samanta
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domenica 24 maggio 2020
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come vincere alla roulette del football
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Il film del 2014 è prettamente legato all'ambiente aameriicano del foortball e all'osservanza di regole che riguardano il mercato dei giocatori che non si comprendono pienamente se non si è particolarmente competenti del football USA.
Ivan Reitman è il regista (Ghostbusters e sequel, Un poliziotto alle elementari, La mia super ex ragazzza) specializzato in genere in commedie brillanti e comiche che invece in questa pellicola si concentra sulle 24 ore drammatiche che precedono il Draft Day , il giorno in cui le 32 società della NFL (la lega delle società professioniste del football USA) scelgono i migliori giocatori emersi nel campionato della lega delle squadre delle Università.
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Il film del 2014 è prettamente legato all'ambiente aameriicano del foortball e all'osservanza di regole che riguardano il mercato dei giocatori che non si comprendono pienamente se non si è particolarmente competenti del football USA.
Ivan Reitman è il regista (Ghostbusters e sequel, Un poliziotto alle elementari, La mia super ex ragazzza) specializzato in genere in commedie brillanti e comiche che invece in questa pellicola si concentra sulle 24 ore drammatiche che precedono il Draft Day , il giorno in cui le 32 società della NFL (la lega delle società professioniste del football USA) scelgono i migliori giocatori emersi nel campionato della lega delle squadre delle Università. Il meccanismo che è articolato in vari round brevi (5-10 minuti) è essai complesso, ma comunque in questa vicenda il confronto verte essenzialmente tra la squadra di Cleveland e quella di Seattle. La prima è in brutte acque reduce di un deludente campionato, il suo general manager è Sonny Weaver (Kevin Costner), che ha come amante la direttrice delle finanze della società Ali (Jennifer Garner: La rivolta delle ex, Dallas Buyers Club, ex moglie di Ben Affleck), il club ha diritto alla prima scelta e lo scambia (con un pesante corrispettivo) con la squadra di Seattle per avere un giocatore universitario considerato un grande campione Bo Callahan (Josh Pence). Ma più passa il tempo e più Weaver, malgrado l'entusiasmo dei tifosi e del proprietario del club Molina (Frank Langella) e dell'allenatore Penn (Denis Leary) ha dei dubbi. Ha ricevuto informazioni da un giocatore che non è più nella squadra Vontae Mack (Chadwick Boseman) circa il comportamento in campo di Bo, approfondisce il suo carattere e rinuncia a lui con grande scalpore, ma poi nei successivi round ne azzecca una dopo l'altra assicurando oltre a Vontae altri forti giocatori, rilanciando così la squadra.
E' un film particolare che ha un tema poco conosciuto extra USA, ma la trama è avvincente non di azione ma di dialoghi, senza però che questo allenti la tensione nelle scene, la suspence è data dall'inflessibile scorrere dei minuti e dai continui colpi di scena, un pò appiccicaticcio il rapporto amoroso con Ali e lo scontro tra Weaver e la madre vedova di un grande allenatore della squadra, ma tutto si risolve quando il figlio le annuncia che Ali aspetta un bambino. Belli i colori del campo, dei tifosi delle maglie delle squadre, soprattutto emerge come il football (come da noi il calcio) sia un mondo in cui i soldi prevalgono senza esclusione di colpi, sacrificando talvolta amicizie e risettabilità, buona anche se non eccezionale la prestazione di Kevin Costner, bravi i comprimari tra cui emergono Jennifer Garner e Frank Langella. La direzione di Reitman appare sicura per un film che si lascia vedere con interesse.
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ragthai
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venerdì 19 maggio 2017
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film sportivo
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Peccato non sia stato distribuito nelle sale italiane, con tutto quello che si vede in giro di mediocre questo film avrebbe sicuramente meritato sorte migliore. Paga il fatto che da noi il football americano non ha molta presa, ma e' la storia che gli gira intorno che risulta interessante a una platea piu' ampia.
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gianleo67
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domenica 8 gennaio 2017
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il calciomercato...dalle parti di cleveland
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Al general manager dei Cleveland Browns rimangono solo 12 ore di tempo per giocarsi le poche chances di successo nelle trattative per le selezioni del Draft NFL. Tra pressioni familiari e professionali, dovrà imporre la sua autorità e la sua autonomia decisionale per non farsi condizionare e sperare di salvare la sua traballante carriera.
Dopo la felice incursione di Bennett Miller nel dietro le quinte delle selezioni universitarie per il campionato professionistico di baseball a colpi di algoritmi e psicologia spicciola (Moneyball), il papà d'arte Ivan Reitman ci parla delle ansie da prestazione di un figlio d'arte che fa fuori il padre, alle prese con il Draft per l'ancor più acclamato campionato di football americano, in un film che fa della spettacolarizzazione del mercato sportivo una disciplina a sè stante, ma che integra perfettamente lo spirito competitivo dello sport giocato e l'esasperante countdown di un sogno americano con le ore contate.
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Al general manager dei Cleveland Browns rimangono solo 12 ore di tempo per giocarsi le poche chances di successo nelle trattative per le selezioni del Draft NFL. Tra pressioni familiari e professionali, dovrà imporre la sua autorità e la sua autonomia decisionale per non farsi condizionare e sperare di salvare la sua traballante carriera.
Dopo la felice incursione di Bennett Miller nel dietro le quinte delle selezioni universitarie per il campionato professionistico di baseball a colpi di algoritmi e psicologia spicciola (Moneyball), il papà d'arte Ivan Reitman ci parla delle ansie da prestazione di un figlio d'arte che fa fuori il padre, alle prese con il Draft per l'ancor più acclamato campionato di football americano, in un film che fa della spettacolarizzazione del mercato sportivo una disciplina a sè stante, ma che integra perfettamente lo spirito competitivo dello sport giocato e l'esasperante countdown di un sogno americano con le ore contate. Grazie al un montaggio alternato ed allo split-screen che riproduce le ricadute tecnologiche della comunicazione sociale ai tempi dello smartphone care alla generazione successiva (Men, Women & Children - Disconnect), questa sport-comedy dal piglio retorico cerca di superare i tempi morti delle trattative telefoniche e delle indagini di mercato, combinando i classici elementi di una vicenda umana e professionale giunta ad un punto cruciale (un uomo di mezza età che ha da poco perso il padre ed è in svogliata attesa di un figlio dalla segretaria) con gli avvincenti tatticismi di un meccanismo dello show-biz in cui ciascuno si gioca le proprie carte ma che reclama l'onere di responsabilità esclusivamente individuali: se si vince si vince insieme, se si perde solo alcuni vengono fatti fuori; una sorta di selezione darwiniana del mercato del lavoro già richiamata nel film di Miller. Se la figura del manager è ben caratterizzata dal solito piglio carismatico del biondo di turno (là era uno scattante Brad Pitt, qui uno stressatissimo Kevin Costner) contornato da figure accessorie ordinarie e funzionali (la contabile e amante di Jennifer Garner, il patron farfallone di Frank Langella, la mamma rompi di Ellen Burstyn e perfino il goffo stagista di Griffin Newman che richiama il nerd cervellone di Moneyball), il merito principale del film di Reitman è introdurre anche i profani nel rutilante mondo del 'calciomercato' NFL con i suoi blasoni cittadini e le sue schermaglie psicologiche senza esclusioni di colpi, facendo convergere gli elementi di uno studio scientifico del materiale umano a disposizione nel concitato finale di una contrattazione economica che chiuda in attivo tutti i bilanci ancora aperti. Merito certo di una sceneggiatura che non ostante la prevedibilità ed un epilogo accomodante, gioca con leggerezza sui luoghi comuni di un sottogenere ormai consolidato, ma anche sulla buona direzione degli attori da parte di una vecchia volpe come il regista di Ghostbusters. Durata ragionevole per un plot che si snoda lungo il conto alla rovescia di una inevitabile resa dei conti del protagonista con sè stesso, perchè se "non si può fermare il tempo, i grandi trovano sempre il modo di rallentarlo".
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liuk!
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martedì 20 dicembre 2016
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per amanti nfl
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Ottimo film per gli amanti della NFL e non solo. Il taglio è quello del thriller anche se non vi sono omicidi o similari, con un ritmo sostenuto e vari colpi di scena finali.
Bravo anche Kostner.
Da vedere.
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natomonti
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lunedì 19 settembre 2016
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buon film sportivo, con un tocco di originalità
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The Draft Day si è rivelato un buon film, con un cast all'altezza e una regia attenta e curata.
La cosa più intrigante è la trama del film, perché non si tratta del solito film sportivo americano dove la squadra o il giocatore a cui nessuno da credito riesce ad ottenere una vittoria storica o insperata, grazie all'impegno, al coraggio e/o al lavoro di squadra.
Qui i riflettori non sono puntati su un alteta sul viale del tramonto o su una squadra sconosciuta in lotta contro squadre più potenti e organizzate, ma sulla figura di un General Manager che affronta tra dubbi e incertezze l'ansia delle ore che precedono il Draft NFL.
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The Draft Day si è rivelato un buon film, con un cast all'altezza e una regia attenta e curata.
La cosa più intrigante è la trama del film, perché non si tratta del solito film sportivo americano dove la squadra o il giocatore a cui nessuno da credito riesce ad ottenere una vittoria storica o insperata, grazie all'impegno, al coraggio e/o al lavoro di squadra.
Qui i riflettori non sono puntati su un alteta sul viale del tramonto o su una squadra sconosciuta in lotta contro squadre più potenti e organizzate, ma sulla figura di un General Manager che affronta tra dubbi e incertezze l'ansia delle ore che precedono il Draft NFL.
Il Draft è l'evento che decide le sorti dell'intera stagione, le scelte fatte in quelle poche ore costruiranno una squadra vincente o la rovineranno, a volte anche per diversi anni.
Durante queste ore incerte e convulse, il General Manager dovrà capire se sta facndo la scelta giusta o sta rovinando la squadra.
Il film è piacevole, con un buon ritmo e poche cadute, non ho trovato particolarmente azzeccata la scelta di aggravare la situazione del protagonista con i suoi drammi familiari, in quanto penso che il patos dovuto all'evento imminente fosse più che sufficiente a mantenre viva l'attenzione dello spettatore, ma ciò non ha danneggiato la godibilità dl film.
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