tom cine
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mercoledì 8 settembre 2021
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le vere magie
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“Kiki consegna a domicilio” è apparentemente un film con una storia molto semplice. Narra l’avventura di una strega tredicenne, Kiki, che deve superare una prova per diventare una vera fattucchiera: andare a vivere (con la sola compagnia di un gatto) in una grande città e diventare la strega di riferimento per la comunità del luogo prescelto. Durante la visione di questo film si entra, dunque, in un’atmosfera fiabesca dove la convivenza fra le persone comuni e le streghe fa parte della normalità.
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“Kiki consegna a domicilio” è apparentemente un film con una storia molto semplice. Narra l’avventura di una strega tredicenne, Kiki, che deve superare una prova per diventare una vera fattucchiera: andare a vivere (con la sola compagnia di un gatto) in una grande città e diventare la strega di riferimento per la comunità del luogo prescelto. Durante la visione di questo film si entra, dunque, in un’atmosfera fiabesca dove la convivenza fra le persone comuni e le streghe fa parte della normalità. La voglia di stravolgere alcuni luoghi comuni dei film sulla stregoneria, emergente già da questa premessa, diventa evidente nella caratterizzazione del personaggio principale e nei rapporti che instaura con i vari comprimari (di cui questo film è piuttosto ricco): Kiki è una strega buona, determinata ma anche maldestra e insicura (com’è giusto che sia, per risultare verosimile, perché è una ragazzina adolescente) e con una gran voglia di conoscere il mondo. Kiki sceglie di andare a vivere in una città di mare, dove stringe amicizia con Tombo, un coetaneo apparentemente spavaldo ma, in realtà, estremamente sognatore e con una grande passione per il volo. Nonostante la positiva accoglienza che le viene riservata dalla comunità, Kiki deve però imparare a superare le sue insicurezze per non perdere i suoi poteri magici.
Rispetto agli altri lavori di Miyazaki, questo film ha una trama meno elaborata e più incentrata sul personaggio principale, un ritmo più lento e meno azione (probabilmente sono questi i motivi che lo fanno considerare come un film minore del regista giapponese), ma non è un film da sottovalutare ed è un grande passo in avanti verso quelli che saranno i film della maturità artistica. “Kiki consegne a domicilio” è contraddistinto da una semplicità apparente: ha l’apparenza di una fiaba adolescenziale, elementare e avventurosa quanto basta ma, come tutti i film di questo regista, lascia trapelare una profondità ed una finezza (soprattutto nel tratteggio psicologico della protagonista) molto più mature. Differentemente da quello che avviene nelle altre opere del regista (dove la caratterizzazione psicologica dei personaggi rimane, comunque, molto approfondita), qui l’azione è soprattutto interiore e raramente il cinema d’animazione ha saputo mettere in evidenza e con tanta delicatezza il passaggio dall’infanzia all’adolescenza (la protagonista è una novella teenager) raccontandone le insicurezze, le disillusioni e le difficoltà nel sentirsi accettati dagli altri (e soprattutto da sé stessi). “Kiki consegne a domicilio” è l’ennesima prova che, dietro i film di Miyazaki, non c’é solo una grande tecnica (anche questo film, come tutti gli altri, non ha nulla da invidiare ad altre produzioni animate), ma c’è anche un raffinato lavoro di scrittura che riesce ad inserire, nei personaggi, varie sfumature psicologiche che li rendono credibili senza che, tuttavia, ne risenta il ritmo (sostenuto) della narrazione o che queste rifiniture stridano con gli elementi fantastici della trama (che riesce a rendere accettabile perfino un gatto che riesce a fidarsi di un cane in un ristretto arco di tempo di pochissimi minuti). L’esempio più evidente è la stessa Kiki: benché sia un personaggio legato al mondo della magia, in questo film gli incantesimi hanno (tralasciando tutte le scene in cui la protagonista è costretta ad adoperare scope volanti) un ruolo quasi marginale. Hanno, invece, un’enorme importanza i sentimenti e le passioni (e in quella di Tombo, che sogna di salire su un dirigibile e di costruire mezzi per volare, si intravede proprio l’interesse del regista per il volo, elemento presente in tutti i suoi film), gli entusiasmi e perfino i momenti di depressione (Kiki li alterna a quelli di gioia e di curiosità). Non sono da trascurare nemmeno i particolari che, a volte, contribuiscono ad accentuare i momenti di isolamento della giovane strega (il vestito nero e perfino il suo enorme fiocco rosso) rispetto agli altri personaggi, né si deve sorvolare sulla colonna sonora del sempre bravo Joe Hisaishi che riesce a mantenersi su un registro che varia da momenti di spensierata allegria a passaggi più malinconici, seguendo gli stati d’animo della protagonista e portando gli spettatori davanti al messaggio di questo film con ammirevole leggerezza e (perché no?) ottimismo: le vere magie non sono quelle che scaturiscono dagli incantesimi, ma dalla volontà di superare le difficoltà della vita.
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mercoledì 8 settembre 2021
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le vere magie
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“Kiki consegna a domicilio” è apparentemente un film con una storia molto semplice. Narra l’avventura di una strega tredicenne, Kiki, che deve superare una prova per diventare una vera fattucchiera: andare a vivere (con la sola compagnia di un gatto) in una grande città e diventare la strega di riferimento per la comunità del luogo prescelto. Durante la visione di questo film si entra, dunque, in un’atmosfera fiabesca dove la convivenza fra le persone comuni e le streghe fa parte della normalità.
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“Kiki consegna a domicilio” è apparentemente un film con una storia molto semplice. Narra l’avventura di una strega tredicenne, Kiki, che deve superare una prova per diventare una vera fattucchiera: andare a vivere (con la sola compagnia di un gatto) in una grande città e diventare la strega di riferimento per la comunità del luogo prescelto. Durante la visione di questo film si entra, dunque, in un’atmosfera fiabesca dove la convivenza fra le persone comuni e le streghe fa parte della normalità. La voglia di stravolgere alcuni luoghi comuni dei film sulla stregoneria, emergente già da questa premessa, diventa evidente nella caratterizzazione del personaggio principale e nei rapporti che instaura con i vari comprimari (di cui questo film è piuttosto ricco): Kiki è una strega buona, determinata ma anche maldestra e insicura (com’è giusto che sia, per risultare verosimile, perché è una ragazzina adolescente) e con una gran voglia di conoscere il mondo. Kiki sceglie di andare a vivere in una città di mare, dove stringe amicizia con Tombo, un coetaneo apparentemente spavaldo ma, in realtà, estremamente sognatore e con una grande passione per il volo. Nonostante la positiva accoglienza che le viene riservata dalla comunità, Kiki deve però imparare a superare le sue insicurezze per non perdere i suoi poteri magici.
Rispetto agli altri lavori di Myazaki, questo film ha una trama meno elaborata e più incentrata sul personaggio principale, un ritmo più lento e meno azione (probabilmente sono questi i motivi che lo fanno considerare come un film minore del regista giapponese), ma non è un film da sottovalutare ed è un grande passo in avanti verso quelli che saranno i film della maturità artistica. “Kiki consegne a domicilio” è contraddistinto da una semplicità apparente: ha l’apparenza di una fiaba adolescenziale, elementare e avventurosa quanto basta ma, come tutti i film di questo regista, lascia trapelare una profondità ed una finezza (soprattutto nel tratteggio psicologico della protagonista) molto più mature. Differentemente da quello che avviene nelle altre opere del regista (dove la caratterizzazione psicologica dei personaggi rimane, comunque, molto approfondita), qui l’azione è soprattutto interiore e raramente il cinema d’animazione ha saputo mettere in evidenza e con tanta delicatezza il passaggio dall’infanzia all’adolescenza (la protagonista è una novella teenager) raccontandone le insicurezze, le disillusioni e le difficoltà nel sentirsi accettati dagli altri (e soprattutto da sé stessi). “Kiki consegne a domicilio” è l’ennesima prova che, dietro i film di Myazaki, non c’é solo una grande tecnica (anche questo film, come tutti gli altri, non ha nulla da invidiare ad altre produzioni animate), ma c’è anche un raffinato lavoro di scrittura che riesce ad inserire, nei personaggi, varie sfumature psicologiche che li rendono credibili senza che, tuttavia, ne risenta il ritmo (sostenuto) della narrazione o che queste rifiniture stridano con gli elementi fantastici della trama (che riesce a rendere accettabile perfino un gatto che riesce a fidarsi di un cane in un ristretto arco di tempo di pochissimi minuti). L’esempio più evidente è la stessa Kiki: benché sia un personaggio legato al mondo della magia, in questo film gli incantesimi hanno (tralasciando tutte le scene in cui la protagonista è costretta ad adoperare scope volanti) un ruolo quasi marginale. Hanno, invece, un’enorme importanza i sentimenti e le passioni (e in quella di Tombo, che sogna di salire su un dirigibile e di costruire mezzi per volare, si intravede proprio l’interesse del regista per il volo, elemento presente in tutti i suoi film), gli entusiasmi e perfino i momenti di depressione (Kiki li alterna a quelli di gioia e di curiosità). Non sono da trascurare nemmeno i particolari che, a volte, contribuiscono ad accentuare i momenti di isolamento della giovane strega (il vestito nero e perfino il suo enorme fiocco rosso) rispetto agli altri personaggi, né si deve sorvolare sulla colonna sonora del sempre bravo Joe Hisaishi che riesce a mantenersi su un registro che varia da momenti di spensierata allegria a passaggi più malinconici, seguendo gli stati d’animo della protagonista e portando gli spettatori davanti al messaggio di questo film con ammirevole leggerezza e (perché no?) ottimismo: le vere magie non sono quelle che scaturiscono dagli incantesimi, ma dalla volontà di superare le difficoltà della vita.
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marcloud
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venerdì 14 febbraio 2020
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le avventure della streghetta kiki
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La giovane streghetta Kiki e il suo gatto nero, partono alla ricerca di una città dove la ragazza metterà in pratica le arti magiche. Per campare la ragazza inizierà a fare consegne a domicilio e si troverà immersa in nuove avventure. Ottima prova di Miyazaki, in particolare per i disegni stupendi della cittadina dal sapore tutto Europeo.
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lady libro
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venerdì 12 luglio 2013
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mitica kiki!
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A mio parere, questo è uno dei film più belli del grande Hayao Miyazaki.
Kiki, la streghetta protagonista, è semplicemente dolce e adorabile: a soli tredici anni si ritrova a vivere da sola ed essere indipendente, ed è bellissimo vedere come affronta questo apparente fardello con un entusiasmo spropositato ma soprattutto con una grande forza di volontà e voglia di vivere che le permettono di rialzarsi ed andare avanti ogni volta che sopraggiunge qualche fallimento.
Kiki impara infatti che il mondo non è sempre perfetto come lo immaginava, ci sono i suoi alti e bassi che riuscirà a vincere grazie al proprio spirito determinato e ai suoi amici, molto importanti per la sua formazione.
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A mio parere, questo è uno dei film più belli del grande Hayao Miyazaki.
Kiki, la streghetta protagonista, è semplicemente dolce e adorabile: a soli tredici anni si ritrova a vivere da sola ed essere indipendente, ed è bellissimo vedere come affronta questo apparente fardello con un entusiasmo spropositato ma soprattutto con una grande forza di volontà e voglia di vivere che le permettono di rialzarsi ed andare avanti ogni volta che sopraggiunge qualche fallimento.
Kiki impara infatti che il mondo non è sempre perfetto come lo immaginava, ci sono i suoi alti e bassi che riuscirà a vincere grazie al proprio spirito determinato e ai suoi amici, molto importanti per la sua formazione.
Può sembrare un film semplice, ma la morale in esso contenuta, le animazioni, i disegni, ogni personaggio più simpatico dell’altro rendono questa pellicola una vera perla del cinema.
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eugenio
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sabato 6 luglio 2013
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semplicità e fiaba dal sensei nipponico
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Kiki - Consegne a domicilio sicuramente meno famoso della Città incantata e del Castello errante di Howl, presenta una semplicità e una chiarezza grafica spettacolari. Gli estimatori di Miyazaki sanno già cosa significa vedere un film del regista nipponico: ogni pellicola costituisce il segno grafico distintivo dell’autore che si avvale di una tecnica che fa ampio uso di mano libera evitando costosi e spesso inutili effetti speciali. Ciascuna scena è realizzata con pazienza certosina ed è una vera delizia per gli occhi. La trama poi vien da sé.
In tal caso si descrive il delicato contesto adolescenziale di una giovane streghetta alle prese con il suo anno di noviziato, il metaforico confine verso la giovane maturità.
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Kiki - Consegne a domicilio sicuramente meno famoso della Città incantata e del Castello errante di Howl, presenta una semplicità e una chiarezza grafica spettacolari. Gli estimatori di Miyazaki sanno già cosa significa vedere un film del regista nipponico: ogni pellicola costituisce il segno grafico distintivo dell’autore che si avvale di una tecnica che fa ampio uso di mano libera evitando costosi e spesso inutili effetti speciali. Ciascuna scena è realizzata con pazienza certosina ed è una vera delizia per gli occhi. La trama poi vien da sé.
In tal caso si descrive il delicato contesto adolescenziale di una giovane streghetta alle prese con il suo anno di noviziato, il metaforico confine verso la giovane maturità. Accompagnata dall’inseparabile gatto nero Jijii a cui è fortemente legato, Kiki giunge a bordo della sua fedele scopa verso un’Europa irreale , una cittadina sul mare solitaria e fredda dove gli abitanti evitano ogni rapporto col “diverso”, con lo straniero, chiusi nella loro reticenza. Kiki si rende conto suo malgrado che quell’anno non sarà affatto semplice in quanto complice anche la natura “volubile” e il carattere difficile che alterna momenti di euforismo ad attacchi depressivi, si troverà sola con l'unico sostegno di una giovane fornaia, Osomo, e di un ragazzino Tombo, antitesi naturale e suo specchio “di vita normale”.
Sarà proprio la giovane Osomo a incoraggiarla, ad offrirle un alloggio in cambio di consegne volanti a domicilio. A bordo di quella scopa, noi spettatori rimaniamo estasiati dallo spettacolo visivo che Miyazaki offre ai nostri occhi ricostruendo un’intera città con le sue luci e molteplici ombre con estrema cura e dettaglio. Il rapporto sulla duplice natura della giovane strega rende il film affascinante dal punto di vista psicologico: Kiki è incerta, insicura come ogni adolescente,si pone degli interrogativi su cosa possa offrirle la vita, cosa “quest’anno sabbatico”possa significare per lei. Dal canto suo, Tombo,sua anima gemella, timida e riservata è l’escluso da quel mondo “fatato”, è il ragazzino che guarda con stupore la scopa volante, il sogno che alberga in ognuno di noi e, per tale ragione, viene escluso dall’insoddisfatta Kiki.
Un evento tuttavia imprevisto sveglierà la giovane dal torpore esistenziale, costringendola ad affrontare delle scelte che finalmente, metteranno in luce la sua natura con consapevolezza e determinazione. Il passo più importante verso il cammino della maturità è finalmente compiuto.
Il film del 1989, riproposto al cinema a partire dal 24-4, ha come fondamenta una fiaba cristallina priva delle venature dark del Castello Errante ma colpisce per diversità di livelli interpretativi e,soprattutto, per la forte vena introspettiva tipica dell’irrequietezza adolescenziale.
Semplicità e bellezza grafica. Dal sensei nipponico, un’opera minore ma di ’indubbio fascino..
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giugy3000
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lunedì 3 giugno 2013
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kiki, e' quasi magia crescere.
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Per crescere ci vuole temperamento, doti naturali, coraggio e...un pizzico di magia. Il regista nipponico dello studio Ghibli era al suo terzo lungometraggio nel 1989, anno in cui uscì in Giappone questa pellicola che superficialmente viene considerata minoritaria nella sua filmografia. In Italia approdò nel 2002 nel solo mercato Home Video per poi arrivare solo quest'anno nelle nostre sale; sarà un caso o sarà che questo percorso di formazione è estremamente odierno e assolutamente da far visionare a piccoli e grandi in un'epoca di incertezza anche nei sentimenti? Destino vuole che vedere Kiki nel 2013, una ragazzina-strega decisa ed eccitata ad andarsene di casa a soli 13 anni per il suo noviziato, lavoratrice instancabile e fiduciosa nel futuro, sia il controaltare un po' beffardo ed ironico dell'adolescenza di oggi, dove crollano i desideri e sognare diventa quasi faticoso quanto cercare un impiego, nell'oggi o nell'immediato futuro.
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Per crescere ci vuole temperamento, doti naturali, coraggio e...un pizzico di magia. Il regista nipponico dello studio Ghibli era al suo terzo lungometraggio nel 1989, anno in cui uscì in Giappone questa pellicola che superficialmente viene considerata minoritaria nella sua filmografia. In Italia approdò nel 2002 nel solo mercato Home Video per poi arrivare solo quest'anno nelle nostre sale; sarà un caso o sarà che questo percorso di formazione è estremamente odierno e assolutamente da far visionare a piccoli e grandi in un'epoca di incertezza anche nei sentimenti? Destino vuole che vedere Kiki nel 2013, una ragazzina-strega decisa ed eccitata ad andarsene di casa a soli 13 anni per il suo noviziato, lavoratrice instancabile e fiduciosa nel futuro, sia il controaltare un po' beffardo ed ironico dell'adolescenza di oggi, dove crollano i desideri e sognare diventa quasi faticoso quanto cercare un impiego, nell'oggi o nell'immediato futuro. Kiki ha un grande potere, ma come già ha avuto modo di spiegarci il ben più conosciuto Spider Man, da esso derivano grandi responsabilità: la sua scopa magica sarà fonte dei suoi primi guadagni grazie al lavoretto di consegne che svolgerà tramite una panettiera, ma trasportare oggetti nel cielo non è poi così semplice come si crede e lo sarà ancor di più quando a poco a poco le sue magie si indeboliranno progressivamente, fino a non riuscire più a librarsi in aria. Un'incantevole storia sul percorso di crescita di una piccola grande donnina, molto più matura della sua giovane età, decisa a frasi strada anche in una grande città, con tutti i pericoli e le gioie di numerosi incontri che si succedono. In compgnia di Jiji, gatto nero parlante, fedele e simpatico compagno di viaggio e Tombo, ragazzino con una passione sfrenata per gli oggetti volanti (Kiki compresa) la giovane avrà modo di interrofarsi sul vero significato della magia nella su vita, su quanto sia importante calibrare sempre nel giusto modo il voler far di proprio pugno le cose e quando scegliere di farsi aiutare. La magia col tempo svanirà, ma l'indebolirsi dei poteri non si tramuterà in una diminuzione di determinazione verso la vita quanto piuttosto un'occasione per dimostrare chi si è e quanto si vale con le sole proprio forze. Si notano già alcuni temi cari e in seguito assai meglio sviluppati nel corpus di Miyazaki, come l'amore per il mare e le città su grandi scogliere (vedesi "Ponyo") e quello per l'aria, due elementi nella natura che daranno vita ad una trilogia dei cieli tra le più amate e conosciute nell'animazione giapponese (ossia "Porco Rosso","Il castello errante di Howl" e "Il castello nel cielo"). Assolutamente da lodare le bellissime scenografie della città inventata Koriko, che gli stessi ideatori hanno sviluppato grazie alle vedute aree di un miscuglio tra Lisbona e Stoccolma. In più vi è la presenza di uno dei personaggi più spassosi, dolci e nuovi per il regista: il gatto Jiji è una delizia per gli occhi e per le orecchie, con le sue battute al momento giusto e i suoi incessanti miagolii. Non raggiunge il massimo dei voti solo per il non riuscire ancora a scardinare dal mio podio "Il castello errante..." e per un finale un po' acerbo e sbrigativo, in cui avrei tirato al meglio le fila di una morale perfettamente dispiegata in tutti i 100 minuti di film.
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dargath90
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sabato 11 maggio 2013
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il passaggio all'età adulta
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A distanza di 24 anni dalla sua produzione in madrepatria, il film d'animazione giapponese "Kiki consegne a domicilio" è di recente - e finalmente - approdato nelle sale cinematografiche italiane. Infatti, prima del 24 Aprile 2013 in Italia il lungometraggio diretto da Hayao Miyazaki era stato distribuito unicamente nel mercato Home Video.
Passiamo ora alla trama. Un'antica tradizione vuole che le ragazzine all'età di 13 anni lascino casa per intraprendere il noviziato da strega affinché possano impegnarsi per un anno in un'altra citta. La tredicenne Kiki, spinta non tanto dal rispetto della tradizione quanto dalla sua puerile curiosità, in sella alla sua scopa volante si dirige verso una grande città vicino al mare.
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A distanza di 24 anni dalla sua produzione in madrepatria, il film d'animazione giapponese "Kiki consegne a domicilio" è di recente - e finalmente - approdato nelle sale cinematografiche italiane. Infatti, prima del 24 Aprile 2013 in Italia il lungometraggio diretto da Hayao Miyazaki era stato distribuito unicamente nel mercato Home Video.
Passiamo ora alla trama. Un'antica tradizione vuole che le ragazzine all'età di 13 anni lascino casa per intraprendere il noviziato da strega affinché possano impegnarsi per un anno in un'altra citta. La tredicenne Kiki, spinta non tanto dal rispetto della tradizione quanto dalla sua puerile curiosità, in sella alla sua scopa volante si dirige verso una grande città vicino al mare. Porta con se anche Jiji, un piccolo gatto nero parlante a cui è molto legata. Giunta in città, resta incantata dalle sue bellezze, dai suoi colori. Ma presto l'ammirazione cede il passo alla delusione, suscitata in lei dal caos urbano e dalla freddezza manifestata nei suoi confronti dai cittadini in seguito al suo maldestro arrivo. Tuttavia, circostanze casuali permettono alla streghetta di fare la conoscenza della gentile signora Osono della panetteria, che la ospita e le permette di avviare un servizio di consegne a domicilio presso il suo negozio, attività che svolgerà in sella alla sua scopa, non senza grandi difficoltà...
Kiki consegne a domicilio è la storia di una ragazzina che, dopo aver lascitato casa, si trova a doversela vedere da sola, senza poter più contare sui propri genitori. E' la storia di una maturazione, di un graduale passaggio all'età adulta, un percorso irto di ostacoli che spesso induce a mollare. Tra i temi presenti vengono in risalto: la semplicità, in contrapposizione al progresso che può ritorcersi contro l'uomo; e il tema del volo, assai caro a Miyazaki. La magia ricopre un ruolo quasi marginale: non sono pronunciati incantesimi né compaiono strane creature e la città in cui si svolgono le vicende presenta numerosi aspetti realistici.
In conclusione, ci troviamo davanti ad un capolavoro capace di emozionare senza mai annoiare. E' senza dubbio uno dei migliori film prodotti dallo Studio Ghibli. Da non perdere.
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rigodance
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giovedì 9 maggio 2013
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da streghetta a libera professionista
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Bellissimo film di Miyazaki. Non di certo tra i più notevoli o conosciuti, ma fondamentale per capire lo stile del regista.
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donni romani
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giovedì 2 maggio 2013
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l'adolescenza secondo miyazachi
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Continua il ripescaggio delle opere giovanili del grande Miyazaki e in questo caso andiamo indietro fino al 1989 quando la streghetta Kiki e il suo gatto nero Jiji partirono alla scoperta del mondo. Nel passare degli anni si avverte forse un pizzico di ingenuità e di semplicità che nelle opere maggiori verrà sostituito da trame più complesse e personaggi più sfaccettati, ma la delicata lievità della giovane Kiki ha la consueta poesia e freschezza dei protagonisti Miyazachiani, e la simpatia dei personaggi di contorno ne fa un perfetto esempio di coralità e di fantasia.
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Continua il ripescaggio delle opere giovanili del grande Miyazaki e in questo caso andiamo indietro fino al 1989 quando la streghetta Kiki e il suo gatto nero Jiji partirono alla scoperta del mondo. Nel passare degli anni si avverte forse un pizzico di ingenuità e di semplicità che nelle opere maggiori verrà sostituito da trame più complesse e personaggi più sfaccettati, ma la delicata lievità della giovane Kiki ha la consueta poesia e freschezza dei protagonisti Miyazachiani, e la simpatia dei personaggi di contorno ne fa un perfetto esempio di coralità e di fantasia. Kiki è una strega e per tradizione al compimento dei tredici anni deve compiere un viaggio iniziatico, a cavallo della sua scopa, in compagnia del suo gatto parlante Jiji. E così parte, fiduciosa e piena di timori e speranze, come qualunque adolescente alla scoperta della vita che le si apre davanti, opportunità e rischi ad eccitare e spaventare. Approderà in una città di mare limpida e luminosa, dove sfrutterà la sua capacità di volare su una scopa per consegnare pacchi, imparando a conoscere le persone, a scontrarsi con la realtà e facendo amicizia con un suo coetaneo, Tombo, elemento portante di tutte le storie dello studio Ghibli, spalla affettuosa, e anche comica, dell'eroina di turno. La maturazione del personaggio avviene attraverso la perdita dei suoi poteri magici, quasi che l'adolescenza comporti sempre l'abbandono di quel mondo magico e fatato che è stata l'infanzia. Ma chi quella magia ha nel cuore riuscirà sempre a ritrovarla e anche Kiki, quando scoprirà che Tombo è in pericolo, saprà ritrovare in sè la propria magia. Parabola semplice e lineare se vogliamo, ma proprio per questo scopertamente amabile, senza villain a contrastare la protagonista ma con l'ostacolo che ogni adolescente deve affrontare e sconfiggere: la paura di crescere e l'incognita del futuro. Kiki è intraprendente, coraggiosa, ma anche fragile come ogni giovane che si affaccia alla vita, e il suo entusiasmo, spesso frustrato dalla realtà, è lo specchio di quel passaggio delicato e traumatico dall'universo infantile alla vita adulta, risolto da Miyazachi con la ben nota eleganza, con la tenerezza che riserva ai suoi protagonisti e con la capacità di distribuire sorrisi, riflessioni e un pizzico di malinconia con grazia e fantasia.
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leo 1993
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lunedì 29 aprile 2013
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la crescita verso l'età adulta
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Kiki è una giovane strega di 13 anni e, come è di tradizione, deve trovare la sua collocazione nel mondo partendo sola, con il gatto parlante Jiji, alla volta della città in cui vorrà stabilirsi per un anno per compiere il suo noviziato.
La ragazza solare e coraggiosa, impaziente di partire immagina questa nuova esperienza come un gioco divertente e spensierato, sogna una città in riva al mare abitata da gente accogliente e cordiale.
Scelta la città scopre che la gente non è così gentile come pensava, anzi sembra anche molto prevenuta e fredda nei confronti della giovane streghetta, ma Kiki non si perde d'animo e riesce ad entrare nelle simpatie di una fornaia di nome Osono che in cambio di aiuto nel suo negozio le offre un posto in cui dormire.
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Kiki è una giovane strega di 13 anni e, come è di tradizione, deve trovare la sua collocazione nel mondo partendo sola, con il gatto parlante Jiji, alla volta della città in cui vorrà stabilirsi per un anno per compiere il suo noviziato.
La ragazza solare e coraggiosa, impaziente di partire immagina questa nuova esperienza come un gioco divertente e spensierato, sogna una città in riva al mare abitata da gente accogliente e cordiale.
Scelta la città scopre che la gente non è così gentile come pensava, anzi sembra anche molto prevenuta e fredda nei confronti della giovane streghetta, ma Kiki non si perde d'animo e riesce ad entrare nelle simpatie di una fornaia di nome Osono che in cambio di aiuto nel suo negozio le offre un posto in cui dormire.
La ragazza però non possedendo nessun potere magico particolare non sa come affermarsi (come strega) nella città. Allora decide di mettere a frutto l'unica arte che conosce cioè il volo su scopa: così decide di aprire una piccola attività di consegne a domicilio volanti e veloci.
Kiki inizia a maturare, comincia ad inserirsi nel tessuto della cittadina, scopre il lato buono delle persone e fa molti incontri importanti per la sua crescita.
Comunque sia questa nuova vita fatta di frenesia e velocità la rendono più acida e ne fa le spese Tombo, un suo coetaneo affascinato dal volo e quindi anche da Kiki. Il ragazzo non riesce a capire il carattere difficile della strega che qualche volta appare allegra e solare altre fredda e distaccata.
Un giorno però la capacità di volare di Kiki sembra svanita. Con l'aiuto di Ursula, una sua amica pittrice, capisce però che la perdita dell'ispirazione o la paura di non essere in grado di svolgere il proprio compito, è una cosa naturale e che solo riuscendo a superare questi momenti di sconforto si può crescere e maturare.
Kiki non riesce più a capire neanche il suo gatto Jiji: la nostra protagonista sta crescendo, e crescere significa anche rinunciare al mondo perfetto e idealizzato da bambini.
Alla fine del film la strega dovrà riuscire a superare il blocco psicologico che le impedisce di volare per salvare Tombo aggrappato ad una fune di un dirigibile in balia di una tempesta atmosferica (riferimento alla tragedia del dirigibile Zeppelin Hindenburg del 1937).
“Kiki consegne a domicilio” è un anime semplice e divertente nel quale vengono trattati molto realisticamente i problemi che deve affrontare un adolescente: la maturazione, capire se stesso, cosa piace e cosa voler diventare. In questo percorso di crescita si troverà molti ostacoli davanti e dovrà imparare a cavarsela solo sulle sue forze, anche nei momenti di sconforto non deve lasciarsi sopraffare dal pessimismo, deve tenere duro, solo così riuscirà ad affermarsi.
Kiki ci insegna anche che nel riuscire nella vita non bisogna essere dei geni o avere qualità eccezionali: gli adolescenti devono capire quali siano i loro punti di forza e sfruttarli come meglio pensano come ha fatto la nostra strega.
La forza di volontà è il motore per riuscire a maturare e ad affermarsi, insomma Kiki ci dice che volere è potere.
Un elogio bisogna farlo anche ai fondali (o sfondi) della città: ispirata a Stoccolma e in alcuni tratti anche a Milano, Parigi, Lisbona e San Francisco. Una miscela perfetta di queste stupende metropoli hanno dato vita a Koriko la città immaginaria che ha ospitato la strega.
Che dire dei colori caldi e delicati che ci accompagnano durante tutto il film: azzeccatissimi! All'insegna della semplicità e dell'armonia.
Il tutto ovviamente avvolto nella soave e fanciullesca musica del maestro Joe Hisaishi.
Quindi si può considerare Kiki un bel prodotto: molto semplice e lineare, ma allo stesso tempo impeccabile nel suo complesso: non c'è sbavature né nella regia né nella caratterizzazione dei personaggi.
Perfetto nella sua semplicità.
VOTO: 7/10
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