donni romani
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giovedì 21 giugno 2012
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magnifico ritratto dolente di un insegnante
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L'ambientazione scolastica non deve fuorviare, perchè Detachment non è un film di genere scolastico, non solo. E' un'analisi malinconica e struggente dell'esperienza umana, un caleidoscopio di emozioni scarne, estreme, vibranti, un viaggio nei fallimenti e nelle speranze più sincere che appartengono anche a chi è costretto ai margini della società. Henry Barthes, un magistrale Adrian Brody, trattenuto, intenso e sofferente, è un supplente. Non un insegnante di ruolo quindi, ma un eterno irrisolto, migrante da una scuola all'altra. E il fatto che lo sia per scelta ci dice molto sulla sua natura schiva, a margine, a prescindere, quasi che la vita sia per lui un susseguirsi di sostituzioni, uno spostarsi da una scuola all'altra, da una realtà all'altra, da un progetto all'altro senza legarsi a nessuno, senza mettere mai radici, senza tentare di ancorare se stesso.
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L'ambientazione scolastica non deve fuorviare, perchè Detachment non è un film di genere scolastico, non solo. E' un'analisi malinconica e struggente dell'esperienza umana, un caleidoscopio di emozioni scarne, estreme, vibranti, un viaggio nei fallimenti e nelle speranze più sincere che appartengono anche a chi è costretto ai margini della società. Henry Barthes, un magistrale Adrian Brody, trattenuto, intenso e sofferente, è un supplente. Non un insegnante di ruolo quindi, ma un eterno irrisolto, migrante da una scuola all'altra. E il fatto che lo sia per scelta ci dice molto sulla sua natura schiva, a margine, a prescindere, quasi che la vita sia per lui un susseguirsi di sostituzioni, uno spostarsi da una scuola all'altra, da una realtà all'altra, da un progetto all'altro senza legarsi a nessuno, senza mettere mai radici, senza tentare di ancorare se stesso. Frutto questo di un trauma lontano che conosceremo attraverso flashback colorati di rosso sangue, rosso vergogna, rosso rabbia. Un trauma che se pure lo rende quasi impermeabile alla vita non lo rende però incapace di comunicare con i suoi studenti, ragazzi allo sbando incapaci di immaginare uno scopo, un progetto, un sogno. Le vite senza futuro di questi adolescenti spaventati sono magnificamente intrecciate alle vite degli insegnanti, svuotati dal loro ruolo sociale, frustrati dalla mancanza di mezzi e soli di fronte al fallimento personale e sociale. L'assenza delle figure genitoriali è assoluta - la serata Insegnati-Genitori va tristemente deserta e gli insegnati sconsolati si domandano "Ma dove sono finiti i genitori, dove sono finiti i tempi in cui si affollavano qui preoccupati per i loro figli?", ma è solo una delle tante domande che cadono nel vuoto della realtà estrema che fa da palcoscenico alle emozioni private, privatissime dei volti spaesati - poco conta che siano adolescenti o adulti, insegnanti o alunni - dell'umanità intera. Due soli legami rompono la solitudine e la desolazione di Barthes, quello con il nonno ricoverato in casa di cura, e le scene crude e realistiche del cronicario sono schiaffi lucidi e feroci che Kaye ha il coraggio di non ammantare di stolido pietismo, e quello con una prostituta bambina, che tenta di salvare dalla strada ospitandola in casa. Le soluzioni visive e grafiche originalissime, la capacità di scavare nei volti e negli sguardi silenziosi dei protagonisti fanno di Detachment un film solido, emozionante, toccante ma anche ruvido e spigoloso, senza facili vie d'uscita, senza redenzioni o rivincite. L'alunna più dotata non riuscirà comunque a superare le umiliazioni dei compagni e di un padre arido, l'insegnante più volenteroso non riuscirà comunque a superare la barriera di indifferenza dei ragazzi e la scenata della psicologa Lucy Liu ad un'alunna disinteressata al proprio futuro scolastico è uno sfogo reale sulla delusione che ogni adulto prova quando vede un giovane buttare via la propria vita. Non c'è lieto fine - se non in un abbraccio tra Barthes e la prostituta affidata ad una casa famiglia - non c'è messaggio facile o consolatorio, ma c'è tutta la umana pietas, tutto il coraggio di guardare nell'abisso dell'animo umano senza pregiudizio nè indulgenza e c'è soprattutto la forza di tradurre in immagini potenti ciò che solitamente è affidato alle parole, lasciando che siano i corpi e i gesti a comunicare disperazione e dolore. Un'unico rammarico, che in Italia questo capolavoro esca a fine giugno, con le sale semivuote.
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natadiluglio
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lunedì 25 giugno 2012
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l'educazione è amore
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Recentemente ho visto un film in TV in cui un tipo pieno di buona volontà,entrato in un istituto nella Germania imperiale e pre-nazista, con un preside vecchio ma lungimirante, a contatto con ragazzi disperatamente non educati, fatica parecchio a trovare una chiave per entrare nel loro mondo ostile, diffidente, deluso, e infine trova uno strumento nuovo, ignoto, misterioso: veniva dall'Inghilterra, e consisteva nel dare calci a un pallone di cuoio. Lo strano metodo dapprima riempì di diffidenza tutti, specialmente i vecchi professori, ma poi divenne un grande modo di aggregazione, e anche se noi lo chiamiamo football e lo consideriamo ovvio, risale solo alla fine dell'ottocento.
Il film che vede protagonista uno scarno professore, supplente per scelta in plessi scolastici degradati in una periferia newyorkese, mi ha ricordato l'altro, e mi pare degno di appartenere alla categoria dei film "pedagogici".
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Recentemente ho visto un film in TV in cui un tipo pieno di buona volontà,entrato in un istituto nella Germania imperiale e pre-nazista, con un preside vecchio ma lungimirante, a contatto con ragazzi disperatamente non educati, fatica parecchio a trovare una chiave per entrare nel loro mondo ostile, diffidente, deluso, e infine trova uno strumento nuovo, ignoto, misterioso: veniva dall'Inghilterra, e consisteva nel dare calci a un pallone di cuoio. Lo strano metodo dapprima riempì di diffidenza tutti, specialmente i vecchi professori, ma poi divenne un grande modo di aggregazione, e anche se noi lo chiamiamo football e lo consideriamo ovvio, risale solo alla fine dell'ottocento.
Il film che vede protagonista uno scarno professore, supplente per scelta in plessi scolastici degradati in una periferia newyorkese, mi ha ricordato l'altro, e mi pare degno di appartenere alla categoria dei film "pedagogici". Non è con le paternali, che si aprono le orecchie della mente e del cuore, e infatti Henry/Brody non ne fa, almeno non subito, ma non liscia la pelliccia arruffata dei giovani disadattati, sta di fronte a loro serio, sincero, fermo. La sua vita è coerente con i valori che sostiene: senza dirlo è uno di quei tipi che sono messi qui per aiutare, modificare le condizioni umane peggiori, se ci riesce, per salvare.
Motivato da antichi traumi familiari, ha scelto una strada che somiglia alla redenzione, alla missionarietà. E qualcuno dei suoi giovani si perde, come la fragile e grassa Meredith, altri si salvano, come la giovanissima e apparentemente spacciata prostituta da strada, il giovane nero invasato di rabbia e molti di contorno. Perchè hanno ascoltato, prima con le orecchie chiuse, per osmosi, poi con la sensibilità che si risvegliava dei piccoli fiori di campo calpestati e rialzati da pioggia leggera, da aria e sole. In parole semplici da noi questo si chiama amore. Senza retorica, ma sempre più si affacciano germogli di richiamo alla nostra calpestata umanità. Abbondanza di libertà, nel senso di licenza di fare e dire tutto quello che si vuole, ma assenza di libertà di volere costruire qualcosa che non sia piacere materiale, assenza di educazione come addestramento al vivere. Non è così semplice, e il supplente non si fa illusioni, però agisce. Il distacco, tittolod el film, è l'unica condizione per salvare se stesso, perchè l'amore può anche distruggere, se non è saldamente guidato dalla saggezza e dalla misura. Quando le giovani disperate tendono a travolgerlo, il prof. non si sottrae, ma il suo sano distacco gli impone scelte.Così dovrebbe agire sempre l'educazione, che non è pedanteria, ma semplicemente amore intriso di sapere e di obiettivi. Il più importante obiettivo nel mondo e in casa nostra, e naturalmente nella scuola, ci dice questo film provvidenziale, è quello di aiutare i giovani a crescere con qualcosa dentro che una volta si chiamavano valori. Oggi,come si chiamano?
Alda Cicognani
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flyanto
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giovedì 12 luglio 2012
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un distacco totale da tutta una società ormai priv
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Film sulla vita di un insegnante solo e dal passato tragico che si trova a supplire un collega per un breve periodo in un liceo di periferia frequentato solo da studenti altamente difficili e violenti e praticamente irrecuperabili per ciò che concerne la loro motivazione a migliorare se stessi e la propria vita. La "missione" che si prefigge il protagonista (interpretato ottimamente da Adrien Brody) risulta praticamente inutile, eccetto il suo prodigarsi per togliere dalla strada una baby prostituta, ma nel suo vano affannarsi e lottare l'insegnate, appunto, dovrà cozzare con la spietata realtà ed abbandonare il suo operato, venendo così a creare sempre di più un "distacco" totale da quello che sono ora i valori di una certa società ed il ruolo di educatore nel sistema scolastico.
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Film sulla vita di un insegnante solo e dal passato tragico che si trova a supplire un collega per un breve periodo in un liceo di periferia frequentato solo da studenti altamente difficili e violenti e praticamente irrecuperabili per ciò che concerne la loro motivazione a migliorare se stessi e la propria vita. La "missione" che si prefigge il protagonista (interpretato ottimamente da Adrien Brody) risulta praticamente inutile, eccetto il suo prodigarsi per togliere dalla strada una baby prostituta, ma nel suo vano affannarsi e lottare l'insegnate, appunto, dovrà cozzare con la spietata realtà ed abbandonare il suo operato, venendo così a creare sempre di più un "distacco" totale da quello che sono ora i valori di una certa società ed il ruolo di educatore nel sistema scolastico. Pessimista ed altamente poetica e malinconica questa pellicola è estremamente dura sia nelle immagini che nei dialoghi, che comunque servono a rappresentare perfettamente un certo tipo di società degradata. Meravigliosa inoltre è la figura dell'insegnante (ripeto, ottimamente interpretata) sorretto dai suoi nobili ideali e dalla sua dignitosa esistenza di solitudine. Ottima anche la fotografia che alterna il bianco e nero ai colori più vivaci, quasi da "murales". Altamente consigliato.
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filippo catani
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venerdì 5 aprile 2013
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un film poetico e malinconico sulla scuola
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Un giovane e tormentato supplente di letteratura straniera arriva ad insegnare in una scuola di un quartiere difficile. Dovrà fare i conti con le situazioni terribili dei suoi alunni, con una giovanissima prostituta che incontra vicino a casa sua e a cui offre un riparo e con la sua intricatissima situazione familiare.
Scordatevi i bei college americani, le ragazze del football e le feste di primavera; Tony Kaye ci porta alla scoperta delle scuole dei quartieri più difficili dove, grazie al sistema statunitense di test e quant'altro, vanno a finire la maggioranza dei ragazzi problematici che così mai nella vita potranno avere uno sbocco. Nel migliore dei casi andranno a rimpinguare la forza lavoro a basso costo (come spiega la psicologa a una ragazza) mentre nel peggiore si daranno alla criminalità o all'alcol o alla droga.
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Un giovane e tormentato supplente di letteratura straniera arriva ad insegnare in una scuola di un quartiere difficile. Dovrà fare i conti con le situazioni terribili dei suoi alunni, con una giovanissima prostituta che incontra vicino a casa sua e a cui offre un riparo e con la sua intricatissima situazione familiare.
Scordatevi i bei college americani, le ragazze del football e le feste di primavera; Tony Kaye ci porta alla scoperta delle scuole dei quartieri più difficili dove, grazie al sistema statunitense di test e quant'altro, vanno a finire la maggioranza dei ragazzi problematici che così mai nella vita potranno avere uno sbocco. Nel migliore dei casi andranno a rimpinguare la forza lavoro a basso costo (come spiega la psicologa a una ragazza) mentre nel peggiore si daranno alla criminalità o all'alcol o alla droga. Questa però è anche la storia dei professori, psicologi e presidi che si assumono il gravoso incarico di provare a insegnare qualcosa a questi ragazzi ovviamente in mezzo a umiliazioni, sputi e violenze di ogni risma. E anche gli adulti ovviamente hanno i loro fantasmi; è questo il caso del dolente supplente (un Brody in grande spolvero) alle prese con antiche vicende familiari che presentano il loro triste conto. E poi l'affetto per un'alunna con spiccate doti artistiche ignorata dalla famiglia e umiliata in classe e la giovane prostituta che cerca di avviare a nuova vita (straziante davvero il momento in cui la ragazza in lacrime gli dice che lui è l'uomo più buono e gentile che conosce e che ormai è lui la sua famiglia). Insomma storie borderline della faccia cosiddetta sporca dell'America lontana anni luce da Harvard e MIT e da famiglie accoglienti. Un film struggente e bellissimo specialmente per chi sente la vocazione di insegnare o comunque aiutare gli altri e che a mio parere è passato troppo sotto silenzio e avrebbe meritato più attenzione e riconoscimenti; forse più di uno si vergogna del sistema educativo dei suoi limiti e dei ragazzi allo sbando della democrazia (migliore?) del mondo.
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rosye
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martedì 26 giugno 2012
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bello e possibile
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Il film ha sicuramente un indubbio fascino per l'originale messa in scena.Ma mi è sembrato un po' troppo facile il salvataggio della ragazzina prostituta come pure un po' troppo facile il suicidio programmato dell'altra ragazza. Troppo facile ancora la messa a bada di ragazzi difficili (ricordiamo con quanta amarezza e veridicità era trattato il tema in "Mary per sempre").Dunque alla fin fine un film a tesi e incentrato sulla figura di un professore (un ottimo Adrien Brody) che finirà per mettere in profonda discussione il suo approccio alla realtà e agli altri, rielaborando un passato che aveva fermato.In effetti, come ha detto qualcuno è un film particolare: non una vera e propria storia ma un esame di coscienza che scava nelle viscere della psicologia di una persona.
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Il film ha sicuramente un indubbio fascino per l'originale messa in scena.Ma mi è sembrato un po' troppo facile il salvataggio della ragazzina prostituta come pure un po' troppo facile il suicidio programmato dell'altra ragazza. Troppo facile ancora la messa a bada di ragazzi difficili (ricordiamo con quanta amarezza e veridicità era trattato il tema in "Mary per sempre").Dunque alla fin fine un film a tesi e incentrato sulla figura di un professore (un ottimo Adrien Brody) che finirà per mettere in profonda discussione il suo approccio alla realtà e agli altri, rielaborando un passato che aveva fermato.In effetti, come ha detto qualcuno è un film particolare: non una vera e propria storia ma un esame di coscienza che scava nelle viscere della psicologia di una persona.Che rinascerà imparando e cambiando. Non mi sembra poco! Accorgersi degli altri sconquassa. Questo mi è sembrato l'epicentro di un buon;onesto film.
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riccardo tavani
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domenica 11 novembre 2012
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l'cchiappa ragazzi nella voragine della scuola
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Fin dalle prime scene di questo film, torna alla mente un’immagine che è anche il titolo di un celebre romanzo americano del 1951, “The Catcher in the Rye” di J. D. Salinger. In Italia è stato tradotto con “Il giovane Holden”, perché il titolo originale è pressoché intraducibile nella nostra lingua. Corrisponde a qualcosa come “Il raccoglitore nella segale” ed è il mestiere che Holden vorrebbe fare da grande: salvare i ragazzini che rischiano di cadere giù dai bordi di un campo di segale, posto ai limiti di un precipizio. Tale immagine fu scelta anche da un nostro grande neuro psichiatra infantile, Marco Lombardo Radice, morto nel 1989, a soli 41 anni, e autore con Lidia Ravera di un altro furoreggiante romanzo degli anni ‘70, “Porci con le ali”.
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Fin dalle prime scene di questo film, torna alla mente un’immagine che è anche il titolo di un celebre romanzo americano del 1951, “The Catcher in the Rye” di J. D. Salinger. In Italia è stato tradotto con “Il giovane Holden”, perché il titolo originale è pressoché intraducibile nella nostra lingua. Corrisponde a qualcosa come “Il raccoglitore nella segale” ed è il mestiere che Holden vorrebbe fare da grande: salvare i ragazzini che rischiano di cadere giù dai bordi di un campo di segale, posto ai limiti di un precipizio. Tale immagine fu scelta anche da un nostro grande neuro psichiatra infantile, Marco Lombardo Radice, morto nel 1989, a soli 41 anni, e autore con Lidia Ravera di un altro furoreggiante romanzo degli anni ‘70, “Porci con le ali”. La differenza tra il giovane Holden e il personaggio di questo film, l’insegnante di letteratura Henry Barthes, sta nel fatto che il primo sogna di salvare i ragazzini, il secondo no, anzi: vuole svolgere il suo lavoro e vivere la sua vita con distacco, al punto tale che si auto definisce non-persona. Eppure, lo dice una citazione di Albert Camus all’inizio del film: più vivevo con distacco più mi sentivo coinvolto. Henry Barthes non è un insegnante di ruolo ma un supplente permanente. È un tappabuchi nella voragine del sistema educativo americano. Non deve cercare di portare avanti il programma ma tentare di tenere i ragazzi a scuola, di fare loro superare il trimestre di mezzo, per poi riconsegnarli all’insegnante di ruolo per la conclusione dell’anno. Paradossalmente, proprio per questo, il suo ruolo non può essere che quello di “raccoglitore nella segale”. Sa che non può dare solo letteratura ma ragioni esistenziali sonanti per continuare a studiare e vivere la vita in un certo modo – non auto distruttivo. La vicenda del film lo coglie all’inizio del suo incarico di supplente in una tipica pubblica media superiore americana, ma che somiglia molto anche ai nostri istituti. Clima completamente degradato, ragazzi e genitori che insultano, minacciano gli insegnanti e sputano loro in faccia; la direttrice che sta per essere sbolognata e l’intera scuola messa in dubbio di sopravvivenza. La decomposizione della scuola pubblica, però, si riversa anche sulle strade pubbliche. Una notte Henry deve offrire ospitalità a una ragazzina che più che battere per sopravvivere, viene battuta dai suoi clienti e dalla vita stessa. Henry la raccoglie nella folta ombra notturna tra la segale, proprio sul bordo estremo del precipizio. Vede i giovani come ombre sole, insignificanti, private di qualsiasi speranza. Il sistema, non solo quello scolastico, ha completamente fallito nei loro confronti. E i ragazzi vedono nel suo “detachment” qualcosa di autenticamente coinvolgente e gli si attaccano, come a una possibilità se non di salvezza, almeno di speranza. Niente più che la cruciale frase di Walter Benjamin: “Solo per chi non ha più speranza ci è data la speranza” si addice a questo personaggio. È una speranza, però, senza facili illusioni. La diagnosi è affidata all’immagine dei corridoi della scuola invasi da foglie morte e pagine ingiallite di libri trascinate dal vento. Immagine ispirata a un’altro celebre inizio di romanzo, “Il crollo della casa degli Uscher” di Edgar Alla Poe: “Non so come fu, ma al primo sguardo ch'io diedi all'edificio, un senso intollerabile di abbattimento invase il mio spirito”. Eccellente prova d’attore del protagonista nella coraggiosa scelta di un copione non da botteghino ma vero.
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laganga
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martedì 2 ottobre 2012
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adrien brody !
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Un Attore eccelso per un film eccellente, interpretazione elegante di un supplente che ha appena ricevuto un incarico in una nuova scuola colma di alunni lavativi e insegnanti rassegnati, ai quali lui cerca di trasmettere qualcosa, cerca la fuga dal distacco, dal cinismo che lo pervade, in continue riflessioni interiori, anche perchè vittima di shock infantile che ritorna in età adulta.
In ogni film questo attore si dimostra impeccabile e riesce a turbare o emozionare chi lo guarda.
Hanry entra in contatto con una classe indisciplinata, poi con una babyprostituta di cui si prende cura ,lei debole, povera di speranze, come lui, cerca di esorcizzare il proprio disagio aiutandola .
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Un Attore eccelso per un film eccellente, interpretazione elegante di un supplente che ha appena ricevuto un incarico in una nuova scuola colma di alunni lavativi e insegnanti rassegnati, ai quali lui cerca di trasmettere qualcosa, cerca la fuga dal distacco, dal cinismo che lo pervade, in continue riflessioni interiori, anche perchè vittima di shock infantile che ritorna in età adulta.
In ogni film questo attore si dimostra impeccabile e riesce a turbare o emozionare chi lo guarda.
Hanry entra in contatto con una classe indisciplinata, poi con una babyprostituta di cui si prende cura ,lei debole, povera di speranze, come lui, cerca di esorcizzare il proprio disagio aiutandola . L'attore riesce ad avere un interpretazione magistrale alternando momenti di disagio personale, cinismo e lucido distacco in brevi monologhi, ad una umanità e comprensione verso gli elementi della classe, verso la prostituta e il padre morente , ciò denota grande sensibilità del regista, anche nella scelta di attore così espressivo ed eloquente.
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eugenio
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lunedì 13 agosto 2012
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la nuova frontiera dell’insegnamento americano
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Atarassia e solipsismo ovvero freddezza e individualismo.Indicazioni di malattie dell’animo umano spesso trascurate che portano, nei casi più estremi, a manifestazioni acute di violenza sociale. Detachment ovvero Distacco di Kaye rappresenta, sotto le mentite spoglie di un mondo a noi ben noto e cioè quello scolastico, l’esemplificazione dei succitati termini contestualizzati alla figura dell’insegnante, il supplente Henry Barthes (Brody). Trasferito in un’istituzione scolastica non meglio identificata,emblema del degrado che contraddistingue un universo culturale in declino, il solitario insegnante dovrà affrontare, “sferzato” dai fantasmi del passato che non gli lasciano requie (il suicidio della madre a seguito di massiccia dose di farmaci e la pazzia del padre relegato in una casa di riposo), una classe di studenti disagiati, trascurati dai genitori spesso troppo inesistenti.
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Atarassia e solipsismo ovvero freddezza e individualismo.Indicazioni di malattie dell’animo umano spesso trascurate che portano, nei casi più estremi, a manifestazioni acute di violenza sociale. Detachment ovvero Distacco di Kaye rappresenta, sotto le mentite spoglie di un mondo a noi ben noto e cioè quello scolastico, l’esemplificazione dei succitati termini contestualizzati alla figura dell’insegnante, il supplente Henry Barthes (Brody). Trasferito in un’istituzione scolastica non meglio identificata,emblema del degrado che contraddistingue un universo culturale in declino, il solitario insegnante dovrà affrontare, “sferzato” dai fantasmi del passato che non gli lasciano requie (il suicidio della madre a seguito di massiccia dose di farmaci e la pazzia del padre relegato in una casa di riposo), una classe di studenti disagiati, trascurati dai genitori spesso troppo inesistenti. Una sfida assai impegnativa considerando il carattere introverso del giovane docente che avrà modo comunque di migliorare ma, soprattutto di aprirsi al mondo scoprendo anche personalità dalla profonda sensibilità spesso incomprese. Con tinte drammatiche accese, l’American Historiano Kaye utilizza ritardi narrativi tipici di spot pubblicitari e ritmi da lunghi piano sequenza per descrivere la crisi di un uomo solo contaminato dal male dell’angoscia che trova il suo naturale contrappunto nel paesaggio studentesco americano inquinato da una generazione senza ideali.Van Sant già in Elephant mostrava il massacro in un liceo americano perpetrato da due studenti come evento eccezionale atto a rompere la noia quotidiana obbligando lo spettatore a comprendere il senso del Male che alberga in psicolabili ragazzi. Kaye con Detachment si allontana dai dettami delle stragi americane mostrando tuttavia una possibile genesi “motivazionale”: ne è esempio la figura del ragazzo uccisore di gatti e della disadattata sociale Meredith incapace di esprimere i propri sentimenti dinanzi al professore nei cui panni Brody non riesce a essere convincente. Maschera di un personaggio emaciato per eccellenza, l’attore newyorkese figlio dei Queens premio Oscar per “il Pianista”, è perfetto nella sua torbida accettazione dello stato degli eventi ma mostra segni di artificiosità evidenti nel classico (ma mai banale) discorso agli studenti sull’importanza del loro futuro sulla forza dirompente della cultura (suggestiva, in questo senso, è la lettura della caduta della Casa degli Usher di Poe) con il rischio di essere troppo “innaturale”.
Detachment intraprende una via difficile da narrare senza stereotipi: è immediata l’associazione mentale al maestro Perboni di Cuore per la vena pessimistica che pervade i due personaggi, il Villaggio di Io speriamo che me la cavo per il contesto disagiato incontrato oppure Begaudeau del recente La classe per l’enfasi retorica delle citazioni letterarie oltre che per il comportamento anti-conformista. Troppe somiglianze con molti (più o meno ) illustri personaggi passati hanno come conseguenza il prevedibile risultato di non riuscire ad assumere sufficiente espressività e forza: Henry appare debole, precario, sconvolto da eventi che pur gravi, lo lasciano indifferente.Va segnalata l’abilità di Kaye nel frammentare le immagini e a intarsiare vita privata con istituzione pubblica; una descrizione dai contorni documentaristici, “un diario di viaggio” dell’equilibrio precario delle fondamenta scolastiche americane.
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serena moroni
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sabato 10 novembre 2012
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il distacco:il vero successo di un fallimento
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Questo è un film dove è quello che non vedi, quello che non ti viene detto,e che in parte non saprai mai, quello che ti colpisce al cuore e ti fa condividere il dolore del protagonista, Adrien Brody, come fosse il tuo stesso.E così c'è l'amore e il perdono per il nonno nonostante un intreccio di torbidi ricordi lo annodi al suicidio della madre e alle proprie infnili paure, c'è il non amore come progetto e al contrario l'azione di allontanamento dall'amore-orrore della piccola prostituta e il coinvolgimento progressivo con la sua vita.C'e la proclamazione di un approccio di insensibilità alle offese volgari degli studenti, che frequentano una scuola che si va estinguendo nella proposta educativa e nelle prospettive che offre,e invece una reale dura lotta per una rifondazione umana della loro vita, perseguita con accanimento tenero e irriducibile nella sua tensione al vero.
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Questo è un film dove è quello che non vedi, quello che non ti viene detto,e che in parte non saprai mai, quello che ti colpisce al cuore e ti fa condividere il dolore del protagonista, Adrien Brody, come fosse il tuo stesso.E così c'è l'amore e il perdono per il nonno nonostante un intreccio di torbidi ricordi lo annodi al suicidio della madre e alle proprie infnili paure, c'è il non amore come progetto e al contrario l'azione di allontanamento dall'amore-orrore della piccola prostituta e il coinvolgimento progressivo con la sua vita.C'e la proclamazione di un approccio di insensibilità alle offese volgari degli studenti, che frequentano una scuola che si va estinguendo nella proposta educativa e nelle prospettive che offre,e invece una reale dura lotta per una rifondazione umana della loro vita, perseguita con accanimento tenero e irriducibile nella sua tensione al vero. Tutt'intorno a lui si muove un mondo di personaggi persi nel proprio orticello didattico, a cui la non risposta degli studenti al proprio progetto educativo provoca disagio e delusione, se non disprezzo e odio.Così vediamo lungo il dipanarsi del film che il non amore è amore, il distacco è affezione, il disprezzo è tenerezza,l'insegnamento è trasmissione di un approccio possibile alla vita. E se il drammatico evolversi della vicenda umana dell'infelice e sensibile allieva attaccatasi al prof come ultima ancora di salvezza sembra significare fallimento , ancora una volta ecco il cambiamento operato negli studenti che lo salutano nel suo ultimo giorno di supplenza, la bellezza delle foto dell'allieva che nel giorno del suicidio organizza una propria mostra, e in ultimo l'immagine dell'abbraccio tra lui e la ragazzina che ha salvato dal marciapiede.Tutto ciò ci fa chiaro che possiamo proclamare quanto vogliamo che l'uomo è risultato di condizionamenti sociali e culturali, la realtà che fa emergere il film, anche quando lo negasse, è che ogni vero cuore chiama vero amore, desidera la giustizia la verità e vuole dare amore,e la violenza, anche quella contro se stessi, è l'immonda crosta di cui si ricopre un cuore terrorizzato dalla paura di non trovarlo.
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peer gynt
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sabato 23 luglio 2016
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il malessere dell'animo con cui dobbiamo convivere
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Ottimo film dotato di una scrittura ricca e pensosa, di uno stile originale (con quegli inserimenti in stile documentario, quei flashback in found-footage e quei frammenti di cartone animato stilizzato) e un gruppo di attori tutti intensi e ben calibrati. Insomma, davvero un ottimo lavoro, che è anche un film tristissimo, che ritrae l'eterno e quasi totale fallimento di chi vuole aiutare gli altri ad uscire dalla loro pervasiva disperazione ma non può. Malgrado tutto il suo impegno, malgrado la tenera disperazione che lo pervade, malgrado l'amore che vorrebbe dare per cancellare lo scoramento nell'animo degli altri, non può. Si accorge che è impossibile, soprattutto se ci si fa travolgere proprio da quei sentimenti di partecipazione (amore, affetto, comprensione, pietà) che o sono inutili o sono addirittura dannosi (per te, perché fin da subito travisati, per gli altri, perché li portano a sentire ancor di più il proprio disperante peso di vivere).
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Ottimo film dotato di una scrittura ricca e pensosa, di uno stile originale (con quegli inserimenti in stile documentario, quei flashback in found-footage e quei frammenti di cartone animato stilizzato) e un gruppo di attori tutti intensi e ben calibrati. Insomma, davvero un ottimo lavoro, che è anche un film tristissimo, che ritrae l'eterno e quasi totale fallimento di chi vuole aiutare gli altri ad uscire dalla loro pervasiva disperazione ma non può. Malgrado tutto il suo impegno, malgrado la tenera disperazione che lo pervade, malgrado l'amore che vorrebbe dare per cancellare lo scoramento nell'animo degli altri, non può. Si accorge che è impossibile, soprattutto se ci si fa travolgere proprio da quei sentimenti di partecipazione (amore, affetto, comprensione, pietà) che o sono inutili o sono addirittura dannosi (per te, perché fin da subito travisati, per gli altri, perché li portano a sentire ancor di più il proprio disperante peso di vivere). E allora, cosa fare e come farlo? Agire, ma con un distacco che pare insensibilità e non è, pare crudezza ed è invece l'unica sorta di amore che si può dare senza fare male. Perché tutti nella vita, prima o dopo, chi più chi meno, come dice il personaggio interpretato da Adrien Brody, "abbiamo dei problemi, abbiamo qualcosa con cui fare i conti. E li portiamo a casa con noi, alla sera, li portiamo con noi al lavoro, al mattino. E ci portiamo dentro la mancanza di speranza, la consapevolezza di essere alla deriva nel mare, sapete, senza appigli, senza sicurezze, quando pensavi di essere l'unico a lanciare le bocce". E quello che spesso scopriamo di avere dentro è proprio quello che ci è stato descritto così bene da Edgar Allan Poe nel suo capolavoro "The fall of the house of Usher", parole con le quali gli sceneggiatori chiudono perfettamente il film: "a sense of insufferable gloom, an iciness, a sinking, a sickening of the heart", ovvero "un senso d'insoffribile abbattimento, un raggelamento, uno sprofondamento, un malessere dell'animo". Sentimento che ti porti dentro alla fine del film e che ti accompagna per molta parte della vita.
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