mariotti germano
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sabato 6 marzo 2004
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affabulante
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Questi dovrebbero essere i film !!
Una grande favola da vedere con gli occhi della fantasia, senza bisogno di grandi effetti speciali, con la genialità di questo regista che tocca nel cuore. Il rapporto tra i padri/figli ed i figli/padri, il tempo che passa inesorabile, l'amore, i cosidetti "diversi" sempre presenti nei film di Burton, con l'amore verso il mondo intero. Big Fish è un opera grandiosa, struggente e divertente al tempo stesso. Due ore che passano troppo in fretta, un racconto di una vita comune ed al tempo stesso incredibile. L'eredità della affabulazione e dell'amore verso il mondo.Sogni che proprio perchè sogni sono più veri del vero.
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alberto86
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lunedì 20 febbraio 2006
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la svolta di burton
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E'questo a mio parere uno dei film più belli e maturi del grande talento Tim Burton,che ci regala una intensa,commovente e straordinaria pellicola sul labile rapporto tra realtà e finzione.Per il regista infatti,nella vita, magia e realtà non sono inconciliabili,ma in perfetto equilibrio...tutto dipende da come noi uomini ci apportiamo alla vita e dal nostro personalissimo modo di vedere le cose.Burton ci invita a sognare,a non perdere quella fantasia,quella spensieratezza e quella gioia propria dell'infanzia...e a guardare il mondo non tutto bianco o tutto nero ma di mille colori diversi...come il mondo delle favole,in cui tutto può succedere!Forse è per questo che "Big fish"sembra quasi una summa giunta a maturazione del cinema burtoniano:un cinema in cui sul serio realtà e finzione sono assolutamente inscindibili!"Big fish"dunque è uno splendido viaggio nella fantasia;il racconto di imprese mirabolanti e fascinose che grazie alla nostra immaginazione possono prender vita.
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E'questo a mio parere uno dei film più belli e maturi del grande talento Tim Burton,che ci regala una intensa,commovente e straordinaria pellicola sul labile rapporto tra realtà e finzione.Per il regista infatti,nella vita, magia e realtà non sono inconciliabili,ma in perfetto equilibrio...tutto dipende da come noi uomini ci apportiamo alla vita e dal nostro personalissimo modo di vedere le cose.Burton ci invita a sognare,a non perdere quella fantasia,quella spensieratezza e quella gioia propria dell'infanzia...e a guardare il mondo non tutto bianco o tutto nero ma di mille colori diversi...come il mondo delle favole,in cui tutto può succedere!Forse è per questo che "Big fish"sembra quasi una summa giunta a maturazione del cinema burtoniano:un cinema in cui sul serio realtà e finzione sono assolutamente inscindibili!"Big fish"dunque è uno splendido viaggio nella fantasia;il racconto di imprese mirabolanti e fascinose che grazie alla nostra immaginazione possono prender vita.Ma non è finito qui!Forse l'aspetto più interessante in assoluto del film è il rapporto che lega il padre ed il figlio nella vicenda.Alla sfavillante fantasia del padre,eterno Peter Pan, si contrappone la concretezza ed il grigiore del giovane figlio,infastidito dall'atteggiamento"ciarlatano"del genitore.Il figlio,dopo molte incomprensioni,riscoprirà tutto l'affetto celato per il genitore,riallacciando quel legame che pian piano si era affievolito con la sua crescita fisica e col passaggio nell'età adulta.Egli scoprirà che molte delle fantasiose avventure del padre erano vere e che non tutto ciò che può sembrarci fittizio in realtà lo è!E'bello restare un po'bambini e non perdere quell'atteggiamento"fanciullino",anche di fronte alle difficoltà della vita adulta quotidiana!Insomma un film assolutamente da non perdere specie per i fan di Burton!Una graditissima svolta...
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tim
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lunedì 22 ottobre 2007
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un classico del cinema fantasy
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Questo è uno dei migliori film di Tim Burton, considerato da molti il suo capolavoro. Per una volta Tim si allontana dai toni cupi e spettrali tipici dei suoi film (come Batman) per entrare in un'atmosfera completamente surreale e colorata. Io, che sono un grande fan di Burton, ho amato molto questo film, come ho amato anche i precedenti (Edward mani di forbice, Sleepy Hollow, ecc...). Bravissimi anche gli interpreti: Ewan McGregor è bravissimo e lo è stata anche Helena Bonham Carter, moglie di Tim. Devo dire che insieme stanno veramente bene e sono felice per loro. Big Fish è davvero un classico del cinema moderno, un vero capolavoro del cinema fantasy e ve lo consiglio vivamente di vederlo e sono sicuro che non ne rimarrete delusi.
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Questo è uno dei migliori film di Tim Burton, considerato da molti il suo capolavoro. Per una volta Tim si allontana dai toni cupi e spettrali tipici dei suoi film (come Batman) per entrare in un'atmosfera completamente surreale e colorata. Io, che sono un grande fan di Burton, ho amato molto questo film, come ho amato anche i precedenti (Edward mani di forbice, Sleepy Hollow, ecc...). Bravissimi anche gli interpreti: Ewan McGregor è bravissimo e lo è stata anche Helena Bonham Carter, moglie di Tim. Devo dire che insieme stanno veramente bene e sono felice per loro. Big Fish è davvero un classico del cinema moderno, un vero capolavoro del cinema fantasy e ve lo consiglio vivamente di vederlo e sono sicuro che non ne rimarrete delusi. Anche questa volta Tim Burton ha diretto un film da Oscar ed ha soddisfatto il pubblico.
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alex41
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martedì 18 gennaio 2011
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la più bella fiaba è la vita!
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In Big Fish Tim Burton non solo cambia registro, ma addirittura supera se stesso. Lontano dai suoi fantastici film dark, come "Il Mistero Di Sleepy Hollow" o "Edward Mani Di Forbice", Burton realizza un vero film fantastico fiabesco, che oltre a raccontare favole straordinarie e fatti che anche nella vita accadono spesso, inserisce personaggi fantastici già visti più volte (le sirene, il gigante buono, la strega cattiva) e in più un nuovo animale fantastico di sua creazione: un misterioso pesce. E' proprio da questo pesce che partono le avventure di Edward Bloom, ricche di paura, sequenze fantastiche, romanticismo, qualche parte anche grottesca.
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In Big Fish Tim Burton non solo cambia registro, ma addirittura supera se stesso. Lontano dai suoi fantastici film dark, come "Il Mistero Di Sleepy Hollow" o "Edward Mani Di Forbice", Burton realizza un vero film fantastico fiabesco, che oltre a raccontare favole straordinarie e fatti che anche nella vita accadono spesso, inserisce personaggi fantastici già visti più volte (le sirene, il gigante buono, la strega cattiva) e in più un nuovo animale fantastico di sua creazione: un misterioso pesce. E' proprio da questo pesce che partono le avventure di Edward Bloom, ricche di paura, sequenze fantastiche, romanticismo, qualche parte anche grottesca. Non è il solito Tim dove si immaginano mostri, luoghi lugubri la notte (stile "Nightmare Before Christmas") o anche canzoni stile "Sweeney Todd", anche se Danny Elfman rimane. Stavolta, Burton va oltre il suo stile, creando un film immaginario, toccante, un film di fiabe sì ma nello stesso tempo stupisce per come è stato girato, per il dolce messaggio che riesce a darti e per gli attori del film: bravi Albert Finney, Ewan McGregor, Helena Bonham Carter, ma soprattutto Jessica Lange, Danny DeVito e Steve Buscemi, in un piccolo ruolo ma sempre grande. Nella fine poi si capisce subito che siamo di fronte a un capolavoro immortale che continuerà ad emozionarci sempre. Grazie Tim per averci dato questo nuovo film, come sempre con i tuoi film non smetteremo mai di sognare.
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sally the rag doll
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mercoledì 6 aprile 2005
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una vita davvero incredibile
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Uno dei film migliori del grande prestigiatore Tim Burton: non un radicale cambiamento, ma un'evoluzione. E' forse quello che meno si avvicina allo spirito gotico del regista, ma allo stesso tempo è gioioso, luminoso e incantevole. Da vedere e da pensare.
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gigigante
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giovedì 14 novembre 2013
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metafore di vita
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Realtà o fantasia?
La storia presentata è quella classica di un classico uomo americano: cresciuto in una piccola realtà cittadina, ambizioso, marito, padre di famiglia dal modesto lavoro.
Eppure quest'uomo è diverso, ha qualcosa di speciale rispetto agli altri uomini, qualcosa che lo distingue dalla massa: la sua testa, o meglio, ciò che essa contiene.
Quest'uomo non si limita a raccontare la sua standardizzata vita di uomo dell'Alabama, non si piega alla monotonia della società, non è ciò che vuole per il figlio.
In fondo ciò che quest'uomo si immagina di vivere è semplicemente ciò che egli stesso ha sempre auspicato al suo unico figlio: vivere una vita incredibile, piena di qualsiasi avventura, una vita che si nutra di ambizioni e di coraggio.
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Realtà o fantasia?
La storia presentata è quella classica di un classico uomo americano: cresciuto in una piccola realtà cittadina, ambizioso, marito, padre di famiglia dal modesto lavoro.
Eppure quest'uomo è diverso, ha qualcosa di speciale rispetto agli altri uomini, qualcosa che lo distingue dalla massa: la sua testa, o meglio, ciò che essa contiene.
Quest'uomo non si limita a raccontare la sua standardizzata vita di uomo dell'Alabama, non si piega alla monotonia della società, non è ciò che vuole per il figlio.
In fondo ciò che quest'uomo si immagina di vivere è semplicemente ciò che egli stesso ha sempre auspicato al suo unico figlio: vivere una vita incredibile, piena di qualsiasi avventura, una vita che si nutra di ambizioni e di coraggio.
Ed Bloom è un magnifico sognatore che non usa la sua fantasia per immaginarsi ricco, dietro alla scrivania di una qualche multinazionale, con la moglie modella e il figlio campione di football. No. Lui si immagina un uomo diverso che viene ricordato per quello che è, che usa le sue doti per aiutare gli altri, per strappare sorrisi anche sul letto di morte ricordandoci che alla fine i pesci più grossi sono quei piccoli pesci che si sono resi grandi per le persone che amano e che per questo non verranno mai dimenticati,
Sognare non costa nulla, eppure in pochi lo sanno fare e ciò che Ed riesce finalmente a lasciare a suo figlio in punto di morte è proprio questa immensa fortuna che da quel momento gli cambierà la vita.
La vera bellezza di questo film è riuscire a capirlo, magari anche soggettivamente, ma capirlo.
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enrica
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lunedì 28 febbraio 2005
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w tim burton!
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il mondo di bloom è sospetto, per noi votati al sano realismo. come potrà un film smontare questa nostra certezza conquistata dopo anni di disillusioni e sudata maturazione? la nostra irritazione cresce e pensiamo che non saremo disposti a cambiare il nostro parere... fino a quando capiamo che gli occhi del regista sono già sgranati sul nostro scetticismo...che è lo stesso scetticismo del figlio. come è labile il confine tra amore e odio (tra padre e figlio) così i nostri sentimenti e le nostre convinzioni inaspettatamente si mescolano e ci confondono. ci allontaniamo senza accorgercene da noi stessi sprofondando in una vicenda che è diventata improvvisamente la nostra. la nostra goffaggine, le nostre diversità, le nostre debolezze: il gigante, il lupo mannaro, la frustrazione inconscia di un poeta, la gelosia, il dubbio.
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il mondo di bloom è sospetto, per noi votati al sano realismo. come potrà un film smontare questa nostra certezza conquistata dopo anni di disillusioni e sudata maturazione? la nostra irritazione cresce e pensiamo che non saremo disposti a cambiare il nostro parere... fino a quando capiamo che gli occhi del regista sono già sgranati sul nostro scetticismo...che è lo stesso scetticismo del figlio. come è labile il confine tra amore e odio (tra padre e figlio) così i nostri sentimenti e le nostre convinzioni inaspettatamente si mescolano e ci confondono. ci allontaniamo senza accorgercene da noi stessi sprofondando in una vicenda che è diventata improvvisamente la nostra. la nostra goffaggine, le nostre diversità, le nostre debolezze: il gigante, il lupo mannaro, la frustrazione inconscia di un poeta, la gelosia, il dubbio.... e finalmente la fine, quando le carte si scoprono. le menzogne non sono mai state menzogne, le storie sono una realtà ampliata, come un fatto che si trascina inevitabilmente dentro di sé desideri, paure che diventano reali nel raccontarlo come il fatto stesso, fino a diventare inscindibili.
la fine non è commentabile: è talmente inaspettata e illogica la commozione che ti prende che non so proprio dire... come quando dopo un sogno, non sai perché, ti svegli piangendo.
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[+] ottima!
(di sally the rag doll)
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kyashan
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lunedì 17 settembre 2012
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quando la realtà si fonde con l'immaginazione
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Definire Big Fish una semplice fiaba sarebbe riduttivo: in questo film infatti Tim Burton evidenzia come sottile sia il confine tra il mondo reale e quello dell'immaginazione. Nel corso della storia troviamo una serie di personaggi pittoreschi, con i quali nel corso della vita si è imbattuto il protagonista Ed Bloom (interpretato dagli ottimi Edward McGregor e Albert Finney), tutti aderenti ai più diffusi stereotipi delle fiabe (dalla strega al gigante, per passare a nani e uomini-lupo). Forte è però il legame con la realtà: una realtà sulla quale il figlio Will cercherà di far luce, per chiarire la vita e l'identità di suo padre, capire che cosa si nasconda dietro la serie di vicende fantastiche e avventurose da lui raccontate, che crescendo è sempre più difficile accettare come veritiere.
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Definire Big Fish una semplice fiaba sarebbe riduttivo: in questo film infatti Tim Burton evidenzia come sottile sia il confine tra il mondo reale e quello dell'immaginazione. Nel corso della storia troviamo una serie di personaggi pittoreschi, con i quali nel corso della vita si è imbattuto il protagonista Ed Bloom (interpretato dagli ottimi Edward McGregor e Albert Finney), tutti aderenti ai più diffusi stereotipi delle fiabe (dalla strega al gigante, per passare a nani e uomini-lupo). Forte è però il legame con la realtà: una realtà sulla quale il figlio Will cercherà di far luce, per chiarire la vita e l'identità di suo padre, capire che cosa si nasconda dietro la serie di vicende fantastiche e avventurose da lui raccontate, che crescendo è sempre più difficile accettare come veritiere. Via via riuscirà a riconciliarsi con la figura paterna, proprio capendo il fondo di verità di questi racconti: mix di realtà e finzione, frutto di una vita vissuta con occhi diversi, dove talvolta, e ciò viene sottolineato dal finale, è proprio grazie a un tocco di fantasia che è possibile affrontare al meglio la durezza della vita, recuperando quell'approccio ingenuo e gioioso che noi tutti abbiamo avuto da bambini.
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kobayashi
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sabato 20 settembre 2008
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vita di edward bloom
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Certe vite sono belle anche da sentire raccontare. Alcune lo sono ancora di più, visto che il primo ad averle raccontate è il protagonista stesso. Edward Bloom, un uomo che ha fatto della sua vita una bellissima favola. Un uomo molto simpatico, gioviale, che parla di grandi pesci (Big Fish), città al centro della foresta, giganti, circhi, nani, giocolieri, donne, auto, finanza, wall street, poetica. Uno che da ragazzo era il migliore della sua città, campione di football, basketball, baseball e che a diciotto anni lascia la sua piccola Ashton, in provincia, in cerca della sua strada. Edward Bloom non è una persona comune e "nella sua vita non è sempre possibile distinguere la finzione dalla realtà".
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Certe vite sono belle anche da sentire raccontare. Alcune lo sono ancora di più, visto che il primo ad averle raccontate è il protagonista stesso. Edward Bloom, un uomo che ha fatto della sua vita una bellissima favola. Un uomo molto simpatico, gioviale, che parla di grandi pesci (Big Fish), città al centro della foresta, giganti, circhi, nani, giocolieri, donne, auto, finanza, wall street, poetica. Uno che da ragazzo era il migliore della sua città, campione di football, basketball, baseball e che a diciotto anni lascia la sua piccola Ashton, in provincia, in cerca della sua strada. Edward Bloom non è una persona comune e "nella sua vita non è sempre possibile distinguere la finzione dalla realtà". Tutto è metafora in Big Fish, tutto è trasfigurazione. Quando Edward se ne và dalla sua città in cerca della sua fortuna arriva a Spectre, il posto in cui tutti sono felici, un posto in cui tutto sembra avere il proprio posto naturale, ma nel quale tutto è immobile, fermo, morto. Spectre è il primo simbolo del film, il simbolo della fine della vita intesa come emozioni, come scoperta, come piacere quotidiano. Spectre è alienata dal mondo e per questo ferma: ospita un poeta, Norther Winslow, che da quando vi soggiorna non ha più trovato lo slancio per scrivere un bel nulla. Certo, prima di Spectre, cronologicamente rispetto allo scorrere del film c'è la Vecchia Strega, quella con "l'occhio in cui puoi vedere il futuro", nella quale Edward da bambino vede la sua fine, perchè "se sai già come và a finire è meglio, sai che in tutte le altre situazioni te la caverai". Bello, eh. Un favola. Sulla strada il cittadino più illustre di Ashton incontra un gigante, un nano direttore di circo, due gemelle che lo aiutano a tornare sano e salvo dalla guerra e lo stesso poeta Winslow, al quale Edward da una consulenza fondamentale che lo porterà a diventare un pezzo grosso di Wall Street. Insomma la vita che è narrata in questo film è spettacolare: vera o no che sia non importa. Che c'entra se le storie che Ed racconta sono state in gran parte gonfiate, cosa cambia? C'è da biasimare un uomo che ha tenuto la sua esistenza su di giri investendo nella scoperta, nell'avventura, nell'amore? Vi piacerebbe vedere Edward che muore in silenzio, oppure Edward che la racconta fino alla fine, la sua vita, cercando di non perdere il filo della sua allegria? C'è qualcosa di male nel raccontarla diversa da quella che è? Già, perchè Big Fish è incentrato sulla fine di questa vita, ed è tutto a flashback. Il figlio di Edward torna a trovare il padre morente e, nel tentativo di riallacciare un dialogo ormai interrotto da tre anni, capisce la grandezza del suo genitore, quelle storie che lo avevano annoiato e che, nel momento del funerale del padre, si riveleranno non essere così false (al funerale, in quanto a presenze, ci sono delle belle sorprese). Burton non delude mai lo spettatore, ha un senso di responsabilità nei confronti dei sogni che innesca nella gente, con le sue pellicole, e conduce con un genio inconfondibile a ragionamenti cristallini sull'esistenza, sulla morte, sulla fine e sull'inizio di tutto. Bloom, con questo nome da favola, ti fa pensare alla grandezza della vita, alla bellezza dei sogni e alla necessità di stare sempre e comunque allegri, senza farsi contagiare dalla malinconia, resistendo fino all'ultimo respiro. L'ho rivisto molte volte, e quando ero uscito dalla sala mi soffiavo il naso e mi asciugavo gli occhi. Bello. Veramente un bel lavoro.
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basketcase
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martedì 30 ottobre 2012
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tim burton
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Come scritto nella frase di lancio, Tim Burton.. E forse la gente potrebbe chiedersi perchè, ma in realtà la risposta è proprio qui. Tim Burton con le sue idee originali, mai baniali e così riflessive, offre una visione del mondo completamente diversa. Lo definirei come Pavese definì a suo tempo Calvino, ossia uno scoiattolo che si arrampica sugli alberi per avere un altro punto di vista. E Tim Burton a parer mio (ci tengo a sottolineare che questa recensione è molto soggettiva) esplora la vita da un punto di vista molto particolare, suo, talvolta un po' pessimista se vogliamo, ma riesce a cogliere la bellezza in qualsivoglia azione della vita. Analizza la psicologia dei suoi personaggi (e sottolineo ''suoi'') in maniera innovativa e questi rispecchiano le varie categorie di persone che esistono.
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Come scritto nella frase di lancio, Tim Burton.. E forse la gente potrebbe chiedersi perchè, ma in realtà la risposta è proprio qui. Tim Burton con le sue idee originali, mai baniali e così riflessive, offre una visione del mondo completamente diversa. Lo definirei come Pavese definì a suo tempo Calvino, ossia uno scoiattolo che si arrampica sugli alberi per avere un altro punto di vista. E Tim Burton a parer mio (ci tengo a sottolineare che questa recensione è molto soggettiva) esplora la vita da un punto di vista molto particolare, suo, talvolta un po' pessimista se vogliamo, ma riesce a cogliere la bellezza in qualsivoglia azione della vita. Analizza la psicologia dei suoi personaggi (e sottolineo ''suoi'') in maniera innovativa e questi rispecchiano le varie categorie di persone che esistono. In questo film, che personalmente ritengo meraviglioso, vuol far capire, credo, che la vita è un'avventura. Le cose che Edward racconta al figlio sono successe davvero. Forse non come venivano raccontate, o forse si. Io credo che la vita vada vissuta cercando di cogliere il lato bello di ogni cosa, l'avventura, quello spirito che lascia in noi sete di conoscenza e continua curiosità, perchè non si smette mai di imparare. In fondo, restiamo sempre bambini e come tali abbiamo bisogno delle storie. Queste fanno evadere dalla realtà e permettono la creazione di una sorta di mondo parallelo tutto personale. Tutti abbiamo bisogno di ''idratarci'' delle volte, per non perdere quello spirito di iniziativa, quell'entusiasmo proprio dei giovani. E' un film sulla vita, sull'amore verso gli altri. Tim Burton è riuscito a fondere realtà e fantasia, in un continuo oscillare fra questi due mondi apparentemente opposti. Un oscillare mai eccessivo e sempre fluido, come se in verità, realtà e fantasia non fossero davvero scindibili.
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