luca
|
venerdì 12 settembre 2008
|
il seme... che manca!
|
|
|
|
E’ proprio vero che l’amore rende orbi. E talmente ottenebra che non si distingue più nulla; nel bene e nel male.
Il seme della discordia è un film orribile. In tutto e per tutto. I titoli di testa sono molto simpatici, stilizzate animazioni floro-amorose da pubblicità d’igiene intima, ma durano solo qualche minuto poi il film inizia. Donne con la gonna, tutte, e con i tacchi; Martina Stella che fa la modella in vetrina; una boutique. Insomma il film inizia.
Veronica, o Veronik, o la Poderosa come la chiamano nel quartiere, è un’avvenente donna di cira trent’anni, gestisce insieme alla madre una piccola boutique e progetta di aprire un “concept-store”, suo marito è un rappresentante di concimi industriali sempre fuori per lavoro e uno sterile amatore.
[+]
E’ proprio vero che l’amore rende orbi. E talmente ottenebra che non si distingue più nulla; nel bene e nel male.
Il seme della discordia è un film orribile. In tutto e per tutto. I titoli di testa sono molto simpatici, stilizzate animazioni floro-amorose da pubblicità d’igiene intima, ma durano solo qualche minuto poi il film inizia. Donne con la gonna, tutte, e con i tacchi; Martina Stella che fa la modella in vetrina; una boutique. Insomma il film inizia.
Veronica, o Veronik, o la Poderosa come la chiamano nel quartiere, è un’avvenente donna di cira trent’anni, gestisce insieme alla madre una piccola boutique e progetta di aprire un “concept-store”, suo marito è un rappresentante di concimi industriali sempre fuori per lavoro e uno sterile amatore. Dopo cinque anni di matrimonio sarebbe ora di avere un bambino, che non sembra volere arrivare, ma all’improvviso Poderosa inizia ad avere mancamenti, nausee e quindi il gioco è fatto: ecco piantato il seme della discordia.
La trame sarebbe anche interessante: ma i dialoghi chi li ha scritti? Il film non riesce in nessun intento. Voleva forse essere kitch? Voleva essere una favoletta? Voleva essere un ritratto della Napoli di oggi, o di ieri immersa in un moderno dall’aura passata? Non ho capito quali fossero le intenzioni di Corsicato.
Il film si nutre di piccoli frammenti di vera poesia che si perdono però nell’intestino di vetri rotti. I personaggi sono poveri, abbozzati leggeri come le vite che conducono, la recitazione è pessima, un montaggio banale e mai accattivante troppo lento, resta sempre indietro, non aiuta il film, lo soffoca. Fotografia da “Vacanze di Natale”. E ritorno ancora alla sceneggiatura: ma che banalità!
Racconto il film fuori dal cinema e mi dicono: “ma che interessante!”, “Si, interessante poteva essere se l’avesse girato qualcun altro”.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca »
[ - ] lascia un commento a luca »
|
|
d'accordo? |
|
mventra
|
giovedì 18 settembre 2008
|
seme senza discordia
|
|
|
|
SEME SENZA DISCORDIA
Noi donne medie, che non muoviamo i passi sulla spinta di tacchi sovrumani, che non lasciamo sulla scia del nostro andare crepe nei cuori degli astanti o vibrazioni nelle aste dei passanti, restiamo immobili, sedute, pensierose, mente raccolta dentro al corpo e viceversa, dinanzi all'avanzata -buio in sala- dell'esplosivo materiale carico di universali femminili : l'ultima donna di Pappi Corsicato lascia scorrere con grazia lucida e benevolenza i suoi caratteri mediterranei sullo sfondo di grattacieli-icone di una Napoli-centro direzionale fatta di maschi che si appostano, guardie giurate e falegnami che tradiscono mestiere e giuramento restando a bocca aperta, in sospensione, fedeli a un inguine intravisto e sospirato.
[+]
SEME SENZA DISCORDIA
Noi donne medie, che non muoviamo i passi sulla spinta di tacchi sovrumani, che non lasciamo sulla scia del nostro andare crepe nei cuori degli astanti o vibrazioni nelle aste dei passanti, restiamo immobili, sedute, pensierose, mente raccolta dentro al corpo e viceversa, dinanzi all'avanzata -buio in sala- dell'esplosivo materiale carico di universali femminili : l'ultima donna di Pappi Corsicato lascia scorrere con grazia lucida e benevolenza i suoi caratteri mediterranei sullo sfondo di grattacieli-icone di una Napoli-centro direzionale fatta di maschi che si appostano, guardie giurate e falegnami che tradiscono mestiere e giuramento restando a bocca aperta, in sospensione, fedeli a un inguine intravisto e sospirato. Avranno modo di scoprirlo in un assalto, di intaccare l'inquadratura di quel bacino così mediterraneo nella virile e cieca furia che strappa le mutande e lascia il segno (il seme). Tutto si tiene in questo film dalla struttura muscolare solida ma non scattante, fluido. Tutto fila. L'assalita, fertilizzata nell'istante in cui l'istinto di difesa personale cede il passo all'attitudine al deliquio –nobile qualità da sempre ritenuta assai più femminile e fotogenica, pescata ad hoc da pappi tra precedenti letterari di indubbia garanzia-, si trasfigura a poco a poco, dopo lo svenimento e dopo un sogno premonitore di future nausee. A poco a poco per modo di dire: sembra gradualità ma è tutto uguale, di un'armonia precotta e stilizzata. L'aggressione vuole preludere a una svolta che subito delude : nella vittima risveglio fisico e interiore vanno a coincidere né più né meno che con lo stile ricalcato di una falcata se possibile neutra e proterva insieme, a incastro stretto coi toni vintage di una colonna sonora da dive anni '60. L'ultima donna di Pappi Corsicato, più delle prime, più di Iaia e le altre di Libera e dei Buchi neri, che davano qua e là un'impronta personale coi loro tratti a qualche inquadratura, conosce l'arte dell'apparire e non interferire, cioè come farsi scorrere alle spalle e di profilo pannelli trasparenti, di divisione/unione tra gli interni, tra il suo indistinto sé e il marito Gassman-faccia da cane bastonato. Si lasceranno e torneranno insieme -tanto è la stessa cosa- lei e questo giovanotto afflitto da eiaculatio precox, sfarfalleggiante pigro tra amanti insoddisfatte cui propina fertilizzanti per i fiori in vece d'altro. Terranno in piedi il loro matrimonio la donna e l'uomo di pappi corsicato, neutri, inerti, nel ruolo inopinato di genitori del frutto di quel seme che dà il titolo al film. E di quel seme, appunto, resta in noi donne un po' ordinarie in sala, dopo il buio, impresso nella mente bene il segno: non la discordia, che non s'è vista né sentita in una storia priva di sentimenti e di emozioni, ma una voglia : la voglia scura sul visino della bambina-frutto attratta da un coetaneo con la sua stessa macchia (mediterranea?), marchio di fabbrica della viril guardia giurata strappamutande dell'inizio, riconvertita a padre di (altra) famiglia a fine film. La voglia : unico tratto distintivo di specie umana dominante (dominante perché prolifica nel vuoto per il vuoto), valore estetico-genetico : la voglia come angioma, solo questo. Le altre voglie sono mediate per l'intero film da pezzi sparsi (di carne e non : natiche seni gambe pelvi tacchi) di una donna che pappi fetix non assembla mai.
[-]
[+] eccellente
(di francesco2)
[ - ] eccellente
[+] esattamente lo stesso messaggio che ho percepito
(di moviesfan)
[ - ] esattamente lo stesso messaggio che ho percepito
[+] pienamente d'accordo
(di moviesfan)
[ - ] pienamente d'accordo
|
|
[+] lascia un commento a mventra »
[ - ] lascia un commento a mventra »
|
|
d'accordo? |
|
lino
|
venerdì 16 gennaio 2009
|
una commedia gradevole
|
|
|
|
Si dice che gli italiani non siano particolarmente bravi nella commedia.. almeno nel periodo più recente.. e penso che sia in gran parte vero.. tra cinepanettoni, commediole scollacciate, amori e avventure per teenager, raramente viene presentato un prodotto veramente buono e valido..
Pappi Corsicato è un regista un po' defilato dalla scena cinematografica principale e si fa attendere molto prima di presentare un nuovo prodotto.. ma spesso l'attesa merita..
Il seme della discordia è prima di tutti un piacere per gli occhi, un film stilisticamente e visivamente estremamente suggestivo, con immagini, colori e musiche che rimbalzano continuamente quando verso le atmosfere "Italian Sixties", quando alla pop art, quando ad un cinema più almodovoriano.
[+]
Si dice che gli italiani non siano particolarmente bravi nella commedia.. almeno nel periodo più recente.. e penso che sia in gran parte vero.. tra cinepanettoni, commediole scollacciate, amori e avventure per teenager, raramente viene presentato un prodotto veramente buono e valido..
Pappi Corsicato è un regista un po' defilato dalla scena cinematografica principale e si fa attendere molto prima di presentare un nuovo prodotto.. ma spesso l'attesa merita..
Il seme della discordia è prima di tutti un piacere per gli occhi, un film stilisticamente e visivamente estremamente suggestivo, con immagini, colori e musiche che rimbalzano continuamente quando verso le atmosfere "Italian Sixties", quando alla pop art, quando ad un cinema più almodovoriano... d'altra parte Pappi è da sempre considerato l'Almodovar italiano e questa volta più di tante altre.
L'attenzione all'universo femminile, fisicamente ed emotivamente (anche se manca la tensione drammatica che invece, specie negli ultimi film del regista spagnoloè predominante), il divertimento con la sensualità e la sessualità, la scelta cromatica estremamente vivida lo avvicinano molto alla commedia più prettamente iberica..
La trama, semplice e forse semplificata (e lì forse Corsicato, magari anche volontariamente, ha mostrato la debolezza del film) si ispira molto liberamente ad una tematica che fu già cara a Rohmer, quando rappresentò la storia della Marchesa von O, ripudiata per una gravidanza non riconosciuta..
Veronica, affascinante moglie (una bravissima Caterina Murino) scopre la sua gravidanza proprio mentre suo marito scopre la sua sterilità... Scelta del tema difficile che tratta l'universo femminile nel suo ambito più delicato e prezioso: la maternità.
Corsicato affronta questo tema con estrema leggerezza, che ad alcuni può far storcere il naso, ma di sicuro voluta, in una sorta di divertissement in cui inserisce omaggi e rifermenti cinematografici come "Via col vento" e "La corazzata Potemkin"
Ne riesce un film a mio avviso piacevole, a tratti molto simpatico, a volte un po' forzato, comunque da vedere senza la pretesa di uscire con profonde riflessioni sul mondo.. anche se qualcosa alla fine rimane
[-]
|
|
[+] lascia un commento a lino »
[ - ] lascia un commento a lino »
|
|
d'accordo? |
|
ibragol09
|
mercoledì 22 dicembre 2010
|
seme della citazione
|
|
|
|
Film enciclopedico,cioè un film pieno di citazione quà e là...per chi le sa apprezzare il film è piacevole...altrimenti trova il tempo che trova.
Da tarantino a Almodovar passando per Milano calibro 9 il film si snoda lungo la storia di Veronica interpretata da una bellissima e brava Caterina Murino.
Non voglio annoiare nessuno sulla storia che di per sè ,è semplice e senza pretese,ma mi soffermerei sul continuo autocompiacimento del regista,Pappi Corsicato.Un autocompiacimento nel dare a ogni scena attraverso colori accesi e citazioni quel qualcosa di magico che solo pochi cinefili possono apprezzare.
Film solo per intenditori.
|
|
[+] lascia un commento a ibragol09 »
[ - ] lascia un commento a ibragol09 »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
giovedì 29 ottobre 2015
|
gravidanza effetto-farfalla?
|
|
|
|
Al momento il miglior film di Corsicato.Ispirato liberamente a "La marchesa Von O...." un film che affronta molti temi scomodi(le conseguenze di uno stupro,l'ipocrisia,il matrimonio e il ruolo delle donne trascurate)con un gusto leggero e spigliato che guarda al pop e all'avanguardia.I dialoghi sono allegramente cinici e pungenti,e le frecciate ai danni dell'Annunciazione(la guarda di nome Gabriele,l'esilarante episodio della psudo-suora)un portento.E la decisione finale di Veronica di tenere il bambino,una volta tanto non è dettata da vigliaccheria,tanto più che si tratta del risultato di uno stupro(dove un aborto sarebbe moralmente "giustificabile").
[+]
Al momento il miglior film di Corsicato.Ispirato liberamente a "La marchesa Von O...." un film che affronta molti temi scomodi(le conseguenze di uno stupro,l'ipocrisia,il matrimonio e il ruolo delle donne trascurate)con un gusto leggero e spigliato che guarda al pop e all'avanguardia.I dialoghi sono allegramente cinici e pungenti,e le frecciate ai danni dell'Annunciazione(la guarda di nome Gabriele,l'esilarante episodio della psudo-suora)un portento.E la decisione finale di Veronica di tenere il bambino,una volta tanto non è dettata da vigliaccheria,tanto più che si tratta del risultato di uno stupro(dove un aborto sarebbe moralmente "giustificabile").Una chicca il beffardo finale.Deliziosi guizzi visionario-surreali;una Napoli inedita tutta grattaceli;simpatiche citazioni e un cast diretto benissimo.Bellissima e brava Caterina Murino.Gassman si vede poco ma è spassoso.Grandiose Isabella Ferrari e Martina Stella nei panni della barista burina Monica e della commessa oca Nike(dovrebbero darle più spesso chance del genere).Il genere di film per cui la gente dovrebbe fare la fila,ma non facciamoci illusioni.Snobbato anche questo,come tutti gli altri film del regista.Impensabile,per il pubblico,fare un minimo di sforzo per scoprire che c'è altro aldilà di cinepanettoni e simili o cosiddetti film impegnati.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
|