archipic
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martedì 16 aprile 2013
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boh?
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SInceramente in sala nessuno alla fine è riuscito a capire l'autore cosa avesse voluto dirci con questo film davvero faticoso da vedere; a tratti addirittura stizzisce riuscendo a rendere antipatici tutti, protagonisti e non. Un giovanbe regista che fa un collage di generi e temi visti e rivisti in tanti altri film, ma li miscela male, confezionando un prodotto che non rende giustizia nè alla lotta ecologista, nè a quella sociale. L'indulgere nelle riprese di animali squartati o di frammenti di vita vissuta praticamente nell'immondizia, o situazioni oniriche pseudo-felliniane sinceramente non interessano nessuno. Forse possono impressionare negli Usa, ma da noi non riescono a far presa.
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SInceramente in sala nessuno alla fine è riuscito a capire l'autore cosa avesse voluto dirci con questo film davvero faticoso da vedere; a tratti addirittura stizzisce riuscendo a rendere antipatici tutti, protagonisti e non. Un giovanbe regista che fa un collage di generi e temi visti e rivisti in tanti altri film, ma li miscela male, confezionando un prodotto che non rende giustizia nè alla lotta ecologista, nè a quella sociale. L'indulgere nelle riprese di animali squartati o di frammenti di vita vissuta praticamente nell'immondizia, o situazioni oniriche pseudo-felliniane sinceramente non interessano nessuno. Forse possono impressionare negli Usa, ma da noi non riescono a far presa. Ogni novità ultimamente è osannata come se fosse la svolta, il punto da cui far ripartire la nuova cinematografia, ma non è questo il caso. Classico film di ambiente "intellettuale" newyorkese, troppo autoreferenziale e retorico. Da evitare con cura.
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mattopolis
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sabato 23 marzo 2013
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patetico
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Terrificante patetico e noioso... trama inconcludente, bimba carina cn tante smorftiette ma non un'attrice indimenticabile, insomma se ci fossero zero stelline le darei!
Consigliato ai finti intellettualoidi
Sconsigliato a chi ama veramente il cinema e le varietà di generi senza il timore di sembrare troppo poco ricercato nei gusti.
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pensierocivile
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venerdì 15 marzo 2013
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i piedi nel fango
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Non c'è alcuna condanna nel film di Benh Zeitlin, non si condanna chi ha costruito una diga lasciando sorgere una "vasca", non si condannano gli uomini che comunque provano ad aiutare quelli che ai loro occhi appaiono come disperati, non si condannano gli eventi naturali, nella Vasca si guarda avanti, si lotta e si lotta per vivere. RE DELLA TERRA SELVAGGIA è una continua reazione e nel contempo il racconto di un rapporto padre-figlia che all'inizio del film sembra più violenza, ma che man mano si scopre essere il più brutale degli insegnamenti, dover crescere da soli. A tutta questa ricchezza di elementi si aggiunge una ambientazione aliena che predisporrebbe ad uno dei film di fantascienza degli ultimi tempi, tutto atmosfere e zero effetti, e invece trascina coi piedi nel fango a riflettere per poi volare di fantasia con gli inserti extrasensoriali della straordinaria protagonista.
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Non c'è alcuna condanna nel film di Benh Zeitlin, non si condanna chi ha costruito una diga lasciando sorgere una "vasca", non si condannano gli uomini che comunque provano ad aiutare quelli che ai loro occhi appaiono come disperati, non si condannano gli eventi naturali, nella Vasca si guarda avanti, si lotta e si lotta per vivere. RE DELLA TERRA SELVAGGIA è una continua reazione e nel contempo il racconto di un rapporto padre-figlia che all'inizio del film sembra più violenza, ma che man mano si scopre essere il più brutale degli insegnamenti, dover crescere da soli. A tutta questa ricchezza di elementi si aggiunge una ambientazione aliena che predisporrebbe ad uno dei film di fantascienza degli ultimi tempi, tutto atmosfere e zero effetti, e invece trascina coi piedi nel fango a riflettere per poi volare di fantasia con gli inserti extrasensoriali della straordinaria protagonista. Un bisogno di terra, di sentirsi vivi senza superficie da lasciare sbalorditi, ad invocare invece, il bisogno di altri film simili.
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enzo70
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mercoledì 13 marzo 2013
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un film davvero diverso da vedere
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Un film americano dal budget da produzione indipendente italiano; film assolutamente innovativo nel linguaggio e nella fotografia, per l’esordio alla regia del giovane Benh Zeitlin. Ci sono una bambina, Hushpuppy ed un padre Wink, e vivono in una delle tante terre povere degli States, in Louisiana, per l’esattezza. Ma la miseria non elide i valori umani dei protagonisti, dove i timori della bambini vengono spazzati dalla voglia del padre di darle la possibilità di farcela. Anche se lui è malato, anche se sono poveri, perché lui desidera che di quella terra, dannatamente selvaggia, Hushpuppy diventi il re. Sullo sfondo, l’arrivo di un uragano, le ansie collettive di chi teme di perdere il nulla che ha.
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Un film americano dal budget da produzione indipendente italiano; film assolutamente innovativo nel linguaggio e nella fotografia, per l’esordio alla regia del giovane Benh Zeitlin. Ci sono una bambina, Hushpuppy ed un padre Wink, e vivono in una delle tante terre povere degli States, in Louisiana, per l’esattezza. Ma la miseria non elide i valori umani dei protagonisti, dove i timori della bambini vengono spazzati dalla voglia del padre di darle la possibilità di farcela. Anche se lui è malato, anche se sono poveri, perché lui desidera che di quella terra, dannatamente selvaggia, Hushpuppy diventi il re. Sullo sfondo, l’arrivo di un uragano, le ansie collettive di chi teme di perdere il nulla che ha. E’ un film fatto di piccole cose, il pollo, mangiano sempre pollo, cucinato così, messo su una brace sempre acceso. E poi una comunità che si muove sempre dando l’impressione di una grande, silenziosa dignità, nonostante la miseria di una grande palude cha ha sullo sfondo le ciminiere che rappresentano una ricchezza lontana. Ed anche la visione onirica, quasi fatata, della terra, con i maiali dipinti che diventano inediti effetti speciali contribuiscono a fare di questo film un momento di reale rottura rispetto agli schemi cinematografici oggi diffusi. E la giovanissima Quvenzhané Wallis, che interpreta Uhshpuppy, irrompe con forza sulla scena del cinema mondiale. La sua capacità di creare una figura complessa come quella della protagonista del film è straordinaria. Ma, attenzione, questo film richiede una visione attenta e impegnata.
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ezonta
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lunedì 11 marzo 2013
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un film importante
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dave san
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domenica 10 marzo 2013
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racconto di formazione
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Il mood iniziale del film farebbe pensare a un crudo resoconto sulla sopravvivenza di una bimba nelle paludi Louisiane. Il padre è malato e si teme la sua morte da un momento all’altro. Sola e in balia della natura ostile, la piccola insider si troverebbe a fronteggiare inondazioni, acquitrini e i mostri preistorici del suo retaggio (Aurochs). Fortunatamente la storia è meno traumatica e a suo modo, più gioviale: uno spaccato sulla vita di una comunità marginale o comunque eccentrica. Una collettività che è interconnessa all’acqua come un agricoltore alla terra; meno asettica rispetto all’habitat delle aree urbane. Hushpuppy è l’eroe.
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Il mood iniziale del film farebbe pensare a un crudo resoconto sulla sopravvivenza di una bimba nelle paludi Louisiane. Il padre è malato e si teme la sua morte da un momento all’altro. Sola e in balia della natura ostile, la piccola insider si troverebbe a fronteggiare inondazioni, acquitrini e i mostri preistorici del suo retaggio (Aurochs). Fortunatamente la storia è meno traumatica e a suo modo, più gioviale: uno spaccato sulla vita di una comunità marginale o comunque eccentrica. Una collettività che è interconnessa all’acqua come un agricoltore alla terra; meno asettica rispetto all’habitat delle aree urbane. Hushpuppy è l’eroe. Sarà lei, come desidera il padre, a ereditare quel mondo e a diventarne la creatura alpha. Come in una fiaba, la bambina intraprende un percorso di formazione nel suo retroterra. Sostenuta dal padre e invocando una madre perduta che si materializza in un solo, reale abbraccio amorevole. Quello che affascina in senso antropologico è l’umanità di tutto l’ambiente. Un contesto che circonda e istruisce la futura sovrana e i suoi aiutanti; il caparbio attaccamento a una terra già deturpata dalla civiltà stessa e da un violento ciclone. Un insieme che lotta per il suo lembo e che fugge dai presidi medici. Il fermo in ambulatorio permetterebbe, infatti, la riorganizzazione sommaria dei loro spazi. Il padre di Hushpuppy è una persona rude e irruenta. Alleva la figlia come se volesse cavarne la parte più vigorosa. Tutta la cerchia degli adulti si comporta così. E’ evidente che la considerano un cucciolo, ma è anche chiaro che vogliano temprarla. Lei sta al gioco, ascolta e assimila come tutti i bambini. La storia si risolve nell’effettiva investitura di Hushpuppy, il re che diventa adulto. Tra le sequenze fantasy spicca il riuscito faccia a faccia con gli Aurochs, decisamente simpatico.
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pier70
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giovedì 7 marzo 2013
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uomo e natura alla pari
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Esordio potente, totalizzante. Riflessione sul rapporto uomo/natura, riportato al suo livello ancestrale, alle sue origini, quando la lotta era ancora impari. La comunità della Grande Vasca vive adrenalinicamente, sempre sotto condizione di venire sommersa dagli uragani; quando lo tsunami arriva davvero, biblico e assoluto, la piccola Hushpoppy ('Focaccina') imparerà a diventare adulta, troppo presto certo (ma forse troppo presto oggi è meglio di mai?). Il prezzo- è, come alle origini, come ai tempi senza tempo della lotta contro i Mostri Primordiali, il guardare la natura (leopardianamente matrigna e indifferente) dritta dentro i suoi occhi, le sue viscere, il suo midollo.
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Esordio potente, totalizzante. Riflessione sul rapporto uomo/natura, riportato al suo livello ancestrale, alle sue origini, quando la lotta era ancora impari. La comunità della Grande Vasca vive adrenalinicamente, sempre sotto condizione di venire sommersa dagli uragani; quando lo tsunami arriva davvero, biblico e assoluto, la piccola Hushpoppy ('Focaccina') imparerà a diventare adulta, troppo presto certo (ma forse troppo presto oggi è meglio di mai?). Il prezzo- è, come alle origini, come ai tempi senza tempo della lotta contro i Mostri Primordiali, il guardare la natura (leopardianamente matrigna e indifferente) dritta dentro i suoi occhi, le sue viscere, il suo midollo. Fa paura; può far crescere, e comunque esprime un ribaltamento poderoso della relazione con la natura, oggi un dominio da sfruttare, salvo imprevisti calamitosi da parte di ciò che non è ancora perfettamente controllabile. La bambina è di nuovo allo stesso livello della natura, al lotta è tornata come all'Inizio. Ma il giovane autore riesce ad inserire anche un denso commento sulla condizione umana, con questa tribù di (auto?)esclusi, selvaggiamente renitenti ad ogni incasellamento nell'umanità cd.civile e progredita, che li vuole sia 'curare' (il ricovero obbligatorio del padre di H.) che 'divertire' (la squallida isola dei piaceri).
Pier70
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doni64
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giovedì 28 febbraio 2013
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film toccante ma inconcludente
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Il film e' interessant e toccante; la trama regge ma il finale e' inconcludente,insensato.A mio parere poteva essere un film molto bello se la ragazzina ritrovava la propria madre dopo la morte del padre.Voto 7
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antonio movies
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mercoledì 27 febbraio 2013
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pessimo contributo alla causa ambientalista
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Se gli americani sono insopportabili quando prendono sul serio il loro mito o sogno, riescono ad esserlo ancora di più quando prendono sul serio l'alternativa allo stesso, imbastendoci pure una pseudo-favola stiracchiata a sfondo eco-trash.
Con un'aria un pò da "Cinico TV" a colori ma senza ironia, un pò da "Sporchi brutti e cattivi" ma senza un gigante credibile e misurato come Manfredi, l'ordigno filmico del "Re della terra selvaggia" si arena dopo un inizio promettente. Il regista non pare più ricordare più cosa volesse dire e perchè, si limita a cercare il filo dei propri pensieri fra la spazzatura onnipresente, nei tanti primi piani e balbettii saccenti, quanto inverosimili, della bimba protagonista.
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Se gli americani sono insopportabili quando prendono sul serio il loro mito o sogno, riescono ad esserlo ancora di più quando prendono sul serio l'alternativa allo stesso, imbastendoci pure una pseudo-favola stiracchiata a sfondo eco-trash.
Con un'aria un pò da "Cinico TV" a colori ma senza ironia, un pò da "Sporchi brutti e cattivi" ma senza un gigante credibile e misurato come Manfredi, l'ordigno filmico del "Re della terra selvaggia" si arena dopo un inizio promettente. Il regista non pare più ricordare più cosa volesse dire e perchè, si limita a cercare il filo dei propri pensieri fra la spazzatura onnipresente, nei tanti primi piani e balbettii saccenti, quanto inverosimili, della bimba protagonista. Che passa più o meno indenne in mezzo alle macerie fisiche e umane di un'angosciosa palude abitata da drop-out.
Non si può sorvolare sulle citazioni maldestre di "Qualcuno volo sul nido..." usate come icona di quart'ordine dell'anelito libertario che spinge alla ribellione la comunità di cui sopra.
Nè sul pasticciato happy-end onirico, orientato alla fiducia sulle capacità dell'uomo-bambina di farcela vincendo i propri fantasmi.
Gli effetti speciali da favela in abbandono fanno rimpiangere la Pixar, e fra l'altro sono omologhi a quelli super costosi: vogliono entrambi stupire e prenderti allo stomaco, senza tante storie.
Insincero, irritante, imbarazzante.
PS: è piaciuto ad Obama? Ma lui ha vinto il Nobel per la pace, mica quello della letteratura (o l'Oscar) !!!
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raffaelemarino
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domenica 24 febbraio 2013
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un capolavoro d'introspettività
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Re della terra selvaggia:candidato a 4 premi oscar Un capolavoro d' introspettività;il film inizia con dettagli sugli oggetti che poi diventeranno alcuni dei protagonisti della pellicola,subito il regista ci porta a conoscenza dell'abitudine della piccola protagonista,ossia il suo vizio di ascoltare i cuori degli animali.Il tutto si presenta con una telecamera sempre in movimento quasi a sottolineare l'isntabilità di un padre e una figlia poveri ma talmente poveri da non avere neanche un materasso da mettere a terra;in più il problema dei cicloni che dei giacciai che si stanno sciogliendo che aumentando il livello dell'acqua non fanno altro che cancellare una piccola comunità che vive affiatata con quel poco che gli dona la natura.
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Re della terra selvaggia:candidato a 4 premi oscar Un capolavoro d' introspettività;il film inizia con dettagli sugli oggetti che poi diventeranno alcuni dei protagonisti della pellicola,subito il regista ci porta a conoscenza dell'abitudine della piccola protagonista,ossia il suo vizio di ascoltare i cuori degli animali.Il tutto si presenta con una telecamera sempre in movimento quasi a sottolineare l'isntabilità di un padre e una figlia poveri ma talmente poveri da non avere neanche un materasso da mettere a terra;in più il problema dei cicloni che dei giacciai che si stanno sciogliendo che aumentando il livello dell'acqua non fanno altro che cancellare una piccola comunità che vive affiatata con quel poco che gli dona la natura. Una grande sceneggiatura,con pochissimi dialoghi,immagini che raccontano;un film che tocca l'anima,il padre burbero che sapendo di dover morire insegna la figlioletta a cavarsela nel mondo,infatti si rivolgerà a lei sempre al maschile,non mancheranno però da parte dell'uomo dimostrazioni d'affetto come quando la chiama a se abbracciandola,scena davvero commovente.Il film si insinua lentamente nella mente dello spettatore si fa apprezzare fotogramma per fotogramma,non è mai scontato,con una metafora che t'invade in pieno,il senso della vita l'aggrapparsi al ricordo di una mamma che non c'è piu,a spezzare il ritmo facendolo con rispetto della trama anche il lato come si potrebbe dire onirico,la lotta contro le paure le paure di una piccola bambina costretta a combattere le vicisitutini di una donna adulta,enormi porcellini d'india con dimensioni di dinosauri che attanagliano la piccola protagonista,bellissima la scena finale che tutti si iginocchiano a lei.I due attori principali davvero bravi,mai un'esagerazione,mai un 'espressione esagerata,non per niente la bambina è candidata all'oscar cm miglior protagonista,ed è nella storia la bambina più piccola ad avere una nomination agli oscar,solo 6 anni,scelta tra 4000 candidate.Questo lungometraggio è da vedere perchè è un'opera prima girata interamente in 16mm con un budget limitatissimo,con l'aiuto di gente locale,se dovesse vincere come miglior film (e me lo auguro) sarà la risposta alle grandi major hollywoodiane che spendono milioni di dollari a volte per film inutili e insulsi.Insomma un film delizioso da vedere in silenzio, da capire e carpire la metafora dell'attacamento alla propria terra,la ricerca di una madre che non c'è più,la sopravvivenza,il rapporto tra padre e figlia fanno di questo copione un film ottimale educativo e geniale sotto un profilo tecnico!!!che il ciak sia con voi raffaele marino
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