rongiu
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giovedì 4 novembre 2010
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io ti faccio schifo, ma tu mi desideri.
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Le dinamiche relazionali all’interno di una famiglia sono spesse volte “subdole”, probabilmente solo un bravissimo psicologo riesce a comprenderle e trattarle. I figli non sono psicologi; e non debbono esserlo. Questi subdoli meccanismi possono diventare, proprio perché oscuri, delle autentiche macchine trita psiche, specie se in famiglia ci sono persone giovanissime e quindi facile bersaglio di “finti” genitori. Sono proprio questi finti genitori che ritengono per i propri figli il “tutto scontato” come parametro di valutazione del benessere della prole.
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Le dinamiche relazionali all’interno di una famiglia sono spesse volte “subdole”, probabilmente solo un bravissimo psicologo riesce a comprenderle e trattarle. I figli non sono psicologi; e non debbono esserlo. Questi subdoli meccanismi possono diventare, proprio perché oscuri, delle autentiche macchine trita psiche, specie se in famiglia ci sono persone giovanissime e quindi facile bersaglio di “finti” genitori. Sono proprio questi finti genitori che ritengono per i propri figli il “tutto scontato” come parametro di valutazione del benessere della prole. Ciechi! Difficilmente un figlio/a riesce a liberarsi, “da solo”, di tali oscuri parenti; anzi tende anche a difenderli. Se i figli commettono azioni “ribelli”, è proprio perché vivono sulla propria pelle l’oscurantismo genitoriale. Ecco che il fare qualche cosa di straordinario, diventa un modo per i giovani di avvertire – Ehi, ci sono anch’io – Genitori che hanno un minimo spirito “osservativo” riescono a correre ai ripari, altrimenti guai peggiori sono alla porta. A quel minimo di spirito osservativo, aggiungerei una capacità di critica sufficiente. Quindi un “prestarsi attenzione”. Genitori non si nasce, lo si diventa con sacrificio; giorno dopo giorno. Nessuno in famiglia deve sentirsi “solo”, ma tanto solo da modificare quella che è la naturale predisposizione di un bambino e di un adolescente, alla“gioia di vivere”. Un bambino sereno, quasi sicuramente sarà un adulto maturo. Io credo.
Ed ora al film.
Viola (Alba Rohrwacher) è una anoressica per scelta culturale, penso. Ha un difficile rapporto con il proprio corpo e con i genitori. Il padre, Edoardo (Luigi Diliberti) e la madre, Alice (Maddalena Crippa) vivono una situazione matrimoniale cronicamente patologica e non appagante. L’appartenenza all’alta borghesia di lei, si scontra nel tempo con l’insoddisfazione e la “decadenza” professionale di lui. Inoltre, la signora Alice, avanti negli anni e con un corpo che ha molto “donato”, ha voglia di rivivere una seconda giovinezza; mentre il dr. Edoardo, tenta di riprendersi la vecchia notorietà con una candidatura politica, per niente certa.
Ecco che l’arrivo di François (Ivan Franeck), psichiatra francese, chiamato per diagnosticare in modo ben preciso la patologia di Viola, “peggiora” o “chiarisce”, in un certo senso il già precario equilibrio familiare. Infatti, viene a crearsi tra i componenti una “caccia all’uomo” che avrà un finale paradossale.
Dimenticavo, Viola per anni è tenuta chiusa in una stanza in compagnia dei soli libri. Beh, saranno proprio i libri ad “illuminarla” per….. Così come, il dr. François troverà in Viola forse la giusta alleata per comprendere ….
Auguro al regista Christian Angeli una brillante carriera . Alba Rohrwacher, bravissima e geneticamente shakespeariana.
Good Ciak!
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reservoir dogs
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giovedì 4 novembre 2010
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che cos'è la normalità?
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Primo lungometraggio di Christian Angeli in cui si possono scovare qua e la citazioni e rimandi dei più grandi autori italiani e europei.
Bellocchio (I pugni in tasca) per il contesto in cui ci troviamo: una villa dispersa nella natura dove una famiglia vive alla continua ricerca di un equilibrio, con una figlia anoressica e depressa.
Con lo svolgersi del film ci rendiamo conto che le problematiche di Viola, la figlia, non sono le sole in casa ma la loro "visibilità" le rende le uniche.
La madre non accetta la sua vita e il deperire del suo corpo, tenta così di affermarsi nei confronti della figlia e cerca continui rapporti extra-coniugali per sentirsi viva.
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Primo lungometraggio di Christian Angeli in cui si possono scovare qua e la citazioni e rimandi dei più grandi autori italiani e europei.
Bellocchio (I pugni in tasca) per il contesto in cui ci troviamo: una villa dispersa nella natura dove una famiglia vive alla continua ricerca di un equilibrio, con una figlia anoressica e depressa.
Con lo svolgersi del film ci rendiamo conto che le problematiche di Viola, la figlia, non sono le sole in casa ma la loro "visibilità" le rende le uniche.
La madre non accetta la sua vita e il deperire del suo corpo, tenta così di affermarsi nei confronti della figlia e cerca continui rapporti extra-coniugali per sentirsi viva.
Il padre tenta di vivere accecato dal cinismo di cui è stato vittima, si getta in politica nella utopica speranza di "aiutare" gli altri non potendo aiutare se stesso.
L'arrivo di uno psicologo sconvolge le vite di questi tre esseri (Teorema - Pasolini), ognuno di loro tenterà di avvicinarsi all'altro finendo così per distruggerlo (Come in uno specchio - Bergman).
Rimandi a Lars von Trier (Antichrist) per quanto riguarda "l'amore - terapia", se così lo si vuol definire, tra Viola e Francois, lo psicologo.
Il finale aperto è d'obbligo in questo film psicologico, in modo che il fruitore dia una propria interpretazione allo svolgersi dei fatti.
Una domanda viene da porsi dopo aver visto questo film: Cos'è la normalita? Probabilmente non esiste...
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cinefila
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martedì 9 novembre 2010
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meno male che alba c'è!
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Molto spesso i mali interiori nascono nella propria famiglia, appartengono alle proprie radici!
E sono proprio i familiari gli ultimi a scorgere il disagio più profondo, gli ultimi a chiedersi il perchè la propria figlia si rifiuta di mangiare mentre divora solo libri!
Una madre fredda e cinica, un padre medico, che usa la figlia come cavia per i propri studi, sono le uniche finestre umane che la protagonista ha verso il mondo esterno: un mondo vuoto ma ricco di paure!
Finchè non arriva il seducente psicologo Ivan Franek (troppo presente nel cinema nostrano!) a risollevare le sorti fisiche e mentali di una strepitosa Alba Rohrwacher, sempre suo agio nei ruoli drammatici e particolarmente impegnati.
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Molto spesso i mali interiori nascono nella propria famiglia, appartengono alle proprie radici!
E sono proprio i familiari gli ultimi a scorgere il disagio più profondo, gli ultimi a chiedersi il perchè la propria figlia si rifiuta di mangiare mentre divora solo libri!
Una madre fredda e cinica, un padre medico, che usa la figlia come cavia per i propri studi, sono le uniche finestre umane che la protagonista ha verso il mondo esterno: un mondo vuoto ma ricco di paure!
Finchè non arriva il seducente psicologo Ivan Franek (troppo presente nel cinema nostrano!) a risollevare le sorti fisiche e mentali di una strepitosa Alba Rohrwacher, sempre suo agio nei ruoli drammatici e particolarmente impegnati.
Il film, che trova il suo spazio nelle sale cinematografiche a 2 anni dalla sua realizzazione, si regge proprio sull'ottima interpretazione della giovane attrice che lascia poco spazio agli altri protagonisti della storia. Storia che, tutto sommato, scorre via senza troppe difficoltà nonostante la durezza dei temi trattati.
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