The Wrestler |
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Un film di Darren Aronofsky.
Con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Mark Margolis, Todd Barry.
continua»
Drammatico,
durata 109 min.
- USA, Francia 2008.
- Lucky Red
uscita venerdì 6 marzo 2009.
MYMONETRO
The Wrestler
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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la presa di coscienza della solitudinedi cimosaFeedback: 1015 | altri commenti e recensioni di cimosa |
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lunedì 9 gennaio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ho appena finito di vedere questo film,che si conclude con un "volo" di Mickey Rourke quasi a simboleggiare il SUO modo di uscire di scena;e con una magnifica quanto nostalgica ballata di "The Boss".All'inizio del film ci può solo far immaginare quale sia stata l'importanza per questo lottatore del lavoro che faceva e del piacere che gli dava un pubblico che inneggiava a questo sport,come si può inneggiare ad una lotta tra cani;ovvero un incitamento alla brutalità.Subito dopo capiamo che lui era talmente attaccato a questo mondo fatto di steroidi,antidolorifici,ormoni ecc...che paradossalmente distruggevano il suo corpo per fargli continuare quella "vita" che per lui era tutto.Dall'attacco di cuore inizia a entrare nel mondo reale rendendosi conto della sua fragilità e che gli applausi che tanto lo esaltavano erano solo piccole illusioni confrontate con la vita concreta.Questa fragilità e bisogno di affetto ;mai sentito prima nel suo isolamento-alienato;si sfocia in una maniera sincera quanto fanciullesca,chiedendo ad una spogliarellista(sua conoscente)di poterlo aiutare;lei di primo acchito non dà importanza a questa richiesta e consiglia al lottatore di cercare sua figlia di cui,lui stesso,voleva dimenticare.Cerca di riallacciare un rapporto quasi impossibile passando un pomeriggio insieme a lei mostrandole tutto il suo sincero pentimento e la sua profonda umanità,che lei recepisce con gioia ma anche qua i suoi vizi ritornano a galla e fallisce miseramente.... La vita di quest'uomo non è quella di un perdente,ma di una persona che si dissillude troppo tardi dell'importanza della famiglia e della fine di un'epoca.Il talento più forte del regista è sicuramente quello di girare un film-verità senza mai sfociare nella banale compassione
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