rongiu
|
venerdì 18 marzo 2011
|
simone, étoile brillant.
|
|
|
|
Piovano/Piovano-Schiaffino /Perpignani ovvero regia, soggetto, montaggio.
Meraviglioso Cinema, che consenti il risveglio ai sopiti ricordi. Restituisci linfa vitale agli inevitabili, dolorosi trascorsi. Tu, decidi, con materno Amore di far conoscere ai posteri i passati destini attraverso i sensi. Ci seduci con profumi e sapori, immagini, armonie e carezze. E, ti doni senza nulla pretendere… o forse si. Mi vuoi tuo complice, intellettualmente libero ma complice. Immerso e perduto in te. Ed è così che il tempo, “votre bien-aimé ”, pur non perdendo la sua identità, si “ferma-con” me, questa sera e si dona e mi dona.
[+]
Piovano/Piovano-Schiaffino /Perpignani ovvero regia, soggetto, montaggio.
Meraviglioso Cinema, che consenti il risveglio ai sopiti ricordi. Restituisci linfa vitale agli inevitabili, dolorosi trascorsi. Tu, decidi, con materno Amore di far conoscere ai posteri i passati destini attraverso i sensi. Ci seduci con profumi e sapori, immagini, armonie e carezze. E, ti doni senza nulla pretendere… o forse si. Mi vuoi tuo complice, intellettualmente libero ma complice. Immerso e perduto in te. Ed è così che il tempo, “votre bien-aimé ”, pur non perdendo la sua identità, si “ferma-con” me, questa sera e si dona e mi dona. Simone Weil, \ Lara Guirao / è la rivelazione, donna senza età, sempre attuale; Il pensiero non asservito al corpo, lo libera dalla schiavitù. Il Pensiero puro, non ha confini. Uno solo è il nemico di sempre, “l’Anti-pensiero”. Il racconto di Simone, a prima vista frammentario, è invece ricco di sintesi.
“Il vento disperde i profumi nell’aria”.
“Le stelle bisogna sentirle”.
“Prima voglio capire, poi riuscire”.
“I comunisti si sono rivelati avidi”.
“Come non potete soffrire vedendo quello che accade lontano”.
“Il pensiero deve diventare azione” e così via.
La tua è una sinossi coerente con la sua breve ed intensa Vita. Mi hai dato, questa sera, meraviglioso Cinema, la possibilità di immaginare senza ascoltare, di toccare senza vedere, di condividere la mia apparente solitudine. Ed è ancora grazie a te, se mi è stato concesso di ri/vivere il meditativo tormento di Gustave Thibon \Fabrizio Rizzolo/ e la geniale, riflessiva, contestuale risposta della moglie Yvette \Isabella Tabarini/. Discretamente prorompente il primo; giudiziosa, assennata e garbatamente sensuale la seconda. Gustave Thibon “ le philosophe paysan” , divulgatore postumo del volume “L’ombra e la grazia” estratto dai personalissimi diari di Simone Weil, da lui amorevolmente custoditi.
Pochi attimi e le tue luci saranno spente, Cinema. Non temere, Io non conoscerò il Buio, perché lì, poco più in alto ci sarà un cielo pieno di stelle; clarite et preziose et belle, mie compagne e per sempre. Quante ne troverò d’inquiete? Stanne pur certo, tantissime. Simone, tu lo sai, ha molto Amato.
Grazie Cinema, pardon! Merci Emanuela.
Good Click!
[-]
[+] valutazione 5 stelle.
(di rongiu)
[ - ] valutazione 5 stelle.
|
|
[+] lascia un commento a rongiu »
[ - ] lascia un commento a rongiu »
|
|
d'accordo? |
|
linodigianni
|
venerdì 18 marzo 2011
|
guardare le stelle dal basso
|
|
|
|
Non è un film ideologico, nè un film didascalico.
Poteva essere noioso e allontanare lo spettatore curioso.
E' a lui che forse si rivolge il film, con alcuni punti d'eccellenza, quali la fotografia, le musiche,
la recitazione della protagonista, con la bella scelta di rallentare i pensieri con la parlata,
senza doppiaggio, nell'italiano strascicato.
E per incuriosire lo spettatore vengono offerte alcuni spiragli sul pensiero potente
di Simone Weil, mosso sui bordi delle grandi ideologie del Cominismo e del Cristianesimo,
cercando di comprendere e condividere, dalla parte degli ultimi, ma di persona.
Ecco, il fascino del film è nei piccoli gesti in cui sottpone il corpo per capire.
[+]
Non è un film ideologico, nè un film didascalico.
Poteva essere noioso e allontanare lo spettatore curioso.
E' a lui che forse si rivolge il film, con alcuni punti d'eccellenza, quali la fotografia, le musiche,
la recitazione della protagonista, con la bella scelta di rallentare i pensieri con la parlata,
senza doppiaggio, nell'italiano strascicato.
E per incuriosire lo spettatore vengono offerte alcuni spiragli sul pensiero potente
di Simone Weil, mosso sui bordi delle grandi ideologie del Cominismo e del Cristianesimo,
cercando di comprendere e condividere, dalla parte degli ultimi, ma di persona.
Ecco, il fascino del film è nei piccoli gesti in cui sottpone il corpo per capire.
Mentre noi guardiamo le stelle inquiete, ma dal basso
[-]
|
|
[+] lascia un commento a linodigianni »
[ - ] lascia un commento a linodigianni »
|
|
d'accordo? |
|
kutiz
|
martedì 15 marzo 2011
|
un film che non si lascia "leggere".
|
|
|
|
Un film di difficile lettura, sfuggente, al punto che pare non lasciarsi avvicinare più di tanto, interpretare. A volte odioso, a volte anche buffo: esattamente come Simone Weil. L'ho visto due volte, con due impressioni totalmente diverse. Fosse anche solo per questo destabilizzante fenomeno, credo che il piccolo e coraggioso film della Piovano vada visto. Non con l'occhio del critico che ne avrebbe, da dire. Piuttosto con una leggera inclinazione al transfert emotivo, nel tentativo di farsi accettare alla corte umile di Simone Weil, questa grande figura del secolo scorso, ed avere un assaggio del cambiamento che ha portato ai personaggi che l'hanno frequentata. Ci sono parecchi errori, incongruenze nel film.
[+]
Un film di difficile lettura, sfuggente, al punto che pare non lasciarsi avvicinare più di tanto, interpretare. A volte odioso, a volte anche buffo: esattamente come Simone Weil. L'ho visto due volte, con due impressioni totalmente diverse. Fosse anche solo per questo destabilizzante fenomeno, credo che il piccolo e coraggioso film della Piovano vada visto. Non con l'occhio del critico che ne avrebbe, da dire. Piuttosto con una leggera inclinazione al transfert emotivo, nel tentativo di farsi accettare alla corte umile di Simone Weil, questa grande figura del secolo scorso, ed avere un assaggio del cambiamento che ha portato ai personaggi che l'hanno frequentata. Ci sono parecchi errori, incongruenze nel film. Ma sono così evidenti da far supporre che l'autrice li abbia inseriti di proposito. C'è forse qualcosa che va al di là della mera perfezione tecnica, e che il cuore attento sa cogliere ma la mente no?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kutiz »
[ - ] lascia un commento a kutiz »
|
|
d'accordo? |
|
gianmarco.diroma
|
mercoledì 16 marzo 2011
|
bisognava proprio farne un film?
|
|
|
|
Il grande demerito di questo film è quello di voler essere a tutti i costi un film: poteva essere un documentario, ma purtroppo manca la ricerca e la passione per tutte quelle carte cariche di inchiostro scritte da Simone Weil. Poteva essere un piccolo pamphlet filosofico in versione cinematografica capace di prendere di mira i tempi bui in cui la vicenda è ambientata, ma anche in questo caso, ciò che manca, è proprio la voce della protagonista ed una visione coerente del background che fa da sfondo al film. Poteva anche essere un film per la televisione, ma forse, avrebbe meritato un maggior approfondimento la relazione (amorosa?) tra Simone Weil e Gustave Thibon, capace di catturare l'attenzione anche degli spettatori più pigri ed assuefatti dalle solite storie.
[+]
Il grande demerito di questo film è quello di voler essere a tutti i costi un film: poteva essere un documentario, ma purtroppo manca la ricerca e la passione per tutte quelle carte cariche di inchiostro scritte da Simone Weil. Poteva essere un piccolo pamphlet filosofico in versione cinematografica capace di prendere di mira i tempi bui in cui la vicenda è ambientata, ma anche in questo caso, ciò che manca, è proprio la voce della protagonista ed una visione coerente del background che fa da sfondo al film. Poteva anche essere un film per la televisione, ma forse, avrebbe meritato un maggior approfondimento la relazione (amorosa?) tra Simone Weil e Gustave Thibon, capace di catturare l'attenzione anche degli spettatori più pigri ed assuefatti dalle solite storie. Invece, Le stelle inquieti, manca proprio di un'idea di regia precisa, ciò che latita è una visione chiara di quello che avrebbe potuto essere il significato di questa vicenda. Dal punto di vista della forma, le crepe di questo film, il tono incerto della sua regia, si rendono manifesti soffermandosi sul piano delle riprese: ogni volta che la regista opta per le figure intere, queste rivelano una sorta di goffaggine, di spaesamento di fronte al soggetto che devono raccontare, di scarsa naturalezza. Cosa che invece non succede quelle poche volte che vengono privilegiati i dettagli o i primi piani (la sequenza in cui Simone assiste alla lavorazione e al taglio dei tronchi o nel dialogo finale tra lei e Gustave). Ogni volta che Emanuela Piovano vuole dare un respiro da grande affresco storico-cinematografico, con riprese di esterni, figure intere, dialoghi pregni di allusioni allo scenario politico dell'epoca, manca l'obiettivo. Emanuela Piovano non coglie il senso vero e profondo della storia che sta raccontando e non riesce a focalizzare quale sia la forma espressiva migliore per raccontare l'incontro tra l'anima inquieta di Simone e quella (apparentemente) conciliata di Gustave. Gettando un ponte con il mondo della musica, Le stelle inquiete è musica da camera e non orchestrale. Non si può fare musica orchestrale se non si hanno grande mezzi, attori di grande carisma, una grande fotografia. Bisognava ridimensionare le proprie aspirazioni e trovare quel compromesso (che è anche un delicato equilibrio) tra forma e contenuto che nel cinema è sempre dettato dal rapporto soggetto che si vuole raccontare e budget a disposizione.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianmarco.diroma »
[ - ] lascia un commento a gianmarco.diroma »
|
|
d'accordo? |
|
gianni quilici
|
lunedì 8 aprile 2013
|
un taglio documentaristico con un tocco poetico
|
|
|
|
Le stelle inquiete di Emanuela Piovano, è un film difficile. Rappresentare una figura storica, per lo più complessa come Simone Weil, è rischioso, perché si rischia l’intellettualizzazione o l’agiografia, o peggio ancora la banalizzazione.
E’ difficile ( per me) dire quanto sia poi veritiera la caratterizzazione che ne fa la regista torinese, ma, a prescindere da questo, Simone Weil presenta in questo film una personalità “forte”, per la contraddizione tra i suoi imperativi categorici e la vita quotidiana, soprattutto tra il suo pensiero e il suo corpo.
Ma forse ancora più convincente è il personaggio del filosofo contadino Gustave Thibon, che tocca emotivamente e sentimentalmente Simone Weil, e che crea quei momenti sospesi e magici, in cui scatta la scintilla del sentirsi reciprocamente.
[+]
Le stelle inquiete di Emanuela Piovano, è un film difficile. Rappresentare una figura storica, per lo più complessa come Simone Weil, è rischioso, perché si rischia l’intellettualizzazione o l’agiografia, o peggio ancora la banalizzazione.
E’ difficile ( per me) dire quanto sia poi veritiera la caratterizzazione che ne fa la regista torinese, ma, a prescindere da questo, Simone Weil presenta in questo film una personalità “forte”, per la contraddizione tra i suoi imperativi categorici e la vita quotidiana, soprattutto tra il suo pensiero e il suo corpo.
Ma forse ancora più convincente è il personaggio del filosofo contadino Gustave Thibon, che tocca emotivamente e sentimentalmente Simone Weil, e che crea quei momenti sospesi e magici, in cui scatta la scintilla del sentirsi reciprocamente. E ciò che rende la personalità di Gustave ancora più ricca nella rappresentazione che ne dà la Piovano, nasce dal fatto che deve elaborare il lutto per essere stato respinto e nello stesso tempo essere premuroso con la moglie che lo ama, senza però capirlo a quei livelli di interazione che aveva vissuto con Simone Weil.
La sequenza dell’incontro notturno con la filosofa è l’acme del film, in cui si mescolano in controcampo i poetici primissimi piani di lei e di lui, le poche parole appena sussurrate e le molte non dette con la morbidezza onirica della fotografia di Raoul Torresi.
Bravissimi gli attori. Lara Guirao, attrice francese che recita in italiano, dà una figura composita di Simone Weil, intraprendente e sprovveduta, intransigente e luminosa, e Fabrizio Rizzolo disegna efficacemente un filosofo contadino innamorato e tormentato.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni quilici »
[ - ] lascia un commento a gianni quilici »
|
|
d'accordo? |
|
silviastregatta
|
mercoledì 16 marzo 2011
|
il delicato tocco di emanuela
|
|
|
|
L'intenzione della regista Emanuela Piovano di fare un film "arioso e profumato" è stata realizzata a pieno. Grazie alla collaborazione del Premio Oscar Roberto Perpignani per il montaggio e di Raoul Torresi, direttore della fotografia il risultato ottenuto è perfetto per una riflessione più approfondita sullo sfaccettato personaggio della filosofa protagonista, Simone Weil.
Nonostante il difficoltoso confronto con la sua figura così "ingombrante", il film è un piacevole racconto inserito in un momento storico epocale per tutto il mondo e al quale Simone Weil ha partecipato.
|
|
[+] lascia un commento a silviastregatta »
[ - ] lascia un commento a silviastregatta »
|
|
d'accordo? |
|
rampante
|
giovedì 12 dicembre 2013
|
una donna
|
|
|
|
La regista Emanuela Piovano ha provato a raccontare un episodio quasi sconosciuto di Simone Weil una delle più grandi pensatrici del Novecento.
Nell'estate del 1941, durante l'occupazione nazista della Francia, Simone Weil trovò rifugio nella tenuta agricola vicino a Marsiglia di Gustave Thibon, il filosofo contadino che più tardi pubblicherà uno dei suoi manoscritti, e di sua moglie Yvette
Simone è uno dei personaggi più controversi e contestati del secolo scorso, giovane ebrea attratta dal cattolicesimo, comunista ma contestatrice del materialismo, insegnante di filosofia sempre dalla parte dei lavoratori, operai e contadini
Simone, pensatrice
[+]
La regista Emanuela Piovano ha provato a raccontare un episodio quasi sconosciuto di Simone Weil una delle più grandi pensatrici del Novecento.
Nell'estate del 1941, durante l'occupazione nazista della Francia, Simone Weil trovò rifugio nella tenuta agricola vicino a Marsiglia di Gustave Thibon, il filosofo contadino che più tardi pubblicherà uno dei suoi manoscritti, e di sua moglie Yvette
Simone è uno dei personaggi più controversi e contestati del secolo scorso, giovane ebrea attratta dal cattolicesimo, comunista ma contestatrice del materialismo, insegnante di filosofia sempre dalla parte dei lavoratori, operai e contadini
Simone, pensatrice ascetica, più che in fuga era alla ricerca di qualcosa, di un'identità cercata invano nell'insegnamento, in politica, in fabbrica, negli studi e
trova qui con Gustave, momenti di vera grazia immersa nella natura nel pieno rigoglio estivo
E' un'estate luminosa e sensuale rievocata con dolcezza, profondamente contemplativa che esclude i piaceri del corpo ma traboccante di amore e consapevole della gravità del momento
un film libero ed indipendente su una delle figure femminili più contradditorie e simboliche del secolo scorso, filosofa mistica, rivoluzionaria, assolutista morta a soli 34 anni con l'ultima guerra ancora in corso nel 1943 in un sanatorio in Inghilterra
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rampante »
[ - ] lascia un commento a rampante »
|
|
d'accordo? |
|
|