Un uomo da marciapiede |
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Un film di John Schlesinger.
Con Jon Voight, Brenda Vaccaro, Dustin Hoffman, Sylvia Miles, Bob Balaban.
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Titolo originale Midnight Cowboy.
Drammatico,
durata 113 min.
- USA 1969.
MYMONETRO
Un uomo da marciapiede
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Voight e Hoffman amici nelle avversità della vita.di Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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lunedì 25 novembre 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
UN UOMO DA MARCIAPIEDE (USA, 1969) di JOHN SCHLESINGER con JON VOIGHT – DUSTIN HOFFMAN – BRENDA VACCARO – SYLVIA MILES – BOB BALABAN § Dal romanzo (1965) di James Leo Herlihy, adattato da Waldo Salt. Joe Buck decide di farla finita con un insoddisfacente lavoro da lavapiatti, si veste da perfetto cowboy e raggiunge New York, armato solo di fastidiosa spavalderia e un fascino più debole di quello che vorrebbe. Prostituendosi, crede di incassare facilmente e in breve tempo numerosi quattrini, e invece la sua clientela non si materializza, e lui si ritrova costretto ad unirsi all'italoamericano Enrico Salvatore Rizzo, zoppo e malato di tubercolosi, col quale sopravvive a forza di stenti. Quando finalmente le cose si mettono meglio per Joe, la salute di Rizzo peggiora e l'amico, assecondando il suo desiderio, prepara un viaggio in Florida. Ma non riuscirà a salvarlo. Vietato ai minori di 18 per l'abbondanza di nudi e sequenze oscene, fu l’unica pellicola con questo divieto ad aggiudicarsi l'Oscar al miglior film, insieme alle statuette per la regia e la sceneggiatura non originale. Ma vale tantissimo specialmente per l'eccellente recitazione dei due trentenni protagonisti, uno prestante e bifolco e l'altro sciancato e furbo, ma complementari malgrado le forzature perché i difetti e i pregi assenti nel primo si riscontrano nel secondo e viceversa: un rapporto di coppia costruito a regola d'arte come pochi altri. Il confronto ideologico e le aspirazioni esistenziali superano in importanza e intensità la differenza fisica. Meno riusciti i caratteri secondari, anche se la Shirley di B. Vaccaro sorprende per malizia e la Cass di S. Miles è bravissima nella sua poderosa nevrosi, nonostante l'esiguità della loro presenza scenica. Valido anche il maniaco religioso consigliato da Rizzo a Buck, per la dinamica energia dialettica. Non inferiori sono la fotografia, con belle riprese della New York sul finire degli anni '60 (con una stupenda contrapposizione tra il fango dei quartieri degradati e lo sfarzo delle case altolocate), e il montaggio, che nel montaggio alla Andy Warhol nella scena del party si esibisce in un particolare esercizio di virtuosismo. Caso raro ormai (parlando del maleducatissimo Nuovo Millennio) di turpiloquio che si fa portabandiera del decadimento morale e sociologico che affligge i personaggi, ma anche della rabbia che spinge alle più disperate rivincite. Doppiaggio italiano: Ferruccio Amendola prestò la voce a Hoffman e Massimo Turci a Voight. Stranamente, ha un patetismo appassionato nei personaggi che rimanda a Molnàr e riprende in una certa maniera il microcosmo della metropoli "sporca" dickensiano.
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