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giovedì 27 maggio 2021
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perché ridere dovrebbe farci vergognare?
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Già. Perché mai ha chiuso la sua recensione con quella frase? Cordiali saluti. Giorgio de Gaetano
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paolp78
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sabato 6 giugno 2020
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ottimi attori, regia mediocre
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Si tratta della trasposizione cinematografica di una commedia scritta da Oscar Wilde per il teatro.
La rappresentazione teatrale in effetti sembra più adatta. La pellicola ne paga il prezzo, come anche paga il dato anagrafico dell'opera di Wilde.
Infine la versione in lingia italiana paga l'ulteriore scotto di perdere alcuni elementi umoristici legati a giochi di parole in lingua inglese, primo tra tutti quello che compare nello stesso titolo dell'opera dove il nome Ernest si pronuncia allo stesso modo della parola inglese earnest che significa onesto: di qui il gioco di parole nel titolo originale "L'importanza di essere Ernest" che si può intendere anche come l'importanza di essere onesto.
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Si tratta della trasposizione cinematografica di una commedia scritta da Oscar Wilde per il teatro.
La rappresentazione teatrale in effetti sembra più adatta. La pellicola ne paga il prezzo, come anche paga il dato anagrafico dell'opera di Wilde.
Infine la versione in lingia italiana paga l'ulteriore scotto di perdere alcuni elementi umoristici legati a giochi di parole in lingua inglese, primo tra tutti quello che compare nello stesso titolo dell'opera dove il nome Ernest si pronuncia allo stesso modo della parola inglese earnest che significa onesto: di qui il gioco di parole nel titolo originale "L'importanza di essere Ernest" che si può intendere anche come l'importanza di essere onesto.
In effetti la commedia è incentrata tutta sull'onestà, invero assente nei due protagonisti ed in definitiva negata pure nella divertente scenetta finale che chiude l'opera, come a volere dissacrare il vaolre che comunemente viene riconosciuto a questa qualità umana (il tutto nella più classica versione del cinico umorismo inglese).
Il film è apprezzabile per la narrazione garbata in buono stile british, ma non riesce a divertire in modo pienamente riuscito.
Mi è parso che l'opera di Wilde non sia stata valorizzata nel migliore dei modi a causa di una regia con pochi slanci e fin troppo ordinaria.
Ottimi invece gli interpreti tutti molto in parte e perfettamente capaci di rendere nello schermo il simpatico formalismo britannico di fine ottocento, che costituisce uno degli aspetti più apprezzabili di opere come questa. Ho trovato particolarmente divertente, per la sua eccentricità, il personaggio interpretato da Judi Dench, come al solito impeccabile.
Da ricordare i duetti tra Rupert Everett ed il maggiordomo interpretato da Edward Fox e lo scrupoloso e divertente esame a cui Colin Firth viene sottoposto, quale pretendente fidanzato, dalla madre dell'amata.
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greatsteven
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lunedì 18 giugno 2018
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la partita degli equivoci sotto l'ala di wilde.
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L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNEST (UK/USA, 2002) diretto da OLIVER PARKER. Interpretato da COLIN FIRTH, RUPERT EVERETT, FRANCES O'CONNOR, REESE WITHERSPOON, JUDI DENCH, TOM WILKINSON, ANNA MASSEY, EDWARD FOX
Inghilterra, età vittoriana: Algernon Moncrieff e Jack Worthing sono due amici di vecchia data, il primo vive in città e il secondo in campagna, ed entrambi conducono una vita segreta: Algy finge di avere un vecchio amico malato in campagna di nome Bumbury e Jack s’inventa un fratello scapestrato di nome Ernest, nome col quale egli stesso si presenta a Londra. Tale espediente permette loro di assentarsi dalle rispettive residenze e famiglie come e quando vogliono.
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L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNEST (UK/USA, 2002) diretto da OLIVER PARKER. Interpretato da COLIN FIRTH, RUPERT EVERETT, FRANCES O'CONNOR, REESE WITHERSPOON, JUDI DENCH, TOM WILKINSON, ANNA MASSEY, EDWARD FOX
Inghilterra, età vittoriana: Algernon Moncrieff e Jack Worthing sono due amici di vecchia data, il primo vive in città e il secondo in campagna, ed entrambi conducono una vita segreta: Algy finge di avere un vecchio amico malato in campagna di nome Bumbury e Jack s’inventa un fratello scapestrato di nome Ernest, nome col quale egli stesso si presenta a Londra. Tale espediente permette loro di assentarsi dalle rispettive residenze e famiglie come e quando vogliono. Jack ama Gwendolyn Fairfax, cugina di Algy, e vorrebbe sposarla. La donna ricambia il sentimento, ma desidera fermamente coniugarsi con un uomo di nome Ernest in quanto il nome la affascina. Lady Bracknell, ricca e gelida madre di Gwendolyn e zia di Algy, ripudia il fidanzamento quando scopre che Worthing è orfano, ritrovato nella borsa di un deposito bagagli ferroviario. Frattanto Algy si reca a casa di Jack spacciandosi per l’inaffidabile Ernest, e s’innamora di Cecily Cardew, diciottenne di cui Jack è tutore. Anche la ragazza si convince di amare un uomo che si chiami Ernest. Quando Gwen raggiunge la casa agreste di Jack e conosce Cecily, dopo un iniziale equivoco, le due scoprono che né Jack né Algy si chiamano in realtà Ernest. Anche Lady Bracknell si reca alla dimora campestre di Worthing e impone alla figlia di tornare a casa. Algy le comunica l’intenzione di sposare Cecily e, quando la donna apprende quanto la ragazza possa dare in dote (parecchi ettari di terreno e numeroso denaro), accetta le nozze. È però Jack a negare il permesso, almeno fintantoché Lady Bracknell non acconsentirà al matrimonio fra lui e Gwendolyn. Casualmente, però, la Bracknell individua in Miss Prism, ora istitutrice di Cecily, la bambinaia dei figli della propria sorella (la madre di Algernon), rivelando che tempo prima era sparita col nipotino appena nato. Miss Prism ammette una leggerezza costata la scomparsa del pargolo, perduto in una stazione ferroviaria: ciò svela che Jack era proprio quel bambino, fratello minore di Algy, e dunque Lady Bracknell può autorizzare le nozze. Se Jack può impalmare Gwendolyn, allora anche Algy può chiedere la mano di Cecily. Rimane da chiarire quale sia il vero nome dell’ex trovatello. Lady Bracknell asserisce che fu battezzato come il padre, ma non ricorda il nome del cognato, che tutti in famiglia chiamavano "il Generale", e lo stesso vale per Algy, che l’ha conosciuto pochissimo in quanto deceduto quando lui aveva solo tre anni. Si è dunque costretti a consultare gli elenchi militari. Worthing trova la pagina del libro col nome del padre e, con immenso giubilo di tutti, specie di Gwendolyn (benché Lady Bracknell controlli a sua volta e vi veda scritto John), afferma di aver sempre saputo di chiamarsi Ernest. Dopo Un marito ideale (1999), Parker ritenta la carta vincente con l’irlandese di genio Wilde, adattando la commedia (1893) che venne già trasposta sullo schermo nel 1952 da Anthony Asquith, che fu, vivo l’autore, il suo migliore successo. Chi non la conosce, si accomodi: il botta-e-risposta dei dialoghi wildiani conserva il suo brio portentoso; la compagine degli interpreti anglo-americani è scelta con cura; la regia, se non altro, appare decorosa, benché frani quando vuole innovare con la visionarietà e la fantasia fine a sé stessa. Come Lady Bracknell, inoltre, J. Dench regge il paragone con l’ineguagliabile Edith Evans che l’aveva preceduta al cinema nell’adattamento del testo teatrale. Teatro filmato, appunto, eppure brillante. Firth ed Everett formano un coinvolgente gioco di squadra nel dare corpo e voce a Worthing e Algy, il primo puntando su una sdegnosa ma pur sempre amabile irritabilità e il secondo sfoggiando profumi da latin lover che mantiene anche dopo il taglio dei baffi: una coppia di protagonisti maschili scoppiettante e vivace. Fanno loro da contraltare le due protagoniste femminili, una dolce ma decisa Witherspoon che disdegna il lavorio mentale a favore del ricamo sentimentale e una coraggiosa, determinata O'Connor che guida la macchina (a quei tempi appena inventata) e si fa tatuare il nome Ernest sulla schiena. A completare un reparto di attori affiatati arrivano Wilkinson nei panni del reverendo Chasuble, più libertino di quanto non sembri ma pronto a battezzare entrambi gli ignari fratelli per accertarne l’identità, e A. Massey che gioca la carta di Miss Prism con delicatezza ed eleganza.
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bludylan
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martedì 10 settembre 2013
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film carino e tranquillo da vedere senza pretese!
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Tutto il film è gradevole ma senza molte pretese. Interessante la trama e belle le immagini. Sempre bravo Rupert Everett! Buon film
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giuliana 1939
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giovedì 7 giugno 2012
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bellissimo film
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Questa sera ho visto in tele su Iris Il film tratto da una commedia di Oscar Wilde. Ero diffidente, ma fin dalle primissime scene la diffidenza si è sciolta perchè il film è realizzato bene, i personaggi sono tutti azzeccati,centrata l'ambientazione. Un film, finalmente, che sarebbe piaciuto anche all'autore della commedia. Mentre guardavo questo film e ascoltavo con una certa attenzione le battute, mi è venuto in mente a come Welles deliziava il suo pubblico nobile e alto borghese che sembrava divertirsi nel sentirsi "educatamente ma in modo graffiante"prendere in giro. Però, poi,come l'hanno fatta pagare a Oscar Wilde!!!Il Il grande commediografo , nel giro di pochi giorni, è diventato il simbolo del male.
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Questa sera ho visto in tele su Iris Il film tratto da una commedia di Oscar Wilde. Ero diffidente, ma fin dalle primissime scene la diffidenza si è sciolta perchè il film è realizzato bene, i personaggi sono tutti azzeccati,centrata l'ambientazione. Un film, finalmente, che sarebbe piaciuto anche all'autore della commedia. Mentre guardavo questo film e ascoltavo con una certa attenzione le battute, mi è venuto in mente a come Welles deliziava il suo pubblico nobile e alto borghese che sembrava divertirsi nel sentirsi "educatamente ma in modo graffiante"prendere in giro. Però, poi,come l'hanno fatta pagare a Oscar Wilde!!!Il Il grande commediografo , nel giro di pochi giorni, è diventato il simbolo del male. Comunque alla fine ha vinto lui perchè le sue opere sono immortali. Tornando al film: bello , interessante, esteticamente all'altezza ( o quasi ) dellìoriginale.
Giuliana.
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ninabloom
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domenica 6 giugno 2010
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rupert everett è troppo figo
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Gran film, non pensavo sarebbe stato così divertente!
Qualcuno può spiegarmi il finale? cioè Jack scopre di chiamarsi realmente Ernest, poi la zia apre il libro e c'è scritto che il padre si chiamava John...quindi Jack ha mentito?
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hal 9000
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venerdì 4 settembre 2009
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ancora wilde, ancora everett, ma manca qualcosa
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Dopo "Un marito ideale" Parker torna al cinema con l'adattamento di un capolavoro di Wilde, ma, pur concedendosi una regia più libera e meno teatrale (o frose proprio per questo!), realizza un opera inferiore alla precedente.
Sceneggiatura strepitosa con il suo corredo di citazioni, aforismi e dialoghi serrati di stampo teatrale, ma in fondo è bastato adattare senza nessuna variazione il testo originale. Un cast di buon nome che può contare sull'ottima interpretazione della dench, di inarrivabile finezza, e su un Everett sempre simpatico, ma il resto degli attori scricchiola e si respira aria di manierismo specialmente per quanto riguarda la prova 8mediocre) della Witherspoon.
Tuttavia a danneggiare maggiormente il film sono le divagazioni non rischieste, come le pietose sequenze oniriche, che sfiorano le vette del kitsch, e gli inutili (e fuori luogo) scampoli musical.
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Dopo "Un marito ideale" Parker torna al cinema con l'adattamento di un capolavoro di Wilde, ma, pur concedendosi una regia più libera e meno teatrale (o frose proprio per questo!), realizza un opera inferiore alla precedente.
Sceneggiatura strepitosa con il suo corredo di citazioni, aforismi e dialoghi serrati di stampo teatrale, ma in fondo è bastato adattare senza nessuna variazione il testo originale. Un cast di buon nome che può contare sull'ottima interpretazione della dench, di inarrivabile finezza, e su un Everett sempre simpatico, ma il resto degli attori scricchiola e si respira aria di manierismo specialmente per quanto riguarda la prova 8mediocre) della Witherspoon.
Tuttavia a danneggiare maggiormente il film sono le divagazioni non rischieste, come le pietose sequenze oniriche, che sfiorano le vette del kitsch, e gli inutili (e fuori luogo) scampoli musical. Comunque bellissimi scenografie e costumi.
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nancyb
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domenica 23 agosto 2009
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sorpresa
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ho visto il film quasi per gioco solo perchè c'era colin firth..mentre andavo avanti con la visione avevo come l'impressiione di averlo già visto ma questo era impossibile..come impossibile era aver letto il libro..mai fatto e ne sono certa!!ad un tratto l'illuminazione!!9 anni facevo parte del gruppo teatrale del paese..teatro dialettale!!la prima commedia a cui ho preso parte è presa pari pari da qui!!sono sconvolta..certo è fatto in dialetto abruzzese e ci sono delle variazioni ma in linea di massima è uguale!!e il prof l'ha spacciata per sua!!bella cosa!!slmeno dircelo che era presa da wilde!!
a parte questo ottimo film..gli attori sono eccellenti!!firth ed everet insieme sono uno show di umorismo inglese!!perfetti!!l'unica che non mi piace è la fidanzata di firth!!per il resto gran
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ho visto il film quasi per gioco solo perchè c'era colin firth..mentre andavo avanti con la visione avevo come l'impressiione di averlo già visto ma questo era impossibile..come impossibile era aver letto il libro..mai fatto e ne sono certa!!ad un tratto l'illuminazione!!9 anni facevo parte del gruppo teatrale del paese..teatro dialettale!!la prima commedia a cui ho preso parte è presa pari pari da qui!!sono sconvolta..certo è fatto in dialetto abruzzese e ci sono delle variazioni ma in linea di massima è uguale!!e il prof l'ha spacciata per sua!!bella cosa!!slmeno dircelo che era presa da wilde!!
a parte questo ottimo film..gli attori sono eccellenti!!firth ed everet insieme sono uno show di umorismo inglese!!perfetti!!l'unica che non mi piace è la fidanzata di firth!!per il resto grandissimo!
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bendy
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sabato 25 ottobre 2008
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wow
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ely
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giovedì 14 agosto 2008
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oscar wilde sempre il migliore!!
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Una commedia divertente, ben fatta e assolutamente da non perdere tratta dal mio scrittore preferito Oscar Wilde, genio assoluto!!
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