La sconosciuta

L'idea buona e la straordinaria protegonista permettevano di fare un ottimo film di 60-80 minuti ma il regista, forse pensando all'oscar, ci ha messo altri 40 minuti con inutili macchiette (Placido, Degli Esposti, Buy, un’impresentabila Angela Molina, parodia della donna spagnola o mediterranea come se l'immaginano oltre oceano) che magari per un pubblico medio internazionale vanno bene ma hanno reso alcune parti ridicole; e poi flashback pulp, troppi. Con la protagonista, eccellente, la bambina, giusta, Haber e Favino come decorazione e Gerini come sparring partner il film sarebbe stato migliore, ma ahimé Tornatore non lo ha fatto. Questi registi italiani non reggono le 2 ore, la vena si esaurisce presto, troppi compromessi con la produzione: il fatto è che il paese non regge la profondità e la qualità più di un'ora, il cinema ne è lo specchio. Guarda Ozpetek o Muccino o il rivale di Tornatore per la candidatura, Luchetti, buoni per mediometraggi, ma un lungo è troppo per loro. I nostri si atteggiano a esplicatori del mondo, però non vogliono mai scontentare nessuno, sempre politicamente corretti e sempre ammiccanti: il sesso ostentato, un realismo baroccato, il tono al fondo moralistico. Un'idea un film. Forse per fare qualcosa di rilevante ce ne voglioni almeno 4 o 5 di idee.