Le stelle inquiete |
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Un film di Emanuela Piovano.
Con Lara Guirao, Fabrizio Rizzolo, Isabella Tabarini, Marc Perrone, Renato Liprandi.
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Drammatico,
durata 87 min.
- Italia 2011.
- Bolero Film
uscita venerdì 11 marzo 2011.
MYMONETRO
Le stelle inquiete
valutazione media:
2,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bisognava proprio farne un film?di gianmarco.diromaFeedback: 7173 | altri commenti e recensioni di gianmarco.diroma |
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mercoledì 16 marzo 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il grande demerito di questo film è quello di voler essere a tutti i costi un film: poteva essere un documentario, ma purtroppo manca la ricerca e la passione per tutte quelle carte cariche di inchiostro scritte da Simone Weil. Poteva essere un piccolo pamphlet filosofico in versione cinematografica capace di prendere di mira i tempi bui in cui la vicenda è ambientata, ma anche in questo caso, ciò che manca, è proprio la voce della protagonista ed una visione coerente del background che fa da sfondo al film. Poteva anche essere un film per la televisione, ma forse, avrebbe meritato un maggior approfondimento la relazione (amorosa?) tra Simone Weil e Gustave Thibon, capace di catturare l'attenzione anche degli spettatori più pigri ed assuefatti dalle solite storie. Invece, Le stelle inquieti, manca proprio di un'idea di regia precisa, ciò che latita è una visione chiara di quello che avrebbe potuto essere il significato di questa vicenda. Dal punto di vista della forma, le crepe di questo film, il tono incerto della sua regia, si rendono manifesti soffermandosi sul piano delle riprese: ogni volta che la regista opta per le figure intere, queste rivelano una sorta di goffaggine, di spaesamento di fronte al soggetto che devono raccontare, di scarsa naturalezza. Cosa che invece non succede quelle poche volte che vengono privilegiati i dettagli o i primi piani (la sequenza in cui Simone assiste alla lavorazione e al taglio dei tronchi o nel dialogo finale tra lei e Gustave). Ogni volta che Emanuela Piovano vuole dare un respiro da grande affresco storico-cinematografico, con riprese di esterni, figure intere, dialoghi pregni di allusioni allo scenario politico dell'epoca, manca l'obiettivo. Emanuela Piovano non coglie il senso vero e profondo della storia che sta raccontando e non riesce a focalizzare quale sia la forma espressiva migliore per raccontare l'incontro tra l'anima inquieta di Simone e quella (apparentemente) conciliata di Gustave. Gettando un ponte con il mondo della musica, Le stelle inquiete è musica da camera e non orchestrale. Non si può fare musica orchestrale se non si hanno grande mezzi, attori di grande carisma, una grande fotografia. Bisognava ridimensionare le proprie aspirazioni e trovare quel compromesso (che è anche un delicato equilibrio) tra forma e contenuto che nel cinema è sempre dettato dal rapporto soggetto che si vuole raccontare e budget a disposizione.
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