eugen
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domenica 24 settembre 2023
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satira rabbiosa. bene, quello che ci vorrebbe anco
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Come e'da rimpiagere questo cinema degli anni 1970, duro, spietato, accusatore anche in forma satirica, "cattiva". In particolare questo"Signore e signori, buonanotte!"(1976, scritto e diretto collettivamente da Age, Benvenuti, Luigi Comencini, De Bernardi, Nanny Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro,, Scarpelli, Ettore Scola)a a episodi, smaschera e"ridendo castigat mores", per citare una famosa"formula". Decisamente tutti gli episodi convincono, ma in particolare"Lezione d'inglese", dove, a fronte dell'onnipresenza della CIA, si ventila la possibilita' che, nella"Spy-War"qualcuno abbia piu'pregnanza e anteveggenza della stessa CIA, nonsotante la striapotenza di questa.
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Come e'da rimpiagere questo cinema degli anni 1970, duro, spietato, accusatore anche in forma satirica, "cattiva". In particolare questo"Signore e signori, buonanotte!"(1976, scritto e diretto collettivamente da Age, Benvenuti, Luigi Comencini, De Bernardi, Nanny Loy, Ruggero Maccari, Luigi Magni, Mario Monicelli, Ugo Pirro,, Scarpelli, Ettore Scola)a a episodi, smaschera e"ridendo castigat mores", per citare una famosa"formula". Decisamente tutti gli episodi convincono, ma in particolare"Lezione d'inglese", dove, a fronte dell'onnipresenza della CIA, si ventila la possibilita' che, nella"Spy-War"qualcuno abbia piu'pregnanza e anteveggenza della stessa CIA, nonsotante la striapotenza di questa. Ottimo anche il secondo episodio, dove una bomba, mai esistita, ma"minacciata"dai fantasmi mentali di qualcuno che ha sentito un tintinnio, non"di manette", ma di una sveglia, viene invece fatta espoldere per volonta'del potere costituito, a dimostrazione della realta'della"strategia della tensione"....Terribile , poi, giustamente"sinite Parvulos", sulla stolidita'dei documenti ecclesiastici che volgiono ad ogni costo l'incremento folle della popolazione anche di persone sottoproletarie e l'episodio collegato"Mangiamo i bambini", dove un sociologo amrricnao, in realta'di origini tedesche(il Krantz villaggesco)riprende la tesi del grande Jonathan Swift suilla possibilita'di"Mangiare i bambini"(altro che le accuse cattocapitaliste ei comunisti)...), , quello sulll a fiamma gialla naplletana, incarciato di seguire le losche manovre di un faccendiere, che invece "incorre"nel rischio di finire per fargli da cameriere... Ma poi l'episodo"Il santo Soglio", che mostra la corruzione del caridnalato anche in occasione dell'elezione papale, con la ircerca del"papa di transizione". dove un magnifico Nino Manfredi , impegnato in questo lungo episodio, da'il meglio di se'', da ateo che nella nativa Ciociaria era stato oggetto di un'educazione molto"clerico.orientata". Gassman in vari episodi, e'altrettanto bravo, per non dire di un Tognazzi, persionato con la"Minimia"ce sembra panglossinamente contento.... Marsrtoianni e'il conduttore di un crurioso TG"raccolgiticcio"e guidatoo dal potere politiico e lo assiste una Monica Guerritore, quasi esordiente....Anche l'epidosio del quiz e gli altri metirano un ricordo positivo, per un film che merita di essre visto e rivisto, a tesitmonianza di una stagione del cinema italiano, ancora sanamente"cattivo"e nemico di retorica e dabbengaggini, con l'episodio finale, che contiene una satira (apparentemente parodia)dellaloora presidente della Repubblica, oontificante in puro napoletnao, GIovanni Leone.... Eugen
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biscotto51
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martedì 19 febbraio 2019
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dio che squallore!
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Dio confonde coloro che vuol perdere. Non c'é altra spiegazione per giustificare questo film (anche se in questo caso film è una parola grossa e immeritata) ad episodi girato dai migliori registi (per fortuna manca Ettore Scola, il maestro di C'eravamo tanto amati) e dai migliori interpreti (ma non c'é il grandissimo Alberto Sordi) della commedia all'italiana. Onore a loro. Un film insignificante, tristissimo, vacuo, banale. insapore. Povero cinema italiano. Il voto che ho dato é persino esagerato.
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ecalo
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domenica 20 marzo 2016
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i migliori registi ed attori italiani
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Ma almeno con me non ha fatto presa. 2,5 stelle non le posso dare, quindi la mezza la regalo perché c'è il mio regista preferito (Monicelli) e quasi tutti gli attori che ho sempre amato.
Comunque, da guardare.
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fabio57
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martedì 15 dicembre 2015
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grande satira
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Mi piacque all'epoca e mi ha fatto piacere rivederlo,pungente satira al malcostume diffuso nel nostro paese,in particolare nella politica italiana,alcune scene sono un pò surreali e eccessivamente grottesche, ma nell'insieme è una commedia agrodolce molto efficace con grandi attori.
Da vedere per chi non l'ha mai fatto
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great steven
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venerdì 26 dicembre 2014
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satira prolissa e molti episodi non tutti felici.
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SIGNORE E SIGNORI, BUONANOTTE (IT, 1976) diretto da LUIGI COMENCINI, NANNI LOY, LUIGI MAGNI, MARIO MONICELLI & ETTORE SCOLA. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, NINO MANFREDI, ANDREA FERREOL, MARIO SCACCIA, UGO TOGNAZZI, VITTORIO GASSMAN, MONICA GUERRITORE, MARCELLO MASTROIANNI, SENTA BERGER, ADOLFO CELI, CARLO CROCCOLO, EROS PAGNI, CAMILLO MILLI, GIANFRANCO BARRA
Prodotto in cooperativa (la 15 maggio) fra sceneggiatori e registi, è un film strutturato in quattordici episodi non superiore alla media, tutti collegati dalla labile saliva di una giornata televisiva e completamente presentati come fossero autentici fatti di cronaca. Il capitolo più ameno, di taglio neorealista, è quello napoletano (“Sinite parvulos”) sulla povertà proletaria dei sobborghi e delle troppe tasse da pagare in cui Villaggio, nei panni del feroce e anticonvenzionale professor Schmidt (un rifacimento praticamente identico di Kranz) propone, come già aveva pensato e scritto Jonathan Swift, di mangiare i bambini poveri in eccedenza.
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SIGNORE E SIGNORI, BUONANOTTE (IT, 1976) diretto da LUIGI COMENCINI, NANNI LOY, LUIGI MAGNI, MARIO MONICELLI & ETTORE SCOLA. Interpretato da PAOLO VILLAGGIO, NINO MANFREDI, ANDREA FERREOL, MARIO SCACCIA, UGO TOGNAZZI, VITTORIO GASSMAN, MONICA GUERRITORE, MARCELLO MASTROIANNI, SENTA BERGER, ADOLFO CELI, CARLO CROCCOLO, EROS PAGNI, CAMILLO MILLI, GIANFRANCO BARRA
Prodotto in cooperativa (la 15 maggio) fra sceneggiatori e registi, è un film strutturato in quattordici episodi non superiore alla media, tutti collegati dalla labile saliva di una giornata televisiva e completamente presentati come fossero autentici fatti di cronaca. Il capitolo più ameno, di taglio neorealista, è quello napoletano (“Sinite parvulos”) sulla povertà proletaria dei sobborghi e delle troppe tasse da pagare in cui Villaggio, nei panni del feroce e anticonvenzionale professor Schmidt (un rifacimento praticamente identico di Kranz) propone, come già aveva pensato e scritto Jonathan Swift, di mangiare i bambini poveri in eccedenza. Si ride con Tognazzi nel ruolo di un pensionato barbuto con una pensione da fame e nella parte di un generale in ritirata e in ritardo per una parata militare, che si suicida quando le sue medaglie cadono nel gabinetto di una toilette bloccata. Un po’ delizioso e anche decisamente anticlericale è l’episodio intitolato “Santo Soglio” (di L. Magni con Manfredi, Ferréol e Scaccia), in cui un cardinale si finge moribondo, assistito da una perpetua e un collega prelato, per essere eletto pontefice. Gassman cerca di far sorridere, senza riuscirvi del tutto, nel doppio ruolo dell’agente segreto che parla un inglese corretto ma estremamente pedante per poi essere freddato da una spia dell’opposto schieramento e dell’ispettore Tuttunpezzo, impegnato in grottesche e paradossali indagini dentro una casa in cui è in corso un ricevimento in stile sfarzoso. Ilarità per la tarantella conclusiva (“Il salone delle cariatidi”), guidata da un sosia dell’allora Presidente della Repubblica Giovanni Leone. I due episodi mancanti (“La bomba”, con C. Milli e G. Barra come caratteristi di spicco che risultano comunque bravi, nonostante la storia – incentrata su un ordigno esplosivo da disinnescare all’interno di una centrale di polizia – serva entrambi piuttosto male, a causa di un’ampollosità prorompente e incontrollabile; e “Il Disgraziometro”, in cui un improbabile Villaggio conduce un programma altrettanto inattendibile in cui i concorrenti sono invitati a raccontare le loro più eclatanti sfortune) sono di qualità inferiore, e non meritano particolari commenti proprio in funzione della loro eccessiva noia e faciloneria, che li rende stiracchiati e caricati di un accademismo illustrativo di terz’ordine che non fa onore ai pur bravi registi che dirigono questo film collettivo in cui la triplice satira – rivolta alla Chiesa, allo Stato e al quarto potere (l’editoria) – risulta talvolta pungente ma in altri sprecata in occasioni che potevano altrimenti riuscire gustose e saporite. Ma i dettami della comicità sono rigidi, e la regola secondo cui è più facile far piangere che far ridere non si smentisce neanche stavolta, e gli attori (un cast veramente stellare e ricco di interpreti stupefacenti ma purtroppo sottoutilizzati) si muovono dentro un mare su cui galleggiano molte banalità e poche opportunità di spassoso divertimento. M. Mastroianni interpreta il conduttore di un fantomatico Tg3 (che all’epoca ancora non esisteva, e si può dire che abbia precorso maldestramente i tempi) che legge tutte le notizie di un giorno qualunque degli orrori intervenendo talora anche sul campo per riportare news fresche di giornata ed è coadiuvato da un’assistente in abito verde (una giovanissima M. Guerritore). Non male la fotografia e le scenografie, curate nei particolari di un mondo anni 1970 che fa ripensare ad un passato nostalgico e malinconico in cui a molti sarebbe piaciuto vivere, nonostante il periodo di piombo e gli attentati di stampo criminoso con sottofondo politico. Musiche di Lucio Dalla, Antonello Venditti, Giuseppe Mazzucca e Nicola Samale.
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paochi
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martedì 13 agosto 2013
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la satira italiana ai suoi (amari) vertici
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Bastano 2 ore per innamorarsi di questo gioiello della nostra cinematografia.
Minuti in cui un manipolo ben organizzato di registi ed attori già affermati disegna l'Italia di allora (e di oggi) con battute graffianti, immagini evocative e divertimento sempre sostenuto da amore per il proprio paese.
"Signore e signori, buonanotte" si muove così all'interno di un TG3 immaginario (allora ancora non esisteva) il cui conduttore/giornalista (un Mastroianni divertito e divertente), accompagnato dalla sua dolce vallettina (una Guerritore tutta miciosa), lancia servizi, propone interviste, legge notizie che portano alla visione dei tanti episodi in cui il film è realizzato.
A distanza di tanti anni quasi tutti gli episodi sono di una sconcertante aderenza alla realtà attuale.
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Bastano 2 ore per innamorarsi di questo gioiello della nostra cinematografia.
Minuti in cui un manipolo ben organizzato di registi ed attori già affermati disegna l'Italia di allora (e di oggi) con battute graffianti, immagini evocative e divertimento sempre sostenuto da amore per il proprio paese.
"Signore e signori, buonanotte" si muove così all'interno di un TG3 immaginario (allora ancora non esisteva) il cui conduttore/giornalista (un Mastroianni divertito e divertente), accompagnato dalla sua dolce vallettina (una Guerritore tutta miciosa), lancia servizi, propone interviste, legge notizie che portano alla visione dei tanti episodi in cui il film è realizzato.
A distanza di tanti anni quasi tutti gli episodi sono di una sconcertante aderenza alla realtà attuale.
Politici che restano aggrappati alle loro poltrone "altrimenti come posso fare leggi per me, pagare giudici e colleghi in parlamento se non da una posizione dominante?!"
Pensionati che per vivere devono ricorrere agli espedienti più creativi.
Trasmissioni di intermezzo che poco hanno da invidiare a quelle inutili che ci propinano ogni giorno Mediaset e Rai (dai reality ai quiz show)
Ma soprattutto tanta politica che tocca tutto e tutti: il lavoro minorile, Napoli, la corruzione, il Vaticano, le forze armate.
Tutto diventa ancora più godibile grazie all'ottima scrittura dei singoli episodi che al talento sconfinato dei tanti interpreti.
Scegliere tra uno degli spezzoni è impossibile.
Bisogna guardarli, riguardarli, pensarli realizzati allora ad inizi anni 70 e calati oggi nel 2014.
Insomma è un film da venerare, creativo, coraggioso, come l'intervista ad un ministro che nonostante gli scandali clamorosi non si dimette e anzi si crogiola con sfrontatezza nella sua posizione di "più forte".
Amiamolo. E' uno dei nostri patrimoni.
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nico g.
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martedì 14 maggio 2013
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quando il cinema non è aritmetica
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Facendo l'addizione tra Comencini, Loy, Magni, Monicelli, Scola, Celi, Gassman, Manfredi, Mastroianni, Tognazzi e Villaggio, la somma dovrebbe essere un capolavoro storico. Ma il cinema non è aritmetica e questo film, nonostante lo squadrone di registi e attori, non va al di là della satira di filone (si vedano "Il Bel Paese", "L'Italia si è rotta", "Colpo di stato", ecc.)
Esilarante nell'episodio dei quattro politicanti farabutti, disonesti e brutti, profetico nell'episodio "Il Disgraziometro", in cui anticipava la TV del dolore, realisticamente amaro nell'episodio del bambino napoletano che si suicida e anticlericale come nelle abitudini di Magni nell'episodio del Santo Soglio; però rimane un film minore, a dispetto dello schieramento di grandissimi.
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Facendo l'addizione tra Comencini, Loy, Magni, Monicelli, Scola, Celi, Gassman, Manfredi, Mastroianni, Tognazzi e Villaggio, la somma dovrebbe essere un capolavoro storico. Ma il cinema non è aritmetica e questo film, nonostante lo squadrone di registi e attori, non va al di là della satira di filone (si vedano "Il Bel Paese", "L'Italia si è rotta", "Colpo di stato", ecc.)
Esilarante nell'episodio dei quattro politicanti farabutti, disonesti e brutti, profetico nell'episodio "Il Disgraziometro", in cui anticipava la TV del dolore, realisticamente amaro nell'episodio del bambino napoletano che si suicida e anticlericale come nelle abitudini di Magni nell'episodio del Santo Soglio; però rimane un film minore, a dispetto dello schieramento di grandissimi. Non si chiami in causa la censura dell'epoca; questo film non è stato rivalutato neanche in anni successivi, meno bigotti.
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pisciulino
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domenica 23 ottobre 2011
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non resta che la satira
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Un' interessante tentativo di produzione in cooperativa ha partorito un film che, sull'idea della parodia di una giornata televisiva, infila una serie di episodi (diretti da Monicelli, Comencini, Loy, Magni e Scola) più o meno ispirati nel descrivere sarcasticamente una situazione sociale e politica ancora peggiore di quella del tempo de "I mostri", modello per tutti i film del genere. Già caratterizzato da una visione dell'umanità che sfiorava il cinismo, il celebre film di Risi ritrova qui negli episodi migliori un'eco ancora più paradossale, alle prese con un paese mal combinato e peggio amministrato. La citazione nell'episodio con Villaggio di Swift non è casuale, ma il film a volte rimane nella macchietta e alterna momenti irresistibili a situazioni non di prima mano.
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Un' interessante tentativo di produzione in cooperativa ha partorito un film che, sull'idea della parodia di una giornata televisiva, infila una serie di episodi (diretti da Monicelli, Comencini, Loy, Magni e Scola) più o meno ispirati nel descrivere sarcasticamente una situazione sociale e politica ancora peggiore di quella del tempo de "I mostri", modello per tutti i film del genere. Già caratterizzato da una visione dell'umanità che sfiorava il cinismo, il celebre film di Risi ritrova qui negli episodi migliori un'eco ancora più paradossale, alle prese con un paese mal combinato e peggio amministrato. La citazione nell'episodio con Villaggio di Swift non è casuale, ma il film a volte rimane nella macchietta e alterna momenti irresistibili a situazioni non di prima mano.
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ipno74
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mercoledì 2 marzo 2011
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comicità e cinismo
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Il film tocca tutti gli argomenti possibili cari a noi italiani.
Dalla politica, alla religione, a razzismo, alla solitudine, alla corruzione.
Girato egregiamente dai registi anni '70, la sceneggiatura sembra profetizzare la vita dei nostri giorni, o più che profetizzare, ci da la sensazione orribile che nulla sia cambiato da 40 anni a questa parte.
Tognazzi che fa la parte di un pensionato che tira avanti con poco più di 30 mila lire al mese.
Manfredi che pur di fare il papa si finge malato.
Gassman eccezionale nella parte dell'agente segreto.
I 4 politici napoletani ...
Il film ci lascia un soriso amaro in bocca e credo che sia stato questo l'intento dei 5 registi.
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Il film tocca tutti gli argomenti possibili cari a noi italiani.
Dalla politica, alla religione, a razzismo, alla solitudine, alla corruzione.
Girato egregiamente dai registi anni '70, la sceneggiatura sembra profetizzare la vita dei nostri giorni, o più che profetizzare, ci da la sensazione orribile che nulla sia cambiato da 40 anni a questa parte.
Tognazzi che fa la parte di un pensionato che tira avanti con poco più di 30 mila lire al mese.
Manfredi che pur di fare il papa si finge malato.
Gassman eccezionale nella parte dell'agente segreto.
I 4 politici napoletani ...
Il film ci lascia un soriso amaro in bocca e credo che sia stato questo l'intento dei 5 registi.
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ariete
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lunedì 2 marzo 2009
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capolavoro
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C'era il meglio del meglio del nostro cinema
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