Transformers 3 |
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Un film di Michael Bay.
Con Shia LaBeouf, Josh Duhamel, Rosie Huntington-Whiteley, John Malkovich, Hugo Weaving.
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Titolo originale Transformers: Dark of the Moon.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 156 min.
- USA 2011.
- Universal Pictures
uscita mercoledì 29 giugno 2011.
MYMONETRO
Transformers 3 ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Boom!
di LØRE M.Feedback: |
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giovedì 30 giugno 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premetto che sono un ragazzo cresciuto nella generazione che ha visto i Transformers (e altri giocattoli di sorta) fare delle proprie camere da letto, dei veri e propri campi di battaglia. Questa saga non è poi così diversa dai giochi che nascono nelle camere e nella fantasia di chiunque abbia provato a giocare con i suddetti "Robottoni". La storia vede un Sam cresciuto, in crisi come quasi tutti i ragazzi in cerca di lavoro ai nostri giorni, ma che non ha perso il suo carattere sarcastico e la sua verve comica (come al solito Shia laBeouf si riconferma come un attore giovane di tutto rispetto), cerca di ottenere quello che sente di meritare come neo-laureato e salvatore del mondo finendo un'altra volta nel centro dell'azione più o meno consenzientemente. In ballo questa volta non c'è una forma di energia come nei due precedenti film, ma come c'era da aspettarselo, per la terza volta la terra è in pericolo il nostro pianeta, che però può contare sul valido sostegno di esseri metallici altri 5 metri e soldati supereroistici (l'orgoglio per l'esercito americano non ha ovviamente limiti negli USA). Il film va avanti per due ore e mezzo abbondanti, ma ci sono pochi momenti per la noia; le sequenze quando non sono di azione, sono piacevolmente comiche (o ridicole, ma non è un male in un film come questo). Menzione speciale va fatta per il risultato ottenuto con il 3D, le figure sono veramente tridimensionali, morbide e scompare per la maggior parte del film l'effetto "figura di cartone staccata dallo sfondo" che aveva caratterizzato la maggior parte dei film girati o post-prodotti in tre dimensioni. Il risultato più bello a mio parere, si ottiene sui campi lunghi che, con l'ausilio di una dimensione in più, catapultano lo spettatore in spazi ampi e vertiginosi regalando brividi di rara intensità. L'unica (e scontata) critica che esce fuori da un film del genere è sulla trama, leggera e i dialoghi, spesso molto scontati e creati su "frasi fatte". Ma chi si propone di vedere un film di Bay, non si dovrebbe porre aspettative alte in fatto di trame cervellotiche e dialoghi storici, bensì dovrebbe vedere un suo film come un enorme gioco, che da piccolo faceva in camera sua quando tutto era generato dalla fantasia e robot alti 10 centimetri tutto ad un tratto diventavano giganti, protagonisti di storie incredibili. (Ah a proposito la mancanza di Megan Fox si sente eccome, senza nulla togliere alla bellezza impressionante di Rosie Huntington-Whiteley)
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