Scritto (con K. Pearson) e diretto da George, Hotel Rwanda è un film convincente e sinceramente emozionante, che narra di una delle pagine più buie della storia recente dell'Africa.
A partire dall'inizio di aprile fino a metà luglio 1994, tra l'indifferenza delle nazioni occidentali, un numero imprecisato, tra le 800.000 e il milione di persone appartenenti alla minoranza Tutsi, vennero sistematicamente massacrate principalmente a colpi di machete, da parte di diversi membri della maggioranza Hutu. Si è trattato di un genocidio pianificato dai più alti vertici del governo del paese.
Milizie paramilitari come la Interahamwe e la Impuzamugambi, con il supporto dell'esercito governativo, diedero inizio al massacro su incitazione, tra gli altri, del presentatore radiofonico Kantano, il 6 aprile, a seguito dell'uccisione del presidente Juvenal Habyarimana (l'aereo su cui viaggiava fu fatto schiantare), atto di cui furono accusati i Tutsi. Terribili atti di violenza furono perpetrati nei 100 giorni seguenti, e, tra le altre cose, almeno 500.000 donne Tutsi furono ripetutamente stuprate da membri dell'Interahamwe e della Forza di Difesa del Ruanda, come parte di un piano diabolico per diffondere il contagio da HIV e portarle così, in modo diverso, più lento e doloroso, alla morte. Anche questo è stato di conseguenza visto come un atto di genocidio, in quanto volto all'annientamento di un intero gruppo etnico, ed è stato denominato "stupro genocidiale".
E il tutto, come il film non manca di ricordare, è avvenuto mentre molti volsero lo sguardo e finsero di non vedere: dalla Francia che non solo non fermò in alcun modo i massacri ma che anzi ebbe un ruolo fondamentale, negli anni precedenti, nell'armare ed addestrare le FDR, al Belgio e a diversi altre nazioni che inviarono contingenti all'unico scopo di salvare i propri concittadini, lasciando i ruandesi tutsi e hutu moderati perseguitati in balia degli eventi, agli Stati Uniti, che posero il veto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e impedirono di riconoscere il genocidio, preoccupandosi, come si evince anche da una scena del film, più che altro di fare assurde distinzioni lessicali tra "atti di genocidio" e "genocidio".
E' un film che colpisce ancora di più per il fatto che ciò che narra è realmente accaduto, e per la sua capacità di fondere storia individuale (di una sorta di novello Schindler, di cui Cheadle offre una memorabile interpretazione) e contesto sociale generale del periodo. Un'opera impegnata, importante e da vedere, che non mancherà di far riflettere. Evita i moralismi e le melensaggini, e bilancia perfettamente denuncia e suspense. Una cronaca appassionata e illuminante, un film di grande impatto e pieno di momenti toccanti e indimenticabili (fra tutti, la scena della strada lastricata di cadaveri avvolta nella nebbia). Hotel Rwanda è un film necessario, duro, difficile da digerire come è giusto che sia, realistico, e avrebbe meritato maggior diffusione. Perché, infatti, un po’ come nel caso degli eventi narrati, è passato un po’ troppo inosservato.
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