Parla con lei |
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Un film di Pedro Almodóvar.
Con Leonor Watling, Javier Cámara, Rosario Flores, Darío Grandinetti.
continua»
Titolo originale Habla con ella.
Drammatico,
durata 112 min.
- Spagna 2002.
- CG Entertainment
uscita lunedì 10 giugno 2024.
MYMONETRO
Parla con lei
valutazione media:
4,14
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Parla con leidi EddyFeedback: 0 |
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mercoledì 16 gennaio 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Parla con lei racconta di due storie inizialmente separate che il destino fa incrociare. Benigno è un infermiere che si è offerto di prendersi cura, giorno e notte, di Alicia, una ragazza in coma da quattro anni presso una clinica privata. Marco è invece un giornalista di viaggi che, uscito da una difficile storia amorosa, si innamora di Lydia, una nota torera, vedendo in lei una nuova speranza di felicità. Ma durante una corrida, Lydia cadrà tragicamente in coma in seguito ad un feroce scontro con un toro, raggiungendo così Alycia nella stessa clinica privata. E qui Benigno e Marco si conosceranno. A tre anni di distanza da Tutto su mia madre, Pedro Almodovar ritorna alla regia regalandoci una pellicola che rientra, a pieno titolo, in quella ristretta categoria di film che per apprezzarli fino in fondo, bisogna guardare almeno tre volte. Dico questo perché ad ogni nuova visione il film ci dirà sempre qualcosa di nuovo: ci accorgeremo così che ogni dialogo (direi quasi ogni battuta del film) nasconde alle sue spalle un mondo di temi, di rimandi e di significati, che anche ogni piccolo gesto dei personaggi ci rivela, in realtà, la fisionomia del loro essere interiore nonché le sofferenze, i desideri e le passioni che li animano. Già nella scena con cui si apre il film si possono rintracciare quelle tematiche che poi verranno affrontate, ampliate e analizzate nelle sequenze successive: il balletto delle danzatrici cieche diviene un po’ la metafora e lo specchio della vita, non solo delle due protagoniste femminili (come è facile intuire), ma anche dei personaggi maschili, anch’essi invischiati in un tunnel di difficoltà del quale Benigno, al contrario di Marco, sembra ignorare l’esistenza. Dirà Benigno in merito: “I quattro anni passati a prendermi cura di Alicia sono stati i più belli della mia vita”. Ed è proprio Benigno il personaggio meglio costruito del film, un personaggio dalle mille sfaccettature, insolito, complesso (non si capisce con chiarezza se sia omosessuale o eterosessuale), un personaggio per certi versi negativo, a tratti sprezzante. Eppure questi tratti negativi di Benigno sono sempre solo abbozzati, accennati; emergono ma non prendono mai il sopravvento e questo perché Almodovar vuole prima di tutto mostrare del personaggio la sua profonda umanità e il suo essere, in un certo senso, “innocente” pur essendo colpevole di aver compiuto atti moralmente impuri. Per questi motivi ci viene quasi voglia di perdonare Benigno, di schierarci dalla sua parte. Del resto come si fa a non provare ammirazione per un uomo che decide di passare la sua vita a prendersi cura di una ragazza in stato comatoso, trattandola come se fosse cosciente? Benigno parla continuamente con Alicia (cosa che invece a Marco non riesce di fare con Lydia), le parla perché il suo profondo senso della vita lo porta a credere che la ragazza, nonostante la malattia, lo possa sentire ugualmente, come se la realtà che egli ha davanti agli occhi fosse solo una realtà di superficie che ne nasconde una più vera che travalica i limiti della materialità e della ragione. Con Parla con lei, giudicato dalla rivista “Time” fra i cento migliori film di tutti i tempi, Almodovar ci racconta una parabola, una fiction, perché di questo si tratta, appositamente costruita per diffondere un messaggio: e allora, quel’è il messaggio di questa storia? cosa vuole dire Almodovar al suo spettatore? Vuole semplicemente dire, e sottolineare, quanto sia sottile e labile la linea di confine che separa la ragione dalla follia quando ad essere in ballo sono i sentimenti d’amore. Concludendo, attraverso questa chiave di lettura è ora ancora più semplice capire per quale motivo Benigno, nonostante le sue colpe, appaia ai nostri occhi non solo una persona innocente e pura, ma anche piena di umanità.
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