Signs |
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Un film di M. Night Shyamalan.
Con Mel Gibson, Joaquin Phoenix, Rory Culkin, Cherry Jones, Abigail Breslin.
continua»
Titolo originale Signs.
Fantascienza,
durata 106 min.
- USA 2002.
MYMONETRO
Signs
valutazione media:
2,83
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sottovalutazione incomprensibiledi PikkulinoFeedback: 144 |
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venerdì 30 aprile 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Premetto che sono un cinefilo appassionato e che non sono mai riuscito assolutamente a comprendere perché i celeberrimi "dizionari" (vedi "il Morandini", ad esempio) abbiano sempre penalizzato M. Night Shyamalan in modo così feroce e, purtroppo, tecnicamente poco obiettivo. I suoi film, oltre ad una poco dignitosa valutazione complessiva sono spesso oggetto di commenti irriguardosi ai limiti della poca oggettività formale. Il regista è senza ombra di dubbio uno dei personaggi più innovativi e prolifici dell'ultimo decennio, sicuramente "pop"... ma per questo non meritevole, a mio modestissimo parere, di un tale trattamento, talmente negativo da apparire quasi un vero e proprio "accanimento". Se, ad esempio, si possono infatti muovere critiche al presente "Signs", esse verteranno certamente nella direzione della mole di messaggi che il plot contiene a stento e che vorrebbe - in alcuni momenti apparentemente in modo artificioso e forzato - ricondurre all'annosa e metafisica alternanza di caso/necessità una bella storia Sci-Fi di altri tempi. E, nello stesso senso, se l'Autore si fosse limitato a riproporre magistralmente la tematica della "cinematografia dell'invasione" cara alla cultura americana dei Cinquanta, forse si sarebbe attirato meno critiche. Esclusa, comunque, la considerazione sul controverso messaggio finale, la pellicola rimane assolutamente magistrale per tecnica e tensione emotiva ed uno dei migliori esempi di tecnica registica dai tempi del omnimenzionato Hitchcock. Come hanno sottolineato molti critici online (non, quindi, i celebrati letterati accademici di cui sopra), è significativo che nei tempi delle megaproduzioni 3D, dei grandi budget e del massimo impatto (e sperpero) visivo, un autore riesca a creare (e mantenere) una tensione e una carica emotiva a tratti insostenibile semplicemente supportandole con la propria tecnica allusiva e con un indubbio talento visivo. La pellicola rimane, in alcune scene, uno dei films più inquietanti degli ultimi anni (su tutte: l'esplorazione del campo notturna alla luce della torcia, il tentativo del bambino di recepire le comunicazioni con il baby-monitor e, soprattutto, la citata sequenza del rifugio in cantina). Un ultimo cenno riguarda il periodo di realizzazione e uscita del film, ovvero il settembre 2001, alla luce del quale alcuni meta-messaggi appaiono maggiormente comprensibili e, da alcuni punti di vista, meglio interpretabili.
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