Hancock

Una cosa e' sicura: gli americani sono ossessionati dai supereroi. Il fumetto stellestriscie e'difatti prevalentemente di marca supereroistica mentre quello europeo piu virato sullo storico-minimalista e quello giapponese pervaso dalla loro ossessione dell'atomica e delle mutazioni dei corpi. Cio' si riflette anche a livello cinematografico. Mgarai la ragione e'che l'America da sempre si sente inferiore alla cultura millenaria di Europa ed Asia, che non ha, oppure semplicemente sposa una loro necessita' di sentirsi superiori a tutti, forse perche' sanno nell'intimo di non esserlo affatto. Ai sociologi l'ardua sentenza. Comunque cio' che e' sicuro e' che il loro cinema e' da sempre intriso di eroi-super che siano Rambo, Mclane, Superman o Chuck Norris,. Ecco perche' , come nei comics da qualche anno si assiste ad una revisione totale ed anarchica del modello (Watchmen, Pro, Kick-ass, the Boys etc)e molti scrittori, pur lavorando all'interno del sistema, cercano in tutti i modi di stravolgerlo completamente. E' un po' come lavarsi l'anima ogni tanto, sentirsi adulti pur continuando a travestirsi ad Halloween. Ma tant'e', essendo per la maggior parte inglesi, anzi quasi tutti (Moore, Millar, Ennis)li lasciano fare e anche questa e' la democrazia. Ma Hancock? Ecco, Hancock segue quel filone revisionista e lo fa secondo me in maniera unica ed originale almeno come idea di base. Per la prima volta si demolisce la legge fondamentale del superfumetto, cioe' quella che enuncia: Da grandi poteri derivano grandi responsabilita'. Qui semmai e' :Da grandi poteri POSSONO derivare grandi responsabilita', cioe' si delinea una possibile scelta del personaggio-eroe. Difatti il nostro, inizialmente non e' particolarmente interessato ad aiutare il prossimo ed a farsi amare per questo,quindi con l'idea della coppia di supers che possono scegliere se vivere una vita normanle stando insieme (gli vengono annullati i poteri) si da la botta finale verso il libero arbitrio. Non ci sono missioni, ne sacrifici personali, si combatte per se stessi, oltre ogni effetto collaterale, e quando se ne ha voglia. In questa piccola rivoluzione stanno le 3 stellette che gli do, il resto sono efettoni a volte incomprensibili (che centrano i tornados?), qualche forzatura di sceneggiatura, un protagonista, (Bateman) francamente pietoso e ridicolo, e un Will Smith che ancora una volta mi riesce incomprensibile definire ottimo attore come da piu' parti invece si e' daccordo nel affermarlo. Chissa' magari Jack Black o il graande Jim Carrey avrebbero fatto di meglio, ma lui fa botteghino come pochi al mondo, per cui non c'e' storia. Film digeribile, ottima idea di fondo, uso della handycam francamente inspiegabile (lasciamola al buon Lars Von Trier che e' meglio), e una super Charlize che e' cosi' bella che all'inizio non mi sembrava nemmeno lei.