fabrizio giovanardi
|
sabato 14 novembre 2020
|
film sottovalutato, ma è il solito carpenter
|
|
|
|
Un ragazzo acquista da un anziano signore una vecchia macchina in stato di rottamazione. Dopo pochi giorni la rimette a nuovo e inizia a coltivare un'inquietante ossessione per lei, chiamandola per nome e mettendola davanti a famiglia, amici e fidanzata. Questo "amore morboso" porterà allo sviluppo di una serie di avvenimenti che cambieranno radicalmente il protagonista, e costringeranno i suoi amici più cari a fare qualcosa. Nonostante sia passato abbastanza in sordina, considerato come il solito horror B movie, penso invece che questa pellicola di Carpenter offra moltissimi spunti di riflessione.
[+]
Un ragazzo acquista da un anziano signore una vecchia macchina in stato di rottamazione. Dopo pochi giorni la rimette a nuovo e inizia a coltivare un'inquietante ossessione per lei, chiamandola per nome e mettendola davanti a famiglia, amici e fidanzata. Questo "amore morboso" porterà allo sviluppo di una serie di avvenimenti che cambieranno radicalmente il protagonista, e costringeranno i suoi amici più cari a fare qualcosa. Nonostante sia passato abbastanza in sordina, considerato come il solito horror B movie, penso invece che questa pellicola di Carpenter offra moltissimi spunti di riflessione. Anzitutto è da sottolineare l'indiscutibile abilità del regista, che è in grado di rendere la macchina "viva" a tutti gli effetti rendendola un personaggio terrrificante, ammantato di rosso e infernale, inquietante e misterioso in ogni sua inquadratura. Secondo poi, il film è messo in scena in modo incredibile in tutte le scene di inseguimento, di introspezione nel personaggio di Arnie e nell'utilizzo degli effetti visivi: l'ingegno artigianale del regista e dei suoi collaboratori rende la scena dell'"auto-riparazione" di Christine qualcosa che nulla ha da invidiare ai mega blockbuster stra pieni di esplosioni fintissime di oggi, con il piccolo dettaglio che è girato quarant'anni prima. Inoltre, ancora una volta il messaggio politico è evidente, e la denuncia di Carpenter contro l'attaccamento materialistico all'oggetto di capitalistica derivazione, alla merce, alla "roba" nella verghiana accezione, è lampante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabrizio giovanardi »
[ - ] lascia un commento a fabrizio giovanardi »
|
|
d'accordo? |
|
conteverde
|
domenica 28 ottobre 2018
|
la macchina nera ..del 1977 decisamente meglio !
|
|
|
|
l'ho visto ieri sera acquistando il DVD,..sono rimasto deluso..Facendo un confronto sullo stesso genere "la macchna nera " uscito qualche anno prima..nel 1977 e' decisamente piu' riuscito--coinvolgente-con una supsense decisamente superiore..una film che mi ha lasciato molto deluso..d'altronde Carpenter falli' anche il remake di " la cosa dall'altro mondo " del 1951di Haward Hawsk rendendolo melenso e pesante oltre ogni misura.!!!
|
|
[+] lascia un commento a conteverde »
[ - ] lascia un commento a conteverde »
|
|
d'accordo? |
|
fabio57
|
lunedì 1 febbraio 2016
|
buon horror
|
|
|
|
Sono di parte,essendo grande stimatore di King,il film è una trasposizione di un suo libro non tra i migliori, ma comunque gradevole.Interessante è lo scivolamento nella paranoia assoluta del giovane protagonista,che vittima del bullismo trova nella macchina "stregata" la sua grande alleata diventandone poi alla fine vittima.King spesso si occupa di adolescenti inquieti,lui stesso deve esserlo stato,chi conosce la sua biografia lo sa.Nella società americana vige il culto del ragazzo campione di sport, bello e palestrato, che frequenta college esclusivi con successo e fa stragi di cuori femminili,chi non risponde a codesti requisiti è tagliato fuori e spesso diventa lo zimbello dellla comunità.
[+]
Sono di parte,essendo grande stimatore di King,il film è una trasposizione di un suo libro non tra i migliori, ma comunque gradevole.Interessante è lo scivolamento nella paranoia assoluta del giovane protagonista,che vittima del bullismo trova nella macchina "stregata" la sua grande alleata diventandone poi alla fine vittima.King spesso si occupa di adolescenti inquieti,lui stesso deve esserlo stato,chi conosce la sua biografia lo sa.Nella società americana vige il culto del ragazzo campione di sport, bello e palestrato, che frequenta college esclusivi con successo e fa stragi di cuori femminili,chi non risponde a codesti requisiti è tagliato fuori e spesso diventa lo zimbello dellla comunità.Questo aspetto è ben descritto in questo e tanti altri lavori ispirati al grande narratore di horror.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio57 »
[ - ] lascia un commento a fabio57 »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
lunedì 23 novembre 2015
|
l'auto è femmina.
|
|
|
|
Christine è una storia d'amore. Uno di quei rapporti malati e soffocanti che si possono risolvere in un modo solo.
Adattamento cinematografico di uno dei migliori (e più sottovalutati) romanzi di King, questo film narra le avventure di Arnie Cunningam e della sua automobile pazza. E qualcosa si perde per strada. Se nel libro il protagonista era Arnie, con il suo inquietante cambiamento, qui a prendersi tutta la scena è la macchina, una Plymouth Fury rossa, bellissima e sensuale quanto capricciosa e pericolosa.
Carpenter è costretto a giocare fuori casa e inevitabilmente deve a rinunciare a molte delle sue prerogative. A voler fare uno sforzo, si potrebbe pescare una velata critica a ciò che significa il senso del possesso nella società occidentale, ma il rumore stridente delle unghie sullo specchio rischierebbe di farsi sentire.
[+]
Christine è una storia d'amore. Uno di quei rapporti malati e soffocanti che si possono risolvere in un modo solo.
Adattamento cinematografico di uno dei migliori (e più sottovalutati) romanzi di King, questo film narra le avventure di Arnie Cunningam e della sua automobile pazza. E qualcosa si perde per strada. Se nel libro il protagonista era Arnie, con il suo inquietante cambiamento, qui a prendersi tutta la scena è la macchina, una Plymouth Fury rossa, bellissima e sensuale quanto capricciosa e pericolosa.
Carpenter è costretto a giocare fuori casa e inevitabilmente deve a rinunciare a molte delle sue prerogative. A voler fare uno sforzo, si potrebbe pescare una velata critica a ciò che significa il senso del possesso nella società occidentale, ma il rumore stridente delle unghie sullo specchio rischierebbe di farsi sentire.
In realtà si tratta di una pellicola piuttosto ordinaria (almeno per lo stile carpenteriano), che soffre di una sceneggiatura traballante. Ciò avviene per la scarsa caratterizzazione dei personaggi secondari (che sono tutti, tranne Christine) che si riflette in dialoghi poco brillanti. Nonostante la recitazione generale non sia malaccio, viene presto alla luce la difficoltà di rendere credibile l'accettazione di una macchina demoniaca in un universo molto aderente alla quotidianità. Il regista non può portarci nel suo mondo e questo finisce per penalizzare il tutto.
Carpenter prova a risolvere le cose con l'utilizzo della tecnica. Il piano sequenza iniziale dentro la fabbrica e la vettura infuocata nella notte sono due esempi della maestria di John, il quale tenta anche di inserire la sua musica all'interno della visione, costruendo scene di inseguimento efficaci.
Però manca l'inquietudine. Christine è un horror che non fa paura e non disturba. Forse perché il regista non è riuscito a rendere sullo schermo lo spirito demoniaco della Fury rossa, o forse solo perché non c'è stato abbastanza tempo per proiettare questa figura meccanica dotata di vita autonoma all'interno di una struttura sociale complessa.
Fatto sta che il film funziona solo dal punto di vista estetico, non riuscendo a trovare il pertugio giusto per entrare con la forza nelle anime degli spettatori. Un vero peccato, considerate le potenzialità del soggetto. Ma è chiaro anche che la lenta trasformazione di Arnie sarebbe stata difficile da portare sullo schermo con la giusta forza. Quindi Carpenter ha preferito concentrarsi su Christine, sbagliando però l'approccio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
onufrio
|
sabato 13 giugno 2015
|
un "amore" di macchina
|
|
|
|
Tratto da un romanzo di Stephen King, il regista Carpenter confeziona un ottimo film basandosi per l'appunto su di un solido copione. A distanza di oltre 20 anni, una vecchia macchina di nome Christine viene rimessa in vita dal giovane ed impacciato Arnie, questi da quando incontra la vecchia carcassa di lamiere trova in lei un amore viscerale, fra la vettura ed il ragazzo si crea un legame morboso, ed il giovane da impacciato cambia drasticamente il proprio carattere divenendo sempre più aggressivo e spavaldo; gli amici intuiscono cosa stia accadendo e provano di tutto per fermare questa macchina infernale.
|
|
[+] lascia un commento a onufrio »
[ - ] lascia un commento a onufrio »
|
|
d'accordo? |
|
claudiofedele93
|
sabato 18 gennaio 2014
|
la diabolica macchina di carpenter!
|
|
|
|
Dopo che registi come Brian De Palma e Stanley Kubrick si furono impegnati a portare sul grande schermo storie tratte dai romanzi di Stephen King, stiamo parlando dei famosi Carrie- Lo Sguardo di Satana e Shining rispettivamente nel 1976 e nel 1980, anche a John Carpenter toccò la medesima sorte.
[+]
Dopo che registi come Brian De Palma e Stanley Kubrick si furono impegnati a portare sul grande schermo storie tratte dai romanzi di Stephen King, stiamo parlando dei famosi Carrie- Lo Sguardo di Satana e Shining rispettivamente nel 1976 e nel 1980, anche a John Carpenter toccò la medesima sorte. A lui fu affidata la realizzazione di Christine – La Macchina Infernale tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore delMaine. Trova così conferma il fenomeno King e da questa nuova collaborazione tra cinema e letteratura usciranno successivamente lavori di rara bellezza tra cui Le Ali della Libertà, Stand By Me, Il Miglio Verde ed altri più modesti come 1408, Pet Sematary o It.
Sebbene Carpenter sia noto ai più per essere uno dei padri fondatori del genere horror, i cui film registi come Wes Craven hanno utilizzato come fondamenta, omaggiato e ne hanno cavato ispirazione, questo lungometraggio, a lui affidatogli dalla Columbia Pictures, rimane forse uno dei suoi lavori più “quadrati”. C’è indubbiamente una maestria ed una tecnica nel girare le scene di Christine da manuale e degne di nota, ne consegue quindi che il prodotto dal punto di vista registico è ben fatto e curato eppure, per quanto riguarda la storia, si vede abbastanza nitidamente che il lavoro deve molto al romanzo da cui trae spunto e che è un racconto fatto integralmente alla King con i suoi lati positivi e negativi. In tutto ciò, nel vedere la macchina Christine, inteso come ente demoniaco, che per tutto il film lo vedremo attirare sempre più l’attenzione dello spettatore fin quasi a diventare un co-protogonista, è affascinante osservare come già negli anni ’80 (anni in cui è stato realizzato il lungometraggio) alcuni aspetti della società fossero ben delineati. All’interno della pellicola vi è un forte messaggio, racchiuso nell’esplicita metafora che vede il valore del personaggio principale legato unicamente ai mezzi che questo possiede. Di fatto il giovane Cunningham inizia un percorso di maturazione perversa che lo vede passare da vittima degli atti di bullismo dei suoi compagni e alunni della sua scuola più grandi a (semi) teppista antipatico, ma sopratutto da innocuo e bravo ragazzo a giovane corrotto, pieno di odio verso il prossimo e distrutto nel suo intimo grazie unicamente all’influenza e alla presenza della macchina, che in una società come gli anni ’70 (ma questo discorso vale anche tutt’oggi se ci pensiamo bene) non si limitava solo ad essere intesa come un oggetto, ma qualificava e rispecchiava le persone per come erano davvero e a che tipo di famiglie appartenessero (o fossero). E’ poi senza dubbio meritevole di nota il lavoro che Carpenter sia riuscito a realizzare con i pochi mezzi a disposizione e gli effetti speciali dell’epoca, riuscendo a far di Christine un personaggio realistico, credibile e di cui aver timore e paura anche se si è consci che essa è solo un mezzo a quattro ruote, ma che con il progredire dei minuti acquista quegli atteggiamenti umani che mette a nudo con canzoni e vari inseguimenti.
Christine – La Macchina Infernale è la dimostrazione da una parte della grandezza della penna di King e di come le sue storie si adattino bene al grande schermo e dall’altra è l’ennesima prova delle capacita cinefile di un autore come Carpenter, il quale sebbene non abbia, stavolta, dato alla luce il suo capolavoro, rimane comunque su alti livelli e che può essere apprezzato da una larga fetta di pubblico, portando alla luce tutta una serie di riflessioni e critiche di una società basata sull’apparenza e sul possesso effimero che ancora oggi hanno un’importanza fondamentale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a claudiofedele93 »
[ - ] lascia un commento a claudiofedele93 »
|
|
d'accordo? |
|
toty bottalla
|
mercoledì 11 dicembre 2013
|
un horror adolescente!
|
|
|
|
La trama del film viene sprecata e dissolta in un racconto sterile da una regia che non riesce a valorizzare il senso della storia già introversa, privandola di suspance e tensione psicologica. Saluti.
|
|
[+] lascia un commento a toty bottalla »
[ - ] lascia un commento a toty bottalla »
|
|
d'accordo? |
|
michaelmyers98
|
giovedì 20 settembre 2012
|
satana possiede la patente.
|
|
|
|
Non è un capolavoro come altri film di Carpenter, ma riesce ad attaccare allo schermo anche lo spettatore più scettico. Ciò si deve in gran parte alla trovata del regista di far sembrare mostruoso un oggetto a cui siamo abituati, anche se nel 77 era già uscito un altro film simile, ovvero La Macchina Nera di Elliot Silverstain. Oltre a questo il film è anche un attacco alla società dei consumi americana nei primi '80. Ottima la prova degli attori. Il tutto suggellato da un finale indimenticabile. Curiosità. Sbaglio o la macchina è sempre parcheggiata di fianco ad un maggiolino?
|
|
[+] lascia un commento a michaelmyers98 »
[ - ] lascia un commento a michaelmyers98 »
|
|
d'accordo? |
|
lorenzomnt
|
martedì 26 aprile 2011
|
thriller affascinante
|
|
|
|
Devo dire che l'idea di una macchina assassina è interessante:una specie di incrocio tra Herbie e Terminator,e che non pùò essere distrutta.Il film non è propriamente da spavento,ma per questo l'ho apprezzato di più,anche perche è ben congegnato e la suspance non manca.Ottima la colonna sonora e bellissima la Plymouth Belvedere che fa Christine(anche se nel romanzo di Steven King era una Plymouth Fury,ma siccome è una macchina rara,J.Carpenter usò per il film la prima,piuttosto simile per estetica e decisamente più diffusa).
|
|
[+] lascia un commento a lorenzomnt »
[ - ] lascia un commento a lorenzomnt »
|
|
d'accordo? |
|
mr.duff
|
martedì 1 febbraio 2011
|
film guardabile ma pecca di originalità
|
|
|
|
Mi ha ricordato un po la storia di James Dean e la sua macchina che per chi nn lo sapesse ha portato molte morti (dopo quella dell'attore)ritenendola maledetta e dall'altro lato mi ha ricordato Hearbie il maggiolone in versione cattiva.Alla fine non penso sia il film/romanzo più originale di King, c'è sempre un pazzo, un bravo ragazzo un male primordiale e antico la bella donna e famiglie severe e incomprensibili...leggendo e vedendo le opere di King mi sto rendendo conto che c'è sempre lo stesso filo conduttore...mi sono meravigliato di come non ci fosse uno scrittore nel film (elemento onnipresente nelle nei sui romanzi)Cmq lo consiglio ma fino a un certo punto
|
|
[+] lascia un commento a mr.duff »
[ - ] lascia un commento a mr.duff »
|
|
d'accordo? |
|
|