Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore |
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Un film di Wes Anderson.
Con Bruce Willis, Edward Norton, Bill Murray, Frances McDormand, Tilda Swinton.
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Titolo originale Moonrise Kingdom.
Drammatico,
durata 94 min.
- USA 2012.
- Lucky Red
uscita mercoledì 5 dicembre 2012.
MYMONETRO
Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore
valutazione media:
3,29
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Primo amore
di Natalia Aspesi La Repubblica
[...] Così c’è un certo sollievo con il primo dei film in concorso, che è questo Moonrise Kingdom, diretto da Wes Anderson, uno dei rari quarantenni invitati quest’anno, americano fuggito a Parigi come gli intellettuali degli anni 20, aspetto molto dandy, qui in elegante completo color sabbia e capelli lisci lunghi e biondi. Il cosceneggiatore è un altro giovanotto molto chic, Roman Coppola, figlio di Francis Ford e fratello di Sofia.
C’è motivo di scandalo per quel lieve goffo abbraccio, mentre il bambino chiede scusa per la sua erezione preadolescenziale e la bambina gli spiega che nel bacio bisogna che le lingue si tocchino, e
lui alla fine con garbo, sputa? Certamente no, perché la scena è allo stesso tempo commovente e buffa, al centro di un’avventura fatta di innocenza, nata dalla solitudine, dallo sperdimento della fine dell’infanzia e dalla paura del mondo adulto: e tutto il film è soprattutto il racconto dell’immensa, trionfante, emozione del primo amore; eppure il film negli Stati Uniti è sconsigliato ai minori di 13 anni, mentre dovrebbe esserlo agli adulti, spesso immalinconiti dalla nostalgia di aver perso lungo gli anni, il meraviglioso, segreto sapore della vita. Come gli adulti del film, a loro volta buffi e commoventi, chiusi nei loro ruoli professionali e nella loro irrimediabile solitudine, nei loro tentativi di trovare un senso nel lavoro fatto bene, nella bella casa, nei legami fortuiti, nel matrimonio spento, nei figli, o comunque nei bambini, che invece restano estranei, irraggiungibili.
Il padre malinconico Bili Murray, la madre sciatta e adultera Frances McDormand, il solitario poliziotto Bruce Willis, il volonteroso comandante dei boyscout Edward Norton, la crudelissima assistente sociale Tilda Swinton con una spaventosa cotonatura rossa, e tutti gli altri attori adulti, sono irresistibili nella capacità di vivere ironicamente personaggi seri e sperduti. Geniale la scelta dei ragazzini al loro primo film, dodicenni durante la lavorazione del film: Jared Gilman, Sam, che affronta la fuga attrezzato per la sopravvivenza, col pesantissimo zaino da boyscout, tenda e scorta d’acqua e Kara Hayward, Suzy, che lo segue, attrezzata per la fantasia, col mangiadischi, il gattino e i suoi amati libri. Esistono ancora bambini così seri e decisi, così liberi e autonomi, così segreti e senza paura? Forse, ma per precauzione, quasi raccontasse una fiaba, Wes situa la sua storia nel 1965, tempo che oggi appare separato dalla contemporaneità, in un’isola quasi disabitata al largo della Nuova Inghilterra.
Le prime scene scandagliano una bella villa piena di quadri come fosse la sezione di una casa delle bambole, stanza per stanza: una donna si lava i capelli, un uomo legge, tre bambini ascoltano un disco di musiche di Britten ispirate a Purceil, la bambina musona Susy ascolta Francoise Hardy e guarda col binocolo le vuote distese d’erba e gli incontri semiclandestini della madre. Sam sta dalla parte opposta dell’isola, in un campeggio di boyscout, sbeffeggiato dai compagni, orfano dei genitori e respinto da quelli affidatari. Giudicati sia Susy che Sam bambini difficili, “disfunzionali” come si dice adesso, sono legati da un segreto: un anno prima si sono conosciuti ad una esilarante recita in chiesa (lei travestita da corvo) e si scrivono, per prepararsi alla fuga. In quell’isola aspra, dì rocce, foreste, precipizi, cascate, si nascondono, vagano, liberi degli adulti: il boyscout sa montare tende, infilzare pesci e accendere il fuoco, la ragazzina sa con le sue letture fantasy rendere ogni cosa meravigliosa. Finalmente tra loro, escono dal silenzio, si amano con la goffaggine dei bambini e la sicurezza deigrandi: intanto gli adulti danno loro la caccia, come fossero piccoli criminali, incapaci di capire, immersi nei loro fallimenti, il mondo splendente che i ragazzini "disfunzionali”, hanno finalmente, anche se forse non per sempre, attraversato.
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