eugen
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domenica 20 agosto 2023
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fiml importante
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Non e'certo un"documentaio", "Goodfellas"(Martin Scorsese, dal romanzo di Nicholas Pilegtgi, sceneggiato per il cienmma dallo stesso Pileggi con la collaborazione del regista, 1990), ma documenta la progressiva intridozuine di un ragazzo di orgini italo-irlandesi(I "peggiori", i piu'inclini, per motivazioni economiche e di volonta'di raggiungewre il successo, ma acnhe forse religiose-il cattolicesimo anni 1950, dunque preconciliare, con il mai ben meditato.qasi maniceheo, dualismo Bene/Male) e dei suoi amici i nell'ambiente mafioso e in genere ciriminale, don vari passaggi(furti, spaccio di droga, violenza continua(dino alla rapina al deposito della Lufthans presso l'aeroporto di New York e la precipitosa fuga ad esso legata.
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Non e'certo un"documentaio", "Goodfellas"(Martin Scorsese, dal romanzo di Nicholas Pilegtgi, sceneggiato per il cienmma dallo stesso Pileggi con la collaborazione del regista, 1990), ma documenta la progressiva intridozuine di un ragazzo di orgini italo-irlandesi(I "peggiori", i piu'inclini, per motivazioni economiche e di volonta'di raggiungewre il successo, ma acnhe forse religiose-il cattolicesimo anni 1950, dunque preconciliare, con il mai ben meditato.qasi maniceheo, dualismo Bene/Male) e dei suoi amici i nell'ambiente mafioso e in genere ciriminale, don vari passaggi(furti, spaccio di droga, violenza continua(dino alla rapina al deposito della Lufthans presso l'aeroporto di New York e la precipitosa fuga ad esso legata. Nel frattempo, il ragazzo si sposa, con una ragazza ebrea quasi "povera" ma di buona familgia, mette al mondo dei figli, la tradisce, cerca di rattoppare il matrimonio, viene arrestato, diventa un"collaboratore di giustizia", finnendo per rimpiangere la sua vita ricca e dissoluta, elgata all'essercizio"allegro"della criminaltta'. "Flusso d immagini" straordinaraimente coinvolgenti, come e'stato notato, con n interpreti di grande rilievo come il protagonista Ray Liotta, scomaprso di recente, un Roberto De Niro capo o "capetto"particolamente feroce, Joe Pesci, altro mafioso, Lorraine >Bracco nel ruolo della moglie tradita del protagoista, ancora Paul Sorvino, alrtro capobanda, tutti inteprreti di bravura eccelsa, capiaci di connvolgere, nmsotrando lthe other side delll'atteggiamento spavaldo dei criminali, la tendenza alla violenza cieca e indiscriminata, che non conosce ne'remore ne'pentimenti di alcun genere. Scorsese raggiunge qui uno dei vertici della sua produzione filmica, che va da"Main Streets"a"Taxi Driver"a"New York, n, Y"a"Cape Fear", a"Casino'"per citare solo quei film scorsesiani piu'legati tematicamente al tema mafioso e dunque acnhe direttamente a"Goofellas", sempre ricordando, pero, che il resita-autore ha diretto anche un film "extraordinario"come"The Last Temptation of Chrit"(1988)_Eugen
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luca scialo
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domenica 13 marzo 2022
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pietra miliare del filone gangster movie italoamericano
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Questa pellicola può essere considerata quella che meglio di tutti ha saputo cogliere l'eredità lasciata dal Padrino. Nello stesso anno in cui usciva la terza parte della saga, distaccata dai primi due capitoli non solo per una questione temporale, ma anche qualitativa. Ma Goodfellas non cerca di scimmiottare quel film leggendario, bensì, lancia un proprio taglio. Un nuovo modo di fare film sul genere gangster movie filoamericano che non incentri la storia sul Boss patriarca di turno. Bensì su uno scagnozzo, neppure affiliato per le mancate totali origini italiane. E dal suo punto di vista, narra le vicende di cosche mafiose che si contendevano la Little Italy di Manhattan. Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura a 4 mani con lo stesso autore del romanzo a cui si ispira, Wise Guys: Nicholas Pileggi.
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Questa pellicola può essere considerata quella che meglio di tutti ha saputo cogliere l'eredità lasciata dal Padrino. Nello stesso anno in cui usciva la terza parte della saga, distaccata dai primi due capitoli non solo per una questione temporale, ma anche qualitativa. Ma Goodfellas non cerca di scimmiottare quel film leggendario, bensì, lancia un proprio taglio. Un nuovo modo di fare film sul genere gangster movie filoamericano che non incentri la storia sul Boss patriarca di turno. Bensì su uno scagnozzo, neppure affiliato per le mancate totali origini italiane. E dal suo punto di vista, narra le vicende di cosche mafiose che si contendevano la Little Italy di Manhattan. Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura a 4 mani con lo stesso autore del romanzo a cui si ispira, Wise Guys: Nicholas Pileggi. Scelta ideale se non ci si vuole troppo scostare dal libro originario. La vita è quella di Henry Hill (interpretato da un magistrale Ray Liotta), pentito di Mafia che racconta tutta la sua vita. Da quando bambino inizia a fare i primi lavoretti per Paulie, passando per quando ne diventa uno scagnozzo a tutti gli effetti ed è all'apice, fino alla sua uscita con tanto di problemi al seguito. La voce narrante fuori campo è la sua, mentre gli altri personaggi così ben caratterizzati da straordinari attori come Robert De Niro e Joe Pesci prendono forma. Scorsese non ha trascurato neppure la colonna sonora, costituita da voci come quella dei Rolling Stones, Mina fino a Sid Vicious. Un film che ha fatto epoca e che rientra in una trilogia di genere insieme a Mean street e Casinò.
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enzo70
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venerdì 19 novembre 2021
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i bravi ragazzi di scorsese
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I romanzi criminali sono i soggetti perfetti per Scorsese, poi quando ha Robert De Niro a disposizione esce il filmone. Scorsese è nato a Little Italy, conosce perfettamente il mondo della malavita italiana a New York ed è bravissimo a raccontarla. Il suo concorrente Francis Ford Coppola ha una mano diversa, e si vede; ritmi più tradizionali e per certi profili meno irriverenti rispetto a Scorsese. Quei bravi ragazzi è uscito nelle sale cinematografiche dopo la saga de Il padrino, C’era una volta in America e Gli intoccabili. E ha provato a sfidare con diversi toni narrativi e etici tre capolavori. In questo film Scorsese cerca di creare una complicità tra l’esordio del protagonista sulla scena criminale e lo spettatore.
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I romanzi criminali sono i soggetti perfetti per Scorsese, poi quando ha Robert De Niro a disposizione esce il filmone. Scorsese è nato a Little Italy, conosce perfettamente il mondo della malavita italiana a New York ed è bravissimo a raccontarla. Il suo concorrente Francis Ford Coppola ha una mano diversa, e si vede; ritmi più tradizionali e per certi profili meno irriverenti rispetto a Scorsese. Quei bravi ragazzi è uscito nelle sale cinematografiche dopo la saga de Il padrino, C’era una volta in America e Gli intoccabili. E ha provato a sfidare con diversi toni narrativi e etici tre capolavori. In questo film Scorsese cerca di creare una complicità tra l’esordio del protagonista sulla scena criminale e lo spettatore. Il percorso delineato è molto lineare, semplice, ma alla fine si entra nella vita di un gangster, la forma diventa sostanza. Il risultato è un bel film, ma non è il migliore in questo genere.
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tunaboy
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martedì 29 giugno 2021
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recensione goodfellas
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"Che io mi ricordi, ho sempre voluto fare il gangster. Per me fare il gangster è sempre stato meglio che fare il Presidente degli Stati Uniti."
Tra violenze e omertà si sviluppa “Goodfellas”, opera tra le più acclamate di Martin Scorsese e punta di diamante del genere dei “gangster movies”.
Il film segue la storia di Henry Hill, un giovane di origini irlandesi e italo-americane, che fin da ragazzino si avvicina alla nota famiglia criminale dei Lucchese, cominciando dapprima con piccoli lavoretti fino ad entrare nel business dei furti e del contrabbando. Il film, però, non si concentra esclusivamente sulla vita criminale, ma analizza dall’interno la micro-società creata dalla criminalità organizzata, basata su principi antiquati come l’onore e il machismo e che rimane estremamente chiusa e ostile nei confronti del mondo esterno. In questo ambito è importante la figura della moglie di Henry, Karen, che, da totale estranea a questo mondo, passa a diventarne complice accettando le sue malsane dinamiche. Inoltre, nel suo percorso Henry è circondato da personaggi che rasentano il grottesco, tra i quali primeggia Tommy DeVito, interpretato da un magistrale Joe Pesci: grazie ai privilegi concessi dalla loro posizione di potere, questi si sentono liberi di poter dare sfogo ad ogni loro peggiore istinto, diventando veri e propri animali.
Ogni ambito di questo film, dalla recitazione alla colonna sonora, dalla regia alle scenografie, lo avvicina alla definizione di capolavoro: infatti, la storia narrata risulta estremamente realistica, immergendo lo spettatore nel mondo della mafia italo-americana senza i soliti cliché: quelli che spesso sono dei cartonati con poche motivazioni diventano personaggi in carne e ossa ai quali piace l’adrenalina del proprio lavoro. Infatti, Scorsese riesce a rendere quasi comprensibili le ragioni dei protagonisti che, per quanto siano in ogni caso orrendi scarti dell’umanità, riescono a creare un legame empatico con lo spettatore.
Perché chi di noi non ha mai sognato di essere un gangster?
Voto: 5/5
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mr.rizzus
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lunedì 15 febbraio 2021
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capolavoro
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mr.rizzus
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mercoledì 10 febbraio 2021
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immenso
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osservatore
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domenica 3 gennaio 2021
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il film alla "scorsese"
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Probabilmente non il film più bello di Scorsese (ma indubbiamente tra i primissimi), ma è una pellicola che indubbiamente ha fatto scuola e che forse definisce meglio l'universo del regista italo-americano. Oltre ad essere magistralmente scritto è magistralmente interpretato da un cast di attori di primo livello e ognuno di loro in ottima forma. Rispetto ad altri illustri precedenti film di gangster o di mafia è il registro narrativo utilizzato che è atipico e senza il quale (forzando) forse non ci sarebbe mai stato un capolavoro come Pulp Fiction. La malavita viene cioè osservata nella sua "normalità" come una sorta di mondo parallelo con le sue regole che non sono "contrapposte" con gli altri universi ma semplicemente sono una cosa "diversa", per citare sempre pulp fiction, appartengono a sport diversi.
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Probabilmente non il film più bello di Scorsese (ma indubbiamente tra i primissimi), ma è una pellicola che indubbiamente ha fatto scuola e che forse definisce meglio l'universo del regista italo-americano. Oltre ad essere magistralmente scritto è magistralmente interpretato da un cast di attori di primo livello e ognuno di loro in ottima forma. Rispetto ad altri illustri precedenti film di gangster o di mafia è il registro narrativo utilizzato che è atipico e senza il quale (forzando) forse non ci sarebbe mai stato un capolavoro come Pulp Fiction. La malavita viene cioè osservata nella sua "normalità" come una sorta di mondo parallelo con le sue regole che non sono "contrapposte" con gli altri universi ma semplicemente sono una cosa "diversa", per citare sempre pulp fiction, appartengono a sport diversi. Non c'è bene o male, non c'è conflitto morale, non c'è bivio, non c'è scelta tra valori, c'è soltanto il volere appartenere a quel mondo ed essendoci dentro conformarsi a quella vita. Cosa che alla fine, ad esempio, fa anche Karen, la moglie del protagonista che diventa praticamente complice delle sue azioni criminali. Se dovessimo usare un aggettivo per il tipo di analisi di Scorsese è "antropologica" quasi come l'approccio di Stanley Kubrick. Non c'è giudizio ma nemmeno condivisione. Il registro narrativo del grottesco, soprattutto con riferimento al personaggio di Jo Pesci, è spesso vincente ma non è l'unico utilizzato. La violenza, spesso brutale, diviene non la protagonista ma un'inevitabile compagna della narrazione senza nessuna voglia di esibirla in maniera gratuita. Da vedere per capire cosa significhi un film alla "Scorsese"
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filippo
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martedì 28 aprile 2020
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quei bravi imbecilli
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Francamente non si capisce questo ennesimo tentativo di rendere simpatici i delinquenti al pubblico. Qua Scorsese manco si sforza a renderli simpatici in alcun modo, tra l'altro: sono una manica di prepotenti, traditori, privi di ogni scrupolo e morale, che fottono gli amici, e in sostanza affascinanti quanto un secchio di vermi.
Ray Liotta con quei cazzo di occhi verde bottiglia che fa le sue facce da idiota, soprattutto quando ride, e rappresenta un personaggio che e' sempre tra le balle, ma in effetti non combina mai un cazzo, se non dare voce a una narrazione a mea' tra il comico e il drammatico, in uno stile compleamente assente.
Joe Pesci, gli viene naturale in modo inquietante fare la parte del terrone frustrato e col complesso d'inferiorita'.
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Francamente non si capisce questo ennesimo tentativo di rendere simpatici i delinquenti al pubblico. Qua Scorsese manco si sforza a renderli simpatici in alcun modo, tra l'altro: sono una manica di prepotenti, traditori, privi di ogni scrupolo e morale, che fottono gli amici, e in sostanza affascinanti quanto un secchio di vermi.
Ray Liotta con quei cazzo di occhi verde bottiglia che fa le sue facce da idiota, soprattutto quando ride, e rappresenta un personaggio che e' sempre tra le balle, ma in effetti non combina mai un cazzo, se non dare voce a una narrazione a mea' tra il comico e il drammatico, in uno stile compleamente assente.
Joe Pesci, gli viene naturale in modo inquietante fare la parte del terrone frustrato e col complesso d'inferiorita'...questo accoppa chiunque per dimostrare di valere qualcosa. Ma non vale una cicca di bagola, ne' come personaggio, ne' come attore.
E infine Robert de Niro...che nella sua carriera o arriva ad essere geniale (il demonio in Angel Heart) o pateticamente squallido (Un boss sotto stress). Beh qua ha toccato il fondo. Fa la parte di un vigliacco irlandese (irlandese, eh? Prendono un italiano per fare l'irlandese in un film di mafia italiana in US. Ma complimenti per la scelta) che altro non fa che tradire i suoi soci, sorridere come un imbecille con quella bocca storta da ritardato, e fare pena.
No, non stanno simpatici ne' piacciono a nessuno. E' un film di merda, narrato di merda (Ray Liotta a fare da narratore? Ma fatemi il piacere), reso di merda e che alla fine ti lascia sapore di merda in bocca.
La merda di quei meridionali che sono emigrati in tutto il mondo e' hanno convinto ogni singola popolazione indigena che gli italiani fossero tutti come loro.
Pensa te che sorpresa vedere italiani biondi, con gli occhi azzurri, e che assolutamente non fanno sceneggiate napoletane perche' sono alti un metro e un cazzo.
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cinephilo
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giovedì 3 ottobre 2019
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un cult.
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Questo film brilla di luce propria. Iconico, innovativo e tradizionale allo stesso tempo. Avvolgente. In altre parole : Scorsese.
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toty bottalla
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lunedì 7 novembre 2016
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grande scorsese con joe pesci strepitoso!
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Il film narra le vicende un pò romanzate del criminale poi pentito Henry Hill attorno al quale si sviluppa una storia mafiosa rappresentata con lo stile e il talento di Martin Scorsese che vanta un cast di fuori classe nel quale emerge imperiosamente uno strepitoso Joe Pesci che non a caso vince l'oscar nel 91, il racconto è articolato in maniera credibile, poco poetico e più realistico con la morale sempre quella: in quegli ambienti non ci sono regole nè amici e si finisce sempre male in un modo o in un altro, ottima la regia e l'interpretazione di tutto il cast e meraviglioso il doppiaggio nella versione italiana. Saluti.
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