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Film a basso costo che desta curiosità per essere una delle prime pellicole post apocalittiche, diretto ed interpretato da Ray Milland, con alcune scene imbarazzanti, come la sequenza della teoria di auto in fuga dalla città, tre macchine, sempre le stesse, che si ripete uguale più volte per rappresentare, in modo naif, l’esodo di massa della gente che scappa dalle radiazioni nucleari.
Il film, girato in piena guerra fredda, riflette il clima di paura dell’epoca e dà forma al fantasma che aleggia nell’inconscio collettivo della società americana ovvero il timore per lo scoppio di una possibile guerra atomica.
Peccato che Milland, più bravo come attore che come regista, non sappia immaginare, per quello scenario straordinario, altro che un ritorno all’epoca del vecchio west e riproponga il mito dell’eroe che si pone al di sopra della legge per proteggere la propria famigliola. Così si assiste alla trasformazione improvvisa di un tranquillo borghese, che sta andando a pescare, in un abile pistolero che mena cazzotti a destra e a manca e non esita a rapinare un’armeria e ad uccidere a sangue freddo due delinquenti di poco conto che gli hanno stuprato la figlia.
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