ashtray_bliss
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sabato 2 gennaio 2016
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un action avvincente. da scoprire e rivalutare.
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Certamente sottovalutato e penalizzato dal passare degli anni, La Preda resta un film d'azione molto adrenalinico che merita di essere riscoperto anche per le tematiche di cui tratta, seppur gia' trattate in una moltitudine di pellicole: Oltre l'azione, si parla di traumi post-bellici e di come questi possano cambiare totalmente una persona, ma in senso piu' ampio e' una storia che affronta la relazione problematica padre-figlio (ecco come questo leit motiv si collega con la frase che apre il film). Ma e' altresi un tripudio alla natura, pura, selvaggia, incontaminata che piu' volte domina nelle scene e nelle sequenze dove si svolge l'azione. Memorabili le scene iniziali, dopo il prologo bellico in cui ci viene introdotto il personaggio di Aaron Hallam (Benicio Del Toro), si viene catapultati nei boschi, freddi ed innevati, della British Columbia americana dove vive isolato dal mondo L.
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Certamente sottovalutato e penalizzato dal passare degli anni, La Preda resta un film d'azione molto adrenalinico che merita di essere riscoperto anche per le tematiche di cui tratta, seppur gia' trattate in una moltitudine di pellicole: Oltre l'azione, si parla di traumi post-bellici e di come questi possano cambiare totalmente una persona, ma in senso piu' ampio e' una storia che affronta la relazione problematica padre-figlio (ecco come questo leit motiv si collega con la frase che apre il film). Ma e' altresi un tripudio alla natura, pura, selvaggia, incontaminata che piu' volte domina nelle scene e nelle sequenze dove si svolge l'azione. Memorabili le scene iniziali, dopo il prologo bellico in cui ci viene introdotto il personaggio di Aaron Hallam (Benicio Del Toro), si viene catapultati nei boschi, freddi ed innevati, della British Columbia americana dove vive isolato dal mondo L.T. (Tommy Lee Jones) un ex addestratore di guerra. L'uomo, ormai in pensine, e' dedito a scovare ed eliminare le trappole per animali disseminate dai cacciatori ma ben presto verra' lui stesso incaricato a dare la caccia al suo ex allievo, ormai consumato dai traumi post-guerra e divenuto un killer spietato (di cacciatori). Da quel punto avra' inizio una incalzante caccia all'uomo che non lascera alcuna tregua ne' alla preda e nemmeno agli spettatori. In un continuo di scene d'inseguimento che si intrecciano a scene di panorami selvaggi e maestosi -che incantano lo spettatore- dove la vera protagonista e' certamente Madre Natura, i due protagonisti si perdono, si mimetizzano e si inseguono. E qui si racchiude un altro dei messaggi del film; il rispetto per la natura e le sue creature. Anche Hallam piu' volte ripetera' che non c'e' piu' rispetto per gli animali nonostante l'evidente contrasto di ruoli, dal momento in cui lui stesso viene braccato- come fosse un animale- dal suo addestrattore. Ma nella pellicola di Friedkin c'e' spazio a sufficienza per affrontare un bellicolo rapporto 'padre-figlio' rappresentato dalle innumerevoli richieste d'aiuto lanciate da Hallam verso L.T., il quale ha sempre ignorato tali richieste e che si vede suo malgrado travolto dai sensi di colpa per non aver aiutato il suo migliore allievo. Ma L.T, nei suoi lunhi silenzi e sguardi acuti, ha anche la consapevolezza che per fermarlo dovra' ucciderlo, sporcandosi a sua volta le mani e la coscienza ripagando il prezzo del suo disinteresse.
Il film non delude di certo le aspettative e non tradisce le premesse: un thriller di qualita' e buona fattura, supportato da un'ottima sceneggiatura, ricco di suspence e tensione che tengono incollati allo schermo. In un tempo conciso di appena 90 min. il regista riesce a confezionare un rispettablissimo film d'azione con spunti di riflessione sempre validi. Inoltre, i ruoli principali vengono affidate a due robusti e smalianti Benicio del Toro e Tommy Lee Jones (anche se forse per quest'ultimo il ruolo e' stato volutamente forzato) i quali per forza di cose non deludono ma anzi garantiscono che questa pellicola, velocemente archiviata, venga apprezzata da chi la sa disseppellire dalle sabbie del tempo.
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andyflash77
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domenica 29 luglio 2012
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caccia ad un killer reduce dalla guerra in kosovo
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Oregon: Aaron Hallam, già appartenente alle forze speciali, è precipitato in un'ossessione omicida. Rifugiatosi nella foresta, sceglie come vittime i cacciatori assassinandoli preferibilmente con armi bianche. Per braccarlo, l'Fbi si rivolge all'unico che potrebbe fermarlo: L.T. Bonham, suo ex addestratore. Inizialmente L.T. rifiuta l'incarico, ma quando si rende conto che potrebbe trattarsi di uno dei suoi ex allievi si sente in dovere di accettare e decide di affrontare Aaron a viso aperto... Lavorando sulla sceneggiatura firmata dai fratelli inglesi David e Peter Griffiths e da Art Monterastelli, Friedkin muove i due protagonisti con l'abilità che gli è consueta: la caccia all'uomo è sempre stata il cuore del suo cinema.
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Oregon: Aaron Hallam, già appartenente alle forze speciali, è precipitato in un'ossessione omicida. Rifugiatosi nella foresta, sceglie come vittime i cacciatori assassinandoli preferibilmente con armi bianche. Per braccarlo, l'Fbi si rivolge all'unico che potrebbe fermarlo: L.T. Bonham, suo ex addestratore. Inizialmente L.T. rifiuta l'incarico, ma quando si rende conto che potrebbe trattarsi di uno dei suoi ex allievi si sente in dovere di accettare e decide di affrontare Aaron a viso aperto... Lavorando sulla sceneggiatura firmata dai fratelli inglesi David e Peter Griffiths e da Art Monterastelli, Friedkin muove i due protagonisti con l'abilità che gli è consueta: la caccia all'uomo è sempre stata il cuore del suo cinema. Ogni azione è però troncata nel giro di pochi minuti, come se i personaggi avessero fretta di arrivare su quella "Highway 61" dove Abramo sacrificherà Isacco (l'omonima canzone di Dylan è citata in apertura), come se il cinema di oggi non consentisse più i "tempi" di quello degli anni '70. In _The Hunted_ ci sono _Un tranquillo weekend di paura_, _Il cacciatore_ e _Rambo_. Al posto della paranoia, c'è la paura; non l'America che diffida di se stessa, ma quella che si barrica in casa. Il tutto miscelato in un caleidoscopio di grado psicologico e narrativo vicino allo zero. Un film "di pelle", iconograficamente costruito su miti (suggestiva la fotografia di Caleb Deschanel). Prendere o lasciare: le leggende riposano in pace, meglio isolarsi tra i lupi.Una caccia all’uomo “biblica” e non per tutti i gusti, ma con una consapevolezza di contenuti che manca ad altri thriller simili. L. T. Bonham fa il tracker nella British Columbia. Dalla sua casa immersa nella neve, percorre i sentieri dei lupi e li salva dalle trappole di cacciatori stupidi e dissennati. L. T. Bonham calza scarpe di cuoio dalla suola liscia, non lascia tracce, ha l’andatura silenziosa degli animali selvatici, sa mimetizzarsi nel paesaggio. Anche Aaron Hallam sa mascherare la propria presenza tra gli alberi e le felci dei boschi di Silver Falls, porta scarpe uguali a quelle di L. T.
Nella mente sconvolta di un ex soldato dei corpi speciali reduce dalla sanguinosa guerra nel Kosovo c'è molto poco spazio per i sentimentalismi: un' inseguimento continuo, una lotta senza tregua tra il maestro e l'allievo...con combattimenti corpo a corpo e coltello-coltello all'ultimo sangue e davvero ben orchestrati ,molto tecnici (visto che molti colpi, compreso il metodo di protezione carotideo che mette in atto Tommy Lee Jones nell'ultimo combattimento, sono applicati davvero nella realtà).
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brian77
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giovedì 29 gennaio 2015
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grandissima la prima parte
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Tutta la prima parte di questo film è assolutamente splendida, un esempio di cinema purissimo da parte di quel grande regista che è William Friedkin. Poi alla lunga la vicenda si banalizza, si vede che il film ha avuto problemi produttivi e di mointaggio, così la storia s'infogna in una serie di questioni maestro-allievo e padre-figlio poco brillanti. Ma in questo film c'è un vero talento visivo come Friedkin, e per chi ama il cinema è tutto da godere.
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gustibus
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sabato 29 luglio 2017
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super attori ma troppa routine!
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Tommy Lee Jones addestratore militare su come uccidere con il coltello..quasi in pensione,amante del WWF si ritrova a ritornare in azione perche' un suo allievo minato di psiche da guerra nel kosovo comincia ad uccidere persone nel mondo normale,da cacciatori a agenti FBI.Di rilievo e'che il regista e'William Friedkin e un film suo va visto!Il film inizia benissimo con la guerra in kosovo, poi si sposta in Oregon per la caccia a questa macchina fuori controllo mentale.Il soggetto e'abusato e il tutto scorre in 90minuti di routine.Ci sono due attori di rilievo B.Del TORO & Lee Jones..io al contrario ho preferito quest'ultimo..veramente bravo.Del TORO un po' stantio.
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Tommy Lee Jones addestratore militare su come uccidere con il coltello..quasi in pensione,amante del WWF si ritrova a ritornare in azione perche' un suo allievo minato di psiche da guerra nel kosovo comincia ad uccidere persone nel mondo normale,da cacciatori a agenti FBI.Di rilievo e'che il regista e'William Friedkin e un film suo va visto!Il film inizia benissimo con la guerra in kosovo, poi si sposta in Oregon per la caccia a questa macchina fuori controllo mentale.Il soggetto e'abusato e il tutto scorre in 90minuti di routine.Ci sono due attori di rilievo B.Del TORO & Lee Jones..io al contrario ho preferito quest'ultimo..veramente bravo.Del TORO un po' stantio..questione di gusti sulla recitazione.Connie Nielsen(ce'anche lei!) veramente sprecata in mezzo a quei due mostri di attori.Non il miglior film di Friedkin,il finale E'PROPRIO il peggiore.Lee Jones ha avuto tante di quelle coltellate che 150punti di sutura non bastavano!soprassediamo dai,non esiste il soundtrak di Bryan Tyler,Vale una visione.
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biso 93
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mercoledì 29 luglio 2015
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sottovalutato
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The hunted-la preda, regia di william friedkin, tommy lee jones e benicio del toro. Tre nomi per indicare qualita'.E la qualita' non manca in questo film...specialmente nella prima parte. Nonostante uno sviluppo del film incentrato sugli scontri tecnici e sull'azione..il film comprende una parte psicologica ben piu' articolata. Benicio del toro e' un ex cazzuto forza speciale...reso macchina dall'esercito e per questo perde il co trollo. Tommy lee jones e' il suo vecchio istruttore/maestro che vive isolato nei boschi innevati consapevole delle macchine di morte che ha contribuito a creare e percio' si sentira in dovere di fermare il suo ex allievo. Scene di azione ben congegnate.
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The hunted-la preda, regia di william friedkin, tommy lee jones e benicio del toro. Tre nomi per indicare qualita'.E la qualita' non manca in questo film...specialmente nella prima parte. Nonostante uno sviluppo del film incentrato sugli scontri tecnici e sull'azione..il film comprende una parte psicologica ben piu' articolata. Benicio del toro e' un ex cazzuto forza speciale...reso macchina dall'esercito e per questo perde il co trollo. Tommy lee jones e' il suo vecchio istruttore/maestro che vive isolato nei boschi innevati consapevole delle macchine di morte che ha contribuito a creare e percio' si sentira in dovere di fermare il suo ex allievo. Scene di azione ben congegnate..qualche buco di sceneggiatura si nota..ma il film tiene un bel ritmo ed e' molto piu' interessante di quanto non sembri.
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filippo catani
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mercoledì 23 novembre 2016
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uno spreco di talento
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Un ex soldato delle forze speciali sconvolto da quanto visto in battaglia si è rifugiato nei boschi e uccide chiunque gli si avvicini. Il suo ex istruttore cercherà allora di dargli la caccia.
Un autentico spreco di talento e soprattutto una terribile inflazione di luoghi comuni. Peccato perchè avere a disposizione nello stesso film Lee Jones e Del Toro non capita tutti i giorni. E invece il film langue tra il solito soldato sconvolto dalla guerra e il suo insegnante che si è ritirato tra le montagne per aiutare il WWF più o meno per gli stessi motivi dell'allievo. A questo punto sarà tutto un improbabile accozzaglia di inseguimenti e lotta a mani nude o con i coltelli fino al prevedibilissimo esito finale.
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Un ex soldato delle forze speciali sconvolto da quanto visto in battaglia si è rifugiato nei boschi e uccide chiunque gli si avvicini. Il suo ex istruttore cercherà allora di dargli la caccia.
Un autentico spreco di talento e soprattutto una terribile inflazione di luoghi comuni. Peccato perchè avere a disposizione nello stesso film Lee Jones e Del Toro non capita tutti i giorni. E invece il film langue tra il solito soldato sconvolto dalla guerra e il suo insegnante che si è ritirato tra le montagne per aiutare il WWF più o meno per gli stessi motivi dell'allievo. A questo punto sarà tutto un improbabile accozzaglia di inseguimenti e lotta a mani nude o con i coltelli fino al prevedibilissimo esito finale. Davvero una brutta perdita di tempo.
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