Amores perros |
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Un film di Alejandro G. Iñárritu.
Con Goya Toledo, Emilio Echevarria, Gael García Bernal, Alvaro Guerrero, Vanessa Bauche
Commedia,
durata 147 min.
- Messico 2000.
MYMONETRO
Amores perros
valutazione media:
3,86
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Roberto Nepoti
La Repubblica
Il titolo del primo, sorprendente lungometraggio del messicano Alejandro Gonzalez Inarritu è tutto un programma: Amores perros, ( amori cani), perché si tratta di amori animali, adrenalinici, e perché i cani fanno da trait d'union ai tre diversi episodi che compongono il film. Li unisce anche un tremendo incidente d'auto, che rivela in ciascuno dei personaggi la parte più "canina" della natura umana. L'adolescente Octavio vuole portare via la ragazza, Susana, al fratello e si serve del proprio cane, Cofi, per realizzare il progetto. In una delle auto coinvolte nell'incidente l'animale, morente, è ritrovato dal Chivo, uomo dal passato doloroso riciclatosi in killer a pagamento che lo salva e si prende cura di lui. Nella sciagura automobilistica resta coinvolta anche Valeria, una splendida modella per la quale il quarantenne Daniel ha lasciato la famiglia. Valeria ha un cane, Richi, costretto sotto il parquet dell'appartamento della ragazza. Frutto raro di una cinematografia dalla produzione irregolare (fatta eccezione per Arturo Ripstein) come quella messicana, Amores perros è un film disincantato, intenso e feroce, che riesce ad armonizzare episodi a prima vista eterogenei pur narrandoli con stili, toni e tempi propri. I tre racconti allo specchio hanno come protagonisti personaggi appartenenti a contesti e classi sociali (sì, il regista debuttante è uno di quelli che ragionano ancora in termini di classe) differenti: poveri e ricchi, giovani e no, che non s'incontrerebbero mai se non fosse per un banale, e drammatico, incidente stradale. Pur sfidando i concetti più rigidi di spazio e di tempo, Alejandro Gonzalez e il suo sceneggiatore Guillermo Arriaga sostanziano il retropiano delle storie di riferimenti precisi alla realtà messicana. Però Città del Messico, già barocca protagonista di numerosi film, è come trasfigurata dalla fotografia di Rodrigo Prieto, che sottolinea e indurisce i tratti dei personaggi immersi nelle loro canine passioni.
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