X-Men: L'inizio |
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Un film di Matthew Vaughn.
Con James McAvoy, Michael Fassbender, Rose Byrne, Jennifer Lawrence, January Jones.
continua»
Titolo originale X-Men: First Class.
Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 132 min.
- USA 2011.
- 20th Century Fox Italia
uscita mercoledì 8 giugno 2011.
MYMONETRO
X-Men: L'inizio
valutazione media:
3,18
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un prequel in chiaroscurodi quieromirarFeedback: 1436 | altri commenti e recensioni di quieromirar |
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giovedì 23 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il prequel può ampliare le suggestioni di un immaginario noto al grande pubblico, reinventando la fedeltà a un contesto che, come nel caso dei fumetti, offre il fianco a differenti interpretazioni. Ciò avviene solo in parte nel lungometraggio di Matthew Vaughn “X men. L’inizio”, dove le dinamiche della narrazione affascinano, ma non sono strutturate con piena coerenza. L’opera risulta debole sul versante delle figure femminili. Il mutamento di Mistica avviene attraverso una giustapposizione di scelte, non per intima evoluzione. L’Emma Frost di January Jones deve sì avere la freddezza di una macchina da guerra, ma esiste un abisso tra imperscrutabilità e inespressività. La questione non vale per Kevin Bacon, che sa dominare la macchina da presa con poche mosse. Ben diverso rilievo avrebbe meritato la donna libellula di Zoe Kravitz, che in quanto corpo oggetto avrebbe potuto esprimere con maggiore intensità il dramma dei mutanti, disprezzati nel momento in cui li si usa. Il clima di odio che circonda i protagonisti è inoltre solo accennato. Non mancano scelte registiche efficaci. La suddivisione dell’inquadratura in vignette non è una tecnica nuova, ma assume qui una sua freschezza. L’invito a sparire rivolto da Wolverine a Lensherr e a Xavier è autoironico (siamo all’ennesima pellicola della saga) e la scena in cui Erik e Shaw si affrontano, moltiplicati in mille specchi, evoca per un attimo “La signora di Shangai”e possiede una sua suggestione. Il legame tra i giovani Charles ed Erik è il cuore del film e prende corpo sul doppio binario della fratellanza e del rapporto padre/figlio: i due sono sullo stesso piano e al tempo stesso vivono un’asimmetria che fa di Charles il maestro dell’amico. Il loro primo incontro/scontro avviene nell’acqua, una sorta di battesimo simbolico che porterà il futuro Magneto a essere emblema di una rivolta e non semplice vendicatore della propria personale tragedia. Il sodalizio nasce inoltre nel segno del dolore: il telepate avverte il tormento di Erik e vuole mutarlo in forza positiva, ma sarà sconfitto, come mostra il momento in cui avverte nella sua pelle la fine dell’aguzzino del compagno: una morte simbolica, perché la generosità di Xavier è sacrificata sull’altare della rivalsa. La paralisi del ragazzo (contrappasso della sua irremovibilità nel cercare la pace) è provocata da un incidente, ma il gesto del suo alleato è spia del rimosso, rivela nel suo carattere inconsulto il bisogno di emanciparsi da chi l’ha fino ad allora guidato. L’ultima immagine non può che riprendere Magneto tra le mura di un sotterraneo, chiara metafora di un’ossessione che non vede che se stessa.
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