I sedici anni che separano questo Episodio I da Il ritorno dello Jedi, costituiscono un salto temporale ben più gigantesco dell'arretramento cronologico da prequel: la galassia è ancora governata dalla Repubblica, di cui La minaccia fantasma comincia a raccontare il declino.
Accolto con freddezza alla sua uscita nel 1999, Episodio I non può non suscitare inevitabili traumi stilistici, almeno d'approccio, per un fan cresciuto a pane e trilogia classica. La massiccia presenza del digitale incappa in certe patinature che abbattono qualsiasi continuità fotografica con il passato, convincendo da principio - diciamo dalla nuotatina dei protagonisti verso Otoh Gunga - che il registro visivo del Guerre Stellari a cui eravamo abituati è tanto, troppo lontano per consentire una valutazione a caldo del nuovo capitolo. La filosofia del raffronto, specie se di primo pelo, tra il vecchio e il nuovo, ha un vizio di forma nostalgica: La minaccia fantasma merita, invece, un giudizio d'insieme, condizionato non solo dalle intoccabili paternità del '77-'83, ma dalla visione di almeno un altro degli episodi successivi. Giusto perché non diventi il capro espiatorio di quella "rivolzuione digitale" inizialmente traumatica, poi accettata (ne L'attacco dei Cloni) e addirittura elogiata (da un estremo all'altro...) nella sua esagerazione con La vendetta dei Sith. Una volta spogliato dell'ingrato compito di apripista, La minaccia fantasma si vede per quello che è: un film del nuovo millennio, dall'impianto nettamente fiabesco. La lotta tra bene e male è canonica, polarizzata nel più epico stile, con pochissimi punti di quella compenetrazione all'origine del fascino di Darth Vader. Darth Maul è invece un antieroe fisico, dalla psiche asettica, notevole solo per la destrezza con cui maneggia la doppia spada laser. Inutile cercare gli acerbi tratti di raccordo con il primo Guerre Stellari: il valore di Episodio I è tutto intrinseco. E per trovarlo occorre leggere oltre le righe di una narrazione piuttosto incerta e forzata. L'anima filosofica è contradditoria e fa convivere la meccanicista teoria dei midichlorian - spiegazione comunque risparmiabile - con pretenziosi simbolismi che cadono nel pacchiano: la partenogenesi con cui Shmi Skywalker da alla luce il piccolo Anakin è l' esempio di come Lucas sia alla disperata ricerca di una sacralità perduta, che le rischiose analogie religiose recuperano solo in parte. Comunque la sceneggiatura, didascalica nell'intreccio, riesce a produrre almeno tre sequenze di grande potenza emotiva: l'addio di Anakin alla madre, con il suo monito "Non voltarti!", è accompagnato da un tema della Forza giustamente invasivo e commovente.
Interessante è anche il sotteso conflitto tra Obi Wan e il maestro: caratterizzati da due differenti concezioni della Forza, entrambi sono il sintomo del declino di un ordine Jedi sempre più frammentario e indebolito. La dogmatica "Forza unificante" a cui si attiene il consiglio, presieduto da Yoda, si oppone alla Forza vivente di cui è sostenitore Qui Gon. Per un maggiore approfondimento di questi aspetti, purtroppo trascurati nei film successivi, consiglio la lettura del libro, opera di Terry Brooks.
Svincolato dall'ottica del paragone, La minaccia fantasma risulta un film discreto, capace di vita propria ma con pochi agganci ai poteriori Episodi II e III - anche questi, comunque, piuttosto slegati tra loro. A non funzionare è l'evanescenza dei personaggi che vengono introdotti e tolti di mezzo nell'arco di un solo film: se è un bene per Darth Maul, è un peccato per Liam Neeson, la cui interpretazione è indubbiamente la migliore. Non perché il cast sia sottotono, ma perché lo stuolo di personaggi è talmente allargato da non permettere alcuna introspezione. Ancora poco accennati sono i personaggi della Portman e di Mac Gregor, anche perché l'attenzione ricade inevitabilmente sul piccolo Jake Lloyd, padrone di lunghe sequenze d'azione. Tra gli interpreti di secondo piano la spunta Pernilla August, ottima nella sua rassegnata discrezione.
Il duello finale tra i Jedi e Maul vale più per l'orecchio (il tema è il possente Duel of The Fates) che per l'epica.
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