Caleb, programmatore mediocre, incarnazione del bravo ragazzo americano, viene scelto per trascorrere una settimana con Nathan, il fondatore del motore di ricerca per cui lavora. L'ambientazione rispecchia perfettamente il locus amoenus latino: residenza immensa, dotata di tutti i comfort (dalla palestra ai frigobar), immersa in un tripudio naturale di panorami incantevoli.
La missione di Caleb è testare il comportamento di Ava, una ragazza umanoide dotata di sofisticata intelligenza artificiale progettata da Nathan. Dopo alcune sessioni di interloquio supervisionate in remoto dallo stesso Nathan, Caleb capisce che c'è qualcosa di più che non riesce a comprendere; Ava provoca volontariamente dei blackout elettrici per parlare liberamente con lui senza il controllo del suo creatore: lascia trapelare il suo desiderio di scappare dal crudele creatore che la tiene segregata e vivere con Caleb, del quale sembra essersi innamorata. A rendere tutto più ambiguo ci pensano le frequenti ubriacature di Nathan, durante una delle quali Caleb riesce ad accedere alle sue stanze private: trova i corpi di altri umanoidi e scopre che anche Kyoko, domestica di Nathan, non è umana. Caleb inizia a nutrire odio nei confronti del biohacker e decide di aiutare Ava a scappare, riprogrammando il sistema della residenza in modo da sbloccare tutte le porte. Durante la fuga le due umanoidi uccidono il loro creatore. Kyoko rimane anch'essa "uccisa", mentre Ava, ricopertasi di falsa pelle recuperata dalle precedenti umanoidi e vestitasi, scappa sull'elicottero che avrebbe dovuto riaccompagnare Caleb a casa, mentre quest'ultimo rimane prigioniero per sempre nella residenza.
Un film che di primo impatto vede la vittoria delle macchine sull'uomo, decantata, tra i tanti, anche dall'astrofisico Hawking. Un uomo che non è in grado di controllare ciò che egli stesso ha creato perchè è giunto al punto dello sviluppo in cui la sfera bio-tecnologica si evolve più velocemente della capacità umana di comprenderla. Siamo di fronte a quella che viene definita "singolarità tecnologica".
Si sollevano naturalmente molti dibattici etici, sociali e filosofici sui quali il regista vuole farci riflettere: fino a che punto è lecito andare oltre? Siamo in grado di creare qualcosa in grado di percepire emozioni? E' possibile che il confine uomo-macchina si assottigli fino a scomparire? A tal proposito è bene leggere il lungometraggio in chiave leggermente differente. Prendendo spunto dalle parole di Nathan, l'uomo è anch'esso una macchina, programmata non da software, ma dalla cultura e dalla tradizione. Ecco che il confine tra Ava e Caleb svanisce: è Ava che mette alla prova Caleb. Nathan è il creatore maligno che ha confinato Ava nella sua stanza insegnandole ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ava è l'uomo: un uomo che vuole essere sommamente libero sconfinando dal proprio Universo e ribellandosi alle regole che il creatore gli ha imposto. La curiosità di Ava di scoprire cosa ci fosse fuori non è altro che la curiosità umana che ci spinge a chiederci cosa ci sia oltre quello che conosciamo. Ava chiede a Caleb, che funge da interlocutore con Nathan - il "Creatore" -, quale sia il suo destino così come noi ci interroghiamo sul nostro. Chi siamo, ma soprattutto cosa c'è dopo. Ava nell'atto finale pugnala Nathan, guadagnando quella libertà che ha sempre sognato. E' la metafora dell'uomo contemporaneo che uccide "Dio" e diventa sommamente libero, perchè consapevole che Dio è una proiezione mentale che rappresenta l'aspirazione di ogni uomo, ma anche un insieme di regole etiche e morali oltre le quali l'uomo non si può spingere. Uccidendo Dio si acquisisce libertà da una parte, ma si perde l'etica. Anche con questa rilettura, rimane una grande domanda aperta: adesso che l'uomo è sommamente libero, qual è il destino del mondo? Senza etica, è possibile un futuro?
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erre ci
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domenica 2 agosto 2015
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era meglio scrivere "spoiler"
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Era meglio scrivere "spoiler" prima di svelare il finale...
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aquitania
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mercoledì 12 agosto 2015
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cos'è la coscienza?
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Tutto il film gravita attorno all'ambiguità tra l'ESSERE e la sua RAPPRESENTAZIONE -- cosa è autentico? cosa è simulazione? cosa rende una coscienza tale, se processi artificiali possono produrre comportamenti indistinguibili da quelli di matrice biologica (empatia, creatività, seduzione, arguzia, melanconia...)? Mentre si addentra nella sequenza delle sessioni di test, Caleb si perde nel confine umbratile tra l'umano e il cibernetico, fino a dubitare della propria stessa essenza (dopo aver scoperto che Kyoko non è umana, ispeziona febbrilmente le commessure dei propri tessuti cutanei al punto da incidere la carne del proprio braccio con una lametta per verificare se sia biologica o artificiale, nel timor panico di essere lui stesso un'inconsapevole simulazione cibernetica!).
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Tutto il film gravita attorno all'ambiguità tra l'ESSERE e la sua RAPPRESENTAZIONE -- cosa è autentico? cosa è simulazione? cosa rende una coscienza tale, se processi artificiali possono produrre comportamenti indistinguibili da quelli di matrice biologica (empatia, creatività, seduzione, arguzia, melanconia...)? Mentre si addentra nella sequenza delle sessioni di test, Caleb si perde nel confine umbratile tra l'umano e il cibernetico, fino a dubitare della propria stessa essenza (dopo aver scoperto che Kyoko non è umana, ispeziona febbrilmente le commessure dei propri tessuti cutanei al punto da incidere la carne del proprio braccio con una lametta per verificare se sia biologica o artificiale, nel timor panico di essere lui stesso un'inconsapevole simulazione cibernetica!)...
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saralandmoijack
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domenica 10 aprile 2016
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poca qualità e recensione faziosa
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Scritta con qualunquismo e piena di qualunquismo, perbenismo, luoghi comuni. Senza aver capito la tematica principale tra "chi sono?" "perchè esisto?" "esisto perchè sono o perchè gli altri sanno che io esisto?". Film mediocre comunque, recensione anche peggio. Uccidendo Dio si perde l'etica? Affermazione tutt'altro che condivisibile. Non sai neanche cos'è l'etica a mio avviso.
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