La vita al tempo dei Maya. Lotta per la sopravvivenza, Zampa di Giaguaro. La giungla è la sua terra, la sua famiglia è bella una felice, ma il paradiso non esiste. Si fa la guerra per il potere
anche al tempo dei Maya e c'è un villaggio, nella foresta, che viene annientato da un popolo di conquistatori. Non sono ancora gli europei: sono Maya, a guardarli hanno lo stesso colore e le stesse fattezze dei loro prigionieri, del popolo dei vinti. Portano odio, paura, violenza, distruzione. Mel Gibson è un pessimista, non crede all'uomo come creatuura eletta e nemmeno al progresso spirituale. Quell'animale che maneggia con maestria il fuoco e le armi non sarà mai un santo anche se adora gli dei, assomiglia più a un diavolo, porta il dolore e la morte. Esiste per il potere. Il regista sembra voler dire: da allora cosa è cambiato? Lo stile narrativo è quello dell'action movie, il racconto di una lunga fuga per la salvezza,che si arresterà solo di fronte ad una nuova
sconvolgente minaccia. Non cercate la Storia in questo film, non c'è. La narrazione è fin troppo esplicita, poco viene lasciato alla fantasia. Chi inizia a guardarlo, comunque, viene spinto ad arrivare fino in fondo, ma bisogna venire a patti, come al solito, con l'idealizzazione della macchina umana. Può diventare praticamente invincibile, come gli eroi dei fumetti.
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