Il ricco, il povero e il maggiordomo |
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Un film di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Morgan Bertacca.
Con Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Giuliana Lojodice.
continua»
Comico,
Ratings: Kids+13,
durata 102 min.
- Italia 2014.
- Medusa
uscita giovedì 11 dicembre 2014.
MYMONETRO
Il ricco, il povero e il maggiordomo
valutazione media:
2,29
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dopo 25 anni, il trio sta consumando i suoi fasti.di GreatStevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di GreatSteven |
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lunedì 10 aprile 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
IL RICCO, IL POVERO E IL MAGGIORDOMO (IT, 2014) diretto da ALDO BAGLIO, GIOVANNI STORTI, GIACOMO PORETTI, MORGAN BERTACCA. Interpretato da ALDO BAGLIO, GIOVANNI STORTI, GIACOMO PORETTI, GIULIANA LOJODICE, MASSIMO POPOLIZIO, FRANCESCA NERI Aldo è un venditore abusivo al mercato del quartiere, Giacomo un ricchissimo broker infelicemente sposato con un figlio e la passione per il golf e Giovanni il suo fedele maggiordomo e autista, fissato con le arti marziali. Un giorno Giacomo e Giovanni investono con la macchina Aldo, e nello stesso giorno, proprio dopo averlo (ma solo provvisoriamente, come poi si vedrà) liquidato con una misera buonuscita per l’incidente, l’allibratore perde una fortuna finanziaria che aveva investito in un affare nel Burgundi. A questo punto le strade dei tre sono indissolubilmente legate: Giacomo rischia il divorzio e rimane a becco asciutto dal punto di vista economico, e Giovanni vede infrante la speranza di conservare un suo personale tesoretto e di sposarsi con la focosa domestica venezuelana Dolores. L’unica risorsa per entrambi è affidarsi ad Aldo, che insperabilmente deciderà di aiutarli in cambio di un pagamento profumato. I due, malamente ospitati nella modesta casa in cui Aldo vive con la bisbetica ma saggia madre Calcedonia, accettano, ma a una condizione: che il borgataro vesta i panni di un fantomatico petroliere azerbaigiano, allo scopo di far riguadagnare a Giacomo una somma ancora superiore a quella perduta, per mezzo dell’avvenente collega Asia. Il piano fallisce nel più misero dei modi, ma se non altro Giovanni riuscirà a sposare Dolores, rientrata apposta dal Venezuela, anche se proprio nel giorno stesso della morte di Calcedonia per un malore improvviso, e Aldo, ormai affezionatosi ai due improbabili nuovi amici, li accoglierà a lavorare con lui al mercato rionale vendendo tovagliette. Lo scorso anno i tre comici hanno festeggiato i 25 anni di carriera, e in questo quarto di secolo, dal 1991, sono riusciti a divertire il pubblico italiano inscenando sketch intelligenti per come hanno sempre preso di mira il cinismo della società italiana appena globalizzata, il sentimento nostrano dell’indifferenza, i problemi sociali, i dissesti economici sempre più oppressivi e tanti altri ambiti della vita del Belpaese, adottando un linguaggio espressivo mai volgare, accessibile a tutti, lucidissimo e carico sempre di una vena satirica che però non manca mai di manifestare ottimismo. Il guaio è che, dopo un percorso che ormai si può definire lungo (e travagliato), il trio si mostra ormai un po’ stanchino, e con questa commedia, incentrata sull’amicizia triangolare fra tre uomini che si ritrovano ad aiutarsi vicendevolmente per i rispettivi pasticci che son riusciti a combinare, centrano solo in parte il bersaglio, recitando come sempre con impegno e in modo alquanto spassoso, ma senza tirar fuori lampi di genio. La materia per costruire un film comico gustoso, non una semplice accozzaglia ordinata di gag, è abbondante, ma la sceneggiatura, scritta dai tre attori-registi con Morgan Bertacca e Pasquale Plastino, l’inseparabile sceneggiatore di Carlo Verdone, s’ingolfa vistosamente, soprattutto verso la fine, rendendo il ritmo fiacco e costringendo i protagonisti a diventare le macchiette di sé stessi. F. Neri e M. Popolizio sembrano poi infilati nella trama come personaggi di puro riempimento: la prima non si trova per niente a proprio agio in un ruolo che le si addice pochissimo, e il secondo, nelle vesti dell’occhialuto e severo sacerdote, è forzato in una maniera inverosimile fino a risultare sacrificato. Vale la pena, tuttavia, di concedere una nota di merito a G. Lojodice, che riesce a conservare la sua verve energica e a fabbricare un’interpretazione non eccezionale, ma coerente e divertente, recitando il ruolo di una madre che, pur criticando il figlio per la sua inettitudine, farebbe qualsiasi sacrificio per lui. Compreso ospitare il riccone e il di lui maggiordomo in un appartamentino malandato in seguito a un default finanziario inaspettato. Un po’ stiracchiata, ma tutto sommato simpatica, la decisione di inserire, nella vita sfaccendata e disordinata di Aldo, il fatto che egli alleni una scalcinata squadra di giovanissimi calciatori che non hanno alcuna voglia di sfondare nello sport, come lui, da parte sua, è assolutamente deciso a non abbandonare il suo infantilismo dilagante. Una colonna sonora martellante, non priva di scelte azzeccate, ma a lungo andare ridondante. Non un fallimento totale, ma sa molto di passo falso, e continua a denotare la parabola creativa ormai discendente del trio.
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