Roberto Nepoti
La Repubblica
Non c'è undici senza dodici. Danny Ocean (Clooney) si sta godendo il maltolto - quattrini e Tess, la sua ex diventata l'amante del boss - all'antipatico Benedict, quando questi lo cucca: se lui e i suoi dieci compari vogliono conservare la pelle, dovranno rendergli il malloppo assieme a congrui interessi. Dietro la faccenda c'è un ladro francese (la new entry Vincent Cassel), che si crede Fantomas; raggiunge la compagnia anche Catherine Zeta- Jones, nella parte di un agente dell'Europol che (nel prologo) ha avuto un affaire sentimentale con Rusty (Pitt).
Più che un seguito o una variazione, Ocean's Twelve è un prolungamento della commedia criminal-sofisticata "Ocean's Eleven", salutata tre anni orsono come una simpatica vacanza di Soderbergh dal cinema d'autore. Se quella era una vacanza, ora siamo alla scampagnata tra amici.
Impapocchiato un copione che pesca dall'intero repertorio del genere (incluso il furto al museo: un uovo di Fabergé, nel caso), il film porta la smagliante dozzina a zonzo per lo spazio (dagli States alle capitali europee, al lago di Como) e per il tempo, secondando la dislocazione di piani narrativi cara al regista, ma qui applicata senza alcuna necessità.
Le star sembrano divertirsi un sacco: a partire da un Clooney fin troppo cool, che scherza sulla propria età, e da Julia, cooptata nella banda per la sua perfetta somiglianza con la Roberts. Tanto meglio: se solo la faccenda non sembrasse un "private joke" tra loro. Ma lo spettatore, in tutto questo, che c'entra?
Da La Repubblica, 24 dicembre 2004
di Roberto Nepoti, 24 dicembre 2004