Alpha Dog

Gli animali alfa sono capi indiscussi di un branco, hanno il privilegio di mangiare per primi e di accoppiarsi con le femmine. Nick Cassavetes sceglie il titolo del suo film per indicare il leader di un gruppo dedito a traffici illegali: protagonisti alcuni ragazzi con il pallino dei soldi facili, pistola sempre in tasca e molta droga nel cervello. Al suo quinto lungometraggio il figlio del più famoso John ci regala una storia disturbante che analizza la genesi di un delitto maturato negli ambienti giovanili. La trama. Un debito non saldato spinge il capo di una banda a sequestrare un quindicenne al solo scopo di estorcere il dovuto; solo che le cose si complicano quando il fratello si mette sulle sue tracce e la polizia avvia le indagini per scovare i responsabili. Un trip che prende allo stomaco, “Alpha dog” mostra senza compromessi la peggio gioventù americana: genitori assenti, talvolta conniventi, che avallano comportamenti delinquenziali ed adolescenti che giocano a fare i duri rincorrendo il classico modello di sesso, droga e dollari. Cassavetes prende ispirazione da un fatto realmente accaduto per indagare sulle origini del male, mette all’indice una provincia plagiata dai videoclip che inneggiano alla violenza, mentre i rapper si sparano nelle strade ed organizzano party nelle ville con piscina. Tra alcool e cocaina le giornate del ragazzo rapito proseguono nel divertimento assoluto; fa amicizia con la banda di sequestratori, gioca alla playstation, guarda la tv e conosce il sesso con alcune ragazze disinibite. Finale da mozzare il fiato, spietato quanto basta per lasciare attoniti gli spettatori perché il gesto inconsulto di un “cane beta” rompe la normalità. Bruce Willis e Sharon Stone interpretano i genitori di alcuni ragazzi votati all’autodistruzione; il cantante Justin Timberlake ci regala una performance da attore navigato mentre Harry Dean Stanton appare in un piccolo cameo. Nick Cassavetes conduce con mano sicura un gruppo di teste calde che spacciano marijuana ed abbracciano ideologie neonazi, dirige un film dal ritmo sostenuto che non disdegna i virtuosismi stilistici. Gioventù sempre più bruciata in un affresco che si conclude in tragedia, “Alpha dog” non scivola mai nella retorica e si mostra asciutto anche quando si aprono le porte del carcere per gli assassini. Regista e produttori al centro delle polemiche: la cattura del mandante in Paraguay alla vigilia della sua uscita nella sale cinematografiche non è stata gradita dai legali per timore di una sconfitta in Tribunale. Ora si attende solo il verdetto. Antonello Villani (Salerno)