo,ne ho tolto mezza perchè dal trio mi aspetto di più.E questo è il problema principale:Aldo,Giovanni e Giacomo ci hanno abituato a film ben migliori (basti pensare soprattutto ai primi tre),motivo per cui agli amanti del trio potrebbe non piacere,Da anni infatti sono molti quelli che sostegono che il tre comici siano ormai invecchiati e incapaci di far ridere come nei tempi d'oro,ma la questione principale è:il film è bello o brutto?Ora vedremo.La trama è niente male:per una serie di eventi,un riccone si trova fallito e deve suo malgrado accettare a poco a poco la sua nuova situazione di vita,anche se si tratta di dover vivere nella casa di un poveraccio venditore abusivo,seguito dal fedele maggiordomo,fino a quando i tre riusciranno a risollevarsi.Ora:se dicessi che il film fa ridere dall'inizio alla fine mentirei,però devo ammettere che qualche risata la strappa.Una cosa che mi piace è che almeno la commedia non si basa sugli equivoci.Devo però ammettere che qualche parte che non va c'è.Però ci sono momenti in cui sembra di rivedere il trio dei tempi d'oro,peccato che sia per poco tempo.Mi è piaciuto anche vedere che Aldo si distacca dalla sua immagine di "macchietta comica" per abbracciare un ruolo quasi di fulcro del film,specie dopo la morte della madre:FINALMENTE in un film italiano hanno messo una scena di morte di un personaggio italiano a cui è stato dato un senso:in genere in Italia siamo abituati a fare scene di morte così a caso,senza far crescere minimamente i personaggi (vero,Moccia?):Aldo,dopo il lutto,mette la testa a posto e inizia a prodigarsi per far si che anche i suoi amici riescano a sistemarsi e a crescere,comprendendo il loro nuovo status.Dopo tanto tempo,alla fine di un film del trio mi sono chiesto "Ma come,già finito?".Se devo essere sincero il finale non mi ha soddisfatto pienamente e avrebbero dovuto mettere forse qualche scena in più per chiudere in bellezza,ma forse chiedo troppo.In sinstesi:è un capolavoro?No,ma merita di essere visto:i fan del trio si strapperanno i capelli vedendo le numerose auto-citazioni presenti nel film,chi non conosce benissimo il trio potrebbe apprezzarlo non poco.Io personalmente ne consiglio la visione.
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yurigami
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sabato 13 dicembre 2014
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un film disperato
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Vedendo questo film si nota clamorosamente quanto l'acclamatissimo trio comico (ho apprezzato tutti i loro spettacoli teatrali e i loro film, tranne questo) cerchi disperatamente l'idea per una trama originale e contemporaneamente attuale, disperati scelgono il tema della crisi, di come nonostante ciò si possa lo stesso essere felici con poco e di come il ricco possa diventare più povero del povero stesso, che con un atto di generosità (a dire il vero per i 1000 euro, poi però diventa un atto di amicizia) è disposto a condividere quel poco che possiede, anche col ricco avaro che fino a poco tempo fa disprezzava il suo stato sociale/economico; di come il maggiordomo timido dopo aver passato la vita a servire qualcuno col sogno di un matrimonio felice, perda tutti i suoi risparmi per colpa del ricco impulsivo e che nonostante ciò riesca a diventare un uomo libero, a trovare il coraggio di sposare la sua amata, con un matrimonio campato per aria ma lo stesso memorabile; di come il povero vivendo pieno di vergogna per il suo stato sociale/economico, per il suo senso di inferiorità rispetto al padre, per la considerazione che ha la madre di costui e per il suo rapporto con le donne riesca tramite quell'atto di generosità e altri eventi più o meno casuali a diventare orgoglioso di se e ad avere successo; di come in un momento difficile come questo quasi chiunque sia disposto a tutto per fare un po' di soldi.
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Vedendo questo film si nota clamorosamente quanto l'acclamatissimo trio comico (ho apprezzato tutti i loro spettacoli teatrali e i loro film, tranne questo) cerchi disperatamente l'idea per una trama originale e contemporaneamente attuale, disperati scelgono il tema della crisi, di come nonostante ciò si possa lo stesso essere felici con poco e di come il ricco possa diventare più povero del povero stesso, che con un atto di generosità (a dire il vero per i 1000 euro, poi però diventa un atto di amicizia) è disposto a condividere quel poco che possiede, anche col ricco avaro che fino a poco tempo fa disprezzava il suo stato sociale/economico; di come il maggiordomo timido dopo aver passato la vita a servire qualcuno col sogno di un matrimonio felice, perda tutti i suoi risparmi per colpa del ricco impulsivo e che nonostante ciò riesca a diventare un uomo libero, a trovare il coraggio di sposare la sua amata, con un matrimonio campato per aria ma lo stesso memorabile; di come il povero vivendo pieno di vergogna per il suo stato sociale/economico, per il suo senso di inferiorità rispetto al padre, per la considerazione che ha la madre di costui e per il suo rapporto con le donne riesca tramite quell'atto di generosità e altri eventi più o meno casuali a diventare orgoglioso di se e ad avere successo; di come in un momento difficile come questo quasi chiunque sia disposto a tutto per fare un po' di soldi. La trama sembra già vista e rivista, una sorta di livella di Totò ma con la crisi, tutti vengono messi allo stesso livello davanti a una difficoltà economica con il lieto fine dovrebbe essere un film allegro ed attuale. Il problema però è che la comicità non funziona a parer mio, quei pochi momenti divertenti vengono spesso rovinati da sketch banali e già visti, il film dovrebbe essere leggero e scorrevole invece è lento e a tratti abbastanza noioso, le musichette ogni tanto aiutano un po' ma non abbastanza. In sostanza penso sia il prodotto meno riuscito del trio, ma non per questo lo metto al pari con un cinepanettone. Non sarebbe stato male mettere i sottotitoli, visto che 1/4 di film è in spagnolo e francese.
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marce84
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lunedì 5 gennaio 2015
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tre uomini e qualche sorriso
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E’ un film simpatico, che strappa molti sorrisi e qualche risata. Ma è indubbiamente inferiore agli standard che ci ha abituato in passato il trio comico. Di certo non ci si aspettava un film sui livelli di Tre uomini e una gamba o Chiedimi se sono felice, ma almeno una commedia sulla falsariga della Banda dei babbi natali. E invece quest’ultimo lavoro non convince appieno. La storia è godibile, ma molto prevedibile, un po’ stanca e già vista. Si ride per alcune battute, ma non sono molte. Si sorride per molte scene, ma ce ne sono altrettante che si sforzano di far ridere e non ci riescono proprio. In particolare, la prima parte è troppo lenta e poco divertente.
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E’ un film simpatico, che strappa molti sorrisi e qualche risata. Ma è indubbiamente inferiore agli standard che ci ha abituato in passato il trio comico. Di certo non ci si aspettava un film sui livelli di Tre uomini e una gamba o Chiedimi se sono felice, ma almeno una commedia sulla falsariga della Banda dei babbi natali. E invece quest’ultimo lavoro non convince appieno. La storia è godibile, ma molto prevedibile, un po’ stanca e già vista. Si ride per alcune battute, ma non sono molte. Si sorride per molte scene, ma ce ne sono altrettante che si sforzano di far ridere e non ci riescono proprio. In particolare, la prima parte è troppo lenta e poco divertente. Il film diventa più credibile quando il trio è costretto a convivere sotto lo stesso tetto, a casa di Aldo, quando il tracollo finanziario costringe Giovanni e Giacomo a vivere nella “stamberga” e il ritmo pare decollare. Per poi impantanarsi nuovamente nel finale fiabesco, tragicomico ma privo di appeal.
Da salvare restano le scene delle gag fisiche e non verbali, dove il trio rimane sempre memorabile, qualche battuta con i due personaggi più riusciti del film, ovvero la mamma di Aldo e il parroco. Ed infine i discorsi motivazionali di Aldo nello spogliatoio della squadra dell’oratorio, che fanno da sfondo per l’intero film, sottolineando come il vero tema dell’opera sia la sconfitta, il fallimento e del modo corretto per metabolizzarla nello sport, come nella vita.
Insomma, la comicità leggera e surreale di Aldo, Giovanni e Giacomo non può non scaldarci il cuore ancora una volta, ma lo fa a singhiozzo e con il freno tirato.
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wazowski
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lunedì 22 dicembre 2014
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dov'è il trio dei vecchi tempi?
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Se doveva essere una commedia, beh, è stato scarsa se non scarsissima la riuscita di tale obiettivo. Io sono cresciuta con i loro film e i loro spettacoli teatrali, e non vedevo l'ora di guardare un altro loro film. Le aspettative e anche la fiducia che ho riserbato nel trio dopo il film "la banda dei babbi natale" (mi sembrava una piccola ripresa dopo essere caduti con "il cosmo sul comò") erano molto alte e, purtroppo, non sono state appagate.
Una recitazione forzata, schematica, quasi asettica.
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Se doveva essere una commedia, beh, è stato scarsa se non scarsissima la riuscita di tale obiettivo. Io sono cresciuta con i loro film e i loro spettacoli teatrali, e non vedevo l'ora di guardare un altro loro film. Le aspettative e anche la fiducia che ho riserbato nel trio dopo il film "la banda dei babbi natale" (mi sembrava una piccola ripresa dopo essere caduti con "il cosmo sul comò") erano molto alte e, purtroppo, non sono state appagate.
Una recitazione forzata, schematica, quasi asettica. È vero, alcune scene sono divertenti (quella che ho preferito in assoluto è stata quella in cui aldo motiva, a suo modo, i bambini nello spogliatoio), ma possono fare da pilastro a tutto il film? No!
Sicuramente non può essere paragonato ai cinema panettoni, perchè è una comicità (lo è sempre stata) non volgare; ma sono uscita dal cinema molto delusa: speravo in un loro grande ritorno e invece niente.
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gnara56
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sabato 17 gennaio 2015
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perchè rovinarsi la reputazione?
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Perchè un artista (in questo caso tre) deve proporre un'opera scadente dopo averne realizzate tante altre di ben diverso livello?
Per i soldi, dirà qualcuno. Forse, ma non credo che i tre siano alla fame e quindi costretti a realizzare un film a tutti i costi. Sono passati quattro anni dalla "Banda dei Babbi Natale", che aveva decisamente risollevato le sorti del trio dopo il debole "Cosmo sul Comò". Possibile che in quattro anni non siano riusciti a mettere insieme una manciata di idee fresche e valide? L'impressione é quella di un film realizzato frettolosamente e senza entusiasmo, riciclando, in modo evidente, cliches (si scrive così?) ormai consunti ed inserendo qualche personaggio esterno ai tre protagonisti (la madre, il prete, il polizziotto, la moglie) che dovrebbero rinfrescare l'aria stantia che si respira lungo tutto il film.
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Perchè un artista (in questo caso tre) deve proporre un'opera scadente dopo averne realizzate tante altre di ben diverso livello?
Per i soldi, dirà qualcuno. Forse, ma non credo che i tre siano alla fame e quindi costretti a realizzare un film a tutti i costi. Sono passati quattro anni dalla "Banda dei Babbi Natale", che aveva decisamente risollevato le sorti del trio dopo il debole "Cosmo sul Comò". Possibile che in quattro anni non siano riusciti a mettere insieme una manciata di idee fresche e valide? L'impressione é quella di un film realizzato frettolosamente e senza entusiasmo, riciclando, in modo evidente, cliches (si scrive così?) ormai consunti ed inserendo qualche personaggio esterno ai tre protagonisti (la madre, il prete, il polizziotto, la moglie) che dovrebbero rinfrescare l'aria stantia che si respira lungo tutto il film. In realtà non funziona nulla, a parte la brava Giuliana Lojodice che é l'unica a dare un tocco di professionalità al tutto.
Film lento, stanco, senza ritmo, trama debolissima, comicità rara, grossolana e forzata. E si potrebbe infierire oltre...
Ritorno al quesito iniziale: era proprio necessario questo film? Non sarebbe stato meglio prendersi altro tempo e realizzare qualcosa al livello dei tempi migliori? Se poi le idee proprio non vengono, lasciate perdere. Almeno non farete buttare i soldi agli spettatori, che la crisi c'é gia...
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marco_9227
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mercoledì 24 dicembre 2014
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un film divertente con una comicità adatta a tutti
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L'unica commedia di queste feste di Natale in grado di trascinare gente nei cinema. Il trio comico ne "Il ricco il povero e il maggiordomo" dà un'ulteriore prova della propria sintonia comica, pur nella loro profonda difersità a livello di personaggi interpretati. Ed è proprio questa diversità un punto fondamentale da esaminare. Una diversità che crea numerose situazioni comiche. Che induce lo spettatore alla risata anche per la grande presenza di una comicità di tipo fisico e gestuale tipica di chi proviene dal teatro. Una compresenza di tre personalità cosi diverse in grado tuttavia di portare lo spettatore non solo a ridere di tali situazioni ma anche a riconoscersi nell'uno o nell'altro, in quest'epoca di crisi che riduce la persona ad immedesimarsi in categorie, fondate soprattutto sulle disponibilità economiche.
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L'unica commedia di queste feste di Natale in grado di trascinare gente nei cinema. Il trio comico ne "Il ricco il povero e il maggiordomo" dà un'ulteriore prova della propria sintonia comica, pur nella loro profonda difersità a livello di personaggi interpretati. Ed è proprio questa diversità un punto fondamentale da esaminare. Una diversità che crea numerose situazioni comiche. Che induce lo spettatore alla risata anche per la grande presenza di una comicità di tipo fisico e gestuale tipica di chi proviene dal teatro. Una compresenza di tre personalità cosi diverse in grado tuttavia di portare lo spettatore non solo a ridere di tali situazioni ma anche a riconoscersi nell'uno o nell'altro, in quest'epoca di crisi che riduce la persona ad immedesimarsi in categorie, fondate soprattutto sulle disponibilità economiche. Un Aldo povero ma soprattutto intrappolato nei sogni che non può realizzare (come ad esempio il desiderio di aprire una bancarella) riflesso di molti giovani nella nostra società che non sono in grado di realizzarsi nel mondo del lavoro, che non sono in grado di trovare nemmeno il lavoro più umile. Ma allenatore di una squadra di calcio poco vincente dal punto di vista tecnico ma alla quale insegna cosa significa vincere veramente nella vita. Giovanni, servile dipendente che si affida alla fiducia riposta nel proprio datore di lavoro e ci rimette i soldi guadagnati in una vita di sacrifici. E Giacomo, "bauscia milanese" nell'interstizio tra un matrimonio ormai retto solo sulla ricchezza e un lavoro che gli ruba la visuale vera della vita e i veri valori su cui dovrebbe orientarsi l'esistenza di una persona. Tre personaggi adattati ai tre attori, che rappresentano categorie reali della vita di tutti i giorni ma in modo umoristicamente reale, in cui è presente la realtà certo, ma una realtà mescolata a situazioni comiche semplici ma eccezionali. Importante anche la presenza di uno spazio di riflessione in cui i tre comici mostrano come, alla fine, in un epoca come questa, siamo tutti uguali, tutti a rischio "default" non solo economico ma anche morale. Sono presenti ovviamente anche attriti tra i personaggi, portando anche volgarità, che tuttavia, come nella loro tradizione, non sono rilevanti ai fini della comicità dell'opera. La cosiddetta "parolaccia", dunque, non è utilizzata come strumento per indurre lo spettatore alla risata (come eravamo abituati da una buona parte di tempo a questa parte nei classici "cinepanettoni" nei quali la risata era pressocchè nulla se non in presenza di volgarità). Una comicità, dunque, bella e spontanea pur nel rinnovamento dei tre che li ha portati a essere diversi dalla trilogia dei film "On the road" su e giù per l'Italia di cui fa parteIl "Tre uomini e una gamba". Ma un trio che continua a piacere avendo mantenuto i caratteri essenziali che lo ha portato al grande successo e amore da parte dei pubblico italiano.
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chicca83
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lunedì 15 dicembre 2014
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aldo giovanni e giacomo in forma come non mai!
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In mezzo a film inconsistenti, non divertenti, volgari ed estremamente superficiali, il film di Aldo Giovanni e Giacomo spicca per le risate di cuore che si fanno durante il film, per l'attualità del tema trattato e per la loro consueta vena surreale che in quest'occasione ce li mostra più che mai in forma.
Girato benissimo, con una rapida successione di gag fisiche (impagabili i numeri di Giovanni con la macchina da cucire) e di parola (un fantastico Aldo-motivatore di una squadra di calcetto multietnica), il trio è tornato alle belle storie raccontate ai tempi di Chiedimi se sono felice, con un cast d'eccezione (tra gli altri una strepitosa Giuliana Lojodice e un indimenticabile Massimo Popolizio).
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In mezzo a film inconsistenti, non divertenti, volgari ed estremamente superficiali, il film di Aldo Giovanni e Giacomo spicca per le risate di cuore che si fanno durante il film, per l'attualità del tema trattato e per la loro consueta vena surreale che in quest'occasione ce li mostra più che mai in forma.
Girato benissimo, con una rapida successione di gag fisiche (impagabili i numeri di Giovanni con la macchina da cucire) e di parola (un fantastico Aldo-motivatore di una squadra di calcetto multietnica), il trio è tornato alle belle storie raccontate ai tempi di Chiedimi se sono felice, con un cast d'eccezione (tra gli altri una strepitosa Giuliana Lojodice e un indimenticabile Massimo Popolizio).
Partire da un tema attuale e drammatico come la crisi economica e farlo diventare pretesto per una storia divertentissima in cui i botta-e-risposta comici la fanno da padroni, beh era una cosa che solo Aldo Giovanni e Giacomo potevano fare con successo! E se ci sono voluti quattro anni dall'ultimo loro film, l'attesa è stata più che ripagata da una commedia talmente ben fatta che ormai non ci eravamo più abituati.
Tutto in questo film, dalla bravura dei tre protagonisti alla colonna sonora studiata attentamente, ci ricorda che vedere un bel film con tutta la famiglia durante le feste natalizie è ancora possibile!
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(di kopsg)
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sabrina lanzillotti
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venerdì 13 marzo 2015
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niente di originale
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Giacomo è un ricco broker, Giovanni è il suo autista e maggiordomo, follemente innamorato della domestica venezuelana Dolores e Aldo è uno squattrinato venditore ambulante che i due investono e al quale promettono un ingente risarcimento pur di convincerlo a non sporgere denuncia. Tutto cambia il giorno seguente, quando il miliardario Giacomo è vittima di un crac finanziario che sconvolgerà non solo la sua vita ma anche quella degli altri due. I tre si troveranno a vivere sotto lo stesso tetto, quello del povero Aldo che si fingerà un petroliere per tentare di sedurre un’affascinante dirigente di banca (interpretata da Francesca Neri), nella speranza che questa conceda un prestito a Giacomo.
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Giacomo è un ricco broker, Giovanni è il suo autista e maggiordomo, follemente innamorato della domestica venezuelana Dolores e Aldo è uno squattrinato venditore ambulante che i due investono e al quale promettono un ingente risarcimento pur di convincerlo a non sporgere denuncia. Tutto cambia il giorno seguente, quando il miliardario Giacomo è vittima di un crac finanziario che sconvolgerà non solo la sua vita ma anche quella degli altri due. I tre si troveranno a vivere sotto lo stesso tetto, quello del povero Aldo che si fingerà un petroliere per tentare di sedurre un’affascinante dirigente di banca (interpretata da Francesca Neri), nella speranza che questa conceda un prestito a Giacomo.
Anche quest’anno, il trio comico più famoso d’Italia torna nelle sale cinematografiche durante il periodo natalizio con un film dalla trama non proprio originale.
Aldo, Giovanni e Giacomo svolgono per la quinta volta un doppio ruolo, quello di attori e di registi, aiutati dietro la macchina da presa da Morgan Bertacca. Nonostante il sodalizio tra i tre si dimostri ancora ben saldo, “Il ricco, il povero e il maggiordomo” si rivela essere un film senza infamia e senza lode, in cui è evidente la presenza di numerosi personaggi mal strutturati e poco utili ai fini della storia, oltre che una superficiale analisi psicologica e una scarsa interazione tra tutti i coprotagonisti.
Questa pellicola dimostra come lo standard qualitativo dei tre attori si sia notevolmente abbassato negli ultimi 10 anni. Tutti coloro che hanno amato le performances dei trio sin dalle origini, infatti, non possono accontentarsi di qualche risata strappata da una banale gag o dalla spiccata mimica di Aldo. Ciò che traspare da quest’ultimo lavoro, è che forse i tra hanno trascorso troppo tempo sui set pubblicitari, perdendo così un po’ di quell’ironia e abilità che da sempre li contraddistingueva.
“Il ricco, il povero e il maggiordomo” è dunque un film mediocre, che tenta di risollevarsi solo alla fine, con una chiusura surreale in cui vale tutto e il contrario di tutto, ma questo non è sufficiente per farlo competere con commedie come “Tre uomini e una gamba” e “Così è la vita”.
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ultimoboyscout
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martedì 28 aprile 2015
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la crisi nella sua versione più leggera.
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Giacomo è un ricco e spregiudicato broker affarista milanese, Giovanni è il suo maggiordomo-factotum cultore di arti marziali e di filosofia giapponese, Aldo è un venditore abusivo nel mercato rionale. L'arrivo di quest'ultimo nella vita del primo sconvolgerà la sua vita e quella del maggiordomo, tanto quanto l'ormai onnipresente crisi finanziaria. I tre si ritroveranno sotto lo stesso tetto a condividere lo stesso miserabile e incerto destino destino fra disagi assurdi, avventure tragicomiche, appuntamenti al buio più che maldestri e una nuova voglia di riscatto. La pellicola vede l'esordio come co-regista di Morgan Bertacca, fido collaboratore del trio da oltre un decennio, in un film artigianale, una storia di crisi non solo economica ma soprattutto personale sullo sfondo di una Milano che sta inesorabilmente cambiando faccia e che offre un punto di vista grottesco sullo stesso tema affrontato in maniera drammatica di numerosi altri film, come ad esempio il recente "Il capitale umano" di Virzì.
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Giacomo è un ricco e spregiudicato broker affarista milanese, Giovanni è il suo maggiordomo-factotum cultore di arti marziali e di filosofia giapponese, Aldo è un venditore abusivo nel mercato rionale. L'arrivo di quest'ultimo nella vita del primo sconvolgerà la sua vita e quella del maggiordomo, tanto quanto l'ormai onnipresente crisi finanziaria. I tre si ritroveranno sotto lo stesso tetto a condividere lo stesso miserabile e incerto destino destino fra disagi assurdi, avventure tragicomiche, appuntamenti al buio più che maldestri e una nuova voglia di riscatto. La pellicola vede l'esordio come co-regista di Morgan Bertacca, fido collaboratore del trio da oltre un decennio, in un film artigianale, una storia di crisi non solo economica ma soprattutto personale sullo sfondo di una Milano che sta inesorabilmente cambiando faccia e che offre un punto di vista grottesco sullo stesso tema affrontato in maniera drammatica di numerosi altri film, come ad esempio il recente "Il capitale umano" di Virzì. Ma il film non è solo una riflessione leggera (leggera, non comica, sia chiaro) sulle crisi, è soprattutto un invito a non mollare e a tener duro, senza lasciarsi andare a pessimismo e disperazione. Non sono un amante del trio e della loro comicità, ma questa loro ultima opera mi è piaciuta abbastanza, la verve dei tre comici è esplosiva riuscendo a far rendere al meglio le situazioni comico-grottesche imbastite. Per contro la coralità del cast rallenta la storia e fa perdere fluidità perchè distrae dalla storia principale per seguire le troppe sottostorie. Va detto che il film si perde più volte, scivola nel banale, finendo in un matrimonio che nulla c'entra col contesto generale, ma si lascia apprezzare per genuinità e per i valori che sponsorizza, in particolare quelli della vera amicizia e del coraggio di andare avanti. Non bastano da soli per fare un buon film, ma tutto sommato il lavoro è apprezzabile.
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mrcortif
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giovedì 24 dicembre 2015
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punto debole la trama
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Cosa manca in questo film è la trama. Se in film come Tre uomini e una gamba o Chiedimi se sono felice vi è una solida trama, ne "Il ricco, il povero e il maggiordomo" si nota una certa fragilità nella storia in sé. Non si tratta di una vicenda basata su equivoci (Tu la conosci Claudia?), non si tratta di un film a sketch (Il cosmo sul comò) e nemmeno una vicenda con elementi al limite del verosimile (La banda dei Babbi Natale e l'avanti e indietro di Giovanni tra Lugano e Milano per Natale). Qui si vede una storia realistica, ma abbastanza confusa e con un finale abbastanza di ripiego.
I momenti per ridere ci sono, soprattutto nella seconda parte (contenente anche una punta di malinconia quando Aldo vive il lutto per la madre e che è sicuramente superiore alla prima parte), anche se si vede che qualcosa si è rotto o che non funziona più.
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Cosa manca in questo film è la trama. Se in film come Tre uomini e una gamba o Chiedimi se sono felice vi è una solida trama, ne "Il ricco, il povero e il maggiordomo" si nota una certa fragilità nella storia in sé. Non si tratta di una vicenda basata su equivoci (Tu la conosci Claudia?), non si tratta di un film a sketch (Il cosmo sul comò) e nemmeno una vicenda con elementi al limite del verosimile (La banda dei Babbi Natale e l'avanti e indietro di Giovanni tra Lugano e Milano per Natale). Qui si vede una storia realistica, ma abbastanza confusa e con un finale abbastanza di ripiego.
I momenti per ridere ci sono, soprattutto nella seconda parte (contenente anche una punta di malinconia quando Aldo vive il lutto per la madre e che è sicuramente superiore alla prima parte), anche se si vede che qualcosa si è rotto o che non funziona più. Nonostante tutto è sicuramente un film che, chi è affezionato alla comicità del trio milanese, è da vedere poiché è vero che poteva essere meglio, ma è anche vero è al pari livello della Banda dei Babbi Natale (film nel complesso piuttosto godibile).
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