Il grande silenzio

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Un film di Philip Gröning. Titolo originale Die grosse Stille. Religioso, durata 162 min. - Germania 2005. uscita venerdì 31 marzo 2006. MYMONETRO Il grande silenzio * * * - - valutazione media: 3,42 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
ronks venerdì 21 aprile 2006
l'espressione della semplicita' Valutazione 5 stelle su cinque
88%
No
13%

"IL GRANDE SILENZIO" IN REALTA' SI POTREBBE TITOLARE "IL GRANDE FRASTUONO". PIU'CHE DI UN FILM, SI PARLA DI UN ECCELLENTE DOCUMENTARIO, IN CUI IL DENOMINATORE COMUNE E' LA PREGHIERA, LA CONTEMPLAZIONE E IL RITMO DELLA QUOTIDIANETA'. IL SILENZIO, PECULIARITA' DI OGNI SITUAZIONE, IN QUANTO FINALIZZATA ALLA PERCEZIONE/COMPRENSIONE DI DIO, SI RIVELA LA COLONNA SONORA DEL TEMPO CHE PASSA. TUTTO SI MUOVE ATTORNO IN MODO NAURALE, SCANDITO IN MANIERA APPROPRIATA DI VOLTA IN VOLTA, DAI VESPRI ALLA RICREAZIONE SULLA NEVE, TUTTO SI MUOVE PER LO SPIRITO, PER L'ANIMA, UNICO ETERNO PRESENTE DELLA VITA DELL'UOMO.

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hughes mercoledì 19 aprile 2006
il secondo pensiero Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Un maestro Zen diceva: "il segreto della vita è non avere il secondo pensiero". Ho visto il film e questa frase mi tornava spesso in mente. Io per buona parte del film ho perso la nozione del tempo, non avevo secondi pensieri, ero nel presente, ero immerso dai suoni e dai rumori e dai colori. Mi sono gustato questo grande silenzio, che poi silenzio non era, perchè c'erano mille suoni, mille piccoli rumori. Poi, tornando a casa, pensavo all'essere totalmente immersi nel primo pensiero, nel quìeora, pensavo al tempo, e all'uso che ne facciamo, pensavo alla velocità e alla lentezza. Pensavo alla grazia dei gesti e alla bellezza del legno e della pietra. Pensavo alle parole del priore, quando invita i novizi a cercare il tempio segreto della propria anima. [+]

[+] lo zen non c'entra niente (di gianluca060606)
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salvatore scaglia domenica 3 gennaio 2010
una scelta eversiva nella società pluralista Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

In un’intervista il regista Philip Gröning (qui pure sceneggiatore, fotografo e montatore) ha dichiarato di aver voluto girare questo film anche per dare l’idea, alla società contemporanea, di un’altra possibilità esistenziale: quella del monaco. Orbene, la perspicacia di tale movente mi è stata confermata proprio in sala, durante la visione della pellicola: infatti, un gruppuscolo di persone, preso sovente da sarcastiche risate, ha deciso durante l’intervallo di rinunciare al secondo tempo. Scelta tanto saggia - il prosieguo della proiezione è trascorso senza altri disturbi (è il caso di dire: in religioso silenzio) - quanto stolta, almeno perché, pagato il biglietto, sarebbe ragionevole assistere all’intero spettacolo. [+]

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filippo catani venerdì 22 novembre 2013
una comunità in silenzio Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Il film ricostruisce la vita dei monaci certosini della Grande Chartreuse. Usare tante parole per un film dove se ne sentono pochissime è quasi fare una violenza alla pellicola per cui sarò breve. Il mio consiglio è questo: vista la mole della pellicola e il tema trattato sarebbe bene guardarne circa 20-25 minuti al giorno. Così facendo non solo si apprezza in pieno la vita silenziosa di questi monaci ma soprattutto si può assistere al vagare della nostra mente ormai non più abituata a ritirarsi nel silenzio. In un mondo dove sembra impossibile vivere senza una qualche forma di interconnessione (facebook, twitter ecc) è veramente stupendo vedere come questo manipolo di uomini passi la propria esistenza lavorando in silenzio e pregando per andare alla ricerca di Dio. [+]

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theophilus martedì 26 novembre 2013
il grande iato fra dio e l'uomo Valutazione 4 stelle su cinque
0%
No
0%

DIE GROßE STILLE
 
Il giudizio critico relativo a Die große stille, Il grande silenzio (Philip Gröning, Germania, 2005) rischia fortemente una deriva moralistica, che si cercherà in tutte le maniere di limitare e, se possibile, evitare completamente.
Presentato a Venezia 2005, a Toronto, a Rotterdam, premiato al Sundance Film Festival e alla Berlinale 2006... Quanto già di coerente c’è in questo pedigree con un mondo inespugnabile e ora documentato, con l’astrazione pura paradossalmente fatta di cose semplici e concrete situata di fronte ad un palcoscenico potenzialmente universale, con la ricerca prettamente personale di Dio – guidata, beninteso, da un assoluto percorso ascetico- individuata dall’occhio globalizzante di una pur rigorosa cinepresa?
Queste domande confluiscono sinteticamente in due principali perché. [+]

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tatanor lunedì 3 aprile 2006
troppe parole Valutazione 4 stelle su cinque
15%
No
85%

Venerdì scorso ho visto il Grande Silenzio (multisala Astoria di Ravenna). Ho preso appunti durante la proiezione, eccoli: le due scene più belle il sarto mentre misura e taglia la stoffa, il cuoco mentre pulisce i sedani. Non mi sono piaciuti: i pp (primi piani muti) ti fanno vedere cos’è il Silenzio ma non ti dimostrano la bellezza del Silenzio, cioè il contatto diretto-vero-immediato con la realtà-verità dell’attimo; il sarto che faceva provare la tonaca (è assurdo: neppure un “ti va bene, ti stà stretta?); il cercare un dialogo con i mici quando si porta loro del cibo; quei 5 minuti parlati (tipo intervista) del monaco cieco: ecco come rovinare completamente un bel film muto (può fare rumore tutto. [+]

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gulliver venerdì 21 aprile 2006
rendo omaggio Valutazione 4 stelle su cinque
17%
No
83%

Rendo omaggio a questo film. E' stato detto che non è un film: è vero. E' molto di più. E' vita vera, è un andare al di là, e oltre lo schema classico del cinema. Non c'è storia, non c'è un punto di arrivo. Si può arrivare in ritardo e andare via in anticipo dalla sala, perchè non esiste una vera fine. Il rumore più forte è quello prodotto dal proiettore. Silenzio, assordante silenzio. In quelle due ore, nelle quali davvero si perde la nozione del tempo, si comprende la bellezza di un mazzo di sedani, di una primula che si disgela dopo un rigido inverno, la bellezza del pregare, del vestirsi, del vivere semplice. E' stato detto che certi ordini religiosi sono inutili alla società. Moralità borghese! Chi ha detto che siamo giustificati solo nella società? Che chi non è utile non deve vivere? Questi monaci non rifiutano nè la civiltà nè il progresso, ma semplicemente non se ne servono. [+]

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