La custode di mia sorella

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Un film di Nick Cassavetes. Con Cameron Diaz, Abigail Breslin, Alec Baldwin, Jason Patric, Sofia Vassilieva.
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Titolo originale My Sister's Keeper. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 109 min. - USA 2009. - Warner Bros Italia uscita venerdì 4 settembre 2009. - VM 14 - MYMONETRO La custode di mia sorella * * - - - valutazione media: 2,36 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Tra Lacrime e Gioie: un viaggio verso la Morte. Valutazione 3 stelle su cinque

di ashtray_bliss


Feedback: 29534 | altri commenti e recensioni di ashtray_bliss
mercoledì 31 ottobre 2012

My Sister's Keeper, e' un film apertamente drammatico che pero' riesce lungo tutta la sua durata ad alleggerire in parte questa atsmosfera triste e asfissiante ed alleviare sia allo spettatore che alla protagonista malata il dolore di una malattia terminale (vedi le scene del ballo, della gita al mare etc.)
Ma il film e' anche stato pensato a tavolino per far commuovere e far piangere le masse. E' un pugno nello stomaco per ogni spettatore e il film, astutamente, e' pensato in modo tale da non lasciare nessuno indifferente. Lo spettatore e' avvisato: un film del genere penetrera' nei piu' profondi sentimenti, e una volta scossi le lacrime sono assicurate.
Cosi e' stato anche per me. Perche' la pellicola, tratta da un libro, tocca argomenti delicati e sensibili in modo umano, cosa che lo fa risaltare e lo rende un prodotto, commerciale sicuramente, ma al contempo apprezzabilissimo. Ecco dunque come 'La custode di mia sorella" parla di una famiglia come tante, la quale pero' e' colpita da una disgrazia inaspettata. La figlia piu' piccola Kate, viene diagnosticata con una leucemia acuta e con poche chances di sopravvivere. E da allora ha inizio una diperata battaglia contro il tempo e contro la malattia, per tentare di tenere la figlia viva piu' a lungo possibile. Questo e' il frutto della determinazione e forza di volonta di una madre che per l'amore verso sua figlia sacrifichera' tutto: se stessa e il suo lavoro, suo marito ed infine la stessa famiglia trascurando il figlio maggiore. Ma la portera' anche a prendere una decisione estrema, a tratti egoista. Infatti, per il bene della figlia Kate, mettera al mondo un'altra bambina, Anne, geneticamente compatibile con la sorella, in modo che possa servire a Kate da donatrice: prima di sangue, poi di midollo osseo ed infine di un rene. Nel corso degli anni la piccola Anne viene usata come macchina produttrice di pezzi di ricambio per la sorella malata, Kate.
Ma tutto questo non dura ancora per molto. Arrivata alla soglia degli 11 anni Anne si rivolge ad un famoso avvocato per portare avanti la sua causa contro la famiglia e per riprendersi la liberta' di poter disporre del proprio corpo. Anne chiede l'indipendenza medica affinche' i genitori possano smetterla di imporsi sulla propria persona e sul proprio corpo senza avere il suo consenso.
Cosi tra molti flashback, lacrime di dolore e di gioia, momenti famigliari felici, visite ospedaliere, amori impossibili e destinati a spegnersi (letteralmente) Nick Cassavetes da vita a quello che e' un film che si muove su due lielli completamente diversi.
Il primo, piu' concreto, e' quello della battaglia legale di Anne, che vuole rivendicare a tutti i costi dei diritti sacrosanti e indiscutibili: quelli di poter liberamente disporre del proprio corpo. Assistiamo cosi alla lotta, giusta e legittima, di una pre-adolescente munita di una determinazione e coraggio da adulta. Una bambina che e' gia matura e sa far valere la sua causa senza lasciare nessuno indifferente, ne avvocato ne giudice.
Il secondo piano invece e' quello che ruota attorno a Kate e tutti i sentimenti e le emozioni che circondano lei e la sua situazione. Dapprima abbiamo dunque una ragazzina di 15 anni che non smette di lottare e anche di ribellarsi a modo suo, non tanto contro i genitori e specialmente la madre (amorevole ma oppressiva), quanto contro la malattia. Avra' l'occasione di incontrare un giovane ragazzo, anche lui malato, col quale vivra' la sua storia d'amore, ma poi realizzera' che non puo' far altro che accettare la sua condizione e accettare la morte. Conscia del fatto che sua sorella minore e' sempre stata sfruttata dai genitori a suo favore, costretta sin dalla piu' tenera eta' a sottoporsi a prelievi (piu' o meno dolorosi) decide di ribellarsi alla ferrea volonta della madre per un ultima volta. Impone alla sorella di non donarle il rene e di iniziare questa battaglia legale affinche' venga ascoltata la sua ultima volonta: lasciarla andare, definitivamente.

Il film, e' indubbiamente toccante, carico di emotivita' e punta dritto ai sentimenti degli spettatori. Obbiettivo che facilmente raggiunge, essendo appunto una di quelle pellicole "per-forza" strappalacrime. E con tutti i pregi che il film in questione vanta, questo risulta essere il suo piu' grande difetto: e' un prodotto forzato, altamente drammatico ma creato su misura per far commuovere la gente. Non e' una commozione spontanea e naturale. Cassavetes ci impone e ci costringe a commuoverci e intristirsi davanti alla sua opera. Cosi facendo pero' perde l'occasione di raccontare una storia davvero straordinaria e delicata: ovvero la battaglia, sia legale che sociale, portata avanti da Anne. Il film pone questioni lasciate meteore e irrisolte su argomenti sociali scottanti quali : l'accanimento terapeutico, la facolta' di poter disporre liberamente del proprio corpo, la guerra psicologica che i genitori (anche se in buona fede) fanno ai loro figli, le ovvie pressioni che un membro della famiglia gravemente malato comporta per gli altri membri.
Il film, cosi facendo, si concentra quasi esclusivamente sulle emozioni e sentimenti che coinvolgono protagonisti e spettatori. Sentimenti dove seppur ci sono i momenti di gioia, prevalgono i pressanti sentimenti di dolore e tristezza.
Bravissime le tre interpreti principali, che tengono in piedi questo potente family-dramma. Promossa la Diaz, molto convincente nei panni della madre disperata e pronta a tutto pur di salvare la sua adorata bambina malata. Strepitosa la ragazzina nel ruolo di Anne, sorella amorevole ma anche determinata e coraggiosa. Molto brava anche l'emergente Vassilieva nel difficile ruolo di adolescente affetta da una devastante malattia terminale.
Buona la regia e la fotografia, nonche' la colonna sonora.
In conclusione, direi che e' un prodotto abbastanza azzaccato e indiscutibilmente coinvolgente (seppur incompleto). Consigliato.

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ashtray_bliss domenica 4 novembre 2012
scusate gli errori di battitura.
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A volte scappano delle lettere...per esempio " livelli '' e non lielli che e' venuto scirtto.Scusate se ce ne sono altri. La fretta non e' una buona consgliera.

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