dartes
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sabato 17 marzo 2012
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la fine della commedia italiana
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La commedia italiana è morta. Sia portando sul grande schermo volti ben noti, sia presentandone di nuovi: in nessun caso ne esce un risultato positivo. La perplessità pullula beata tra gli sguardi di De Luigi e del nuovo comico tanto apprezzato nei nostri lidi, ossia Siani. In entrambi i casi, si ride poco: questo è sicuro. Basarsi esclusivamente sul dialetto meridionale per portare il pubblico dalla propria parte è un'azione alquanto patetica. Ma loro non hanno rimorsi nel farlo, in particolar modo l'ingenuo Siani, che con molta allegria e inettitudine si presenta dinanzi a noi come l'ennesimo cabarettista nel posto sbagliato al momento sbagliato.
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La commedia italiana è morta. Sia portando sul grande schermo volti ben noti, sia presentandone di nuovi: in nessun caso ne esce un risultato positivo. La perplessità pullula beata tra gli sguardi di De Luigi e del nuovo comico tanto apprezzato nei nostri lidi, ossia Siani. In entrambi i casi, si ride poco: questo è sicuro. Basarsi esclusivamente sul dialetto meridionale per portare il pubblico dalla propria parte è un'azione alquanto patetica. Ma loro non hanno rimorsi nel farlo, in particolar modo l'ingenuo Siani, che con molta allegria e inettitudine si presenta dinanzi a noi come l'ennesimo cabarettista nel posto sbagliato al momento sbagliato. In quanto più adatto al minischermo o al palco di Zelig - specialmente per banalità - piuttosto che alla pellicola. L'originalità, oggigiorno, è una dote più che rara: e La peggior settimana della mia vita ne è la prova lampante. Chi si accontenta di una vicenda già vista e di scarsa vena cinematografica, troverà nel titolo di Genovesi ciò che più si adatta al suo palato. Chi, invece, è alla ricerca di un barlume di speranza e qualità nel vasto mare della commedia italiana, ne stia alla larga. Critici e intenditori astenersi. È solo un consiglio, che però non va preso alla leggera.
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alessandro pagani
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lunedì 31 ottobre 2011
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ci si abitua a tutto anche alla miglior commedia
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La storia, seppur presa con le pinze, sarebbe stata più efficace con altri attori e altra scrittura eccezion fatta, e con riserve, per Fabio De Luigi che da solo non può e non risce a tenere in piedi tutto l'impianto narrativo: la futura moglie Capotondi, generalmente poco credibile e poco naturale nella recitazione sfonda il video nei primi secondi della pellicola con un capezzolo e la parabola anziché crescere diviene subito calante.
Le assurdità create per far sorridere il pubblico vanno dal surreale mal riuscito (sono poche le battute e le trovate efficaci) al banalotto. La settimana antecedente alle nozze di Fabio e Cristiana è infestata da situazioni tragi-comiche che nemmeno Fantozzi, Paolo Villaggio e Neri Parenti sarebbero arrivati a tanto.
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La storia, seppur presa con le pinze, sarebbe stata più efficace con altri attori e altra scrittura eccezion fatta, e con riserve, per Fabio De Luigi che da solo non può e non risce a tenere in piedi tutto l'impianto narrativo: la futura moglie Capotondi, generalmente poco credibile e poco naturale nella recitazione sfonda il video nei primi secondi della pellicola con un capezzolo e la parabola anziché crescere diviene subito calante.
Le assurdità create per far sorridere il pubblico vanno dal surreale mal riuscito (sono poche le battute e le trovate efficaci) al banalotto. La settimana antecedente alle nozze di Fabio e Cristiana è infestata da situazioni tragi-comiche che nemmeno Fantozzi, Paolo Villaggio e Neri Parenti sarebbero arrivati a tanto. Quel troppo che stona, che appesantisce una commedia attreversata dal solito macchiettismo dei personaggi, tipico delle fiction all'italiana: la disperata ossia mamma di Cristiana interpretata dall'Attrice senza trucco e senza trucchi Monica Guerritore, e moglie del musone Antonio Catania, la saggia miracolata nonna Gisella Sofio, il sopravvalutatissimo combina guai Alessandro Siani, lo sfigato De Luigi, la quanto son bella e anche brava Capotondi, l'ex (arrapata e arrapante) Chiara Francini, l'alternativa e l'anti Nadir Caselli...
E dire che il Vinci ci ha ricamanto una puntata del suo Matrix per pubblicizzare l'ultima fatica di Alessandro Genovesi, ma le commedie italiane e le serie tv hanno raggiunto la stessa leggera qualità del chi si accontenta non gode, non si riesce ad arrivare nemmeno ai filmetti di Pierino, e infondo come dice Arisa fra le battute "ci si abitua a tutto" anche al brutto, il vero problema, oltre a quello, è l'innata capacità di trasformare in oro qualcosa che appena luccica e vai con gli incassi di un grande successo.
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valeria
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sabato 29 ottobre 2011
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déjà vu all'italiana
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Ieri avevo bisogno di una serata all’insegna della leggerezza e del divertimento: il film di Genovesi ,qui alla sua opera prima da regista, ha assolto brillantemente questo compito.
Ad ogni risata però avevo la netta sensazione di trovarmi di fronte a un déjà vu. E mai parola fu più adatta.
Tutto già visto. Pensate a tutte le situazioni paradossali e tragicomiche degli ultimi film di Ben Stiller (Mi presenti i tuoi? e … alla fine arriva Polly) o di Renèe Zelwegger (Il diario di Bridget Jones), e immaginatele declinate secondo i modi e i costumi della commedia all’italiana.
Un po’ di coraggio e cattiveria in più non avrebbero nuociuto alla storia, tra l’altro supportata da un cast davvero all’altezza.
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Ieri avevo bisogno di una serata all’insegna della leggerezza e del divertimento: il film di Genovesi ,qui alla sua opera prima da regista, ha assolto brillantemente questo compito.
Ad ogni risata però avevo la netta sensazione di trovarmi di fronte a un déjà vu. E mai parola fu più adatta.
Tutto già visto. Pensate a tutte le situazioni paradossali e tragicomiche degli ultimi film di Ben Stiller (Mi presenti i tuoi? e … alla fine arriva Polly) o di Renèe Zelwegger (Il diario di Bridget Jones), e immaginatele declinate secondo i modi e i costumi della commedia all’italiana.
Un po’ di coraggio e cattiveria in più non avrebbero nuociuto alla storia, tra l’altro supportata da un cast davvero all’altezza. Antonio Catania e Monica Guerritore, due mattatori di classe, che qui interpretano i genitori di un’insolitamente brava Cristiana Capotondi, padroneggiano la scena con disinvoltura e spalleggiano un Fabio De Luigi, altrettanto in forma. Straordinaria davvero la partecipazione di Alessandro Siani che, da sempre promotore di una comicità efficace, naturale e mai volgare, qui ci regale le sue chicche migliori. Tutti gli attori si muovono bene all’interno delle situazioni paradossali e tragicomiche (e improbabili) della storia, regalandoci una commedia comunque ben confezionata, piacevole e davvero comica.
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adadf
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martedì 20 novembre 2012
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la copia di mille riassunti
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Opera prima nel ruolo di regista di Genovesi che lascia un po' l'amaro in bocca. se non atro per la presenza di De Luigi, che abbiamo visto ricoprire i ruoli più disparati, dallo scemo del villaggio nell'ormai datato "asini", passando per il più consueto uomo di mezza età in "maschi contro femmine" e sequel, ad un toccante e professionale assistente sociale in "come dio comanda".
Tutta la storia è incentrata sul matrimonio con la Capotondi, e le mille avversità che si presentano sulla loro strada danno tutte l'idea di un già visto, farcite con una fretta tremenda di riuscire a farle entrare tutte in una sola pellicola di un'ora e mezza tirata; la scenografia è fiabesca, evanescente, e anche i personaggi sembrano venire da un altro pianeta; guardando il film si ride poco, ma proprio poco.
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Opera prima nel ruolo di regista di Genovesi che lascia un po' l'amaro in bocca. se non atro per la presenza di De Luigi, che abbiamo visto ricoprire i ruoli più disparati, dallo scemo del villaggio nell'ormai datato "asini", passando per il più consueto uomo di mezza età in "maschi contro femmine" e sequel, ad un toccante e professionale assistente sociale in "come dio comanda".
Tutta la storia è incentrata sul matrimonio con la Capotondi, e le mille avversità che si presentano sulla loro strada danno tutte l'idea di un già visto, farcite con una fretta tremenda di riuscire a farle entrare tutte in una sola pellicola di un'ora e mezza tirata; la scenografia è fiabesca, evanescente, e anche i personaggi sembrano venire da un altro pianeta; guardando il film si ride poco, ma proprio poco. forse Genovesi sperava di tirare un po' avanti grazie alla fama acquisita da Siani in "Benvenuti al nord", ma il suo ruolo oltre ad essere fotocopiato dal suddetto titolo, è totalmente inutile, a volte anche fastidioso. Buona prova del regista, ma deludente e vacua emulazione della serie televisiva britannica omonima, farcita con un vorrei ma non posso di situazioni goffe e imbarazzanti di un "american pie: il matrimonio" all'italiana. il posto di Genovesi di certo non è sulla sedia del regista, forse potrebbe fruttare meglio a lui e agli spettatori che si aspettano una buona pellicola un ritorno alla sceneggiatura, lavoro che, a mio avviso, aveva compiuto magistralmente in Happy family.
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matteo fedele
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mercoledì 28 agosto 2013
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la peggior prova di de luigi
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Al suo sufficientemente scolorito debutto alla regia, Genovesi raffazzona una trama che risalta per povertà di contenuti e fantasia, una sceneggiatura da dormiveglia e un cast molto mal sfruttato. Il classico paragone con il motore Diesel non regge: questa disappassionata commedia matrimoniale parte lenta, continua molto lenta e finisce ancor più lenta. Gli espedienti ironici paiono presi pari pari da un apposito manuale che vanta decenni di esistenza, i sorrisi strappati al perplesso spettatore sono pochi e malsani. I comprimari sono tiepidi e caratterizzati poco o nemmeno un po', fin troppo spazio è affidato al molto meno che discreto Siani (a tratti addirittura fastidioso), Antipatia incarna la completamente fuori posto Arisa, Catania e consorte sostengono a malapena la decenza in ruoli più che piatti.
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Al suo sufficientemente scolorito debutto alla regia, Genovesi raffazzona una trama che risalta per povertà di contenuti e fantasia, una sceneggiatura da dormiveglia e un cast molto mal sfruttato. Il classico paragone con il motore Diesel non regge: questa disappassionata commedia matrimoniale parte lenta, continua molto lenta e finisce ancor più lenta. Gli espedienti ironici paiono presi pari pari da un apposito manuale che vanta decenni di esistenza, i sorrisi strappati al perplesso spettatore sono pochi e malsani. I comprimari sono tiepidi e caratterizzati poco o nemmeno un po', fin troppo spazio è affidato al molto meno che discreto Siani (a tratti addirittura fastidioso), Antipatia incarna la completamente fuori posto Arisa, Catania e consorte sostengono a malapena la decenza in ruoli più che piatti. La Capotondi appare troppo stretta perfino per la parte di co-protagonista più ristretta e trascurata che si sia mai vista e De Luigi, nonostante la manifesta dedizione, non può da solo reggere tutta l'impalcatura, specie se inserito in situazioni "comiche" che riescono a far rimpiangere gli sketch delle prime due stagioni di Love Bugs.
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riccardo76
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domenica 8 aprile 2012
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copia mal riuscita di commedie inglesi e usa
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Nonostante il successo ottenuto dal pubblico, non si può certo dire che La Peggior Settimana della mia Vita si distacchi dalla mediocrità della stragrande maggioranza delle commedie all’italiana ultimamente nelle sale. Si cerca di copiare spunti divertenti dalle commedie di successo americane, oltre che dalle sit com inglesi, come, per esempio, l’idea di fondo della saga dei Fockers ( Ti presento i miei) di impegnarsi per piacere ai suoceri, riuscendo soltanto ad apparire in cattiva luce, o l’espediente degli anelli di matrimonio ingoiati dal cane, già visto in American Pie 3, il Matrimonio . Tale operazione fornisce sul piatto dello spettatore situazioni che potrebbero apparire divertenti, se fossero supportate da una buona sceneggiatura con dialoghi decenti.
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Nonostante il successo ottenuto dal pubblico, non si può certo dire che La Peggior Settimana della mia Vita si distacchi dalla mediocrità della stragrande maggioranza delle commedie all’italiana ultimamente nelle sale. Si cerca di copiare spunti divertenti dalle commedie di successo americane, oltre che dalle sit com inglesi, come, per esempio, l’idea di fondo della saga dei Fockers ( Ti presento i miei) di impegnarsi per piacere ai suoceri, riuscendo soltanto ad apparire in cattiva luce, o l’espediente degli anelli di matrimonio ingoiati dal cane, già visto in American Pie 3, il Matrimonio . Tale operazione fornisce sul piatto dello spettatore situazioni che potrebbero apparire divertenti, se fossero supportate da una buona sceneggiatura con dialoghi decenti. Purtroppo questo non avviene e il film finisce per risultare composto da una serie di “scenette” potenzialmente divertenti, ma mal realizzate, che se da un lato stimolano il sorriso, immediatamente lo soffocano a causa di dialoghi il più delle volte privi di contenuto e veramente imbarazzanti.
E’ un vero peccato, perché gli attori sarebbero tutti validi, a partire da Fabio de Luigi fino ad arrivare a Monica Guerritore e all’adorabile Gisella Sofio, ma risultano spersi nel vuoto generale della pellicola.
Unica nota positiva: l’interpretazione di Arisa e Mingardi della splendida Ma l’amore no, tuttavia, non certo sufficiente per cancellare quel senso di fastidio e delusione che rimane addosso allo spettatore.
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peppe2994
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domenica 30 ottobre 2011
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una divertente commedia all'alba di un matrimonio
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La peggior settimana della mia vita è una di quelle commedie che non richiede una trama strutturalmente complessa,ma bensì risulta semplice e scorrevole. I protagonisti Paolo(Fabio de Luigi) e Margherita ( Cristiana capotondi) sono in procinto di sposarsi e alle nozze manca solo una settimana. Paolo cerca di farsi piacere ai genitori di quest'ultima interpretati da Antonio Catania e Gisella sofio che cercano di contrastare il matrimonio che alla fine viene messo in discussione per via delle azioni di Paolo che per far piacere ai genitori cerca di far qualcosa di utile,ma così non fà altro che entrare in una serie di eventi tragicomici che portano il padre a una decisione drastica riguardante i due,ma alla fine tutto si risolve e la storia termine con un lieto fine.
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La peggior settimana della mia vita è una di quelle commedie che non richiede una trama strutturalmente complessa,ma bensì risulta semplice e scorrevole. I protagonisti Paolo(Fabio de Luigi) e Margherita ( Cristiana capotondi) sono in procinto di sposarsi e alle nozze manca solo una settimana. Paolo cerca di farsi piacere ai genitori di quest'ultima interpretati da Antonio Catania e Gisella sofio che cercano di contrastare il matrimonio che alla fine viene messo in discussione per via delle azioni di Paolo che per far piacere ai genitori cerca di far qualcosa di utile,ma così non fà altro che entrare in una serie di eventi tragicomici che portano il padre a una decisione drastica riguardante i due,ma alla fine tutto si risolve e la storia termine con un lieto fine. Una commedia alquanto esilarante con un cast altrettanto valido e qualificato per i ruoli che interpretano,il film è stato scritto veramente bene,battute intelligenti entranti in un contesto più che unico. Fabio de Luigi è molto bravo,e sono contento che non fà attualmente i cinepanettoni,solite cilecche annue ma si impiega in film di cui è protagonista e non dipende da alcuna figura principale...spero che continui così,ma vorrei rivederlo nuovamente con Michelle Hunzicher,come in Natale a Rio......sono una bellissima coppia.
Dopo questi elogi vorrei dire che non dovevano porre la figura di Arisa tanto meno accanto al padre di lui e poi alla fine il matrimonio,è stato trattato superficialmente. Comunque,non fà niente...brava anche Chiara Francini e Alessandro Siani un bravo napoletano DOC.
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[+] scusate non è gisella sofio ma la guerritore
(di peppe2994)
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