morgank
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venerdì 8 luglio 2011
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un film da vedere
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"L'Erede" è la prova dal fatto che si può ancora fare buon cinema anche con un budget limitato.
La storia, ben caratterizzata sullo schermo grazie alla carica emotiva di Guia Jelo e Alessandro Roja, ci catapulta in una atmosfera thriller, come da tempo non accadeva nel cinema nostrano.
La sceneggiatura a quattro mani (del bravissimo Chiti e del talentuoso Zampino) descrive una situazione tutt'altro che scontata, soprattutto nelle sfumature che riguardano i rapporti tra il protagonista ed il "nucleo" familiare che si rivelerà meno "amichevole" del previsto.
Tra intrecci psicologici, giochi di attrazione e minacce sottintese e manifeste, la pellicola coglie (anche con un pizzico di critica) la differenza che tutt'oggi esiste tra la borghesia ed il proletariato (anche se in alcuni casi in maniera semplificata).
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"L'Erede" è la prova dal fatto che si può ancora fare buon cinema anche con un budget limitato.
La storia, ben caratterizzata sullo schermo grazie alla carica emotiva di Guia Jelo e Alessandro Roja, ci catapulta in una atmosfera thriller, come da tempo non accadeva nel cinema nostrano.
La sceneggiatura a quattro mani (del bravissimo Chiti e del talentuoso Zampino) descrive una situazione tutt'altro che scontata, soprattutto nelle sfumature che riguardano i rapporti tra il protagonista ed il "nucleo" familiare che si rivelerà meno "amichevole" del previsto.
Tra intrecci psicologici, giochi di attrazione e minacce sottintese e manifeste, la pellicola coglie (anche con un pizzico di critica) la differenza che tutt'oggi esiste tra la borghesia ed il proletariato (anche se in alcuni casi in maniera semplificata).
Un plauso doveroso ai comprimari Davide Lorino, Maria Sole Manzutti e allla giovane Tresy Taddei.
Infine una nota di merito anche al Trailer del film, capace di cogliere appieno l'atmosfera del film e di restituirla senza false promesse per lo spettatore.
Nell'oramai stanco panorama italiano, un film da vedere.
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dudina
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venerdì 8 luglio 2011
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un thriller avvincente
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Thriller psicologico decisamente avvincente e coinvolgente quello di Michael Zampino, L'Erede, in uscita oggi al cinema.
La descrizione dei paesaggi, l'introspezione che ogni personaggio fa di sè, i momenti di suspence ne fanno un capolavoro, un noir di altri tempi si direbbe lontano da quella che è oggi la produzione cinematografica qualunquista.
Giusti i tempi e ottima la colonna sonora che fa vivere allo spettatore quella suspence necessaria ma non eccessiva, quella suspence che non è data da colpi di pistola, sangue, omicidi e effetti in 3D ma una suspence reale che chiunque avrebbe vissuto trovandosi in un casolare con quei vicini sinistri e inquietanti.
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Thriller psicologico decisamente avvincente e coinvolgente quello di Michael Zampino, L'Erede, in uscita oggi al cinema.
La descrizione dei paesaggi, l'introspezione che ogni personaggio fa di sè, i momenti di suspence ne fanno un capolavoro, un noir di altri tempi si direbbe lontano da quella che è oggi la produzione cinematografica qualunquista.
Giusti i tempi e ottima la colonna sonora che fa vivere allo spettatore quella suspence necessaria ma non eccessiva, quella suspence che non è data da colpi di pistola, sangue, omicidi e effetti in 3D ma una suspence reale che chiunque avrebbe vissuto trovandosi in un casolare con quei vicini sinistri e inquietanti.
Ottima regia e ottimo cast!
DA VEDERE!
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ruggema
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sabato 23 luglio 2011
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un'atmosfera particolare
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una villa in mezzo ai boschi, pochi personaggi e un clima inquietante. Con pochi ingredienti ma tanta atmosfera e mistero, il film riesce a coinvolgere lo spettatore in un crescendo di tensione. Un ottimo thriller psicologico.
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fabienne
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mercoledì 27 luglio 2011
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un emozione che mette in luce i nostri attaccament
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Oltre ad essere ben recitato, mi ha colpito come certe dinamiche che ci trascinano in atteggiamenti autodistruttivi facciano parte di tutti. Non ci sono differenze di ceto sociale su certe dinamiche, ognuno quando prova un senso di ingiustizia può arrivare a compiere azioni fuori dal proprio controllo. Mi sono piciuti molto tutti gli attori, pochi ma buoni, non ultima la colonna sonora quale protagonista nasocosta e presente al tempo stesso.
Un film che rivedrei volentieri.
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guidobaldo maria riccardelli
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martedì 17 maggio 2016
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eredità non scritte
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Più thriller che noir, segna l'esordio sul grande schermo per Michael Zampino, in un lungometraggio che, pur tra diversi limiti, mostra aspetti d'interesse.
Dal soggetto intrigante, sa intrattenere ed appassionare, grazie ad una buona sceneggiatura che sa inquadrare vari aspetti della vicenda, gestendo in maniera corretta il ritmo della pellicola.
Di minore impatto la costruzione dei personaggi, lasciandosi prendere da una certa stereotipizzazione delle figure, all'insegna di una semplificazione non richiesta del quadro. Personaggi peraltro ben interpretati, da un cast in parte e convinto.
Piuttosto debole il sottotesto, all'insegna di un tentativo di analisi del rapporto et tra centro e periferia et tra ceti diversi, affrontato con una certa leggerezza e ad ogni modo con strumenti teorici troppo grezzi ed artigianali per lo scopo.
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Più thriller che noir, segna l'esordio sul grande schermo per Michael Zampino, in un lungometraggio che, pur tra diversi limiti, mostra aspetti d'interesse.
Dal soggetto intrigante, sa intrattenere ed appassionare, grazie ad una buona sceneggiatura che sa inquadrare vari aspetti della vicenda, gestendo in maniera corretta il ritmo della pellicola.
Di minore impatto la costruzione dei personaggi, lasciandosi prendere da una certa stereotipizzazione delle figure, all'insegna di una semplificazione non richiesta del quadro. Personaggi peraltro ben interpretati, da un cast in parte e convinto.
Piuttosto debole il sottotesto, all'insegna di un tentativo di analisi del rapporto et tra centro e periferia et tra ceti diversi, affrontato con una certa leggerezza e ad ogni modo con strumenti teorici troppo grezzi ed artigianali per lo scopo.
Detto ciò, resta opera meritevole di visione.
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ultimoboyscout
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domenica 7 agosto 2011
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una scomoda eredità.
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Una casa dispersa tra i monti lasciata in eredità dal padre, è solo l'inizio dell'incubo per il Dandi della serie "Romanzo criminale", che da carnefice diventa vittima. Il film è complessivamente noioso e fin troppo compassato, a me non è piaciuto, ma bisogna dire che l'opera prima di Michael Zampino non è fatta così male. A fronte di una sceneggiatura poco convincente e di personaggi caratterizzati in maniera imperfetta (non quello interpretato da Guia Jelo, davvero ottima) la fotografia pur non eccellente è abbastanza funzionale al contesto e l'atmosfera creata è bella e adeguata poichè carica di una sottile inquietudine per una forma finale piuttosto elegante.
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Una casa dispersa tra i monti lasciata in eredità dal padre, è solo l'inizio dell'incubo per il Dandi della serie "Romanzo criminale", che da carnefice diventa vittima. Il film è complessivamente noioso e fin troppo compassato, a me non è piaciuto, ma bisogna dire che l'opera prima di Michael Zampino non è fatta così male. A fronte di una sceneggiatura poco convincente e di personaggi caratterizzati in maniera imperfetta (non quello interpretato da Guia Jelo, davvero ottima) la fotografia pur non eccellente è abbastanza funzionale al contesto e l'atmosfera creata è bella e adeguata poichè carica di una sottile inquietudine per una forma finale piuttosto elegante. Il cast si mette a disposizione del regista e come detto la Jelo, ma anche Roja, stanno al gioco del noir con straordinaria efficacia. Probabilmente destinato all'anonimato o quasi, non ha un grosso appeal per rendersi appetibile ai più. Nel confermare il fatto che non l'ho apprezzato, dico però che il regista ha posto una buona base da cui partire per farsi un nome e che la strada imboccata non è affatto sbagliata, la stoffa c'è.
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